Il ritorno ai campi

Il ritorno ai campi Il ritorno ai campi Un discorso di Turati agli agricoltori bresciani Brescia, 26, mattino. La manifestazione agraria, svoltasi Seri a Brescia, ha tutta l'importanza di una rassegna delle forze produttive e l'imponenza di uno schieramento di tutte le classi dei rurali. Sul palcoscenico del Teatro Sociale erano riuniti alle ore 10 i gagliardetti e le bandiere di tutte le Sezioni e Federazioni degli agricoltori e dei Sindacati dei contadini. Erano convenule le autorità civili e militari col Prefetto, Li Podestà, il Segretario federale, i Magistrati della Corte d'Appello, del Tribunale, il comm. Cacciari, presidente della Federazione fascista degli agricoltori e i direttori delle Scuole agrarie di Brescia e provincia L'ampio teatro era gremito di agricoltori, conduttori di fondi e salariati. -Ouando l'on. Turati è apparso sul palcoscenico, salutato dall'inno cGio vinezza», l'imponente assemblea t scattata in piedi, erompendo in un formidabile evviva. Cessati gli applausi, Il presidente della Commissione granaria, come Martinoni, in nome di tutti i rurali bresciana e del comm. Gorio, vicepresidente dell'Ente serico nazionale, ringrazia il Segretario del Partito di aver voluto presenziare all'adunata. Il prof. Gibertini, direttore della Cattedra ambulante di agricoltura, fa quindi la chiamata dei premiati nel concorso nazionale per la Vittoria del grano, bandito dal Governo, nel concorso per la maggiore produzione di frumento bandita dalle Casse di risparmio delle provincia lombarde, nei vari concorsi provinciali e nel concorso pea: la produzione serica. E poiché per la prima volta in Italia è stato disposto che i premi in denaro per t terreni condotti a mezzadria siano divisi a metù tra proprietari e mezzadri, e 1 premi in denaro per i terreni condotti '.ri economia siano divisi in modo che un terzo sia devoluto ai salariati, si verifica lo spettacolo significativo che, intorno a ciascuno degli agricoltori, si vedono i contadini suoi diretti collaboratori. D prof. Gibertini fa poi l'appello dei premiati. Collaborazione SI avanza Quindi, accolto da vivi applausi, l'on. Turati, il quale, dopo avere accennato all'importanza della cerimonia, soprattutto perchè ad essa sono presenti quelli che hanno vinto é gli allievi delle scuole di agricoltura che saranno 1 vittoriosi di domani, e dopo aver parlato degli elementi fondamentali della nuova situazione agricola, ha cosi continuato: « In quest'ultimo periodo voi avrete sentito parlare molto spesso di ruralizzazlone. Roma vi ha accolto col suo più luminoso sorriso, l'Italia politica vj guarda come psrsonaggl molto Importanti. Se si desse retta a certi gazzettieri l'Italia sarebbe diventata rurale da quindici giorni o da un mese, n problema Invece non è cosi semplice. Non basta scrivere articoli di giornali per orientare nuovamente la vita di un paese, bisogna fare tutto un lavoro di educazione, di trasformazione, di preparazione delle coscienze, è soprattutto bisogna potenziare i mezzi perchè tutto questo possa verificarsi. « CI sono volute diecine di anni, for Se un secolo, prima cha gli italiani capissero questo problema fondamentale: se l'Italia non vive della terra non avrà possibilità di potenza nel mondo. Ma Ano a ieri siete stati considerati come elementi indispensabili alla vita nazionale soltanto nei 15 giorni prima delle elezioni. Vi assicuro che noi, prima delle elezioni non v diremo nulla, perchè 1 problemi Ter! e vivi sono cose serie e sacre su cui non si deve giocare. L'Ital letta parlamentare democratica ha giocato su tutte le cose serie e sacre come la vita della Nazione, speculando al gioco del lotto sulle fortune elettorali e politiche. '« Ma vi dirò di