Clamoroso successo dei calciatori itatiai a Ginevra

Clamoroso successo dei calciatori itatiai a GinevraClamoroso successo dei calciatori itatiai a Ginevra La squadra elvetica ha ceduto sin dall'inizio al prodigioso attaccò degli «azzurri » - Rosetta « occhio » deHa difesa e Janni « molla » di punti - 5 goals al ' 1 > * » 1 n o m -t r o 1 n v i a t o GINEVRA, 31, mattino. l& squadra nazionale italiana ha riportato ieri un successo che farà scalpore nel mondo calcistico internazionale per la quantità dei punti segnati e per la qualità del giuoco svolto. La fisionomia dell'incontro si può riassumere in brevi linee: la Svizzera combattè con animo, con vigoria e con qualche speranza di imporsi per un decina di minuti ; per altri cinque o sei minuti non fece che resistere alla pressione degli italiani che cominciavano à marciare a grande andatura; pòi si accascio, si abbattè del tutto/già vinte moralmente prima che materialmente. Quattro punti segnarono i nostri nel'primo tempo e uno■ nel secóndo-; cinque complessivamente. Ma il numero non conta; essi avrebbero potuto essere 6, 7 e 8. 11 risultalo avrebbe riprodotto cor: uguale precisione e fedeltà l'andamento del giuoco e la differenza di classe dei due antagonisti. ditta differenza di classe Differenza di classe, in ciò sta tutta la ragione del successo, la • spiegazione del risultato e la base delle deduzioni da trarne. Superiorità dei nostri in velocità, in stile,' in , flat0i in tutto Raramente è dato assistere in un incontro intemazionale, ad un cosi netto ed impressionante distacco di valori. Vi fu un periodo nel secondo: tempo — un periodo che durò una buona mezz'ora — in cui i nostri fecero sul campo assolutamente quello che vollero ed in cui il teatro della prova fu esclusivamente l'area di rigore ed- _ mmto fioi0 »„ secato in mm'n np riS0^ellàfrtnresa cio èf^senViafmfnte dà j noa.° aelia ripresa, c attribuirsi al fatto che l'incóntro aveva a quel punto già perduto ogni interesse. La partita era praticamente vinta dai nostri ; mancava in essi l'incentivo perchè 6i dovesse addirittura stravincere. I nostri erano padroni assoluti della situazione; superiori di cento cubiti ai loro antagonisti come singoli elementi e come imita presa in blocco, come palleggio, come impostazione di giuoco, come doti fisiche e come senso di condotta. Nessuna meraviglia quindi per la proporzione presa dalla vittoria italiana. Essa fu pienamente meritata e sta secondo noi a denotare... oltre ia superiorità dell'undici nostro allineato nella giornata contro gli svizzeri, anche l'entità dei progressi ulimamente compiuti in fatto di tecnica dal giuoco italiano. Diffliolmente, ripetiamo, fu dato di vedere wna differenza di valori cosi impressionante, tanto che a dieci minuti dalla fine il pubblico,' che aveva assistito con un contegno esemplare al brusco arresto dell'azione dapprima ed alla rotta inflitta poi ai proprii beniamini, abbandonava il campo triste, a capo chino, conscia di essere stato di fronte ad una dimostrazione cosi convincente da non ammettere replica. Pubblico imponente ad esemplar» Il pubblico era convenuto numeroso, anzi numerosissimo sul vecchio campo del Servette, alle Charmilles, un campo che, sia detto per amore di verità, non è ormai più all'altezza della situazione e che non è adatto ad ospitare un incontro di importanza intemazionale del giorno d'oggi. Lo 6vilup- {po portentoso preso dal giuoco del calcio anche nella Repubblica Elvetica, esige adattamenti più ampi, più spaziosi, più confortevoli, che non quelli offerti dalle tribune di cinque o sei sole file di posti. La folla che assistette alla