L' Europa a Capodanno

L' Europa a Capodanno L' Europa a Capodanno Roma Al Quirinale: il Primo Ministro, i Collari dell'Aimmiziata, il Direttorio fascista - II pittoresco corteo delle berline del Granduca con i rappresentanti della Camera I! breve discorso di Mussolini al Viminale: cNel 1927 lo Stato corporativo comincerà a funzionare sul terreno degli interessi e su quello della rappresentanza » - II voto dell'Ambasciatore francese per l'unione necessaria tra Francia e Italia. Roma, 1, notte. Anche quest'anno sono saliti alla reggia por gli auguri di capodanno at Sovrana U Capo del Governo, i Collari dell'Annunziata, le rappi'esentanze del Senato e della Camera, 1 ministri di Stato, i ministri e sottosegretari e le alte cariche dello Siato. Nella mattina limpida e mite, lungo le "le che dal eentro conducono al Quirina'., n folla ha assistito al passaggio delle au'„ Sili ed alla sfilata dei cornei sul tappeto rw.!astro di rena cosparsa in abbondanza •,,"*' Mite la notte. Il He e la Regina giunti al '"JSui rinaie alle 10 ricevevano come di consue,"< nella Sala del Trono. 15 Al Quirinale n Re vestiva la grande uniforme di gene.. ile con decorazioni e il collare dell'Annunziata; la Regina indossava un ricchissimo abito lamé oro con strascico lunghissimo, con jliadeina e collier di brillanti di cava vecchia. Dietro la coppia regale era, elegantissi;oa nel suo semplice abito bianco, la principessa Giovanna, ammessa per la prima volta ai ricevimenti ufficiali di capodanno della Corte Sabauda. Attorno ai Sovrani si erano disposte le dame di Corte e di Palazzo, che ijuest'anino, abbandonato il rituale manto azzurro, indossavano smaglianti toilettes chiare. Erano presenti le contesse Cainpello, Sambuy, Guicciardini, la duchessa Grazioli, la principessa di Viggiano, la duchessa Sforza, contessa Ravaschieri, la princiipesBa Borghese, la principessa Boncompagnl, la marchesa Guglielmi, la principessa Colonna, la marchesa Centurione e la contessa di Sermoneta. Erano presenti anche le case militari e civili di S M. il Re con il generale Cittadini. Il marchese Borea D'Olmo, il conte Mat«doli-Pasqualìni. Nell'anticamera della sala del trono facevano servizio i maestri di cerimonie, il duca di Fragnito, 11 principe Ruepoli, il conte Suardi, 11 conte Macchi di Cellere. Lungo la scalinata ed i cordoni scintlllaivano le divise dei corazzieri mentre all'esterno del palazzo del Quirinale prestava servizio di guardia la Milizia volontaria fascista. Mussolini e I Collari dell'Annunziata Alle 10,15 precise, e giunto in piazza del Quirinale, nella sua automobile, il Primo Ministro, on. Mussolini, accompagnato dal sottosegretario on. Grandi. Come si ricorderà fin dall'anno scorso la cerimonia di capodanno subì un mutamento: la marsina, che due anni or sono fu designata di rigore non soltanto per 1 membri del Governo, ma anche per 1 rappresentanti del Senato e della Camera, è stata sostituita per i Ministri e per I Sottosegretari dall'uniforme con decorazioni L'on Mussolini vestiva dunque stamane l'uniforme di Primo Ministro, con 11 collare dell'Annunziata e la gran fascia dell'Ordine Mauriziano. . , ,.■ 'Non appena l'auiouióbilb FiiJro'I&ifS atro è giunta nel vestibolo della Reggia, il picchetto d'onore della Milizia ha presentato le armi. Subito '.'on. Mussolini è stato Introdotto nella sala del Trono, ove il Re si è Intrattenuto a colloquio col Primo Ministro per circa, cinque minuti. Quando 11 Capo Idei Governc è uscito nella sala delle bandiere, che precede quella del trono, parecchi Collari dell'Annunziata, fra cui il maresciallo Diaz e 11 grande ammiraglio Thaon di Revel, si trovavano già in attesa di essere ammessi alla presenza del Re. L'on. Mussolini ha stretto con effusione la .mano a parecchi dei presenti ricevendo gli auguri per l'anno che si inizia. I Collari dell'Annunziata sono stati ammessi, subito dopo uscito il Primo Ministro, alla presenza del Re. Erano presenti 11 senatore Boselli, l'on. Glolltti, l'on Bonomi, l'on. Orlando, il Duca della Vittoria e il Duca de] Maro. Assentì quindi l'on. Sàlandra e il sen. Sforza. Con 1 Collari 1 Sovrani si sono intrattenuti singolarmente ringraziandoli dell'omaggio devoto e ricambiando gli auguri. La rappresentanza