La crociata contro l'urbanesimo

La crociata contro l'urbanesimo La crociata contro l'urbanesimo Roma, 26 notte. Da pochi giorni è stato gettato dall'on. Mussolini l'allarme contro il pericolo dell'urbanesimo, e già appaiono manifesti in molte parti d'Italia, come accennaste fin da ieri mattina, i primi segni di un:, complessiva azione per combattere il m:.le così incisivamente denunziato. Ieri a Brescia il Segretario del Partito ha, non soltanto riaffermato la santità della nuova crociata, ma In occasione delle cerimonie stesse a cui ha presenziato, ha portato sul terreno dell'esperienza la questione che tanto interessa oggi l'Italia. I concorsi per le case coloniche, infatti, rappresentano un incitamento all'amore per la campagna e per la famiglia. Il prefetto di Rovigo ha già impartito provvedimenti oer frenare l'emigrazione dalla campagna nelle città, nell'ambito della sua provincia. Molti segretari federali hanno iniziato anch'essi un'azione Intensiva per ovviare al male lamentato. Già si delinea qualche soluzione, mentre direttive diverse, seppure convergenti allo stesso scopo, si manifestano in varie parti d'Italia. Lo sviluppo delle grandi oliti Non fosse altro, è ancora questo un segno della mutata politica iti0 liana, divenuta realizzatrice, conscia di tutti i pericoli e pronta a combatterli con i mezzi più rapidi. Opportunamente, nota in proposito la Tribuna: • Dieci anni fa problemi slmili erano lasciati al postumo studio di pochi Isolati e si appesantivano tragicamente nell'inconsapevolezza e nell'abulia della Nazione e dello Stato, trattenuti in contese lillipuziane che si chiamava no programmi di partito, combinazioni ministeriali, ludi elettorali, estenuanti polemiche giornalistiche. Oggi sono al centro della vita del popolo italiano, chiamato od essere un popolo volitivo contro 1 mail di una civiltà, che non può essere abbandonata ad un fatalismo suicida •. Nuovi dati, infatti, sull'eccesso dell'urbanesimo sono forniti dall'Adenzia di [ìoma, che pubblica alcune interessanti informazioni sulla rapidità di sviluppo delle grandi città. Dal gennaio del 1927 al luglio di questo anno, la popolazione in alcune fra le maggiori città italiane segna queste variazioni importanti : a Napoli essa è passata da 897.306 a 924.525 abitanti; a Milano da 891.715 a 938.393: a Roma da 807.175 a 802.096; a Genova da 593.194 a 620.284; a Torino da 531.973 a 576.832; a Firenze da 268.884 a 273.655; a Venezia da 248.593 a 254.631; a Bolofe.ia da 232.693 a 240.846. Questi dati che sono aggiornati, ricostruiti sugli importanti rilievi che va compiendo l'Istituto eentrale di statistica, indicano in sostanza la tendenza ad un rapido incremento della popolazione,- dovuto assai più a fenomeni di immigrazione, che non ad una capacità naturale di aumento per nuove nascite, sopratutto nelle città industriali e nella capitale. Nei 19 mesi, correnti dal gennaio dell'anno passato al luglio di quest'anno, Roma ò infatti alla testa delle città italiane per incremento della popolazione, che ha raggiunto 52.521 abitanti; seguono Milano con 43.678; Torino con 35.859; Napoli con 27.219; Genova 17.090; Bologna con 8193; Venezia con 5678; Firenze con 5380 nuovi abitanti. Le città crescono, dunque, ma a detrimento delle campagne: la prolificità anzi, com'è noto, ormai è in notevole abbassamento nei grandi centri urhani, dove si nasce di meno. li grido d'angoscia di due fidanzate Tra le proposte che sono state fatte in questi ultimi tempi per incoraggiare i matrimoni, sono interessanti queste due fatte al Lavoro d'Italia da due donne. Una di esse, fidanzata da 15 anni ad un carabiniere il quale non ha ancora il permesso di ammogliarsi, scrive: « I ferrovieri sono tutti ammogliati e fanno servizio di turno giorno e notte : le guardie di custodia delle carceri lo stesso: la P. S. pure; 1 sottufficiali dei carabinieri, quelli che ne fanno domanda, possono sposarsi, me I graduati di bassa forza, no. Si tratta dunque di modificare i regolamenti e la consuetudine dì interpretare energicamente, asrli scopi che I! Regime cosi recisamente perseguo, lo spirito dell'Imposta su! celibato ». Un'altra donna scrive: • Nata da genitori ignoti, fui presa ed adottata da una signorina, che dopo parecchi anni prese marito. Ora da qua'che anno la mia benefattrice è morta, lasciandomi priva di qualunque mezzo per poter tirare avanti onestamente. Il marito della defunta, cioè della mia adottante, uomo onesto e di cuore, invece di scocciarmi di casa perchè nessun vincolo di parentela tra noi esiste si è offerto di sposarmi. Ma quale è stata la nostra delusione quando apprendemmo allo stato civile che in base all'art. 60 del Codice Civile è proibito il matrimonio tra l'adottata e il coniuge dell'adottante! ». Un anonimo infine fa la seguente proposta: • Una più larga interpretazione dell'art. 1D7 del Codice Civile, si renila oggi necessaria. Vi sono molti matrimoni sterili per i quali esiste già la separazione legale. Perchè non sciogliere il matrimonio? Perchè tenere legati due esseri che non si Incontrano neanche fisiologicamente e che potrebbero crearsi nuove famiglie, dare alia patria nuovi bambini? ». Voti semplicisti questi senza dubbio, ma che attestano ad ogni modo l'appassionato interesse che suscita oggi in Italia il problema demografico impostato in uno con quello del ritorno alla campagna del Capo del Governo.

Persone citate: Mussolini