La guerra sottomarina e la ragion di Stato

La guerra sottomarina e la ragion di Stato La guerra sottomarina e la ragion di Stato Tra i molteplici sviluppi della' guerra mondiale quello del sommergibile fu insieme i! più gigantesco ed il più pauroso. Quasi diciannove milioni di tonnellate di navi, molte migliaia di vite umane vennero inabissate per mezzo del siluro e della mina (nel rapporto dell'80 % pel primo e del 20 % per la seconda) e gli Alleati furono ad un pelo di perdere la guerra e l'avrebbero perduta sol die in Germania si fosse fin dall'inizio compresa la potenza dell'arma insidiosa e se, compresala, si fosse saputo applicare il principio Bino al'e estreme conseguenze. Alla conclusione della pace i vincitori imposero ai vinti che non potessero più possedere sottomarini e, convenute a Washington nel 1922, le maggiori Potenze navali si accordarono per stabilire norme limitatrici dell'impiego del formidabile mezzo. Veramente la stretta logica avrebbe voluto che questo fosse senz'altro per tutti soppresso, ma si opposero, e con ragione, le Potenze non dominatrici del mare, che il sommergibile appare loro come l'arma compensatrieè e come efficace mezzo di difeso del povero. Le norme adottate a Washington saranno rispettate nella futura guerra? E' permesso di dubitarne, come è da dubitare di tutto ciò che pone limitazione all'impiego dei mezzi, con cui un popolo lotta per la vita e per la morte, come è da dubitare per le limitazioni sancite o da sancire per l'uso dei velivoli o dei gas. Lord Fislier, capo 'dell' Ammiragliato inglese, scrisse ine) 1919 al grande ammiraglio tedesco Von Tirpitz: « Io avrei fatto esattamente come voi, ma i nostri idioti Inglesi non vollero elodermi ». A gettare maggior Unte sullo sviluppo della guerra sottomarina nei due opposti campi dell'offesa e della 'difesa vengono contemporaneamente due molto interessanti volumi dettati l'uno dal vice-ammiraglio tedesco Miclielsen, che fu comandante superiore dei sommergibili e l'altro dal comandante inglese Chattei'ton. Questi due libri solidamente documentati prendono buon posto tra le numerose opere, che si riferiscono alla storia della guerra navale e contribuiscono, con la loro narrazione di avvenimenti forzatamente rimasti ignorati, a chiarire molti episodi ed a stabilire la teoria della guerra sottomarina. Buona base, dunque, per i tecnici e per i tattici dell'arte militare navale. Ma buona base altresì per lo storico e per chiunque ami rendersi ragione dei fatti, perchè in questi due libri — ed in particolar modo in quello do! Miclielsen — si trova la spiegazione degli ondeggiamenti della Germania Béll'applicaro il terribile strumento dì morte. Ancora una volta si constata che, se la guerra in questo campo non fu condotta col vigore e con la continuità necessari, lo si dovette alla politica o, per essere esatti, alla ragion di Stato che della politica è la più alta espressione Clausewitz, tedesco, aveva ben am monito: La guerra è atto di forza e non v'è limite all'impiego di essa; Fteher, inglese, ammoniva : Colpite forte, colpite per i primi, colpite ancore più forte. Ma la ragion di Stato, fatta di ragionamenti e di sottigliezze e di ondeggiamenti, volle la sua parte e così ebbe un'altra riconferma la sentenza del Clausewitz: Gli errori cagionati da questioni di sentimento sono i peggiori di tutti. *•** L'argomento fondamentale portaIlo dai Tedeschi per giustificare la guerra sottomarina è quello del di ritto di rappresaglia contro il bloc co d'affamamento stabilito dall'In ghilterra. Che la Germania nella preparazione delle proprie forze non provedesse tale guerra estesa ai bastimenti del commercio è dimostrato — secondo il Miclielsen — dal fatto che allo scoppio delle ostilità la flotta non aveva che 21 sommergibili disponibili, la maggior parte ad olio pesante, cioè producenti molto fumo rivelatore della loro presenza. (Ne costrussero 811 e ne perdettero 199). Ma quando fin dai primi mesi di guerra l'Inghilterra dichiarò contrabbando la merce, che si supponeva destinata in Germania anche se diretta a neutri, la neces sita di parare alla gravissima mi naccia apparve in