del Senato Méntre uscivano i Collari, alle 10,25 precise due berline con staffieri incipriati e battistrada, scortati da carabinieri a cavallo in grande uniforme, hanno attraversato la piazza del Quirinale, trasportando alla Reggia i rappresentanti dell'ufficio di presidenza del Senato. Erano nelle vetture il presidente del Senato Tittonl. i senatori Agnettl, Zupelli. Rebauden- fo. Melodia, Perla, Ruma, Sili, Bellini, Rossi, rasati. Scialoja, De Cupis, Mazzoni, Podestà, Bollati, Giardino, Libertini e SanminiateOliD presidente sen. Tittonl, dopo aver presentato ai Sovrani i singoli componenti la deputazione, in gran parte già noti ai Reali, ha espresso alle LL. MM. i sentimenti augurali del Senato, n Re, ha ringraziato vivamente per gli auguri che ba ricambiato di cuore a nome della Regina, del Principe e quindi ha chiesto al presidente informazioni sui lavori legislativi. I Sovrani hanno quindi tenuto circolo con la deputazione, conversando con quasi lutti i membri. Parlando col sen. Biscaretti, i Sovrani hanno accennato ad una festa svoltasi recentemente a Torino, cui ha partecipato il Principe Ereditario, col sen. Mazzoni il Sovrano si è lungamente Interessato dello sviluppo artistico del nostro Paese e si è dichiarato lieto dell'azione che il Governo va svolgendo per l'incremento dell'istruzione artistica ed ha concluso dichiarandosi convinto che molte opere artistiche .iniziate saranno sollecitamente condotte a termine. Al sen. Libertini il Re ha parlato molto del suo nuovo volume di numismatica e dei recenti acquisti fatti per completare la sua collezione numiEmatica. Col sen. Scialoja il Re si è lungamente intrattenuto sui lavori della Società delle Nazioni. Al sen. Sanminiatelli la Regina ha chiesto notizie dei lavori di bonifica e di Irrigazione delle campagne pisane. Col sen. Podestà il Re si è vivamente rallegrato dello sviluppo economico e industriale di Parma ed ha accennato ai magnifico sviluppo edilizio di questa città. I Sovrani si sono ancora intrattenuti coi senatori Zupelli, De Cupis e Bollati. Le berline del Granduca n corteo della rappresentanza della Camera del deputati 11 più pittoresco forse di quanti Abbiano mai salito dal '70 in poi In questa circostanza il colle del Quirinale, ha lasciato alle 10,30 la-piazza di Montecitorio salutato dalle sentinelle di guardia al palazzo 'della Camera e dal personale in tenuta di gala. Molta folla assisteva alla partenza del fastoso corteo, 11 quale, preceduto e scortato da carabinieri a cavallo in alta uniforme, era composto 'di tre berline di gran gala e di due di mezza gala. Le prime, oggetto di particolare attenzione e curiosità da parte della folla, facevano per la prima volta la loro apparizione sulle strade di Roma, dopo aver servito un secolo fa al sontuoso seguito del granduca di Toscana. Su sfondo azzurro scuro, esse recano ricche decorazioni dorate, sugli sportelli, nella cornice e alle ruote, fregi di alloro e figurazioni allegoriche intrecciate con fasci littori napoleonici, i finimenti sono rruarnitì In bronzo dorato..Notati gli staffieri con la grande feluca ornata di penne di struzzo, la giubba e 1 calzoncini di panno bleu con ornamento di bianco e argento; i cocchieri con la parrucca bianca e ti tricorno alla federila; 1 magnifici cavalli scelti fra i migliori dei reggimenti di artiglieria e cavalleria di stanza in Rome L'on. Casertano ha presentato al Sovrani con gli auguri per il nuovo anno l'espressione della devozione e dell'affetto della Camera italiana li Sovrano ha ringraziato dell'omaggio e s'è trattenuto con grande affabilità a conversare co] presidente della Camera e gli altri pari amen tari. Dopo essersi interessato sull'attività passata e futura della • Camera, il Re ha voluto essere informato dai deputati delle questioni e problemi delle rispet- L'on De Capitani ha brevemente riferito al Re che ha mostrato di interessarsene vivamente sul suo viaggio in America, e sul suo colloquio con il presidente Coolidge. 