Prova generale di un viaggio di nozze risoltosi con una fuga e una delusione

Prova generale di un viaggio di nozze risoltosi con una fuga e una delusione /l'oytoriLa.-JMLil<dit3io» 1 oarirto Prova generale di un viaggio di nozze risoltosi con una fuga e una delusione Tortona, il, notte. Nella grigia atmosfera di un negozio da erblvandola, in via Emilia, trascorreva i suoi gioirai monotoni una buona e modesta ragazza, non ancora ventenne, né bella nè brutta, con poche attrattive fisiche, anzi segnata da "una piccola irregolarità di 'persona, che forse la rendeva un ino' triste in vista dei miraggi amorosi e matrimoniali dell'avvenire. Vendeva al minuto le sue verdure e guardava i passanti attraverso i vetri, aspettando che qualcuno si accorgesse di lei e si fermasse per portarla via, con nozze giuste e oneste, verso il nido di felicità che le ragazze sognano sempre a vent'anni, anche quando non eono belle e portano con sè un segno del destimo cattivo. 30 anni: SO lire al giorno E un giorno l'atteso si fermo. Pareva l'ideale per vita, piccola e iaifeliice erbivendola di provincia. Un uomo .giunto a metà del cammino della sua ■vita, 33 annii, che si dichiarò Federico Roberti doveri da Torino, ex-maresciallo di marina ed ora mandato a Tortona alle dipendenze dell'impresa telefonica con una paga giornaliera tale da formare la consolazione di una modesta moglie casalinga: 50 lire. Il doveri — si chiamava veramente così? — aveva cominciato a frequentare un caffè vicino : e dalla bottega dei liquori era passato presto alla bottega della verdura. Disse parole doloi alla ragazza che cominciava a vedere il proprio avvenire nel suo volto : e con un fervane galoppante le propose il fidanzamento. La ragazza intravide la felicità: e tutto ormai le pareva bello e lieto d'intarmo, perfino di chiuso ambiente del suo negozio prégno dell'odore pesante e stantio della verdura giunta al termine della sua resistenza^ Dunque ai fidanzarono: fissando una data molto prossima per le nozze: il 30 gennaio. Questo doveva essere un gran giorno, con l'abbandono delle ceste di carote e il rifugio nell'aura tepida della nuova letizia matrimoniale. Ma il galante fidanzato andò anche oltre, in tema di gentilezze: la vigilia dell'Epifania si presentò alla ragazza e le disse: .— Partiamo dm automobile: andiamo a Milano e a Tonino a partecipare la lieta novella ai parenti. Dna visita al Cimitero La fidanzata acconsenti con entusiasmo, a patto però che a questo preludio di viaggio di nozze partecipassero anche la mamma e uno: zio, certo Giovanni Rescia: e il doveri, sempre accondiscendente, non ebbe nulla da eccepire. Giovedì mattina, fidanzati, mamma e zio montarono su una automobile da piazza di certo Gamharotta e la macchina rombò festosa sullo stradale ghiacciato di Milano. Nella metropoli lombarda la piccola comitiva si fermò a visitare una sorella, già maritata, della ragazza, e con grande effusione fa solennizzata la ricorrenza dei Re Ma¬ gi: e dopo il riposo di una notte ripartirono per Toriiro. Qui era veramente il centro della situazione, poiché il fidanzato diceva di avere già pronto un appartamento di 7 stanze, in corso Regina Margherita, 8. Alle porte di Torino si ebbe un episodio di delicatezza sentimentale: il doveri volle portare la fidan. zulù e i futuri parenti al Camposanto, per visitare la tomba della propria mamma. Egli aveva sempre dei pensieri gentili. Fece da guida alla comitiva e sostò davanti a una tomba: tutti rimasero in silenzio, 'raccolti e devoti. Sulla lapide c'era scritto: « Musso ». Musso? E, perchè non doveri? Così pensava, dubbiosa, la fidanzata: ma non ebbe il coraggio di domandarne « a lui ». Concluse: « Sarà stato il suo nome di ragazza », e'mise il suo cuore in pace. In coreo Regina Margherita avvenne un contrattempo: l'automobile ferma davanti il portone, il Croveri discese rapidamente ed entrò. Gli altri aspettavano nella strada. Quando egli ricomparve ostentava una faccia da sorprese e spiegò: era impossibile visitare il suo appartamento poiché il portinaio, che aveva in consegna le chiavi, in quel momento era assente. Si poteva dunque proseguire, riservandosi di tornare im seguito, presto: motto presto. Sarà per «'altra volta Un'altra breve sosta all'albergo delle Tre Corone, dove il fidanzato doveva incontrare un suo fratello, certo Carlo Croveri; e partenza sulla via del ritorno. Ad Alessandria, ali: fermata all'albergo del Cannonetto, verso Piazza Tamaro. Qui il doveri ebbe bisogno urgente di telefonare: chiese licenza ai parenti e andò al telefono. Ma non ritornò più. L'originale gita di fidanzamento, dopo tante illusioni di gioia, si arrestava lì, nella grigia nebbia del Tamaro. La ragazza e i parenti attesero, attèsero, guardandosi in volto, col timore di leggersi l'un l'altro il grave sospetto. Poi tutti e tre insieme ammisero, a testa bassa, la triste realtà dell'epilogo: e decisero di ritornare soli. Non c'era altro da fare. Lo sposo aveva perduto la 6tirada: certo, a quell'ora non l'avrebbe ritrovata più. Brutto ritorno, silenzioso e freddo. A Tortona il guidatore presentò il suo conto inesorabile : 1C00 lire. Ma la ragazza fece giustamente osservare che l'automobile era stata ordinata dal fidanzato: il debito quindi era suo. Allora lo chauffeur decise di denunziare il doveri all'autorità per truffa e raggiro. La ragazza è rientrata nella sua bottega, delusa ma non disperata. Ha pronunziato parole tutt'altro che lusinghiere all'indirizzo del disinvolto fidanzato fallito: e, dopo, è stata sentita esclamare : — Sono soltanto al secondo fidanzamento andato male. Mi consolo. Sarà per un'altra voltai... ».

Persone citate: Carlo Croveri, Croveri, Federico Roberti, Giovanni Rescia, Tamaro

Luoghi citati: Alessandria, Camposanto, Milano, Torino