Tre relazioni di Mussolini alla Camera

Tre relazioni di Mussolini alla Camera Tre relazioni di Mussolini alla Camera La crisi della cinematografìa Roma, 14 notte. Il Capo del Governo ha presentato alla Camera, perchè siano discussi nella ripresa ormai imminente, varii disegni di legge. E' tra questi il progetto relativo alla conversione del decreto 10 agosto 1928, concernente la costituzione dell'Impresa Cinematografica. Nella relazione che accompagna il disegno di legge l'on. Mussolini ricorda che la decadenza della cinematografia italiana è cominciata a delinearsi nel 1916 ed è andata sempre più aggravandosi nell'ultimo decennio. Quella stessa industria, la quale, in un triennio, del 1912 al 1914, aveva non solo fat to fronte a tutte le richieste del mercato interno, ma anche dato vita ad un'importante esportazione, è venuta a trovarsi nell'impossibilità di sopperire alle gravi difficoltà nella produzione, nella vendita e nell'esportazione. Ciò premesso, la relazione continua: <t Le cause della crisi, in parte di natura particolare alla cinematografìa italiana ed in parte comune a tutti t paesi produttori di Europa, sono ben note, Per vincere questa crisi, non potevano — anche se fossero stati tentati — aver« successo soltanto i rimedi generalmente adottati per risollevare le attività produttive: organizzazione tee nica, miglioramento dei prodotti, af fluenza di capitali nuovi, ecc. Ciò se pure avrebbe potuto mettere la produzione cinematografica nazionale in condizioni di lottare sul mercato interno con quella straniera, avrebbe dato un risultato economico assai scarso, se non negativo. Il mercato nazionale, costiiuim di circa 3000 sale di proiezione, noi: sarebbe stato infatti sufficiente a coprire col reddito della rappresentazione le spese occorrenti per produrre buone cinematografie, ed il capitale privato non sarebbe mai affluito ad imprese che non avessero offerto almeno una modesta rimunerazione. « Il problema doveva quindi essere affrontato, non soltanto dal lato artistico, ma anche da quello economico Con la legge del 16 giugno 1927 fu fat to un primo passo, fissando le caratte ristiche cui devono corrispondere le cinematografie nazionali, sottoponendole ad un preventivo controllo artistico e tecnico ed assicurando infine ad esse un ceito sbocco nel mercato nazionale, In condizioni non inferiori a quelle normalmente praticate per le cinematografie straniere. Tali norme però non potevano bastare. Occorreva allargare con opportuni accordi 1 limiti del mer cato. Pertanto, con decreto 10 agosto 1928 è stata autorizzata la ■ Luce » ad intervenire in una società anonima che abbia per scopo la produzione di fllms di indubbio valore artistico, tali, cioè, da rappresentare degnamente la rln navata attività nazionale e sono state ammesse a fruire del benefici previsti dalla legge 16 giugno 1927 le cinematografie estere che siano state intro dotte nel Regno in seguito ad accordi, i quali garantiscano il collocamento ull'estero delle pellicole nazionali. Il Governo ritiene che. il provvedimento concorrerà ad avviare alla soluzione migliore l'importante problema della rinascita della cinematografìa Italiana ». La voce dei grandi italiani Un altro progetto dell'on. Mussolini riguarda la conversione del decreto 10 agosto 1928, che istituiva una Discoteca di Stato in Roma, Nella relazione l'on. Mussolini after ma che i continui perfezionamenti tecnici nei mezzi di riproduzione del-, la voce umana e la progressiva diffusione dei dischi fonografici, hanno reso ognor più evidente l'opportunità di valersi di tale invenzione per fermare duraturamente e divulgare tra le masse popolari la voce di personalità eminenti. Già qualche raccolta di voci, scelte anzitutto nel campo dei condottieri militari, era venuta formandosi negli ultimi anni ad iniziativa di privati e l'Associazione Nazionale tra i mutilati ed invalidi di guerra se ne era resa poi mallevaclrice ad evitare deplorevoli speculazioni commerciali. Trattavasi però di un'iniziativa contenuta in ristretti limiti, senza congrua organizzazione e priva comunque delle garanzie che soltanto lo Stato può offrire ed assicurare. Ai voti dell'Associazione predetta, perchè fosse appunto lo Stato ad organizzare direttamente un'apposita discoteca, il Governo fascista ha volentieri aderito. E la relazione spiega: « Con decreto 10 agosto 1938 è stata istituita la Discoteca di Stato, allo scopo di raccogliere e consonare per le future generazioni la viva voce elei cittadini italiani, che in tutti i campi avevano illustrato la Patria rendendosi benemeriti. L'incisione delle matrici originarie delle voci si effettuerà periodicamente su scelta du parte del Capo del Governo, di concerto col ministro della P. 1., cui rimane affidata la gestione della Discoteca, udito il Consiglio de! ministri. Le persone prescelte saranno iscritte in apposito albo d'onore ed i dischi porteranno impresso uno speciale segno distintivo. La diffusione dei dischi, anche mediante vendita al pubblico nel Regno e nelle Colonie, potrà essere affidala all' Associazione nazionale mutilati ed invalidi di guerra, che si assumerà l'onere delle spese, di stampa c quelle comunque dipendenti dall'uso delle matrici di riproduzione avute in concessioni •'ilio Stato. Gli utili della vendita avi„.ino mia destinazione altamente benefica, rimanendo riservati all'assistenza degli invalidi di guerra. L'Associazione stessa ha dal canto suo dichiarato di cedere gratuita inente allo Stato la raccolta in suo possesso di matrici originali e di riproduzioni già incise, e qùe sta raccolta, salva la procedura suaccennata per la scelta delle persone da iscrivere all'albo, servirà a costitiUre subito il primo nucleo della Discoteca. L'onere a carico dello Stato peT l'acquisto e la incisione delle matrici originali e delle matrici di riproduzione delle voci e per ogni altra spesa inerente alla gestione della Discoteca, è stato limitato ad appena 50.000 l're dfimzsamsps . s anl'ue- ^importanza della nuova isti azione ai fini della propaganda educal Uva e Patriottica è evidente, e il direto to Intervento dello Stato conferirà sena za dubbio massimo prestigio alla Dié Iscoteca. Criteri di severo rigore sarane"" se.S,!I,; nella scelta delle persone-!'» