UGO CAVALLERO

UGO CAVALLERO UGO CAVALLERO Roma, 26 notte. Le benemerenze nazionali acquistate dal generale Ugo Cavallero, nel tre anni e mezzo di sua attiva collaborazione al Capo del Governo e Ministro delle Forze Armate quale Sot< tosegretario alla Guerra, sono ben' note a tutti gli italiani per essere ripetute In occasione delle sue volon« tarie dimissioni dall'alta carica, dimissioni data per assumere altre responsabilità che in modo diretto» convengono alla migliore risoluzione dei problemi relativi all'organizzazione militare del paese. Resta quindi pur sempre a collaborare al miglioramento del nostro patrimonio bellico il generale Cavallero, e questo è motivo di particolare compiacimento. La Stampa lo chiamò un giorno s! realizzatore, e tale veramente egli 8 stato, poiché ha saputo ritrovare net; memorabile discorso del Capo deli Governo tenuto al Senato, e da considerarsi come la base prima di tuttal le provvidenze organizzative dell'e« sercito, l'ispirazione e le direttive pen concretare tutta una modificazione organica e tecnica del più alto valore costituzionale, che per il tempo! in cui questa sua opera si è realizzata e per il contenuto integrale, ben) si può dire che egli, seguendo con fedeltà le direttive del suo Capo, bai dimostrato la capacità di assumerai un'altissima responsabilità, tale! quale si conviene nel momento storico che attraversinmo. Era un ricordo di guerra che in» ceppava ed attardava le provvidenze' e la ricerca di una perfezione non mai raggiungibile: l'ordinamento, l'addestramento, la tecnica sostavano nell'incertezza di un domani non esattamente definito. Uno Cavallero ha potuto rompere gli indugi e dettare quello statuto militare, che S un poderoso complesso di sette leggi organiche, che vanno dall'istituzione dell'alto comando a quella dei cappellani militari e rappresenta di per se solo una testimonianza della sua' imponente opera, la quale si è ispirata soprattutto all'esaltazione dei valori morali, superando ed abbattendo tradizioni che avevano il torto dì appesantire pinttostochè sveltire In nostra organizzazione. Ma altre attuazioni legislative 'di non minore importanza sono pure a lui dovute: ia riorganizzazione dei servizi tecnici dell'esercito; il miglioramento della carriera dei sottufficiali; i contatti sempre più stretti tra Esercito e Milizia, iniziando quella fusione nel campo tattico che tante beile prove ha dato nelle manovre del Monferrato, e, infine, il codice tattico. Dopo dieci anni dalla guerra, questo codice ha potuto colmare una. lacuna nella nostra dottrina, lacuna fortemente sentita in tutti i gradi della gerarchia militare. Ugo Cavallero ha voluto colmarle ed è stato autore di tre volumetti che, approvati dopo personale revisione dal Capo del Governo, illuminano oggi e guidano in un sentiero unico tutte le attività addestrativi dei quadri. Per il plotone, la più piccola unità tattica, come per l'armata, la più grande, la mente organica del « realizzatore » ha saputo dettare la norma del migliore comportamento alia base del quale sta un severo e umano concetto di relatività. Non concezioni dogmatiche od assiomatiche,non esigenze imperative od assolutiste, ma profonda e calda opera di persuasione, di convincimento, di logica e razionale conseguenza. E' l'azione dell'uomo e non quella di uni tipo militare irreale che trionfa nel codice tattico italiano cui il generale Cavallero ha legato per sempre il suo nome. Tanta mole di opere e di attuazione, che il Regime fascista non soltanto manterrà ma continuerà ad ampliare, costituisce un patrimonio ben degno di suscitare per il generale Cavaliere l'ammirazione e la riconoscenza del Paese.

Persone citate: Cavallero, Ugo Cavallero

Luoghi citati: Monferrato, Roma