gara va valutata sulle 20.000 persone e forse più; 20.000 persone che riempivano sino all'inverosimile ogni oidine di posti, arrampicandosi sino sui tetti delle officine retrostanti dal lato dei popolari. Ma era una folla quieta, ordinata, disciplinata e poco rumorosa; una folla che mantenne, anche nel momenti più accanitamente disputati dell'incontro, un contegno esemplare, una folla che giunse sino a sottolineare con mormorii di approvazione ed anche applausi aperti le migliori azioni dei nostri. Da Milano, da Torino, da Bologna e da numerosi altri centri di importanza sportiva l'Italia aveva riversato a Ginevra qualche centinaio di entusiasti, che questa volta non fecero un viaggio inutile. Dopo una notte di pioggia fine e minuta il 6ole ha favorito lo svolgersi della manifestazione, e quando, con qualche minuto di ritardo sull'orario, le due squadre facevano il loro ingresso in campo, il rettangolo di giuoco, ampio, spazioso e regolare, si presentava in condizioni complessivamente buone Precisamente alle 15,6 l'arbitro inglese Prince Gox, dopo il solito scambio di fiori, gagliardetti e convenevoli, chiamava le due squadre in campo. La squadra ia campo La composizione degli italiani rimasta per ragione diverse incerta sino all'ultimo momento, tra la seguente: Conibi (Juventus); Rosetta (Juventus) e Calligaris (Casale) ; Ceveninl III (Internazionale), Bernardini (Intejraazàvnale), Janni (Torino) ; Conti (Interna¬ zionale), Baloncieri (Torino), Libonattì (Torino), Rossetti (Torino), Levratto (Genoa). Capitano dei nostri era Cevenini III. Di fronte a questa formazione gli svizzeri allineavamo l'undici seguente: Pesche (Grasshoppars di Zurigo); Ramseyer (Berna), De W'eck (Grasshoppers) ; Fàssler (Young Boys di Berna), Von Ari (Young Boys); Neuenschwandar (GrasshoPipeis), Brand (Berna), VVeyler (Grasshoppers), \beggler-II (Grasshoppers) e Fink (Lugano . Sei uomini scelti da una stessa società, il. Grasshoppers di Zurigo e l'intero undici scelto in quattro società complessivamente. Gli -svizzeri erano capitanati da Ramseyer. Un minuto non era ancora trascorso dall'inizio che già il portiere svizzero era chiamato all'opera in seguito ad un'avanzata di Baloncieri. Come immediata ritorsione, Cornili, all'altro estremo del campo, riceveva subito lavoro per una veloce incursione di Brand. .11 giuoco in questo momento aveva un carattere aperto: ad un'offensiva nostra su cui per poco Levratto non segnava, faceva immediato riscontro un pericolosissimo attacco elvetico. Le due squadre, pur sfoggiando velocità ed energia, pareva si studiassero a vicènda. 11 risultato dello studio infatti si faceva presto notare: esso eia che gli italiani aumentavano gradatamente l'andatura ed il toro giuoco assumeva un tono tecnico sempre più pratico e scientifico. L'attacco «azzurro» in marcia All'8.o minuto già i nostri fruivano di un calcio d'angolo ed al 15 <ril successo li aveva già sfiorati in un paio di belle occasioni. Al 18.o minuto gli svizzeri erano già ridotti a guardare i nostri di sotto in su non solo come svolgimento di giuoco, ma anche come risultato, i nostri avevano già segnato, infatti, due punti consecutivi: al 16.o ed al 17,o minuto. L'autore del primo punto era stato Baloncieri. Ben lanciata da Janni, l'ala sinistra Levratto aveva portato la palla sino a quasi sulla line.a di fondo e qui aveva effettuato un centro perfetto. La testa di Baloncieri deviando di precisione la palla nell'angolo sinistro della rete aveva coronato i'opera. Come per ribadire questo vantaggio i nostri tornavano subito all'attacco. Janni ancora era la molla che lanciava i nostri