più : questa vostra manifestazione celebrativa di esaltazione ha valore anche per la presenza, anzi soprattutto per la presenza del lavoratori. Ho visto con piacere ed ho sentito con piacere alzarsi e rispondere « presente » colui che ha lavorato con l'agricoltore per produrre, e credo e sento che 1 lavoratori hanno nella stessa misura uguale senso di orgoglio per avere vinto. Quando vince la terra, quando vince il campo tormentato, arato, seminato, coltivato, non vince soltanto la proprietà ma tutto l'insieme degli sforzi: vince li capitale, vince la tecnica, vince il lavoro. Questa è collaborazione sul serio. Questa è vera corporazione. Questo è veramente quello che noi sogniamo: il corporativismo in atto che ha un nome, una disciplina ed una legge, ma soprattutto una espressione: la spiga di frumento: amore, fatica, speranza e volontà. Se questo non fos se, se cioè la spiga non fosse veramente l'espressione di questo sforzo .comune, tutte le leggi non servirebbero a nulla, tutta la nuova disciplina non gioverebbe a nulla •. L'on. Turati ha affermato poi che la vittoria è tanto più bella iti quanto non è del singolo che, con terreni scei ti, in condizioni ambientali buone, riesce ad ottenere buoni risultati, ma è di tutta una massa di agricoltori. Ha proseguito parlando della ripercussione nazionale che avrà la sfida fra agricoltori cremonesi e bresciani, perchè il « campanile •, che noi vecchi tempi serviva soltanto alla fortuna di qualchp uicr.nlo nomo, servirà rtornnni ad un'affermazione di potenza utile alla indipendenza economica del paese, oltre che a quella delia provincia di Brescia. Vita cittadina e vita rustica L'oratore viene poi a parlare d°l concorso della . casa colonica modello!, e dice che il concordo rientra nel grande quadro della vita economica italiana e del nuovo orientamento politico Quindi così continua: « 11 Capo del Governo ha detto a questo riguardo alcune cose fondamentali, che sono espresse nella prefazio¬ ne, di BU libici ed ki un recente arti-'aèg6panrapldcnqqgqdcNpgdrtqnlcrncnaledvugmglafonsinst.•mdDsiiestril'bmgral'avm si a e di ounni ei à eti e, ee ea di l t n uai . o l e i a l e i , o t i n i i ad incontrario la famiglia colo; bisogna sfollare le grandi città perchè esse sono centri naturali di infezione e di deformazione sociale e inorale. Con tutta la buona volontà di questo mondo non si riesce a tenerle pulito moralmente. Il problema è grave: la diminuzione delle nascite rappresenterebbe por l'Italia la preclusione da ogni possibilità di sviluppo nel mondo. Tra le sue cose migliori l'Italia esalta oggi quelle famiglie di agricoltori e contadini che raccolgono intorno al desco, qualche volta non troppo ricco nè troppo lieto, le belle schiere di bambini e di marmocchi, e guarda col più profondo disprezzo le creature troppo eleganti che rifuggono dalla maternità e la considerano come una sciagura. « Con tutto questo la soluzione del problema non è semplice. MI sapete spiegare perchè la gente viene a finire tutta in città? Se voi vi abbandonaste al .gusto delle statistiche, che sono del resto le più interessanti perchè rappresentano la vita di tutta la nazione, voi notereste che una lar-;a percentuale di coloro che sono opetai nelle !' dustrie cittadine o impiegati o appartenenti alle categoria dei piccoli commerianti, è rappresentata dall'Sn ed ai che dal 90 per cento di elementi venuti dalla campagna in città nell'ultimo decennio. Perchè è avvenuto questo?? Per ragioni speculative, per guadagnare, conseguenza del periodo inflazionistico ed industriale del dopo guerra quando le grandi industrie hanno succhiato dalla campagna la parte migliore della sua gioventù, facendo dei giovani sani contadini degli operai ammalati