Il Fascismo e la pace armata di Andrea Torre

Il Fascismo e la pace armata Il Fascismo e la pace armata Tutte le Potenze affermano di voler la pace e firmano patti generici dii pace, ma tutte aumentano gli armamenti come se fossero olla vigilia di un'altra grande guerra. E' questa la tragica situazione del mondo. Mussolini l'ha notata nel suo discorso àìla Camera, senza illusioni; ed ha. concluso: dobbiamo esser pronti. La. verità, è che il patto di Locarno e il patto Kellogg, con i quali l'Europa* e l'America hanno voluto far credere che tutti desiderano la pace e lavorano per la pace, non rispondono alla realtà. IJ patto di Locamo, che assicura la Francia sul Reno, impegnando nell'assicurazione l'Italia e l'Inghilterra, è stato immediatamente seguito da uno scoppio di nuove diffidenze tra Parigi e Berlino, e la Francia ne ha tratto le seguenti conseguenze immediate: la Germania deve continuare nello stato di depressione, e la Francia deve continuare ad aumentare i suoi armamenti di terra, di mare e di aria. La Francia è oggi la potenza che ha il più formidabile esercito del mondo, eppure la sua inquietudine non diminuisce; ancora si crede minacciata dalla Germania disarmata, dalla Germania a cui fanno guardia ad oriente Polonia e Ceco-Slovacchia, pronte alla loro volta nelle armi e negli animi. Se lo stato attuale di cose si paragona a quello del 1914, si deve riconoscere che la situazione è completamente capovolta. Allora 3a Germania, alleata dell'AustriaUngheria, rappresentava la più forile potenza bellica del mondo; l'Italia era legata alla Triplice Alleanza, ed era dubbio che l'Inghilterra intervenisse in un eventuale conflitto sul continente. Oggi, invece, la Germania e senz'armi; l'Austria-Ungherla non esiste; l'Italia è garante della pace sul Reno; Londra è legata a Parigi: il centro di Europa è alleato della Francia; eppure Parigi mostra una preoccupazione, forse più nervosa di quella che la teneva agitata negli anni che precedettero il 1914. E' che la Francia constata che la sua popolazione diminuisce, tanto che sente il bisogno di portare i negri (tristo spettacolo per la civiltà europea) a guardia del Reno, e constata che la Germania vinta ricostituisce rapidamente le sue industrie e la sua vita interna. La politica francese è divenuta, pertanto, una politica di dissimulata inquietudine per sè e per gli altri. L'Europa, che è stata tenuta ubarmi, dal 1S70 al .191-1, principalmente dalla volontà francese della rivincita contro la Germania, dal 1919 ad oggi, è prin cipalmente inquieta perchè la Francia non si sente ancora tranquilla sul Reno, c pur proclamandosi pacifica e pacifista, suscito coi suoi giganteschi armamenti, apprensioni, disagi ed eccitazione in tutto il continente. E' di ieri la critica interessata, ma giusta, di Vorosciloff a Poincaré. Il patto Kellogg, divenuto poi il patto di Parigi, era appena firmato quando apparvero le rivelazioni sul compromesso anglo-francese. Il compromesso è stato annullato nella sua forma; ma tutti intendono che un'Intesa franco-inglese è viva nella sua sostanza. Gli Stati Uniti ne sono rimasti talmente allarmati, che Coolidge ha creduto necessario, prima di abbandonare il potere, di fare un discorso che ha ricordati quelli di Guglielmo II prima della* guerra. Noi ne illustrammo il significato, a buo tempo, in queste colonne. Armano, dunque, tutti quelli che possono armare; arma anche l'America, che non è minacciata da nessuna parte, ma che è sospetta dell'In ghilterra e del Giapponi» nell'Oceano Pacifico, di cui vorrebbe l'assoluto dominio. La pace armata, che caratterizzò i quarantanni che precedettero la grande guerra, ritorna nel suo spirito ed anche nella sua flgu ra velata artificiosamente di un pa ciflsmo a cui credono meno precisamente quelli che lo propongono, lo pattuiscono e lo esaltano. Mussolini ha avuto ragione perciò 'di proclamare che dobbiamo esser pronti; ha avuto ragione di dirlo ed ha'ragione e dovere di farlo. Ma lo farà perchè costretto. La politica del Fascismo è nella sua sostanza una politica di pace, Ma pace non vuol dire acquiescenza alle irrequietezze e agitazioni irri tanti degli altri; la pace non può essere intesa come passjva immobilità di fronte ad un mondo insoddi sfatto anche quanto più ingrandisse le 6ue forze guerresche. Il Fascismo ha dato una duplice prova della sua volontà pacifica: prima stipulando una serie di patti di amicizia e di arbitrato con le Potenze anche più sospettose come la Jugoslavia, la Grecia e la Turchia, e poi organizzando nell'interno del Paese una serie di opere economiche e sociali che dimostrano (in attesa che le sia data la soddisfazione che le spetta nell'espansione fuori d'Europa) la sua volontà intenta a trarre dalla nostra terra tutte quelle ricorse» che i ricchi imperi coloniali offrono ad altre nazioni, e che l'Italia si sforza di raggiungere col proposito di bastare a se stessa con le sole dure sue quotidiane fatiche. La disciplina operosa all' interno, la leale collaborazione all'estero con chi lealmente vuol collaborare con noi, la giustizia come fondamento ad una nuova Europa: sono questi i principii e le prove delle intenzioni delle opere italiane. La stampa estera più veggente comincia a riconoscere la differenza fra la -politica internazionale dell'Italia e quella di altri Paesi, e già attribuisce al Fascismo la volontà di preparare un'Europa nuova nell'anima e nella funzione civile. La verità è che l'Europa è ancora malata, e che non può guarire dei suoi mali interni senza ricostruire la sua vita sociale e politica, come sta facondo 11 Fascismo in Italia; e non può superare la sua crisi internazionale senza che le grandi Potenze arrivino ad un'intesa che dia equa soddisfazione a ciascuna nella misura dei suoi bisogni vitali che costituiscono la base del diritto. Andrea Torre

Persone citate: Coolidge, Guglielmo Ii, Mussolini, Poincaré