La guerra tra la Bolivia e il Paraguay di Mario Bassi

La guerra tra la Bolivia e il Paraguay La guerra tra la Bolivia e il Paraguay onsigiodellaocietà delle Naz oni di fronteaagrave situazione (Dal nostro inviato) Lugano, 11 notte. Oggi è scoppiata la bombetta della Società delle Nazioni: l'annunzio di quel conflitto accesosi laggiù, nella America del Sud, tra due soci della Lega: la Bolivia ed il Paraguay. Il fatto, considerato in se stesso, non rivestirebbe un' eccezionale importanza, almeno per noi europei, ma importantissimo, soprattutto come sintomo, è stato il riflesso che se ne è avuto nell'ambiente societario; l'insieme delle circostanze, delle considerazioni, delle difficoltà e, diciamo pure, della palese impotenza, che hanno accompagnato e caratterizzato la presa in esame del caso per parte del Consiglio, solennemente seduto in sessione ordinaria, e colpito ad un tratto dalla funesta notizia che due dei suoi amministrati, proprio in quella stessa ora,- si scaricavano l'uno contro l'altro sulle frontiere le mitragliatrici ; e, delusi della forza del diritto, affidavano le proprie ragioni al diritto della forza. Ma procediamo per ordine nella cronaca della giornata. Una serie di deliberazioni Il Consiglio, presieduto da Briand, si è riunito stamane alle ore 10,30 in seduta pubblica e si è occupato anzitutto dei lavori del Comitato di igiene, approvando la relazione al riguardo del rappresentante della Spagna, Quinones de Leon. Ancora Quinones de Leon ha riferito sul secondo comma all'ordine del giorno, che considerava i lavori della seconda Conferenza della malattia del sonno, raccomandando l'applicazione del programma di ricerche tracciato dal Comitato di igiene. Protezione della proprietà intellettuale: su proposta del rappresentante della Francia, Briand, il Consiglio ha approvato di rinviare al"esame della Commissione di cooperazione intellettuale la delibera zione dell' Assemblea per 1' unificazione internazionale delle leggi e delle misure che tutelano le creazioni dello spirito. Quindi, su proposta del venezuelano Zumeta, il Consiglio ha autorizzato il Segretariato generale di invitare la Commissione internazionale di Polizia criminale a farsi rappresentare, a titolo consultivo, nella Conferenza per la repressione della falsificazione, delle monete, Conferenza che si riunirà il 9 del prossimo aprile. Esaurito cosi l'ordino del giorno, la seduta era tolta poco dopo mezzogiorno. Ed il Consiglio si riuniva quindi in seduta privata per regolare varie questioni di bilancio e finanziarie. Ha stabilito la procedura relativa alla composizione ed all'eie zione per parte dell'Assemblea della Commissione interna di controllo; ed ha accettato il dono di 4000 dollari offerto dall' American Council of Education per la revisione e la ristampa del manuale presentato dall'Istituto Internazionale di cooperazione intellettuale sulle relazioni tra le Università di studi in Europa. La questione scottante Poi, finita la seduta privata, il Consiglio si riuniva ancora in sedu ta segreta, dopo la quale, verso le ore 14, veniva diramato il seguente comunicato: u In una seduta segreta il Consiglio ha proceduto ad uno scambio di vedute riguardo alla controversia tra la Bolivia ed il Paraguay, controversia venuta a sua conoscenza per informazioni di stampa. Il Con siglio riprenderà questo scambio di vedute oggi alle ore 15,30 ». La questione si presentava parti colarmente intricata, spinosa e peri colosa. Nessuno dei due Stati, membri entrambi della Società, aveva creduto di chiedere l'ausilio di que sta nel frangente e invitarla ad intervenire; nemmeno di avvisarla di ciò che succedeva. Preferirono evidentemente sbrigarsela tra di loro, il che era dovuto, almeno da parte della Bolivia, al fatto che una volta che questa ricorse già alla Società, nel 1920, invocando l'applicazione dell'art. 19 del patto societario per ottenere dalla