tutta la sua Ini ponenza. La prima proposta della guerra sottomarina ad oltranza partì dal Comando della fiotta d'alto mare, che aveva potuto osservare il grande numero di piroscafi d'ogni bandiera in arrivo ed in partenza dai porti inglesi. Ma si oppose il cancelliere Bethmann Hollweg, che temeva di guastarsi coi neutri. Tuttavia si ottenne di cominciare ai primi del 1915; dopo vari altri contrasti, il 4 febbraio vennero dichiarati zona di guerra i mari circondanti l'Inghilterra e la Manica e si diffidarono i neutri dal penetrarvi. Naturalmente protestarono i neutri e, più forte di tutti, gli Stati Uniti. I] Governo tedesco ebbe allora la debolezza di far sapere, e di disporre in conseguenza, che sarebbero state risparmiate le navi americane ed anche quelle italiane a motivo di quelle tali speranze accarezzate dalla Germania sul finire dell'inverno 1914-15. Non si accontentarono gli Stati Uniti, che in una nota del 22 febbraio proposero alla Germania ed all'Inghilterra di condurre la guerra sottomarina unicamente secondo i principii della guerra di corsa escludendo dal contrabbando viveri e gli oggetti di prima necessità. Accettava la Germania, mentre l'Inghilterra, senza discutere la proposta americana, enumerava le violazioni tedesche al diritto delle genti ed affermava la necessità di ricorrere al blocco d'affamamento. Ma intanto gli Alleati avevano incominciato ad attuare mezzi e provvedimenti per liberarsi dal sottomarini germanici; soprattutto le navi camuffate e battenti bandiera neutra e ciie solo all'ultimo momento smascheravano ed aprivano il fuoco, davano molta noia; l'imperatore dovette dare ordine che i sommergibili non emergessero più por constatare la nazionalità della nave. Quest'ordine è del 2 aprile ma, di fronte all'emozione prodotta per l'affondamento della nave olandese Katwijik, il 18 dello stesso mese ò dato l'ordine di non affondare più nessuna nave neutra. II conflitto tra il Comando navale ed il potere politico si aggravava e quest'ultimo, oltre che su considerazioni politiche, si fondava anche sull'anpoggio del Cornando terrestre (von Falkenhain), die si preoccupava di vedere qualche neutro passare tra i nemici. Da questo momento gli errori succederanno agli errori e tutti deriveranno dall'errore fondamentale di non aver fin dall'inizio dichiarato che cosi si combatteva perdio soltanto così si impiega il sommergibile; si cercò la giustificazione nel diritto di rappresaglia, facendosi rispondere dogli Siati Uniti non essere tale rappresaglia legittima. Invano si sperava di evitare l'entrata in guerra degli Stati Uniti. Questa speranza è stata veramente il fatale errore di psicologia tedesca, ripetizione dell'altro dello stesso ordine, cotn messo nel luglio 1914 siili'atteggiamento che avrebbe assunto l'Inghilterra. Ma come sperare che gli Stati Uniti avrebbero assistito passivamente alla vittoria tedesca? Eppure questa speranza rimase fino all'estremo e comandò tutto l'orientamento politico e, di riflesso, la condotta militare, specialmente sul mare. Il 7 maggio 1915 avviene il siluramento del Lnsitnmn, dove tra le 1209 vittime sono 10 cittadini americani. 11 15 Washington lancia la fiera nota, in cui afferma il diritto dei cittadini americani di navigare liberamente su tutti i mari. Bisponde la Germania il 28 appoggiandosi sull'ordine dato dall'Ammiragliato inglese alle navi commerciali di attaccare i sommergibili e sull'abuso della bandiera neutra. Washington respinge puramente e semplicemente la nota tedesca. E Bethmann ottiene dal Kaiser l'ordine di risparmiare i grandi bastimenti, anche se nemici. Von Tirpitz ed il capo di Stato Maggiore, Bachmann, si dimettono, ma le dimissioni non sono accettate. E Bethmann piega all'ingiunzione americana di rispettare la bandiera stellata. Nuovi incidenti non potevano mancare. E difatti il 1!) agosto si ha l'affondamento dell'Arabie con la perdita di 8 americani; la conseguente controversia si risolve con l'ordine di non affondare nessuna nave da passeggeri. Nuove dimissioni di von Tirpitz, di Bachmann e di von Polvi, comandante della flotta. 