Saati e Dogali

Saati e Dogali Pagine di storia coloniale Saati e Dogali Ricorre in questi giorni di <ruarainitesimo anniversario dei combattimenti di Saati ev, Dogali, e cioè dei primi fatti d'arme di truppe italiane del nuovo Regno d'Italia in possedimenti d'oltre mare.- I vecchi rammentano, ma non sarà loro discaro il legger queste righe: e la giovane generazione potrà trarne qualche utile con- ' siderazione per lo sviluppo della 6ua coscienza coloniale e rendere omaggio ai primi nostri combattenti in terra africana. L'acuto sguardo di Cavour aveva fin ' dal 1859 mirato a possedimenti coloniali: ma la sua morte e le gravi cure della politica italiana non consentirono, fino al 1869, di dar forma concreta ai vari proget- ' ti all'uopo ventilati, sinché il Sapeto non addivenne, per conto della Compagnia Rubattino, all'acquisto della baia di Assab e isole adiacenti. Accresciutisi tali acquisti, il Cairoli istituì ad Assab un Commissariato civile: e nel luglio 1882 quei territori passarono definitivamente allo Stato, quali «possedimenti del Mar Rosso ». La « politica delle mani nette » ci aveva fatto trascurare l'occasione, offertaci dall'Inghilterra, di occupare Zeila per controbilanciare i'influenza francese già sviluppatasi nella zona di Obok (Gibuti) : e ci aveva altresì indotti a ricusare una nostra coopcrazione cogli Inglesi nell'Egitto e Sudan. Ma, verso la fine del 1884/ dopo il massacro della missione Bianchi, e coll'appoggio morale dell'Inghilterra — alla quale avevamo promesso cooperaziono nella sua politica egiziana e che, ino!-" tre, preferiva veder l'Italia stabilirsi a Massaua anziché la Francia — ci decidem- • mo a presidiare Assab, e poi all'occupazione di Massaua; e il Colonnello Saletta, con un piccolo corpo, vi sbarcò nel febbraio successivo. Erainprogetto anche uno sbarco a Suakim, ma la caduta di Cartura avvenuta in quei giorni indusse l'Inghilterra a modificare i suoi piani; noi rimanemmo liberi di agire, ma altresì isolati nella nostra azione coloniale. L'occupazione si estese a MoncuUo, ad Otumlo, poi ad Archico. Il nostro sbarco a Massaua aveva dato soltanto luogo a una. debole protesta egiziana: ma provocò il malcontento del negus Johannes d'Abissinia, che per l'appuri. to allora sperava-di ottenere dall'Egitto e dall'Inghilterra uno sbocco al mare, che gli consentisse di .far rifiorire i commerci coll'esterno, di cui la perdita delle zone {costiere per effetto, dell'invasione musulfhiana; nel 16.o secolo, e delle recenti prese ili possesso frarieesi ed inglesi, aveva privato; l'Etiopia. Il Negus occupò pertanto le zone già egiziane di Cheren e dei Bogos, % come gli consentiva il trattato HonM£r||él 1884 coll'Inghilterra, in compensa; dell'appoggio dato dall'Abissini* agli ingdasi nel Sudan. La missióne Ferrari-lsérazzini colmò temporaneamente, leapprensioni de! Negus e addivenne ad limo schema di accordo per libero transito di merci abissine nel porto di Maspua, contro facoltà all'Italia di occupa* re il filogos e Cassala. Ne risultò un periodo, di:tranquillità, di cui si profittò per fortificare Massaua, estendere il nostro i 6£?tt e" proclamare0' (nei*Settembre! P™1 e. Prqc amare tneisettemhre) J f a o a {hi oln- rilà sovranità definitiva dell'Italia 6ui nuovi possedimenti. Ma ragioni vàrie, e soprattutto climatiche, esigevano che ponessimo piede sull'orlo dell'altipiano, ed all'uopo fu-inviata al Negus la missione Pozzolini. Frattanto la missione scientifica Porro veniva massacrata a Gildessa (Horrar), nell'aprile 1886; l'eccidio non fu vendicato, e si trascurò così un'ottima occasione per porre piede in quella importante regione. Scorrerie varie intanto rendevano màisicuri gli accessi dell'interno a- Massaua, anche da parte delle truppe di ras Alula, che governava nel nord del Tigre, a no- me del Negus; e poiché, nell'agosto, le sue genti razziarono i nostri protetti Habab, il generale Gene (succeduto al Sale'ta) estése l'occupazione fino ai pozzi di Ua-à. Il Negus protestò apertamente: ras Alula avanzò fino a Ghinda, donde intimò al Gene lo sgombro di Ua-à e di Zula (10 gennaio 1887), trattenendo in pari tempo in ostaggio la missione esploratrice Salimbeni-Piano-Sovoiroux diretta verso il Goggiam. Il generale Gene rispose rinforzando il presidio di Ua-à, occupando Saati con 3 compagnie di fanteria, dus pezzi e 150 irregolari agli ordini del maggiore Boretti, e dislocando una colonna analoga a Monetino agli ordini del tenente colonnello De Cristoforis. Il 25 gennaio, ras Alula attaccò con 10.000 uomini Saati: il maggiore Boretti resistette per quattro ore, riportando lievissime (perdite ed infliggendone molto • gravi (.circa 300 fra morti e feriti) agli abissini, i quali si ritirarono. L'indomani, il tenente colonnello De Cristoforis, con circa 500 uomini e ? mitragliatrici (capitan/) Mi diclini), mosse da Moncullo per rifornire Saati di viveri e specialmente di munizioni : ma a mezza strada, nel terreno insidioso di Dogali, fu attaccato di sorpresa da almeno 6.000 uomini. La colonna ripiegò a scaglioni, combattendo, fin sull'altura di Dogali: ivi, accerchiata, resistette per ben tre ore, col fuoco (le mitragliatrici cessarono ben prèsto di funzionare), alla baionetta, coi sassi, finché tutti caddero, uccisi (23 ufficiali e 407 uomini di truppa) o feriti (circa 80). I feriti, . lasciati per morti dal nemico, furono salvati il giorno dopo da una colonna di soccorso giunta da Massaua. Al combat-' timento aveva assistito, dal campo abissino, il Salimbeni. La vittoria costò peraltro cara al nemi-.co, che perdette più di mille uomini fra morti e feriti e non osò più attaccare neMassaua, com'era «uà primitiva intenzione, e neppure i presidii avanzati di Oturnló','' ' Moncullo ed Archico : Ua-à e Aratali furono sgombrati per ordine del Comando-' il presidio di Saati, con abilissima marcia notturna, raggiunse. Moncullo, portando seco le artiglierie. Ra* Alula si ritirò il 30 a Ghinda e rientrò II 31 ad Asmara. La Camera Italiana,, mossa dal desiderio di rivincita, votò immediatamente 5 milioni di spese straordinaria (portati poi à 30). In _ sostituzione del generale Gene — al quale venne fatto carico di non aver opportunamente e tempestivamente impiega, to le forze dì cui disponeva — fu inviato nuovamente il Saletta: fi corpo d'occupazione fu subito rinforzato e riorganizzato (luglio), mentre in Italia si allestiva una forte spedizione che .sbarrò a Massaua nell'ottobre-novembre, portando a 18.000 uomini (' miKT* 3.000 indigeni) e 38 pezzi