politicamente e c-uasi sempre ammalati fisicamente. Le grandi industrie hanno strappato alla campagna folle di operai che. In * o 5 anni, hanno dato il più largo contributo alla tubercolosi, alla sifilide e ad altre malattie. • Tutto questo è avvenuto nella prima fase; nella seconda fase il fenomeno si è verificato perchè la città esercita il suo fascino, perchè chi è entrato nella città per un giorno o per quindici giorni non ne esce- più, perchè il contadino, che ha vissuto per un mese in una città, nelle vie cittadine, specialmente nelle grandi città, luminose e splendenti sia pure di cose false, ricche di cinematografi, di caffè, di belle vetrine, di attrattive, di promesse, di lusinghe false, non vuole più ritornare alla campagna. Perchè la casa popolare, anche se non molto adorna, è infinitamente più sorridente per lui di quel che non sia la modesta casa di campagna Mi direte che tutto questo è apparenza. La stanza della casa popolare non ha bellezze Intime vere, ma le ha di riflesso per l'ambiente, per le possibilità che dà. perchè, con quattro passi e in cinque minuti, si è In una grande piazza vicino ad un caffè, alle 60glie di un cinematografo, perchè si può ascoltare la musica. Contro queste attrattive bisogna reagire. Bisogna tornare alla campagna. Bisogna rimandare alla campagna ». La casa colonica Il Segretario del Partito accenna poi alle deficienze delle abitazioni di campagna, e dice che il contadino, più ?he la casa magnifica, con pareti adorne, deve trovare nella sua cascina sufficiente conforto, e la sufficiente ragione morale per vivere. S. E. Turati, quindi, prosegue: c Vi saranno due concorsi, uno per quei contadini che conserveranno meglio le loro case coloniche, l'altro per quegli agricoltori che, nel periodo di due o tre anni, come sarà stabilito, costruiranno le migliori case coloniche. Non parlo ài eleganza, parlo di proprietà, di idoneità alla funzione; bisogna cioè risuscitare l'amore alla casa di campagna, suscitarlo nel proprietario e nel conduttore di fondi, non soltanto, ma soprattutto nel lavoratore, il quale deve sentire la gioia di entrare nella sua casa, di mantenerla ben pulita e adorna. C'è ancora molto da cambiare, c'è ancora molto da scrostare. Bisogna amare non le deformazioni del lusso e dell'igiene, ma tutte le cose buone della vita, abbastanza igieniche e abbastanza adorne. Bisogna avere l'orgoglio delle cose buone e delle cose belle, senza avere la follia delle cose troppo belle, che sono talvolta non abbastanza buone. E' tutto un programma di educazione, di miglioramento, di trasformazione. Altrimenti ^-avervi posto all'ordine del giorno della Nazione e l'avervi dato la responsabilità di una delle parti fondamentali della vita della Nazione, sarebbe stato un errore e sarebbe stata una cattiva cosa •. Il discorso di S. E. Turati, sovente interrotto da calorose acclamazioni, è stato salutato alla fine da generali, .•mponenti ovazioni. 11 teatro si è quindi sfollato tra entusiastiche «alala» al Duce e a S. E. Turati, mentre le musiche suonnvnnn crii Inni fasciali. Eroi M_ Polo Mariano ritorna Berlino, 26 mattino. Proveniente da Stoccolma è giunto ieri sera a Berlino, come già era stato annunziato, il comandante Mariano. Era a riceverlo alla stazio* l'addetto navale presso la Regia Ambasciata, comandante Manico. Il comandante Mariano, che è accompagnato dal suo amico e medico curante dottor Centali. si è recato all'Ambasciata ove rimarrà ospite fino a questa sera. Riprenderà poi il viaggio per Milano, dove giungerà martedì sera alle 20 e dove troverà clStpdmcdslicttcPFimcSg•ildcitmeclidicrnuiamnvremS'A

Persone citate: Cacciari, Duce, Gibertini, Gorio, Magistrati Della Corte, Martinoni, Polo Mariano, Turati