11 parlamentare lombardo ha detto che in America si seguono con grande interesse e simpatia gli avvenimenti italiani e specialmente le opere del regime per la rinascita economica della nazione, e che inoltre le colonie italiane sentono più che mai vivo e tenace il legame con la madre patria. Usciti 1 rappresentanti della Camera sono stati ammessi nella sala del trono, i Ministri di Stato, conte Boniin Longare, ammiraglio Cagni, senatore Contarinil, senatore Lusignola, l'on. Cocco Ortu .e il Ministro delle Finanze conte Volpi. Successivamente è stata la volta dei Ministri e.de^SPj^gretart di. Stato^ ■ Alle 15 1 rtcevamentl al Quirinale sono stati ripresi. Molta, folla assisteva dietro 1 cordoni della milizia. Passano man mano in automobile il primo presidente ed il (procuratore generale della Corte di Cassazione, il presidente del Consiglio di Stato, il presidente della Corte dei Conti, il commissario generale per l'emigrazione, gli alti gradi dell'Esercito, dell'Armate, dell'Aeronautica e della Milizia. Il Direttorio fascista Ma la novità di questo Capodanno al Quirinale è stata la visita fatta ai Reali in forma ufficiale dai dirigenti del Partito Nazionale Fascista. Focili minuti prima delle 16 sano giunti alla reggia in varie automobili i componenti il Direttorio e la Segreteria del Partito. Erano presenti il segretario generale on. Turati, il segretario amministrativo commendatore Marinelli, i vice-segretari on. Starace, comm. Melchiorri, on. Ricci, comm. Bonelli, i membri del Direttorio on. Blanc e Maraviglia, il comm. Marghinotti. Il Direttorio del Partito è stato subito ammesso nella sala del trono alla presenza dei Sovrani. Proprio in quel momento uscivano dall'udienza reale le alte cariche militari. Avvicinandosi al Re ed alla Regina i dirigenti fascisti hanno fatto il saluto romano. L'on. Turati ha poi presentato ad uno ad uno gli intervenuti. Il Re ha chiesto all'on. Turati notizie sulla organizzazione del partito ed ha voluto essere inforniate. delle mans:om affidate ai vicesegretari ed ai sìngoli componenti del DiiretiOA.1ai.Von. ,Blanc. i! Rtì ha parlalo diffuIMBHjj,5USBr^,jvi3i*Mt'o'"' universitario. La Regina si è' interessata all'opera dell'istituto per la maternità e infanzia. Dal comm. Marghinotti il Re ha voluto ascoltare notizie sul movimento fascista in Sardegna, sul favore con cui è stata accolta la nuova sistemazione amministrativa della regione e sulle opere pubbliche di maggiore rilievo ed in corso di esecuzione nell'isola. Il Sovrano ha mostrato dà conservare un gradita ricordo della visita che egli fece recentemente in Sardegna in compagnia della Principessa Giovanna. All'on. Ricci, deputato del carrarese, il Re ha chiesto notizie sull'industria e l'esportazione dei marmi rievocando impressioni ed episodi del 6uo viaggio nella parte nord della Toscana. Anche li Governatore, principe Spada Potenziani, si è recato a Corte partendo dal Campidoglio nella berlina di gran gala, con cocchieri e valletti rivestiti degli storici costumi. La berlina era preceduta da un drappello di 8 guardie metropolitane a cavallo; agli sportelli cavalcavano due -ufficiali. Al Viminale Stamane, alle ore 11,30, il Direttorio del Partito si è recato al Palazzo Viminale a portare gli auguri per il nuovo anno al Capo del Governo e a consegnargli la tessera e il nuovo distintivo. Il segretario generale del Partito gli ha rivolto le seguenti parole: ■ Ducei il Direttorio del Partito che sente di interpretare la passione e la fede di tutte le camicie nere, ha chiesto di essere ricevuto non per seguire una consuetudine che voi, fascisticimente, andate sopprimendo, nè per rinnovarvi una devozione che voi solo potete e sapete giudicare,. ma per consegnarvi la tessera e il distintivo de. Partito di cui siete il creatore e il Duce. H Direttorio del Partito pensa che 1 augurio per voi più gradito possa essere la promessa, che noi facciamo per tutti, di servire nel nuovo anno la causa con maggior fervore, con 6icura onestà di intenti, con sempre più ferma intransigenza politica e morale, e la espressione della certezza che il fascismo senza inutili impazienze, saprà dare forma e realtà alle visioni di potenza e di armonia nazionale che travagliano il vostro spirito. Di un solo orgoglio è illuminata la nostra fatica, quello di credere che mai come oggi il partito è stato cosi forte e competo e mai come oggi ha avuto precisa la coscienza del difficile compito che voi gli affidate. Lasciateci