Il passo indietro del Governo di Parigi circa la nomina del Comitato peritale per le riparazioni

Il passo indietro del Governo di Parigi circa la nomina del Comitato peritale per le riparazioni Il passo indietro del Governo di Parigi circa la nomina del Comitato peritale per le riparazioni Si torna al Giugno del '23 e risorge la «C. I. R. » II timbro della voce di Poincaré -- Imminente risposta dei Governi ex-alleati alla nota tedesca n a e a Parigi, 27, notte. Le interruzioni telefoniche che intralciano in questo momento il servizio di corrispondenza da Parigi ci hanno costretti a rimandare ad oggi la trasmissione dell'ultima decisione del Governo francese circa la nomina della Commissione peritale per la revisione dell'accordo Dawes. L'effetto dell'intransigenza del memorandum tedesco è stato di indurre Parigi a fare a sua volta un passo indietro, e ritornare sulla posizione in cui si trovava nel giugno del 1923 Ricorderete che a quel tempo la Germania, in un memorandum datato dal 2 maggio, giudicato generalmente inaccettabile, aveva proposto la convocazione di uria conferenza, per esaminare ciò che essa sarebbe stata capace di adempiere in fatto di riparazioni. Scambi di vedute ebbero luogo dapprima tra gli Alleati, e poi tra gli Alleati e il Reicli. Il 7 giugno, una nuova nota di Berlino precisava le intenzioni della Germania, riconosceva i suoi obblighi di riparare, e reiterava la domanda di convocazione della conferenza, « per studiare la migliore via da seguire per realizzare questo obbligo di pagamento)). Quale fu allora il procedimento adottato? Gli Alleati applicarono l'articolo 234 del Trattato di Versaglia, a norma de! quale è alla Commissione delle riparazioni che incombe di studiare di tnnto in tanto le risorse e la capacità della Germania; non solo; ma dopo avere dato al rappresentante di questo Paese la giusta facoltà di farsi sentire, è essa sola che ha il potere di stabilire il periodo o di modificare le modalità di pagamento previste in conformità dell'articolo de! Trattato di pace. Ora, dopo matura riflessione, 11 Gabinetto di Parigi ha pensato che il modo migliore per cavarsi di impiccio, con la minore quantità possibile di attriti e di liti, sia nel seguire anche, oggi lo stesso metodo. F.' chiaro infatti che agli occhi della Francia debba apparire preferibile riaffermare i diritti di un organo interalleato, del quale fanno parte non solo Francia, Inghilterra, Italia,- Belgio, Giappone ma anche.Romania, Jugoslavia, Polonia, Grecia e Portogallo, anziché metter fuori causa la « C. I. R. », per affidare senz'altro il compito ad una Commissione nella quale le opportunità offerte dal giuoco diplomatico sarebbero molto più limitate, e per di più la Germania siederebbe sullo stesso scranno dei suoi creditori. Il lettore si domanderà che bisogno ci sia di disturbare la catalettica C. I. R., se non si tratta che di fare nominare un certo numero di periti francesi, inglesi, italiani, ecc., l'elenco dei quali non potrà, secondo ogni evidenza, che essere fornito dai Governi interessati; ma a questa domanda abbiamo già risposto anticipatamente. Scopo della manovra consiste nell'ingrossare la Commissione peritale di un adeguato numero di periti secondari, che potranno fare il giuoco di questa o di quell'altra Potenza influente: risultalo che non sarebbe possibile raggiungere se i negoziati dovessero seguitare a svolgersi, come si sono svolti finora, cioè tra i soli cinque creditori principali. « Cosi — dicono i francesi — si fece nel 1923 »; ed in questo appello di Parigi al precedente legale ci pare di riconoscere il timbro della voce di Raimondo Poincaré. E' la Commissione delle riparazioni che designerà, tra i nomi che le saranno ufficialmente sottoposti, i periti delle Potenze interessate, periti che rappresenteranno di fatto l'insieme dei creditori del Reich; è essa egualmente die domandò allora, e che può domandare di nuovo ora, la collaborazione di periti americani ai lavori del Comitato, e non il Governo tedesco; è ad essa infine che dovranno essere presentati i