Società delle Nazioni la revisione del Trattato di pace da essa concluso nel 1904 col Cile, Trat¬ tato che essa sosteneva che le era stato imposto privandola di ogni sbocco al mare e che non era stalo eseguito in alcune clausole fondamentali da parte del Cile e che costituiva una minaccia permanente di guerra, ecc., ecc.; quella volta si ebbe una risposta che esso, ritenne evasiva, cosicché da allora, pur senza uscire dalla Società, si astenne dal partecipare attivamente ai lavori. Ad ogni modo se anche i due Stati interessati non gliene avevano fatto cenno, il Consiglio non poteva ignorare ciò che sin da domenica era stato pubblicato da tutti i giornali: ossia che 1 duo soci stavano accapigliandosi e minacciavano da un'ora all'altra di rompere in guerra aperta. Ed il segretario societario raccolse quindi in qualche foglietto dattilografato per migliore conoscenza dei membri del Consiglio le informazioni concernenti la controversia sopravvenuta tra la Bolivia ed il Paraguay con conseguente rottura delle relazioni. Erano i telegrammi Rai ter da La Paz, dove anche si notava questa frase che pareva un bisticcio farsesco e di sottile ironia: « un entusiasmo bellico regna a La Paz »; erano della stessa Reuter i telegrammi da Asuncion; erano i telegrammi dell'Affettata Telegrafica Svizzera ancora da La Paz, da New York e da Buenos Aires. Tutti che davano a vedere che gli scontri di frontiera erano stati assai sanguinosi c che lo scoppio delle ostilità minacciava imminente e che intanto tra i due Stati erano rotte le relazioni co] richiamo reciproco e la consegna dei passaporti ai rappresentanti diplomatici. La dottrina di Monroe Ora : poteva la Società delle Nazioni rimanere inerte, indifferente di fronte ad un fatto di questo genere? E poteva d'altra parte intervenire? E come?... Qui la questione si faceva gravissima. Perchè non intervenendo ognun comprende quanto discredito e disdoro o peggio gliene sarebbe derivato; gliene deriverebbe: qualcosa come un fallimento morale, ristretto, sì, localizzato, direi, al caso singolo, ma indice manifesto, indiscutibile, tremendo di quello che potrebbe essere, che sarebbe, in analoghe, ma ben più vaste e formidabili circostanze, il fallimento altrettanto più vasto ed assoluto. La prova del fuoco, insomma, sortirebbe risultata del tutto negativi. Intervenire, dunque, ad ogni costo, ma su quali basa? Con che procedura? E, cosa anche più preoccupante, con che risultati? Il Consiglio era, nonché autorizzato, obbligato ad intervenire dal patto stesso societario; non da uno, ma da vari urticoli nella loro lettera espticita oltreché dallo spirito generale dello stesso sacro patto. Ma... Ma la Bolivia e il Paraguay — è d'uopo ricordarlo? - stanno in America. Intervenire in America? E se il più potente Stato di America ed uno dei più potenti del mondo, geloso e suscettibile tra quanti altri mai, del proprio predominio sul duplice continente ed esclusivista per eccellenza nell'affermazione del diritto ideale nel pratico esercizio di una più alta tutela 6ul continente slesso, si impermalisse, entrasse improvvisamente in questione, si adergesse incontro? Si sa come, in che senso, Washington ha replicatameli te dichiarato che esso considera fondamentale e ineccepibile la dottrina di Monroe : si sa che esso non si arenneerehbe inai a permettere nessuna menomazione o eccezione di uuella, o anche soltanto qualche cosa che e*sa uotesse o credesse giudicare tale. Si *a anche che gli Stati dell'America latina tendono invece a dare una altra interpretazione, che non quella di Washington, alla dottrina di Monroe: in quanto non vorrebbero appunto che eli Stati Uniti se ne valessero in quella guisa ed in quella misura che essi pretendono valersene. Ma appunto qui era il problema: di non mettersi nel ginepraio pericolosissimo delle varie interpretazioni della famosa dottrina, della in¬ a terpretazione nord-americana