Cadorna agli estremi

Cadorna agli estremi Cadorna agli estremi à e i a i i e o a i i ■ i , Ipropina la scienza: le iniezioni, enei Bordlghera, 20, notte. La giornata è trascorsa ver il Maresciallo Cadorna con alternative di criminacciose e di pause, che non si possono dire di riposo, ma piuttosto di più profonda prostrazione. Stamane si temette, a certo momento, che la calastrofe fosse imminente, tanto una delle crisi si manifestò grave e prolungata Poi, nel pomeriggio, parve che l'infermo si risollevasse notevolmente. Ma, verso sera, le sue condizioni denotava no un nuovo peggioramento. Specchio di questa alternativa sono i tre bollettini redatti oggi, a titolo informativo, dal medico curante. Il doli Mario Benigni Questa valente sanitario si può dire che non abbandoni più, la pensione Jolle, mentre passa lunghe ore al capezzale dell'Illustre infermo; presso cut, anche, si succedono, a turno, la moglie, le due figliuole Carla e suor Giovanna, il figlio Raffaele con la consorte, dite suore infermiere, miss Downess. Nella notte, come vi annunziavo ieri, è giunto S. E. il generale di Corpo di Armata Ottavio Zoppi, ispettore delle truppe da montagna, e cugino del Maresciallo Cadorna; stamane è giunto il duca Tommaso Gallarati Scotti, già ufficiale d'ordinanza del Maresciallo durante la 'guerra. Questi, inMeme col generale Dalmazzo e col colonnello Leone, sono i più fidi intorno al morente, l già suol prediletti e intimi, cui s'impone, nell'angosciosa circostanza, di esplicare tutte quelle pratiche sociali e di convenienza che il caso, pur nella sua dolorosità, comporta, specie dato l'altlssììno rango dell'infermo, cui la fatalità estrema incombe di ora in ora. Straziante agonia Questa è la realtà: il Maresciallo d'Italia Luigi Cadorna sta lentamente spegnendosi; e per lui non è più luogo a nutrire speranze di sorta. Al momento in cui vi telefono, nemmeno più un miracolo, secondo ci afferma il dottore, potrebbe salvarlo. Egli non vive più altro ormai che la propria agonia, la quale si prolunga così, con martoriante travaglio, soltanto per la resistenza, veramente eccezionale, della sua fibra, spezzata ma non puraneo esaurita dal colpo tremendo della trombosi cerebrale, e per i soccorsi estremi che gli o - lanti del cuore, la respirazione dell'ossigeno. Vieri fallo di pensare, anzi, se sia opera umana, di carità, tentare ancora di instillare un po' di. vitalità, at timo par attimo, in quell'organismo ormal irrimediabilmente condannalo; se sia opera buona il protrarre ancora di ore un'agonia senza rimedio. Atroce - 'dubbio, perplessità lancinante, questa -'c,le st riPete tante volte, inesorabil-' " mente, ossesslonnvtemenfe, per i me dici e per ì famigliari, presso il letto di un moribondo. Dubbio, perplessità, senza risoluzióni possibili. Chi si arbi trerà mai, chi si assumerà mai tanta responsabilità, di non fare tutto il possibile per allungare, sia pur soltanto di un minuto, un'esistenza che si estingue? Di allungarla magari nella più straziante agonia?... Ho ragione di credere che il dottore curante, oggi, abbia prospettato, diclamo, l'opportunità, e si potrebbe forse anche dire, l'umanità, di sospendere la respirazione dell'ossigeno, lasciando che la natura soltanto svolga l'opera sua, e sostenga il malato finché essa, nel suo divino equilibrio, nelle sue ugualmente divine bontà o 'implacabilità, comporterebbe. E dav- i ^ vero: è lecito spìngere artificiosamente una vita, ormai consumata, spingerla a forza, con tormenti che noi non sappiamo, che nessuno potrà mai nè sapere nè giudicare, spingerla oltre dai suoi limiti necessari, dai supremi limiti insondabili e vietati? Mistero!... Il colonnello Leone, uomo che trae dall'innata bontà e dalla sua devozione profonda al Maresciallo le risoluzioni semplici