credere, Duce che noi siamo degni di cosi grande missione. Questi, la speranza. Questo l'augurio ». Quindi il comm. Marinelli, segretario generale amministrativo, ha consegnato all'on. Mussolini la tessera per il 1927, il nuovo distintivo e il calendario del Partito. S. E. il Capo del Governo ha cosi risposto: « VI Tirtorazlo per il aesto simbolico ed augurale. L'anno che comincia sarà particolarmente interessante. U 1926 vide la creazione dello Stato corporativo. Nel 1927 esso comincerà a funzionare sul terreno degli interessi e su quello della rappresentanza, prima alla periferia, quindi al centro. Si svolgerà cosi in pieno, fra l'interesse ansioso e crescente del mondo, la gigantesca prova di una grande Società nazionale organizzata su basi diverse ita tutte le altre. Sono sicuro che la prova riuscirà felicemente. Come vedete il regime ha dinnanzi a si un anno di intenso e fecondo lavoro. Dite ai camerati di tutta Italia che, come sempre, esigo la fraternità fra i gregari, ia ferrea e consapevole disciplina per lutti, viva il fascismo! ». L'«n. Mussolini si è poi trattenuto a lungo oou M'on. Turati e gli altri membri del Direttorio, rilevando che in questa giornata «SU ha inteso ricevei* solo il Dire nono del PiU"t!to, che riassume e compendia tutte le attiviti! riell'orcanlzzazione del Partito e tutte te ,'orze del regime. L'on. Mussolini ha poi volano donare all'Associazione inauri e vedove dei caduti fascisti, per il tramite della signora Mezzomo. il distintivo del Partito ohe egli porta da anni all'occhiello della giacca A Palazzo Farnese , 111 occasione del Capodanno, l'ambasciadi Francia, sig. Besuard, e la signora Béesard hanno ricevuto a palazzo Farnese I la colonia francese intervenuta numerosissima. Dopo avere espresso 1 suoi augurai, l'ambasciatore di Francia ha ricordato tra l'altro la questione marocchina, alla quale II 1926 ha dato una gloriosa soluzione: « I nostri soldati ed 1 nostri • ufficiali, ha detto il sig. Besnard, si sono mostrati come sempre all'altezza di tutti 1 loro doveri e di tutti i loro sacrifica. La Francia si è rivelata ancora una volta l'erede delle più alte virtù militari; essa è apparsa una grande nazione, generosa e pacifica, la quale sa che la vita ded popoli, come quella degli uomini, deve essere fatta di concordia e non di odio, ma conosce anche il limite che separa la generosità dalla debolezza, ed ha sentito il dovere di far fronte al pericolo ohe presentavano per l'Africa settentrionale francese i tentativi dì disorganizzazione che avrebbero messo in pericolo 11 nostro diritto, gli interessi di coloro che ci hanno concesso la loro fiducia, ed infine l'opera di civiltà che la Francia ha compiuto e che non Intende mal lasciare compromettere ». Indicando poi le ragioni che 1 francesi hanno di essere soddisfatti del risollevamenio del franco e della politica finanziaria seguita dal Governo, l'ambasciatore ha rilevato i risultati Importanti e confortanti finora ottenuti. tMa sarebbe una pericolosa illusione — egli ha detto — pensare che lo sforzo cosi felicemente iniziato sia sufficiente, o anche crede¬ re che ai aia definì tWam ente al riparo da qualunque ritorno offensivo della speculazione. L'onera da compiere è un'opera che domanda lungo tempo - e richiede là permanenza degli stessi elementi che hanno permesso di iniziarla con successo: il tenace lavoro, l'assoluta fiducia nei destini del paese, una instancabile pazienza, la volontà di pace, 11 rigoroso mantenimento dell'ordine interno, lo stabilità delle istituzioni parlamentari e repubblicane e soprattutto l'unione tra i francesi ». Parlando poi del rapporti franco-Italiani, l'ambasciatore ha detto: « Nessun francese e nessun italiano deve dimenticare che durante la guerra i due eserciti hanno confuse il lóro sangue, e che centinaia di migliaia di uomini sono c&duti per la stessa causa e per lo stesso ideale, l due paesi solidali durante la guerra,, devono continuare ad esserlo durante la pace, e ciò per sentimento, per ragione, per interesse, per la sicurezza dell'Europa, per VesigenzU infine di una vera idea: quella dell'unione necessaria dei due popoli, che dobbiamo continuare a porre singolarmente al disopra della sterili controversie e