rapporti della Commissione peritale, come lo furono già i rapporti del Comitato Dawes. « Del resto — seguitano costoro — che cosa rischiano i Governi a rivolgersi alla Commissione interalleata delle riparazioni ? L'ultimo capoverso dell'art. 23i limita formalmente le prerogative dell'istituto, e perciò della Commissione: in questo articolo è detto infatti che la Commissione interalleata delle riparazioni non potrà fare rimessa di alcuna somma, senza autorizzazione speciale dei diversi Governi rappresentati nella Commissione: la libertà e la sovranità di questi ultimi sono dunque salvaguardate; e sono loro che dovranno avere l'ultima paiola. Che male dunque vi è di procedere con questo metodo ? ». ' Non sappiamo ancora se il suggerimento francese sia stato positivamente accettato da tutt'e quattro gli altri Governi interessati. A Parigi si assicura che tutto quello che si può osservare in proposito, per il momento, 6 che la linea di condotta sopraccennata essendo rigo rosamente giuridica, sarebbe assai difficile per i Governi di Roma, Londra. Bruxelles e Tokio rifiutare di aderirvi; e questo tanto più, in quanto la partenza delle cinque note di risposta alla nota tedesca del 30 ottobre è ormai imminente, e nessuno sembra mostrarsi desideroso di procrastinarla, nè tampoco di dare aliti Germania l'impressione che il fronte dei creditori sia incrinato di dissensi. Certo Berlino sarà tutt' altro che lieta che di vedere risorgere sul proprio cammino la Commissione interalleata delle riparazioni; ma questa risurrezione è frutto della intransigenza ostentata da Mailer e da Stresemann; e il Reich non può onestamente prendersela che con se stesso. Concetto Pettinato. L'impressione a Berlino Berlino, 27 notte. (lice) La notizia che il Governo francese ha deciso di soprassedere alla nomina dei periti finanziari per la conferenza di revisione delle ripara zioni, e di proporne la nomina alla Commissione delle riparazioni, ha pio vocato una impressione molto penosa a Berlino, dove la notizia stessa sembra dare ragione ai pessimisti, che non si promettono nulla di buono dal le nuove trattative. Tutti I giornali, salvo poche eccezioni, sono insort' contro quella idea, dimostrando coinè l'accordo di Ginevra del 16 settembre scorso parlasse chiaramente della nomina, che avrebbe dovuto essere fatta dai set Governi interessati, senza in alcun modo ricordare la Commissione delle riparazioni. Di questa il Lohal Anzciaer scrive che « a dir poco, gode di scarse simpatie in Germania, dove il suo nome ricorda l'epoca delle peggiori miserie, e dove si sa come abbia romito motivazioni di diritto alle peg giori violazioni ». Anche la Germania in una corrispondenza, da Parigi scrive che se il Governer francese insiste nel suo progetto, non si vede come 11 Governo tedesco potrebbe partecipare ai lavori della conferenza in modo conciliabile con il suo diritto e con la sua autorità. Perfino il lierliner Tageblalt scriveva questa mattina che l'accordo del 16 settembre non aveva nulla da fare con la Commissione delle riparazioni; e che, ad ogni modo, se 11 Governo francese preferisce di affidare la nomina dei suol periti alla Commissione delle riparazioni questo è suo diritto; ma che d'altra parte ciò non può in alcun modo impegnare gli altri Governi, e meno che mai quello tedesco; mentre è una sconvenienza quella del Tempi che già vuole ingerirsi nella linea di condotta del Governo americano. Soltanto il socialista Vorwaeris dice che In realtà il trattato di Versailles riconosce alla Commissione delle ripa razioni il diritto di studiare periodicamente la capacità finanziaria ed eco nomica della Germania. Pertanto, secondo esso, formalmente non vi è da obiettare nulla alla proposta francese. Al Yorwaerts risponde questa sera la già citata Germania dicendo che la Commissione delle riparazioni aveva cessato praticamente di esistere, dal momento in cui, in base agli accordi di Londra, la Germania ha riconosciuto volontariamente i suoi Impegni, e si è acquistata quindi la parificazione giuridica su questo punto. Anche ora ad