Il marchese senza corona

Il marchese senza corona Il marchese senza corona E' stato arrestato a Trieste un pericolosa i truffatore, che svolse a Torino, qualche anno fa, ima... brillantissima attività. Si tratta di certo Augusto Aibertella, di anni 3S. di ignoti, nativo di Milano, e meglio conosciuto sotto il nome di marchese Augusto Della Croce. L'Albertolla era venuto giovanissimo ti Torino, quando ent ancora quasi, un ragazzo. Di intelligenza viva, di modi distinti, buon parlatore, incominciò, appena l'età glie lo permise, a frequentare pubblici ritrovi: caffè alla moda, circoli da ballo, cercando di allacciare relazioni con persone del mondo industriale e commerciale. Si spacciava por un gran signore, facendo credere di voler occuparsi di affari, quasi più por distrarsi che per un vero bisogno di guadagno. Risulta veramente che nei primi anni della sua permanenza a Torino, l'Albertella aveva anche com. piuto qualche furtercllo e qualche rapina, ma poi, visto che questo genero... di occupazione ora troppo pericoloso, si dedicava in seguito cschisiamento alle truffe. 11 suo titolo nobiliare lo faceva^ben accetto in tutto le compagnie; i suoi modi distinti, e la sua attitudine... oratoria, gli cattivarono più di una simpatia. Fu cosi eoe, sfruttando le sue conoscenze, riuscì ben presto ad aprire un ufficio di rappresentanze: uno di quegli uffici, che non si occupano di una limitata attività in un determinato articolo, ma trattano qualunque affare di una certa importanza. L'Albertella si occupava di preferenza dell'acquisto di grosse partite di granaglie e di vini, e. qulche volta, anche di accessori di automobili: magneti, manometri, ecc. Il pseudo marchese, addneendo come scusante di non aver disponibile denaro liquido, pagava la merce che comprava con « cheques » a scadenza, o con cambiali. I « cheques », è facile immaginarlo, erano tutti a vuoto, e le cambiali restavano insolute. Quando i truffati si recavano a protestare presso l'ufficio di rappresentanze, il marchese Della Croce aveva già preso il volo, e lo ■ studio commerciale » aveva chiuso i battenti. L'Albertella, appena in possesso della merce, si affrettava a venderla a qualunque prezzo a qualche ricettatore, pur di sbarazzarsene e realizzare subito il compenso delle sue imprese truffaldine. L'Albertella, oltre che a Torme, svolgeva anche la sua attività nello più importanti città di provincia, cambiando ogni volta nome e... titolo. Dopo il marchese Augusto Della Croce, venne fuori cosi il barone Riccardo Angelini. L'ultima impresa dell'Albertella a Torino, fu l'apertura di una importante casa commerciale di accessori per automobili. Questa volta, però, le cose non andarono più cosi lisce come per il passato. L'Albertella fu scoperto e condannato a 4 anni di detenzione per bancarotta, truffa e falso. L'Albertella venne inviato al penitenziario di Pallanza, provvisoriamente, por poi ventre trasferito a quello di Possano. II truffatore, che in una sua prima condanna giovanile ora riuscito a farsi Internare in un manicomio, attendeva con impazienza questo trasferimento: con tutta probabilità, egli aveva già in testa un piano di fuga. I! 29 febbraio del 1924, l'Albertella verni e fatto partire sotto buona scorta da Pallanza alla volta di Torino, di dove l'avrebbero poi fatto proseguire alla volta di Fossano. Sceso in mezzo agli... angeli custodi alla Stazione di Porta Nuova, per trasbordare sull'altro treno, il.;, marchese Della Croce, giunto davanti ad un luogo di decenza, senti un prepotente desiderio. Mise a parto di questa sua intima sofferenza i carabinieri, che lo accompagnavano, ed essi non ebbero difficoltà a lascia/rio entrare nel gabinetto, mettendosi di guardia alla porta. La loro attesa fu lunga: l'Albertella non ricompariva più. Insospettiti, entrarono nel casotto e poterono constatare allora, con doloroso stupore, che questo aveva due uscite. Si precipitarono fuori e credettero di scorgere 11 loro prigioniero, che si dava a fuga precipitosa, ma