delle irritanti polemiche ». Dopo aver espresso gli auguri che formula per i Sovrani, per la nazione italiana e per 11 suo Governo, l'ambasciatore ha terminato' salutando il Presidente della Repubblica ed inneggiando alla Francia tutta una nel suo destino. « Che l'amare dei francesi per 11 loro paese, ha detto terminando l'ambasciatore, rifiuta di frazionarsi per epoca, per regime o per tendenze e che i francesi vedano In esso, per adorarlo e per servirlo, soltanto quell'insieme armonioso di grandezza, di forza e di bellezza morale, che nello svolgersi delle età e attraverso la storia è sempre chiamato la Patria francese ». Sottolineando le parole dell'ambasciatore Besnard sui rapporti Italo-francesi, 71 Lavoro d'Italia scrive: « Le parole dell'ambasciatore francese si elevano senza dubbio ad un notevole tono di fede e di sincerità. Del resto, l'eminente statista ebbe una prova dello spirito di amicizia che lo circonda presso di noi, quando si parlò del suo ritiro da Palazzo Farnese. I due popoli sono legati da profondi vincoli di tradizioni e di interessi, i quali dovrebbero far mettere da parte le sterili controversie e le irritanti polemiche. Ma occorre affrontare le questioni insolute nel più breve tempo possibile e non permettere che elementi ostruzionistici abbiano il sopravvento. Ma occorre che al di là delle alpi si rendano conto della posizione raggiunta dall'Italia, la quale ha delle imprescindibili ne. cessità. La tensione delle passate settimane non ha creato nulla di irrimediabile. La collaborazione è ancora possibile ed augurabile ». Parigi A ore Incarniste: l'allocuzione del Nunzio pontificio e la risposta di Doumergue. (Servizio speciale della • Stampa •) Parigi, 1, notte. La giornata del Presidente Doumergue, regolata niiinuziosainente daJl'ùinJlessiibile protocollo, è etata per intero consatfriaita ai rioevimenita di Capodanno. Nella maitUnata, il Presidente ha (ricevuto anzitutto i miiiniiistri, f.na i quali mancavano però Heroiot, Piainlevé e Tairdieu, indispostii; nonché il guardasiigi'lli Barthou, ta-attenuto nel suo ddpairtirnento dalle necessita. della campagna senatoriale. Circondato dai niiniiistr,i e dai membri del smo Gabinetto, Doumergue ricevette poi le delegazioni del Senato e della Camera giunte all'Eliseo scortate dalle guardte-re pubblicane, e subito dopo il Presidente della Repubblica, scortato da uno squadrone della guardia rer/ubblioana, si recò al Luesernhurgo e a palazzo Borbone per reslàtuire le visite ricevute. Ebbe quindi luogo la colazione da lui offerta ai ministri, ai marescialli di Francia, al governatore nailitatrie di Parigi e al Gran Cancelliere della Legion d'onore. Doumergue, fedele osservatore dei regolamenti in vigore, non offri al suoi convitati che due piatti, ma i giornali si affrettano a farci sapere che le sogliole e le pollastre servite erano state preparate in modo tale che il defunto Vatèl non le avrebbe sconfessate. Alle 14 i ricevimenti ricominciarono nella galleria delle feste, ed ebbero inizio col cosidetto ce circolo diplomatico ». Ambasciatomi e ministri plenipotenziari, accompagnati da tutti gli addetti (formanti un magnifico gruppo par la ricchezza e la varietà delle uniformi) vennero presentati al Presidente della Repubblica dal Nunrio pontificio monsignor Maglione, che — pur essendo l'ultimo arrivato a Parigi — è, di diritto, decano del corpo diplomatico. E in tale qualità monsignor Maglione pronunziò la tradizionale allocuzione, ispirata (come del resto la risposta del Presidente Doumiergue) alle più pure aure locamiete. « La giustizia e la pace si sono abbracciate » Ecco l'allocuzione di nions. Maglione: « Signor Presidente, Il Corpo diplomatico, di cui ho l'onore di essere interprete, è lieto di offrire a V. E., a nome dei Governi che rappresenta e in nome proprio, i migliori voti pei nuovo anno. V. E. si degni gradirli. Essi sono sinceri e calorosi, e dicono a V. E. con quale simpatia e quale soddisfazione noi seguiamo gli sforzi compiuti dalla Francia per la pacificazione dei popoli. Noi siamo certi che il Governo di V. E. continuerà quest'opera degna delle tradizioni del suo paese, della sua anima nobilissima e dei -ìqo grandissimo cuore. La piena fiducia che noi