e chiare, quelle veramente pure, che il cuore detta, ha posto al medico, a sua volta, all'uomo di scienza, ha posto questa questa questione: — Se si trattasse di suo padre, lei cosa farebbe? Sospende»ebbe gli stimolanti, cesserebbe' la respirazione artificiale? Il dottore chinò il capo: — Se si trattasse di mio padre, farei come si fa sempre: continuerei i tentativi, anche quando li considerassi inutili, magari dannosi... — Ecco — concluse il colonnello Leone. Ed è cosi che si tiene ancora in una quasi finzione di vita un corpo pressoché inanimato : il frale %f el Maresciallo d'Italia Luigi Cadorna. L'augurio dell'ex-ordinanza Da ogni parte d'Italia intanto giungono dimostrazioni di affetto, ansiose parole interrogative, parole fervorose di augurio. Di ora in ora il fattorino del telegrafo di Bordlghera reca fa scctti di telegrammi; la posta recapita lettere a diecine. Tra queste ultime, le più significative, ie più commosse, sono lineile degli umili. Molti sono ex-combattenti, che scrivono direttamente al loro vecchio capo; ed implorano per lui, da Dio, la salvezza. Uno, tra gli altri, si firma Un ignoto ; e ha parole di intensa devozione, parole attraverso cui traspaiono lacrime sincere. Un altro è un ex^ilpino ed ex-ordinanza del Maresciallo; e augura semplicemente, ma con un palese candore e calore di affetto, che • il suo padrone si rimetta presto in salute ». Poi, hanno telegrafato l coetanei di leva del Maresciallo, [da Pallanza: « Addoloratissimi compagni leva inviano auguri salute preziosa Maresciallo Cadorna ->. Il telegramma è firmato dagli unici due superstiti, olire al Cadorna, di quella leva dei 1850 — a Pallanza: un fabbro ferraio l'uno e un bottegaio l'altro, versò «u! il Maresciallo nutriva una partìeotéve benevolenzi, una cordiale amicizia paesana. E sono lettere e telegrammi di soldati e di sacerdoti, di madri di caduti e di ragazzi delle scuole. Poi, al figlio del Maresciallo, maggiore Raffaele Cadorna, ha telegrafato S. A. R. Il Duca di Bergamo: « Partecipo con tutto 11 cuore alle dolorose ansia sue e della sua famiglia formulando ì voti migliori, 1 più alfettuesi, awlbebio w Savori. E da Gardone Gabriele D'Annunzia ha telegrafalo cosi alla conteisinM Carla Cadorna: « Ho terminato oggi un libro, ed ecco" che 11 dolore spezza 11 mio spirito nel» l'uscire dalla mia officina penosa. VI supplico di darmi o di farmi dare dal medico le notìzie esatte. Dite a Raffaele e a vostra Madre che sono accanto) al mìo Oapo con un amore ancora più alto di quello che nel principio della! guerra mi ispirò l'Ode non* dimentica» bile. Oggi la sua Vittoria mutilata rl« sanguina in me, che non ebbi la paca e non ho la pace. Baciategli per me 14 mani e la fronte. Confidate sempraj nella mia devozione. « Gabriele D'Annunzio?. I bollettini della giornata 1 E' stato espressamente per risponde* re a questo telegramma del Poeta, ch4 il dottor Benigni redigeva una spedi di primo bollettino medico della giornata, alle ore 9 del mattino; e serti veva: • Notte abbastanza tranquilla. ContU nua l'indebolimento progressivo della ' resistenza organica e cardiaca; respU ro frequente e particolarmente affati* noso. Stato dt traspirazione cutanea ab* bondante. Incoscienza completa. Si è continuata la somministrazione del? l'ossigeno a. Alle 15, poi, il dottor Benigni firma» va ancora questo brevissimo comuni» calo, con la constatazione di un effU mero miglioramento- » Respiro meno affannoso e anparerU za più riposala E due ore dopo, alle 17:' « Dopo una breve ripresa con respirai più Ubero e lieve diminuzione dettai cianosi, il Maresciallo ha continuato et declinare. Respiro più frequente e superficiale. Persistono le condizioni di resistenza cardiaca •. Attraverso questi bollettini si ha là impressione delle alternative