una sistemazione definitiva non si può accedere che con l'accordo di tutte le Potenze Interessate, e non già col metodo delle imposizioni, che contraddirebbero diametralmente agli svilup pi degli ultimi cinque anni, come pure agli accordi del settembre scorso. Dato il carattere ebe riveste la Commissione delle riparazioni, una 6ua Intromissione nelle trattative le condannerebbe in anticipo al fallimento, perchè la Germania non può rinunciare al principio dell'esame della sua capacità di paga mento e della sua parità di diritti [.'organo del centro continua poi il suo vivace commento domandando come potrebbe conciliarsi la nomina dei periti da parte della Commissione e del perito tedesco fatta direttamente dalla Germania; mentre, inoltre, molto probabilmente l'America non potrebbe inviare il suo rappresentante in una tale Commissione, senza rinunciare ai suoi principii, essendo noto come essa sia contraria all'abbinamento della questione con qualsiasi carettere ufficiale. la nuova mossa della Francia, Insomma, dà qua l'impressione che si vogliano tirare le cose in lungo; e che con questo si vogliano piegare le resistenze della Germania. La risposta interlocutoria tedesca, compilata in tono assolutamente conciliante, ha destato a Parigi ed a Londra una ostilità, 6i dice, assolutamente incomprensibile; mentre il discorso del ministro degli Esteri si è urtato contro un'accoglienza molto ostile. Nell'insieme molti sintomi accennano come l'azione tedesca intrapresa in un momento forse poco opportuno, si avvii per una strada che i tedeschi non possono nè desiderare ne sperare. _ , . Un comunicato ufficioso è stato pub blicato questa sera, con io scopo evidente di calmare l'agitazione; in esso si dice che la nomina dei periti lìuan ziari da parie della Commissione delle riparazioni non è in accordo con il chiaro testo deli'accordo-convenzione di Ginevra del 16 settembre, secondo il quale le potenze interessate dovrebbero nominare direttamente i loro periti. Intanto, se gli Alleali preferiscono di passale per la Commissione delle riparazioni, la Germania non . ha alcun mezzo per impedirlo. Si aggiunge poi che la Commissione delle riparazioni e parte contraente nell'accordo Dawes; e elio pertanto un tentativo di iniromettersi nelle nuove trattative non può essere riguardato senz'altro come poco amichevole. Per quello che riguarda la Germania naturalmente la cosa più importante è che il perito tedesco siu nominato dal Governo tedesco, e specialmente che la Commissione delle riparazioni non eserciti alcun inllusso sul inandato da affidare alla nuova Commissione dei periti. 11 comunicato termina dicendo ch'i del resto tali trattative per la nomina dei periti non sono ancora terminate; e che ;uiora il tentaiivo di intromettersi, da patte della Commissione delle riparazioni, non costituisce che un progetto francese. Anche queste dichiarazioni non soddisfano troppo l'opinione pubblica tedesca. Naturalmente la destra le Interpreta dicendo che il Governo MttllerStresemann si trova In piena ritirata Non si può Infatti sfuggire alla verità palese ette, anche se la Germania nominerà da sé i suoi periti, la Commissione delle riparazioni avrà la parte direttiva nella trattative. La Germania si troverà in queste a non avere neppure formalmente una posizione di pari autorità; ma semplicemente e crudamente in condizioni di debitrice davanti ai creditori. Con la nuova mossa della Francia pertanto l'accordo del 16 settembre verrebbe ad essere privato di ogni valore, e trasformato precisamente nel contrario di quello che si voleva. Infatti a Ginevra si era mirato a continuare negli stessi metodi e con lo stesso spirito con cui finora si era svolta l'opera della Commissione Dawes. che aveva posto termine alla sterile e dannosa attività della Commissione delle riparazioni. Se Invece si deve tornare ai metodi che domina vano nella Commissione per le ripara ztonl, non si potrà gìunav re che al con Inr1!) 'P avl!o rhr ?! V0!sva ZttcfiBVl

Persone citate: Concetto Pettinato, Dawes, Mailer, Poincaré, Raimondo Poincaré