avevamo e già stata confermata dai progetti che il ministro degli Esteri di V. E. esponeva un po' più di tre mesi fa al rappresentanti di un così gran numero di Nazioni. Nessuno può ricordare senza emozione il discorso che egli pronunziò allora. I>e sue parole, cosi eloquenti e cosi profondamente sentite, esprimevano l'aspirazione dei popoli verso quel riavvicinarnento e quella fraternità spirituale che li metteranno in condizioni di curare le loro ferite, e che li avvieranno con una pacifica evoluzione verso progressi morali, economici e sociali sempre più grandi. Per quest'opera benefica la Francia può essere sicura dell'attiva e leale collaborazione dei nostri Governi, e in particolar modo — mi si permetta di dirlo — di Colui che non ha mai cessato di fare appello, con la tenerezza di un padre e in nome dei Principe della pace, al disarmo degli animi. Dio voglia che ben presto si possa applicare anche ai rapporti che esisteranno fra i membri della grande famiglia umana, la parola dei Santi Libri ricordata in questi giorni dalla nostra liturgia: « La giustizia e la pace si sono abbracciate. Signor Presidente, ai voti che abbiamo espresso per la prosperità della Francia, uniamo di tutto cuore gli auguri che noi formuliamo per la felicità personale di V. E. Voglia accoglierli con la sua abituale benevolenza ». Il Presidente Il Presidente della Repubblica ha così risposto : « Signor Nunzio, accolgo ben volentieri i voti dei membri del Corpo diplomatico, di cui V. E si è fatto per la prima volta interprete, e ringrazio V. E. dello spirito cosi amichevole per la Francia contenuto nelle sua parole Mi è 6tato particolarmente gradito, signor Nunzio, rilevare nella allocuzione da V. E. pronunziata, l'espressione della simpatia con la quale è seguita nel mondo l'opera pacificatrice che la Francia si è prefissa. L'anno or ora terminato'ha suscitato nei paesi ancora indoloriti e insanguinati dalla guerra, una immensa speranza. Segnando un nuovo progresso nella via del riavvicinarnento delle nazioni e della soluzione arbitrale dei litigi, esso ha visto infine stabilirsi fra i popoli, che tanti conflitti avevano armati l'uno coniro l'altro, una pacifica collaborazione, che sarà per il mondo un pegno certo di sicurezza se ognuno vi apporterà una sincera buona volontà e uno spirito di generosa umanità, senza dipartirsi dalla leale osservanza degli impegni internazionali. Questi lieti risultati sono dovuti alla coscienza che 1 popoli e i Governi hanno sempre più chiaramente della solidarietà che li unisce, della necessità di un equo apprezzamento dei loro reciproci interessi e della vanità di quell'egoismo che in passato mirava ad edificare la potenza di uno Stato sulle rovine del suol vicini. Appare ora visibile che la prosperità di un paese non può concepirsi indipendentemente da quella degli altri. Perciò l'anno che comincia risponderà, ne sono sicuro, ai nostri voti unanimi se consacrerà per l'avvenire il ragglustamento economico e finanziario delle nazioni che hanno intrapreso a cancellare le traccie lasciate in casa loro dal più profondo sconvolgimento che la storia abbia registrato, poiché lo sforzo individuale cosi compiuto da ogni popolo finisce in definitiva per cooperare al benessere del mondo intero. « La prego, signor Nunzio, di gradire l'espressione dei voti sinceri che io formo per tutti i membri del Corpo diplomatico, nonché per i Sovrani e Capi di Stato, di cui vedo oggi gli eminenti rappresentanti riuniti intorno a V. E. ». Il presidente Doumergue si intrattenne poi affabilmente cogli ambasciatori e ministri presentL, dopo di che — accolte con sorridente cortesia — sfilarono davanti a lui le delegazioni dei corpi costituiti, le delegazioni delle varie amministrazioni e quelle dell'esercito e della marina. Londra Il messaggio di Re Giorgio - Il ritorno di Cook - II messaggio del partito Iabonrista. (Servizio speciale della « Stampa •) Londra, i, notte. Gli articolisti editoriali di tutti i fogli aspergono oggi il neonato 1927 al fonte battesimale dell'ottimismo su tutta la linea, e chiurrrrrie nutra, presentimenti melanconici è impopolare. Gli uccelli di malaugurio vengono arrostiti allo spiedo colla rievocazione di tanti altri lugubri