l'in seguimento fu vano: il marchese Della Croce era ormai uccel di bosco. , Visto che a Torino non vi era ormai più aria buona per lui, l'Albertella pensò di trasportare la sua attività in Liguria. L'accompagnava questa volta una sua amante, una giovane bella ed elegantissima: Giuseppina Lovotto, di anni 25, da Spinetta. Prima tappa fu Sampierdarena, dove l'Albertella fondo una nuova ditta per il commercio del vini. La ditta fu aperta sotto la ragione sociale di: « Gianni e figli •. di Sampierdarena, il cui titolare, — l'Albertella. — prese il nome di Gianni Luigi fa Luigi. Trattandosi di vini, (mesta volta il titolo nobiliare venne lasciato a dormire. La Lovotto si interessò a sua volta dell'azienda, ed un giorno presentò ai signori Canegallo, suoi compaesani, un certo Giovanni Gribaudo, il quale voleva acquistare 270 ettolitri di vino. Il sedicente Gianni (cioè l'Albertella), entrò nella faccenda e figurò come ((arante, rilasciando ai Canegallo alcune cambiali per migliaia di lire. Senonche, queste finirono in protesto, ed un bel giorno i venditori chiesero il fallimento della famosa ditta Gianni e figli. Le lunghe indagini eseguite per incarico del curatore del fallimento, portavano a scoprire che il Gianni noa esisteva All'autorità giudiziaria pervenivano intanto altre demuncle: la Ditta Chelli, di cocconato d'Asti, si diceva truffata di circa 300 quintali di pesso: la Ditta Agostini Achille ed alcune altre rincaravano per proprio conto la doee a carico del Glanni-Délla Croce-Albertella. Questi, appena avuto sentore della tempesta che si addensava sul euo capo, scappava, mentre la Lovotto trasportava i suoi per>a!i a Coinigiiano Ligure, cambiando soltanto il nome di Giuseppina in Rosita. Essa veniva arrestata nell'atto in cui alla stazione stava svincolando un vagone <H merce. Al momento dell'arresto essa portava una costosissima' pelliccia, ed indosso le venivano trovate 83 mila lire, delle quali non seppe g'iiisiifleare la provenienza- Proprio in quei giorni l'Albeitolla 6tava per intraprendere un altro commercio: il rifornimento di pesci a Noli per Torino ed altre città del Piemonie. Egli infatti trattava per grandi acquisti di pesce, esibendo in pagamento de^rli « cheques » di un Istituto di cnedito piemontese. A Noli, infatti, ti pericoloso truffatore veniva nuovamente arrestato, ma anche questa volta riusciva ad evadere Dopo questo periodo, non si sa dove eia andato a finii*. Poco tempo :a l'Albertella ricompariva a Trieste, dove prendeva nuovamente il nome di marchese Della Crotv\ Anche nella città della Venezia Giulia il pseudo marchese conduceva una vita brillantissima, da gran signore, frequentando i circoli più aristocratici. E' appunto quest'ostentazione di vita lussuosa clie Insospettì la polizia di Trieste, Chieste Informazioni alle varie Questure 6ul conto di un certo marchese Della Croco, da Torino veniva segnalato che si trattava dell'Augusto Altoertella. il messère era perciò arrestato in un elegante albergo. Egli, che insiste chiamarsi effettivamente marchese Augusto Della Croce, verrà in questi giorni tradotto a Torino per un più preciso riconoscimento. Ci telefonano da Milano: Dagli archivi della nostra Questura risulta che quel Alberto Aibertella che si spacciava per fl marchese Della Croce ed ò stato arrestato a Trieste, è nativo della nostra città, figlio naturale di certa Adele Aibertella 11 soci vero nome è Augusto. Qui non aveva una dimora fissa e viveva spesso negli albershi di lusso e talvolta anche in quelU di infimo ordine, a seconda del proventi più o meno lucrosi della sua attività criminosa. Egli, che conta ora SI anni, rivelò ben presto, appena diciottenne, la sua precoce delinquenza con le prime truffe che gli fruttarono alcuni mesi di reclusione. Fino al gennaio del 1925 aveva riportato ben 13 condanne, quando ]a Procura del Re di Genova spiccava 11 7 gennaio 1925 un nuovo mandato di. cattura contro di lui per una serie di truffe commesse a Genova, a Torino ed in altre città.