L'nomo che uccise col ferro da stiro la moglie del suo benefattore

L'nomo che uccise col ferro da stiro la moglie del suo benefattore L'nomo che uccise col ferro da stiro la moglie del suo benefattore a r l i a a l a e o i a Disordini, brutture ed Irregolarità d'ogni specie 6ono emerse, attraverso la lunga minuta indagine uell'autorità giudiziaria,, nella vita di Giovanni Oppes, il giovane ventitreenne arrestato come presunto autore del delitto di via Fontanesi. Vasta e commossa eco, sollevò nella cronaca cittadina questo delitto eoe stroncò la vita di una giovane, buona e distinta signora. Verso le ore 19 del l.o marzo scorso il signor Salvatore Diez, rincasando, trovò nel proprio alloggio in via Fontanesi, 11, il cadavere deUa propria moglie Laura Garino. Le. indagini peritali accertarono che la morte della signora era awenuta tra le ore 16 e le 18 di quel giorno, in conseguenza di molteplici lesioni al capo, prodotte da colpi vibrati alla vittima con un ferro da stiro. Si constato tosto la scomparsa dall'alloggio di oggetti preziosi e di una pistola, del valore complessivo di lire 13.700, .e si rilevò che alla Garino erano stati tolti dalle dita gli anelli che essa abitualmente portava. In una camera dell'alloggetto fu rinvenuto poi un taccuino, che nella prima e seconda pagina portava delle annotazioni di pugno della signora: nella prima pagina sì leggeva un computo sul canone locatizio dell'alloggio, nella seconda le parole: «v. Napione p. 2 casa Rossi. Signor Oppes », Il marito della defunta, dopo questo rilievo, manifestò sospetto a carico di Giovanni Oppes, il quale venne tratto in arresto il giorno successivo al delitto. L'Oppes negò di aver ucciso la povera signora e protestò di essere comunque estraneo al delitto. Ma questi negativi e queste proteste cozzarono contro l'inoppugnabilità di talune successive constatazioni. Sull'arrestato, al dorso della seconda falange del pollice destro, venne riscontrata una piccola lesione di data recente. Richiesto di spiegazioni, l'Oppes dichiarò che la lesione gli era stata prodotta. dai denti di un cagnolino parecchi giorni prima. Ma il perito, il quale esaminò la ferita, disse di avere avuto l'impressione che risalisse ad epoca posteriore, coincidente proprio con la data del delitto. Inoltre sopra i polsini e sopra un colletto dell'Oppes vennero riscontrate piccole macchie, che una perizia asserì essere di sangue. D'altra parte fu accertato che la mattina del 2 marzo certo Davide Bertagnolio venne awicinato per via da uno sconosciuto il quale gli chiese ove potesse vendere dell'oro rotto. Presentato l'Oppes al Bertagnolio questi riconobbe nell'arrestato quello che gli aveva rivolto l'accennata richiesto. Ma altri elementi vennero ancora assodati dalle indagini a sostegno dell'accusa mossa all'Opnes. La perizia medica, come si è detto, accertò che l'uccisione della signora fu commessa dalle ore 16 alle 18: ora verso le 16,30 *u udito sulle scale il passo di un uomo che saliva lentamente. L'uomo si fermò presso la porta dell'alloggio dei coniugi Diez. La porta si aperse ed una voce di donna usci in una esclamazione di sorpresa, come di chi si trovi di fronte ad un visitatore conosciuto ed inatteso. L'Oppes era conosciuto ed aveva avuto dal Diez del denaro a prestito. Orbene l'arrestato non 6eppe mai dare esaurienti indicazioni sui luoghi in cui si trovò nelle ore del delitto, anzi cadde in numerose contraddizioni. Fra l'altro dichiarò di essere stato in vari luoghi con la Prato, ima giovane che coabitava con lui e a cui si era unito col solo vincolo religioso, e di averla lasci&ta verso le 16.15 sull'angolo della via Accademia delle Scienze e piazza Carignano. Ma la Prato, pur mutando nelle varie 6ue deposizioni parecchi particolari, lo smentì e sostenne d'averlo lasciato verso le ore 15. di essersi poi recata da sola al caffé Gilliarl e di non avere più riveduto l'Onpes se non a sera verso le 19 quando rientrò all'albergo dove abitavano. Verso le ore 16 del l.o marzo, l'Oppes fu visto da certo Hirtzl in una bottiglieria di corso Tortona, 14. località prossima all'abitazione de? Diez. Oppes negò, è vero, recisamente di essersi recato nefla trattoria indicata, e spiegò di aver incontrato, mentre era in cqmpaRiiia della Prato, alle ore 16, all'angolo di piazza Castello e via Garibaldi, certo Alfonso Sardi. Ma fu smentito proprio da quest'ultimo il quale asserì invece di ave.re incontrato in detta località l'Oppes assieme ad une donna, tra le 17,20 e le 17,45. L'Oppes versava in ristrettissime coindizioni economiche; la sera del 28 febbraio la Prato constatò che egli aveva soltanto 50 lire. Rientrato la sera del 1 marzo all'Albergo, l'Oppes pagò un conto di Ila lire ; il mattino successivo restituì ad un suo creditore 100 lire in parziale rimborso di maggior somma avuta a prestito, ed all'atto dell'arresto fu trovato in possesso ancora di 50 lire. Sulla provenienza di questo denaro egli non seppe dare •"•legazioni attendibili. Decisivo, nei suoi confronti è poi apparso l'indizio che emerge dalla annotazione-scritta sulla seconda pagina del taccuino. L indirizzo che si trovò segnato accanto al nome dell'Oppes, risulta falso. L'.Oppes solo poteva darlo, poiché altri non avrebbe avuto motivo per comportarsi in tal modo. E' da ritenersi pertanto che introdottosi in casa dei Diez, egli abbia dato alla povera «ignora un indirizzo falso, col pretesto di dover conferire col marito o di ricevere comunicazioni e non abbia osservato che la vittima aveva segnato, col recapito, il nome del visitatore. Dall'indagine condotta dall'autorità sono scaturite contro l'Oppes numerose altre imputazioni: da quella abominevole di avere indotto la Prato a far cornmerciò di 6è, a quella di truffa e di appropriazione. La Sezione d'accusa che ha vagliato tutte le emergenze, ha rinviato l'Oppes alle Assise solo per talune, dichiarando il non luogo a procedere per le altre. Assieme all'accusa di omicidio a scopo di rapina, il giovane dovrà rispondere di appropriazione indebita di Lire 17,250, somma che egli si trattenne indebitamente, tra l'ottobre 192* ed il settembre 1925, in danno del signor Dessena Giovanni, di Cini era impiegato. Inoltre di truffa per cento lire in, danno di Alfredo Predellini, e di analoga truffa in danno di Giovanni Lori ga; di truffa per un importo di circa 1500 lire in danno di Giovanni Unali, al quale consegnò una cambiale con la falsa firma del dott. Boccolari; di truffa in danno del dott. Boccolari cui carpì 250 lire affermando che gli necessitava per costituire una garanzia per. un impiego presso la compagnia « Singer », di truffa analoga per 450 lire in danno di Serra Antonia, ed infine, di falso in cambiali. Due donne che erano state imputate di aver aiutato la compagna dell'Oppes ad incamminarsi per la triste china che aveva preso, sono 6tate assolte per insufficienza di prove. Il processo contro l'Oppes si svolgerà in una delle qnitodjcine dHmesta primavera. T