vaticini!, i cui famosi astrologhi nella storia inglese creparono senza che si realizzasse il più piccolo dei malanni predetti. Pure si riconosce che nel 1927 l'Inghilterra dovrà dare uno dei supremi saggi di prova della sua energia e della sua capacità pratica, altrimenti non sarà agevole riparare agli immensi guasti mercantili e finanziari prò. dotti dalla scarlattina operaia del 1926. La fucina delle riparazioni dipende dal mantice psicologico, e tutti gli scrittori mirano ad afferrare e rimodellare la psicologia delle masse, lanciando richiami al buon senso, alla buona volontà, all'alacrità. Re Giorgio, in un messaggio di risposta agli auguri ufficiali inviatigli dal Lord Mayor a nome di Londra e'della nazione, tra l'altro proclama: « Con incrollabile fede nel carattere inglese, condivido di tutto cuore la vostra previsione che con unità di sforzi e con uno spirito di saldissima fiducia e buon volere nei vasti campi delle nostre industrie, noi assisteremo ad un graduale ma sicuro restauro della produzione e dei commerci del nostro diletto paese, e ciò a vantaggio non solo dell'Impero Britannico ma di tutto il mondo ». In questo innumerevole coro che esorta la nazione al raccoglimento ed al senso comune, il segretario minerario Cdok — tornato oggi da Mosca — intercala un solitario grido di ribellione e di sfida. Egli dichiara in un'intervista di stasera che il 1927 non vedrà assolutamente la restaurazione del^i pace e della prosperità nell'industria carbonifera. Gli è impossibile farsi messaggero di buona volontà mentre i minatori si trovano forzati ad aumenti di orari e riduzione di salari. Lo spirito di antagonismo tra capitale e lavoro attraverso i bacini è più fiero che mai, e Cook — dopo questo edificante rilievo — promette di non tralasciare alcun atto o alcuna manovra che possa mettere i bastoni nelle ruote della produzione mineraria sul piano attuale. La tendenza prevalente, in. cospetto di queste parole, è il sorriso, tra il compassionevole e il beffardo. « Ecco il nostro bel regalo di Capodanno — esclama ilaremente qualche, giornale: — il ritorno di Cook!». E le sue escandescenze, per ora, sono confinate nei sottoscala delle pagine secondarie, accanto alla oronaca nera, tanto più. che Al reduce dagli ampluassi moscoviti rimpatria con una grossa palla che egli medesimo si è legata al piede e che forse finirà per trascinarlo a fondo del tmtto. La palla consiste in una piccola fraseologia di dichiarazioni ultra rivoluzionarie fatte a Mosca e perfettamente legittime colà, ma ugualmente capaci di mettere subite in moto le leggìi inglesi non appena venissero ripetute entro la sua giuirusdiaione. Il quotidiano labourista eniunrera, tra i suoi voti di Capodanno, quello che il 1927 spiani la via al ritorno del Labour Party al potere per il tramite delle future elezioni generali. Il ritorno è ancora assai probleniatioo. Pure, se finisse per verificarsi, il nuovo gabinetto labourieta potrebbe benissimo governare il paese come l'altra volta, ma nessuno riesce a concepire come esso potrà miai governare il Labour Party. I ricevimenti e le visite londinesi di Capodanno si sono svolti oggi come d'ordinario, con la sola novità del magnifico tempo primaverile, che fa pensare ad una convulsione lunare. Degno di nota, tra i ricevimenti odierni, quello della nostra Ambasciata, i cui battenti l'ani)>aisciatrnce ed il marchese Della Torretta graziosamente apersero ai merunri della celoma italiana ed alla loro signore. M. P. Berlino La parola d'ordine per il 1927: sgombro della Renania - La situazione economica. (Servizio speciale deU* « Stampa ») Berlino, 1. notte. All'alba del nuovo anno è consuetudine volgere uno sguardo retrospettivo sull'annata trascorsa per riepilogarne gli avvenimenti, farne un bilancio approssimativo e trarne quindi deduzioni e auspicii per i compiti e le possibilità dell'anno futuro. A tale esercizio si dedicano oggi, come d'uso, pubblicisti e uomini politici tedeschi, mentre il presidente Hindenburg scambia col presidente Heinisch, capo dello Stato austriaco, calorosi telegrammi augurali. Le esortazioni di Marx e Reinhold Il cancelliere Marx esorta tutti i partiti ad elevare il tono della vita politica del paese, liberandosi