La Banca dei Sovieti

La Banca dei Sovieti La Banca dei Sovieti Vi è un'organizzazione bancaria tinche nell'U. R. S. S. Il capitale ha queste piccole ven dette: ancne se non è più capitale privato, anche se appartiene soltanto allo Stato o ad enti di carattere pubblico, non può dimenticare l'organizzazione che si è data, i sistemi che ha adottato nei paesi in cui è nato, nei paesi in cui il comunismo non regna. E quel che è peggio deve — volente o nolente — obbedire alle stesse leggi economiche, sotto pena di veder sorgere gLi stessi fenomeni dannosi da cui sono attristati i paesi non socialisti. La Russia ha dunque le sue ban che. La loro organizzazione esterna è su per giù quella stessa che esiste dappertutto; vi sono: un istituto d'emissione (la Banca di Stato) 11 Banche commerciali costituite in forma di società anonime peT azioni, 2 Ranelle cooperative, 45 Ranelle co ninnali, 71 Banche di credito agricolo, 285 Mutue di credito, e persino 27 Monti di Pietà. E oltre le sedi, vi sono le succursali e le agenzie: 1206 complessivamente. Ma questo complesso sistema bancario non ha soltanto l'apparenza di quello che esiste là dove la proprietà privata è istituto fondamentale della vita economica: agisce o deve aprire secondo le norme che_ devono regolare tutte le organizzazioni bancarie: quando non le osserva o non le può osservare le conseguenze si fanno subito sentire e costituiscono uno dei pericoli più gravi di tutta la economìa sovietica. Non basta che una Ranca si chiami socialista o comunista — per non esser più tin istituto delicato e complesso tìì raccolta dì capitali e di distribuzione di credito; come non basta che uno Stato — come l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche — dichiari di adottare il gold exchanae 'standard se poi non fa tutto quanto è necessario per realizzarlo e mantenerlo. Ora in Russia l'organismo ban cario ha un difetto di origine, quello di essere in gran parte emanazione dello Stato e di enti pubblici di pendenti dallo Stato e di aver come clienti specialmente organismi statali e parastatali, di obbedire in sostanza a considerazioni politiche e non solo economiche. Le conseguenze di questo stato di cose appaiono non appena si approfondisce un po' l'esame dell'andamento delle banche russe, quale risulta dai bilanci che esse pubblicano e dagli studi che appaiono sulle riviste economiche e sui giornali politici dei Soviet. Il difetto fondamentale è apertamente confessato dagli stessi organi ufficiali od ufficiosi del Governo. Ad e», nel «Messaggero delle Finanze» (bollettino del Commissariato (alias Ministero) dell2 Finanze) del febbraio scorso si possono leggere queste considerazioni : « Se le Ranche capitaliste accordando prestiti e anticipazioni tengono soprattutto conto della solvibilità del cliente e degli utili che derivano dall'operazione, le nostre Ranche considerano in primo luego l'importanza economica dell'attività del cliente e l'interesse che quest'attività presenta da un punto di vista generale. Nel nostro sistema ogni impresa di Stato il cui programma è stato ratificato dalle autorità competenti hn diritto di ottenere ì crediti relativi, indipendentemente dall'opinione che le Ranche po*Bano avere del rendimento o della solidità dell'impresa». E lo scrittore» continua: n In queste condizioni la domanda di credito rischia di superare largamente il complesso delie risorse bancarie; per evitare questo pericolo, bisognerebbe che tutti 1 programmi fossero compilati tenendo conto dei limiti di queste risorse, cosa che è ben lontana dalla realtà d'oggi ». Risulta da tali constatazioni che la banca russa non è più un organismo regolatore del credito, ma è diventato un ente semplicemente amministrativo che non ha alcuna possibilità di selezionare nè clienti nè operazioni, ma deve limitarsi a esaminare se esistano o meno i requisiti formali per la concessione del credito per accordare poi, In base ai risultati di questo esame, il credito richiesto. In altre parole, chi dispone delle risorse bancarie non sono le banche, ma i clienti delle banche: basta che questi riescano a far approvare dal Commissariato da cui dipendono i loro programmi finanziari, perchè le banche siano costrette a fornire loro i capitali necessari per l'esecuzione dei programmi stessi. Ora siccome tutte le imprese economiche dipendono dallo Stato e tutte hanno oltre che necessità anche tendenza naturale all'espansione, cosi ne avviene che con un movimento crescente e continuo le banche russe sono state portate ad una situazione tutt'altro che soddisfacente. I prestiti si fanno coi depositi. Ora da un lato le banche hanno visto crescere la cifra dei crediti concossi, dall'altro non è cresciuta in pari misura la cifra dei depositi. Ma non solo questo: una delle norme fondamentali degli istituti bancari è quella di evitare gli immobilizzi: ora la proporzione fra crediti concessi a breve scadenza e crediti a