11 Comando della fiotta, responsabile della vita degli equipaggi (non certo soddisfatti di questo continue tergiversazioni) e deH'eflicenza dei mezzi, dà addirittura l'ordine di cessare ogni operazione sottomarina, fuorché nel Mediterraneo, dove gli Americani navigavano poco. Finalmente alla causa della guerra senza restrizioni si converte Falkenhain ed in una conferenza del gennaio 101G il capo della Marina può dichiarare che, sull'esperienza fatta nei brevi periodi di libertà d'azione, è possibile affondare 000.000 tonnellate al mese e quindi in sei mesi metter fine olia guerra. La guerra senza restrizioni è decisa pel l.o febbraio, poi e rimandata a marzo, poi ad aprile. E von Tirpitz si dimette per la terza volta ed irrevocabilmente. Decisa finalmente l'azione energica, ben presto si ha l'affondamento nella Manica del Siissez con a bordo Americani. Gli Stati Uniti minacciano di rompere le relazioni diplomatiche. Ordine è daio di ritornare alle norme di diritto internazionale. A scopo di protesta il Comando della flotta ordina, di nuovo la cessazione d'ogni attività. Questa volta (anche per altre iasioni) è Falkenhain che si dimette. Assumono il comando Hindenburg e Ludeudorff il 29 agosto ed in una conferenza del 3 settembre non riescono a vincere le resistenze di Bethmann; tutto quello che ottengono 6 che la decisione sul momento di riprendere l'azione (non ancor giunto!) sia lasciata ad Hindenbura. Si giunge così al gennaio 1917; nel frattempo — è bene ricordarlo, perchè è la ragione contingente della resistenza di Bethmann — la Germania aveva fatto gli approcci per una pace di compromesso. Fallita questa speranza, la guerra senza restrizioni è decisa, pel l.o febbraio. E la tragedia entra nella fase culminante. Ma intanto gli Alleati avevano avuto tutto il tempo di preparare le difese. Con tutto ciò le perdite furono spaventose. Nell'aprile gii Stati Uniti entrano in guerra. Questo il dramma politico-navale tedesco nell'immenso dramma del mondo e fatto alla sua volta di infiniti altri drammi minori, che ebbero per protagonisti le navi attaccanti ed attaccate e gli equipaggi ed i passeggeri delle une e delle altre. La responsabilità del dramma politico-navale incombe per intero, non v'è dubbio, alla diplomazìa, che credette al successo della propria abilità dialettica quando la furia distruggitrice s'era impadronita del inondo intero. Potesse almeno l'esperienza servire pel futuro! Ma purtroppo è proprio l'esperienza che rende scettici. A meno di avere un Capo dotato di qualità sovrumanamente forti per imporsi a tutti nel campo politico interno, in quello politico internazionale ed in quello militare, è da ritenere che gli errori si ripeteranno e le stesse cause produrranno gli stossi effetti. La seguente tabellina riproduce nell'oscillazione delle cifre le fasi delie crisi, che si sono sopra sintetizzate e, a malgrado dell'aridità mosso pensiero per gli immensi do- ! lori sofferti ed a pensose riflessioni sugli immensi tesori distrutti. tonnellaggio affondato 191S 1(110 tsi n IIII7 1S118 nemico siluro nitna 3.;i(31l f/I.TOi t .047.787 230.019 1.585 838 619.4-'.'.; 6.344.6t0 1.333.911 3 989.081 TOìISO neutro sUuro inliin Totale 19.907.699 2.888.028 Dietro alle cifre sta però anche una somma gigantesca di eroismi compiuti e da parte tedesca e da parie alleata. Oltre ai sacrifici imposti da una difficile navigazione, gli equipaggi dei sommergibili tedeschi ebbero da affrontare insidie di ogni specie: siluranti lanciate alla caccia, navi armate mascherate da pacifici piroscafi, roti scendenti a grandi profondità, campi minati che assunsero dimensioni enormi, bombe dalle navi e dagli aeroplani. Agli Alleati si richiesero le angoscie che crea il pericolo invisibile ed immanente, le lunghe e snervanti crociere, la lotta con un nemico, che si mostrava fuggevolmente e che, quando spariva, era spesso per meglio colpire. Non è quindi da stupire se in queste condizioni la lotta assunse spesso carattere selvaggio e se atti di vera ferocia ebbero d-a registrarsi. Da una parte e dall'altra si combatteva, per la salvezza della Patria. Gen. Giovanni Marietti mfoir? isbtoi'I428Ì380 20ÒÌ974 'otJ'Hj In'ìi» •— | 747-'!9Bi