e della interpretazione sud-americana: ginepraio, cui già la Società delle Nazioni girò intorno nel settembre scorso; quando la questione fu proposta dalla Costarica in tesi teorica. Ora, si profilava il pericolo di cadere dentro in pieno nel ginepraio; e non in campo teorico, ma nelle condizioni tanto più pericolose del fatto concreto. E poi, ancora: indipendentemente da quello che potrebbe essere l'atteggiamento, l'eventuale risentimento, magari la recisa opposizione degli Stati Uniti: indipendentemente da ogni altra considerazione, i due contendenti come accoglierebbero essi stessi l'intervento societario? E questo che speranza potrebbe avere, che risultati conseguire? £ Il telegramma di Briand e la catastrofica risposta Il Consiglio, come era annunciato nel comunicato che sopra vi riferivo, si riunì nuovamente, in seduta segreta nel pomeriggio. E dopo lunga discussione, di cui naturalmente non si conoscono i particolari, deliberava di inviare al Governo della Bolivia ed a quello del Paraguay il seguente teledramma, firmato dal presidente in carica Briand: « Nella mia qualità di Presidente in esercizio del Consiglio, hn l'onore di trasmettervi la seguente deliberazione approvata all'unanimità dal Consiglio della Società delle Nazioni, nella sua seduta di oggi: « 1! Consiglio della Società delle Na« zi oro), riunito a Lugano per la sua « 53.a Sessione, esprime la 6iia piena » fiducia che gli incidenti che sono ■ sorti tra i due Stati membri della « Società delle Nazioni, non si agpra« vprannn. Esso non dubita che 1 rittp ii Stali, che, con l'apporre la loro firma « a! Patto, si sono solennemente impp« gnatl di cercare per via pacifica la « soluzione delle controversie, che pc« trebberò sorgere tra di loro, ricorre« ranno a questi procedimenti, confnr« memente al loro obbligo intemazlo« naie, e che. nelle circostanze presenti. " appaiono come i più raccomandabili « per ottenere, col mantenimento della « pace, l'appianamento delle loro con- ■ trnversie ». Come si vede, un breve telegramma, in cui si esprime la fiducia e si rivolge una platonica raccomandazione ai due contendenti. Un paio di ore dopo che il telegramma era partito, già arrivava la risposta: la guerra è stata dichiarata tra la Bolivia e Paraguay, e le ostilità sono cominciate. Grandi a colloquio con Stresemann Oggi il nostro sottosegretario agli Esteri, on. Dino Grandi, la cui attività naturalmente si svolgo al di fuori dei lavori del Consiglio societario, si è incontrato col ministro degli Latori germanico, Stresemann; il colloquio tra i due uomini politici è stato lungo e cordialissimo. Si è trattato in esso di argomenti più particolarnienje interessanti per la Germania, quali quello delle sue relazioni con gli ex-Alleati, e delle questioni che attualmente si riconnettono alle relazioni stesse: riparazioni, eventualità dell'evacuazione anticipata della Renania, applicazione dell'accordo di Ginevra del 16 settembre u. s. Si è trattato poi del conflitto polacco-lituano e di altri problemi inerenti alla situazione politica europea in genere. Poi il nostro sottosegretario agli Esteri si è incontrato col ministro digli Esteri di Bulgaria, Buroff, il quale ha tenuto ad esprimersi!, in termini specialmente calorosi, la riconoscenza della Bulgaria per il chiaro e veramente amichevole atteggiamento dell'Italia nei suoi riguardi, atteggiamento manifestatoti in modo concreto e profìcuo per la Bulgaria nelle diverse occasioni, tra le altre nell'astensione del nostro Paese dal noto passo franco-inglese a Sofia in riferimento alle questioni macedoni. Stasera il marchese e la marchesa Paolucci de' Calholi Barone hanno riunito a pranzo, insieme con l'on. Grandi e la sua signora, alcune delle più., eminenti personalità delle varie Nazioni, che si trovano in questi giorni a Lugano. Mario Bassi. BtsldldgtroclcIs[

Persone citate: Briand, Dino Grandi, Monroe, Paolucci, Quinones