lungo termine è venuta mutando completamente e le banche sono andate verso una immobilizzazione dei loro capitali, tanto più rapidamente quanto più diminuivano le possibilità dello Stato di fornire direttamente alle imprese che aveva creato, i capitnli di cui queste abbisognavano: cosi mentre nel 1923 i crediti a breve scadenza ammontavano a 431 milioni di rubli contro 111 di crediti a lungo termi-ir, con un rapporto di 4 a 1, nel 1927 i primi erano bensì saliti a 3325 milioni, ma i sor,.odi erano più rapidamente cresciuti a 1764, e il rapporto era diventato di 2 a 1. La situazione 6 ancor più grave 01 quanto non appaia dalle cifre, poifbà i crediti brevi sono inelutta¬ bilmente destinati a trasformarsi'in crediti a più lunga scadenza per la impossibilità, ormai riconosciuta, nei debitori di restituire rapidamente i capitali ottenuti in prestito e investiti in nuovi impianti ed in nuovi ingrandimenti immobiliari. Nò le banche possono far nulla per impedire questo: nemmeno gli effetti cambiari rilasciati dai debitori possono ostacolare queste nuove immobilizzazioni. Anche qui riproduciamo ciò che dice il « Messaggero delle Finanze ■>: « La cambiale rilasciata da un'impresa sovietica differisce essenzialmente da quella rilasciata da un'impresa privata. Nel sistema capitalista si tiene conto della garanzia di rimborso alla sua scadenza. Da noi questa garanzia è secondaria, se la cambiale è rilasciata da una impresa di Stato 0 anche da una cooperativa: anzitutto perchè in ogni caso il mancato pagamento della cambiale non può mai dar luogo ad un'azione esecutiva sul capitale di tali aziende, e poi perchè gli organi di controllo dello Stato hanno sempre diritto di opporsi a qualsiasi domanda di rimborso. Quindi il protesto di una cambiale ha per le nostre imprese di Stato e per le cooperative conseguenze molto meno gravi che nei Paesi capitalisti. In Russia, la cambiale è uno strumento piuttosto tecnico che economico ». Questa situazione tutt'altro che normale della banca russa non è certamente corretta dalle contropartite che essa ha. La concessione dei crediti, nei Paesi capitalisti è subordinata all'esistenza di depositi: le banche non possono imprestare che i capitali confidati loro dai depositanti. Ora le banche russe hanno visto crescere i loro depositi e conti correnti da 213 milioni nel 1923 a 1502 nel 1927, cifra evidentemente di gran lunga inferiore all'aumento del credito concesso, ma che assume anche una significazione più caratteristica se si pensa che in essa il risparmio privato entra solo per 9 milioni nel 192.3 e 63 milioni nel 1927, mentre tutto il resto si riferisce a depositi di imprese industriali o commerciali di Stato, di associazioni e di assicu¬ razioni sindacali, ed al conto corrente del Tesoro. L'insufficienza dei depositi doveva fatalmente richiedere un intervento dello Stato per dare alle banche quelle disponibilità che esse non riuscivano altrimenti a procurarsi e di cui invece avevano sempre più bisogno di fronte alle sempre maggiori esigenze dei grandi trusts industriali e commerciali dello Stato. Perciò acconto alle risorse raccolte « coi metodi bancari », le banche dovettero ricorrere a quelle derivanti da versamenti obbligatori, cioè o da imposte speciali sull'industria e sul commercio o da stanziamenti a carico del bilancio dello Stato. In altre parole lo Stato che non permetteva alle banche di agire secondo le buone regole bancarie, doveva necessariamente intervenire a riparare le conseguenze del suo intervento. Questo intervento 6 rappresentato da una cifra che nel 1924-25 si limitò a 200 milioni, ma che nel 1926-27 ammonta a 900 milioni. Così le banche si trasformano da istituti che agiscono come intermediari fra il risparmio e l'attività economica di un Paese, in ente dì ripartizione delle entrate dello Stato. Il quale Stato, deve, a sua volta, provvedere al «suo» problema finanziario, perchè, com'è noto, la U. R. S. S. non nuota nell'abbondanza. Anche qui il metodo è reso semplice dalla necessità: si provvede attraverso l'inflazione, diventato ormai mezzo sempre più importante per procurare allo Stato le nuove risorse di cui ha bisogno, come è dimostrato dall'accrescimento costante della circolazione fiduciaria e della diminuzione altrettanto costante del valore del « cervonetz », il nuovo rublo sovietico. Cosi attraverso tutto questo ciclo di crediti fondato su criteri politici e di risorse bancarie fornite da mezzi politici, .si va approssimando il giorno in cui la Iiussia darà una nuova dimostrazione che l'assunzione da parte dello Stato di ogni attività economica e la distruzione della proprietà privata, togliendo ogni incentivo al risparmio, pongono con ciò slesso uh limite alla formazione della nuova ricchezza e con essa allo sviluppo economico ed al miglioramento sociale e civile di un popolo intiero. Gino Olivetti.

Persone citate: Gino Olivetti

Luoghi citati: Russia, U. R. S. S.