Uno scultore

Uno scultore Uno scultore Lo scorso anno, in occasione della beatificazione di don Galasso c delle feste che ebbero luogo alla «Consolata», parlando dell'artistica e pregevole arte prescelta dal Pontefice, nella anale vennero deposti i resti mortali del popolare e benefico prete torinese, abbiamo latto il nome dell'artista che la ddeò e scolpi : Anacleto Barbieri. Fino a quel «iorno lo scultore era rimasto un ignoto o poco meno. Venuto ancora ragazzo da Carpi (provincia di Modena), nel modesto collegio degli Artigianelli, in Torino, aveva maturato, nella quiete di questo pio Istituto, la tua passione per l'arte. Unico suo maestro ita il detunto^proi. Retto, ma effettivamente il Barbieri è stato un allievo di se stesso, in quello studio disadorno, che serve pure di fcula per i corei di disegno dei collegiali, egli ina lavorato indefessamente per anni ed alimi, da mattina a sera, per perfezionarsi. Ritratti, busti, bassorilievi ornamentali e medaglie sono venuti, a poco a poco, popolando SI locale. Le pareti sono andate col tempo tappezzandosi di gessi, di" schizzi, disegni, impressioni a colori. Tutti lavori che naturalmente non hanno avuto il battesimo delie Esposizioni e quindi della critica. Piccole opere commissionate da clienti occasionali, anonimi. Le lodi — se lodi vi furono — rimaneivano 11, non oltrepassavano la soglia delio BtOuand'o, alcuni anni addietro, fu indetto il concorso per la Fontana Angelica, venne aneh'egli consigliato, anzi sollecitato da amici, a presentare un bozzetto. Non fu prescelto, ma lil giovane' scultore ebbe la ventura, m quell'occasione, di conoscere lo scultore Contratti, ìl quale ebbe per lui parole di lode, consigli ied Incoraggiamenti, che venendo da un tan- 10 artista avevano grande valore. Egli torno tìopo quella prima non fortunata prova alle bue occupazioni quotidiane-, ai piccoli bassorilievi, . ai ritratti, alle immagini di Santi, tene gli venivano ordinali attraverso il Collegio degli Artigianelli, facendo oggetto di fetudlo anche i più umili lavori. -Modesto per temperamento, .quando più lardi riusci, fra 5 diversi concorrenti, ad essere prescelto dal f>onteflce per l'esecuzione dell'arca artistica (destinata a racchiudere le spoglie del Beato tìon .Cafasso, ■ non perde il controllo su se Btesso. nè sulle 6tie possibilità per questa prima vittoria. Continuò a studiare ed a la- rrare in silenzio. Ora finalmente, dojpo tananrri. dallo studio degli Artigianelli sta loer uscire il primo monumento funerario (opera del Barbieri. Un'opera di grande mole tehe'misura tre metri d'altezza e dove io liture'-sono più grandi del vero. Essa è destitnata al Cimitero monumentale di Modena, (dove fino ad ora aveva quasi esclusivamente lavorato uno scultore di faina: Giuseppe Graziosi. La ' composizione di questo troppo, che di per 6è solo quasi riempie il non grande stu■Idlo, è semplice, armonica, spontanea. Raffigura l'Umanità dolorante, sconsolata, che «i rifugia in Cristo. L'abbandono della dontia, che. rappresenta l'Umanità, e evidente e fortemente significativo, come pure è viva l'espressione del volto levato verso il Cristo, .4ad implorare un soccorso che non. può venirle da altri. La sobria parte di nudo, che. la ìvesle lascia scoperta, è modellata con la cura scrupolosa di chi si è proposto di riprodurre il vero, ed il "panneggio, pur senza aver carattere decorativo, è trattato in modo disinvolto. Il .Cristo, staccato un braccio dalla croce, sorregge ed accoglie l'Umanità, che viene a lui, e china amorevolmente il capo verso la sofferente. L'Uomo-Dio ha impressi nel volto e nello sguardo la divina bontà, 11 compatimento per Ja umana debolezza, per S'Umanità straziata nella carne e nello spirito.