all'offensiva. Prendendo a volo con un salto acrobatico il pallone, il torinese lo metteva in possesso di Libonattì. Questi aiutato da un'opportuna finta di Rossetti tirava basso nell'angolo destro e Pasche si lasciava sgusciare la palla di sotto il braccio. Due a zero. Da questo momento l'attacco italiano prendeva a marciare ed a combinare in modo che gli svizzeri risultavano letteralmente sgominati. II trio centrale del Torino — Baloncieri, Libonattì e Rossetti — dava alla difesa svizzera più lavoro di quanto questa non desiderasse. La palla a terra ed il giuoco basso erano le armi di questo attacco, armi poco gradite evidentemente agli avversari. 1 mediani elvetici erano ridotti alle ginocchia, ed il collegamento tra difesa ed attacco dei' nostri avversari era virtualmente rotto: come conseguenza la partita era già sin da quel momento effettivamente vinta dai nostri. Brava speranza svlzzara La Svizzera fruiva bensì di un paio di calci d'angolo e giungeva ancora ad essere pericolosissima due o tre volte per merito del piccolo Abeggler, ma si urtava contro una difesa che era pienamente all'altezza della situazione, una difesa imperniata su di un Rosetta che per la calma, la precisione e l'intuito pareva ridiventato l'uomo dei suoi giorni migliori. La presenza di spirito di Rosetta salvò verso il 30.o minuto una situazione per noi molto ingarbugliata. Al 30.o minuto Baloncieri portava a tre punti il vantaggio dei nostri. Un'avanzata respinta da Cevenini vedeva Conti alzare velocemente un pallone proprio davanti alla porta di Pasche. La testa di Baloncieri completava ancora una volta l'opera, malgrado un salto disperato del portiere svizzero, il quale non giungeva che a sfiorare colla mano la palla. Gli svizzeri potevano riaprire l'animo alla speranza per qualche istante, cinque minuti più tardi. Una vigorosa puntata offensiva dava modo a Weyler di. battere Combi con un tiro imparabile dall'alto in basso, eseguito dalla posizione di mezz'ala destra. Il punto era stato segnato da Weyler, -ma il vero merito era da attribuirsi all'intelligente mossa di Abeggler che con un preciso passaggio trasversale aveva tagliato fuori la difésa italiana. Ma tre minuti dopo il vantaggio italiano riprendeva la stessa forma concreta di prima. Veloce incursióne di Baloncieri, allungo in avanti verso sinistra, rapida schermaglia davanti alla porta, e Rossetti segnava nell'angolo destro, alto. Ancora una volta Pascile giungeva a toccare la palla viscida, ad afferrarla anche, ma se la lasciava sgusciare di mano nella rete. Un'incertezza di Combi, una situazione un po' difficile per noi, un calcio d'angolo contro l'Italia e si giungeva alla ripresa. Tra coalt italiani annullati La ripresa non ebbe storia Essa vide un predominio, italiano cosi chiaro e così costante che la gara crollò immediatamente di tono come di interesse e di combattività, ed anche di livello tecnico di giuoco. La fisonomia della parata era dato ormai da un continuo assedi» della porta che tic* e da. qualche, fugace- puntata offensiva degli avanti svizzeri; Quasi tutti gli' domini delta squadra svizzera erano radunati davanti alia loro rete per difenderla disTteratemente. Un punto solo segnarono i nostri in 'questo secondo tempo e tre altri se ne videro annullati dall'arbitro, segnati da Levratro, Conti e Baloncieri, negati per fuori giuoco o per falli preesistenti. Il punto ritenuto valido in questo secondo tempo fu il più bello di tutta quanta la giornata. Vi parteciparono Janni, dopo un insistente e vittorioso palleggio con la difesa avversaria, e tutto il trio centrale all'attacco. Da Janni la palla passò a Rossetti; da