Madame deux Thèbès

Madame deux Thèbès Cronache parigine Madame deux Thèbès Parigi, Gennaio. La successione di madama di Tebe è stata raccolta, per taceie — un bel tacer non fu mai scritto — di quella volgare (plagiaria che si fa chiamare madame deux Thèbes nella speranza di mettere nel 6acco i provinciali ancora ignari della morte, non più recentissima, della celebre pitonissa, è stata, dico, raccolta da madama flraya, la quale in questi giano! dà principio d'anno Subisce l'assalto di tanti clientii.da non avere più tempo nemmeno iper lasciarsi intervistare da un giornalista. Le piitomsse non gradiscono, del resto, le visite dei giornalisti. Prima di tutto, perchè nove volte su dieci li sospettano di venire da loro con da segreta speme di cavarne ama consultazione gratuita : in secondo luogo perchè li conoscono per dovere professionale troppo adusati essi medesimi a rendere l'oracolo per essere suscettibili di accogliere con la dovuta serietà, quelli deMe chiromanti. Chi lancia o diffonde una notizia tira, il più spesso, a indovinare, né più né meno della baffuta ninfa allineante sul tavolo i fonti e eli assi di un mazzo di carte scompagnate o leggente — lo dice lei — sul palmo di una mano dove spera, di vedere apparire, a lettura finita, un bigdietto da dieci trancili. Cadrà o non cadrà il ministero ? Morrà o non morrà il Mlkado? Avrà o non avrà luogo i\ passo deUt'arobasciatóre del Guatemala? Altrettanti problemi che il giornalista deve risolvere seduta stante con l'aiuto di pochi indizi nebulosi, dando a credere al prossimo di pronunciarsi in base a informazioni vagliate e tassative. E guai a non imbroccarla .giusta! Solo a trovarsi in presenza di un Impostore di simil taglia è dunque naturale che la Pizia si senta nello stato d'animo di una cui abbiano tolta a tradimento la camicia. Non occorre ricordare a lettori colti la meraviglia di Cicerone al vedere gli auguri jruardarsii in faccia 6enza ridere. Vi posso assicurare che pitonisse e giornalisti quando si guardano in faccia ridono, per lo meno sotto a imiti, e che in questo loro riso mi ilo dX [prestigio delle prime co rie pericolo di soccombere. Altra cosa è coi letterali, uomini nei quali la fantasia domina non di .nulo sul senso celtico e che un certo interesse professionale spinge a inventare il nuistero dove non c'è piuttosto che non a negarlo dove pourebbe esspie. Madama di Tebe, quella vera, aveva fatto fortuna proprio grazie ai letterati. Attrice mediocre ma non priva di intuito, aveva conosciuto Alessandro Dumas e si era affrettata a leggergli sulla mano ,i segni premonitori del trionfo. Quando il trionfo venne davvero, 11 commediiogrofo andò vantando ner Pamiigi i doni eccezionali della veggente, e la fama di costei crebbe a segno da attirare nell'antro iprofetico persino Ferdinando Brunelière, che ebbe così la soddisfazione di sentirsi annunziare da un'altra tutto quanto sapeva di già: di essere fortunato in amore, di subire una crisi domestica e di attendere l'elezione all'Accademia. Ala la Sdnilla, con l'andar degli anni, imparò il 'mestiere sul se ilo. SI die a studiare Ila geografia e la politica peggiio di un giornalista: e ciò le permise di lanciare nel gennaio del 1914 quella impressionante predizione che io stesso esposi in un artìcolo della Stampa e che diceva testualmente: « Il cielo d'Europa non potrebbe essere più torbido. Da ogni parte vedo segni di sangue e di gueira. L Oriente non si placa. Diffido della Russia. Le marni degli slavi 60no cariche di fati. In generale Je mani di tutti gli uomini politici sono cattive, piene di furori e di diisùniguiimi. Le mani vien■ nesl minacciano. Un dramma impelliate è imminente. Anche ila Germania md inquieta, La vedo incalzata da sconvolgimenti profondi. La persona dell'impera tare è fra quelle più prese di mira dal Destino. 11 Belgio ha i giorni contati : le mani dei suoi figli tradiscono segni orrendi sul monte della Luna...» E quando le chiesi di dirmi qualcosa del futuro dell'Italia, madama di Tebe soggiunse con lo stesso tono ispirato: « Hassicuratevi l Vedo buono da quella parte. Prove difficili attendono il giovane tìegno, una esso ne uscirà vittorioso, e l'attenzione universale rimarrà nelle ore supreme volta verso Roma, la cui parie nella vita del mondo si farà sempre più grande ». Dopo di che, la pitonissa azzardo mia frase che potrebbe contenere ancora, con un po' di buona volontà interpretativa, tutto l'avvenire dei rapporti franco-italiani : « Ah, felice da Francia se saprà cogliere il momento per essere a fianco dell'Italia la sorella fedele, felici coloro che vedranno le due nozioni procedere d'accordo sul terreno coloniale, sventando gli intrighi nemiciI ». Quando penso che ai sentir sgorgare dal labbro fatidico l'oracolo portentoso io ci risi sopra come l'ultimo dei profani, provo ancora oggi una umiliazione e un rimorso cocenti. Madama di Tebe si ammantò, ricordo, della propria dignità — era in veste da camera — e mi fece riaccompagnare alla porta dalla cameriera. Oggi con madama Fraya cascherei scommetto, nella medesima improntitudirip Siamo così incorreggibili | Ecco appunto perchè la brava donna si ri fiuta a ricever i giornalisti, e, .per evitare che qualcuno di loro cacci di naso nei suoi affari, si astiene persino dal pubblicare Almanacchi, quegli Almanacchi che madama di Tebe tirava invece audacemente a ventimila copie. Il risultato è che non sappiamo più nulla di quel che ci aspetta e che sul futuro dell'Europa siamo ridotti ad attenerci alle previsioni degli uomini politici, i quali, non potendo più nemmeno loro recarsi a prendere l'imbeccata dalla chiromante, ne sanno meno degli altri. Il pubblico è d'altronde diventato cosi egocentrico, ancora una volta, che le soie profezie che lo interessino son quelle die riguardano la sua vita privata. Se vigesse tuttora il costume degli Almanacchi e se la produzione del genere non si limitasse all'Almanacco delle Poste e Telegrafi, saremmo di nuovo al punto in cui era la Francia del secolo declmottavo, quando ad ogni fine o principio d'anno i librai mettevano in vendita a centinaia gli esemplari di questa letteratura specialissima, ma dove le predizioni sull'avvenire non avevano la benché minima parte e tutto ilducevasi a una raccolta di aneddoti e barzellette per distrarre le dame e d gentiluomini costretti a restare un'ora sotto i ferri del parrucchiere. ' Con gli editori, le chiromanti si sbottonerebbero di sicuro. Con noi giornalisti, ripeto, non aprono bocca. Per questo l'Almanacco non possiamo nemmeno farlo noi, che pur facciamo tante cose. Noi lo facciamo a un poco per giorno; ma spacciandolo, ahimè, quale rudimento della Storia e non quale prodotto di spirito profetico, che a tanto non siamo qualificati, non avendo nè al cono dell'astrologo sulla testa, nè la civetta sulla cappa del camino, nè i fondi di caffè nel calamaio nulla cioè di quanto è convenuto formare 1 6egni di riconoscimento e le patenti ufficiali di quanti tengono commercio col Futuro, NOMENCLATOR.

Persone citate: Alessandro Dumas, Cicerone, Destino