delia, giornata. E' doveroso, quanto dolorosot aggiungere che se il dottor Benigni dovesse stanotte, nelle prime ore, formw lare un altro bollettino, questo dovrebbe registare, purtroppo, un ulteriore] grado di peggioramento. Sicché... sicché, gli intimi rievocano, con angosciata commozione, come precisamente unì anno fa, gli- ultimi del decembre scorso, la contessina Carla Cadorna trovQ sul proprio tavolo una lettera del padre, in cui questi aveva annotato la proprie ultime volontà, quasi presaga che la sua grande ora non era ormai più troppo lontana. Fede in Dio e nei posteri ] S'ella lettera egli esprimeva un timo* re, quasi un po' superstizioso: queU 10 della morte apparente; e prescriveva quindi che non chiudessero il sua corpo nella cassa se non quarantotta ore dopo la constatazione del decessoDichiarava anche di voler funebri semplicissimi, niente esposizione dalla sai* ma al pubblico, niente camera ardente; e il trasporto quanto più austero a modesto possibile. Dichiarava che nori desiderava omaggio di fiori nè tributo di discorsi commemorativi; e chei intendeva essere seppellito nella tomba di famiglia, a Pallanza, accanto ai padre, generale Raffaele, il condottiero della campagna di Roma, del "I0'j e presso Ut madre.- e presso lo zio Car* ' lo, quegli che fu già ministro e ambasciatore di Re Carlo Alberto. Quanto alla dichiarazione espressa, di nori desiderare tributo di discorsi commemorativi, essa fa ricordare che il Marescialli} fu sempre alleno e contrariò, a ogni sorta di orazioni di carattereX più o meno rettorico. In data circostanza egli disse, e ebbe poi altre occasioni di ripetere, che « l discorsi funebri sono tentativi di apoteosi cha troppo spesso degenerano in alterazioni patenti deUe verità storiche , Chè\ come uomo nutriva un'alta coscienza di sè, e della grandiosa funzione det lui esercitata — qualunque possa essere il giudizio dei contemporanei ~ esercitata nell'ultima guerra italiana; e. fin da vivo, fin dalle ore in cui l'opera sua era discussa e perfino vilipesaegli si appellava alla storia. Si fidava nel giudizio tanto più equilibrata quanto più remoto, nel giudizio tinaia della storia. Sulla soglia dell'eterno, queste due\ Incrollabili fedi egli reca: quella nella giustizia ultraterrena di Dio, e quella terrena dei posteri. E qualunque sia 11 punto di vista e la misura seconda, cui di lui si giudichi; gli va reso omaggio per la sincerità, per la costanza^ per la verità di queste sue fedi: cui si univano in lui, nel suo cuore di soldato, l'inesausto amore e la devozione assoluta per l'Italia e per il Re. Oggi è venuto personalmente da Imperia il prefetto della provincia, gr. uff. Farina, accompagnato dal segretario politico federale del Fascio, Rostant per una visita di ossequio alla famiglia del Maresciallo, e per assumere, dirette notizie. E oggi anche, nelCa camera del morente, si è soffermato a lungo padre Anselmo, del frati minori di Terrasanta, il quale ha pregata per l'uomo probo, che con tutto il peso delle sue responsabilità, con la gloria delle sue vittorie, col carico dei grandi dolori e delle delusioni, sta per, affacciarsi nell'ai di là. Mario Baiai 1 Il peggioramento ! Bordlghera, 21, ore 2,30. Poco dopo la mezzanotte, le con. dizioni del Maresciallo Cadorna si eono Improvvisamente aggravato, Il polso non dava quasi più battito e II corpo giaceva completamente inerte. Il dottore Benigni, accorso d'urgenza al capezzale, faceva immediatamente chiamare tutti i congiunti poiché la catastrofe pareva imminente. Qualche tempo dopo però si accennava ad una vaga ripresa di vitalità. Il cuore sostiene ancora, ma sempre più fioco, il morente, In questo momento — sono ie X del mattino _ a agli sgtrenji. •*>.

Luoghi citati: Bergamo, Imperia, Italia, Pallanza, Roma