- Quest'opera funeraria conserva, come esecuzione, qualcosa di accademicp, non si nota in essa quella larghezza d'impronta e dà ! iattura., che caratterizzano le moderne sculture,' eppure, nonostante l'artista abbia.avuto cura di terminare le sue figure fin nei miniimi'ipsWicdlaTi, l'insieme non ne rimane turbato. Anzi, conserva un'armoniosa grandiosità di linee che piace. E' insomma uno d quei lavori che si possono guardare da lem tano o da vicino con lo stesso compia-ckiieiiui Nello studio del Barbieri si trova ora i gesso il quale dovrà partire a giorni per 1< cave di Carrara dove sarà sbozzato in ur sol blocco di marmo. — E lo terminerà a Carrara? — domandiamo noi. — No, a Modena, al Cimitero. Con alcune atipvaszPaspLpsdfzspgnssasrprstsgtSoqsmaIcsztetsdSfspecvcdcstradqttlrdelvLcggreQacacaDznddmpztele mi'chiùderò entro la" cripta ^^Ì^Wglia Tapparem (il monumento _e elato W | missionato dal dott. Arnaldo Tappareffli di Modena). Mi comporrò uno studio all'aperto dove conto di passare i mesi di luglio ed agosto. — La wiHeggiatura, in un cimitero, dewe essere una cosa poco allegra... — E' questione di- temperamento e di abitudine, lii guerra Jio passato cinque mesi filati ,wel cimitero di S. Pietro sull'Isonzo, Renza contare gli altri. Soldato di fanteria, gli ufficiali del mio reggimento, ja linea sui • Ironte del Carso, .avendo scoperto in me uno scultore, mi avevano incaricato di abbellire Se tombe dei caduti. Per aiutarmi mi furono dati alcuni soldati muratori. La nostra vita si svolse per molto tempo in quell'angusto appezzamento di terreno dove ogni giorno si aprivano nuove tombe. Una cappella precetìentemenie costruita, fu da noi utilizzata co- ; me... salotto e stanza da .pranzo. Vi si stava 1 ^dativamente bene, eccettuati i giorni nei quali gli ■ aeroplani austriaci venivamo a-servirci un dessert di bombe. A periodi si notava un raddoppiato accanimento. Una vera grandine di ferro e di fuoco. Ne abbiamo rat- jo del lavoro io ei miei compagni in quel i modesto cimitero. Abbiamo costruito veri e > proprii monumenti funerari. Non avendo al- i tra materia prima a nostra disposizione, ci j ■ servivamo dai sacchetti di cemento dei quali vi era abbondanza Prima che le autorità militavi riconoscessero con medaglie e citazioni all'ordine del giorno il valore dei caduti, il premio glielo davamo noi. Sulle tombe di semplici soldati morti in episodi di fulgido valore ho elevato statue come se I caduti fossero stati dei generali. Solo jn quel luogo mi sbizzarrivo e meonsctamente seguitavo a studiare. Ricordando i guerrieri (medioevali chiusi nelle armature e stesi sui loro isarcofaghi, lo improntavo col modestissimo cemento composte salme cti 60-ldati di fanteria su delle urne. Figure meno pittoresche ma" non meno gloriose. Ad alcuni, prima di sotterrarli, « prendevo ■ la maschera, di modo che la rassomiglianza riusciva perfetta. Quante Patrie, quante Vittorie, quanti lauri distribuiti sui tamil i. E neppure dimenticavo TawcWtettura: tempietti gotici, colonnati ellenici, are, tripodi, ecc. Non sempre, cosi a memoria, lo stile riusciva puro come le intenzioni. Costruendo tjttte queste cose pensavo alte madri, alle 6pose, ai Jigli, a coloro, insomma, ohe sarebbero un giorno venuti lassù a ricercare la tomba di un loro caro. Quell'evidente tributo d'affetto avrebbe forse in parte confortato il loro cuore esulcerato. Che 6arà avvenuto di tutti quei lavori abbozzati nella fretta? Le intemperie, le nevi, il ghiaccio avranno reso friabile il cemento ? — Non è più tornato lassù dopo Ja guerra 7 — Mai, sebbene a più riprese me ne sia venuto il desiderio. Ma avevo tanto lavoro... E poi. oltre il cimitero di S. Pietro, avrei dovuto visitarne adiri nel Trentino, dove pure ho eseguito varie piccole opere. — Pertanto nell'estate prossimo andrà in quello di Modena... , — Come vede per ime non sarà una. cosa huova passare un paio di mesi fra le tombe. Quél soggiorno mi ricorderà la guerra, gli atti di eroismo e di pietà ai quali ho assistito e chissà, forse tutto questo potrà suggerirmi qualche nuova àdoa da realizzare. ^ | ^ U. PAVIA. sribfAsittlg

Persone citate: Anacleto Barbieri, Arnaldo Tappareffli, Barbieri, Cafasso, Fino, Galasso, Giuseppe Graziosi, Renza