Rossetti a Libonatti e da Libonatti infine a Baloncieri che segnò irresistibilmente da pochi passi, in tutta l'azione la difesa avversaria non riuscì nemmeno a toccare la palla. . Ormai a giuoco languiva..Non fu che negli ultimi istanti che subentrò nuovamente un po' di animazione, in seguito ad un violento incontro Ma Janni e weyrer, incontro nel quale lo svizzero ebbe la peggio, tanto che dovette essere trasportato fuori del campo dove rimase per parecchi minuti; Si ebbe ancora, per ultimo, un calcio Ubero contro l'Italia a 4 o 5 metri dalla porta; ma l'attacco svizzero non aveva efficacia alcuna. La partita era ormai terminata ed il pubblica cominciava a sfollare. il fallimento dal mediani svizzeri La prova di ieri della Svizzera fu la pia scadente che, a nostro ricordo, abbia fatto la squadra dalla croce bianca in campo rosso; una prova da lasciare quasi increduli. La squadra non ebbe ieri consistenza; essa mancò essenzialmente di quella spina dorsale che è rappresentata dalla linea mediana. I tre uomini chiamati a questo duro compito scomparvero dalla lotta troppo presto; vale a dire, appena l'attacco italiano cominciò a svilupparsi in pieno ed a lavorare senza tanti complimenti. La linea mediana si ripiegò sui terzini ed abbandonò a! loro destino gli avanti, i quali,, privi di rifornimenti, si esaurirono uno ad uno in sterili tentativi di riordinare le file di una compagine che appariva già come irrimediabilmente stroncata e sfiancata. in questo fallimento della linea mediana sta, secondo noi, la vera ragione delia scadentissima prova offerta dalla squadra elvetica. La squadra svizzera' ebbe qualche buon momento all'Inizio, ma poi, non appena fu lasciata sola a se stessa, come sopra dicemmo, si abbandonò al giuoco lento, al lavoro individuale, al disordine ed al nervosismo. La difesa ebbe un solo uomo all'altezza della situazione: l'anziano Ramseyer; un po' poco, però, per tenere a freno un attacco come l'italiano, in eccellente affiatamento. Quest'attacco italiano fece ieri meraviglia^ Cominciò ' l'incontro con una certa cautela. Studiò, titubò un istante, ma quando fu sicuro del fatto suo, quando ebbe ben valutati gli avversari che aveva di fronte, parti a fondo e la fece da padrone. Esso impose all'avversario le armi che più-si confaoevano al proprio temperamento tecnico, quello del giuoco basso, e vinse la partita sin dal momento in cui giunse ad assumere l'iniziativa ed a comandare l'azione. Conti, zoppicante per un doloroso strappo muscolare, fu forse, nel paragone degli altri, l'uomo meno a punto di tutti. La superiore tecnica italiana L'azione dei mediani in blocco va unita in una sola lode Della difesa. Rosetta, come sopra notammo, ebbe ieri una grande giornata, ma pure completamente all'altezza della situazione furono Combi e Calligaris. Per una volta tanto Rosetta ha ieri abbandonato l'apatia che pare veli un po' il suo giuoeo di questi ultimi tempi; egli ieri ha cercato lavoro e. trovatolo, lo ha eseguito con un intuito, una prontezza ed un discernimento straordinari Ma fu tutto il giuoco della squadra nostra che soddisfece. Vi fu un momento dell'incontro in cui il suo giuoco assurse ad un livello tecnico che strappò grida di ammirazione al pubblico stesso, che vedeva in rotta i rappresentanti dei propri colori. Era-football di classe, quello che 1 nostri praticavano! Ed era la dimostrazione pratica del progresso compiuto in linea tecnica di giuoco in questi ultimi tempi in ftalia. I giuocatori ita-' liani hanno bene meritato dell'Italia, iart. L'incontro di Ginevra non verrà dimenticato tanto presto da coloro c^.r^l<Jjggl5p^^^to-