dai ristretti limiti dell'azione strettamente partigiana. Il ministro delle Finanze, Reinhold, conferma il suo noto programma — in corso di attuazione — di una politica fiscale che non opprima il paese; giudica soddisfacente il gettito dell'imposta nell'anno decorso e afferma che le finanze dello Stato sono sane e che anche nel 1927 — a meno di avvenimenti straordinari — non sarà necessario ricorrere ad un prestito. La situazione economica del paese resta tuttavia tesa, dato soprattutto il crescente peso delle riparazioni. Sarà compito del 1927 trovare un mezzo per risanare radicalmente la situazione economica dell'Europa intera, sistemando i debiti di guerra in modo da evitare tanto un impoverimento progressivo della Germania quanto un dannoso dumping tedesco forzato. A questo fine non possono condurre se non una politica interna tranquilla e stabile ed una politica estera a cui presieda — e non soltanto in Germania — lo spirito di Locamo. Perciò 10 sgombero della Renania sarà il problema centrale non per la Germania, ma per l'Europa tutta nel 1927. Questa conclusione del ministro delle Finanze è la parola d'ordine ripresa ad esempio dalla Taegliche Rundschau. Essa scrive : « Nell'anno 1927 la Renania deve tornare libera. Il cessare dell'occupazione è .la pietra di paragone alla quale dovrà essere saggiata l'autenticità della volontà di pace francese. Dipende dall'atteggiamento della Francia 11 carattere decisivo dell'anno 1927. Se essa si attiene alle idee dei suoi militari, quest'anno può segnare la rovina degli sforzi rivolti alla pace dopo accurata ponderazione e già approvati da tutti i paesi. Ma noi crediamo alla vittoria della ragione, e crediamo che il 1927 ci dovrà portare la realizzazione d[elle promesse di I.ocarno, dopo che la politica di conciliazione ha superato la grave tempesta del 1926. Dopo cinque anni di guerra e nove anni non meno penosi dì dopoguerra, possa 11 1927 spalancare le porte ad una pace sincera, con una reale conciliazione fra i popoli ». Le opinioni raooolte dal « Berllnér Tageblatt » Il Berjiner Tageblatt si è procurato articoli e "dichiarazioni di autorevoli uomini politici d'ogni paese. Caillaux fa un esame generale delle prospettive dell'avvenire dell'Europa e dei Governi democratici. Vandervelde, intervistato a Bruxelles, ha anch'egli passato in rassegna i principali problemi della politica europea soffermandosi più specialmente su quelli che interessano in modo diretto la Germania. A proposito del problema del disarmo generale, egli ha osservato che è incompatibile con la parità dei diritti dei membri della Società delle Nazioni mantenere la libertà generale negli armamenti e prescrivere alla Germania il disarmo unilaterale. Vandervelde non crede poi che alla Russia si possano attribuire fondamentalmente le intenzioni aggressive di cui taluni parlano. I Sovieti hanno un po' la mania di persecuzione e diffidano a torto degli accordi di Locamo, mentre nessun Governo occidentale ha l'intenzione di riprendere imprese del genere di quelle di Wrangel e di Denikine. Quanto alla Germania, la soluzione della sua crisi politica intema ha una importanza che oltrepassa i limiti della nazione. Prevarranno in Germania i partiti di sinistra, o si dovrà temere un ritomo della monarchia che — prima o poi — rappresenterebbe un pericolo di guerra? Vandérvelde ha fiducia nella saldezza del nuovo regime repubblicano in Germania. Egli ritiene che prima o poi si dovrà venire ad una liquidazione generale della guerra risolvendo i problemi dei debiti, delle riparazioni e dell'occupazione militare. Ma tutto ciò non potrà aver luogo prima che la Germania, rafforzando il suo Governo repubblicano, abbia dato le necessarie garanzie che i) suo militarismo non ritornerà mai più al potere. Il sen. Borah, presidente della Commissicne degli Affari Esteri del Senato americano, ha fatto a sua volta al Berlincr Tageblatt, una dichiarazione nella quale, a proposito della questione della colpevolezza unica della guerra mondiale, afferma che questa colpabilità unica non è mai esìstita. Il senatore Borah ?ha aggiunto che non può giovare a iwés'i' " ^rsistere in tale asserzione, latiti A -, ve altro che a tener vivo fra ' nr .1 ' Ticore. L. E.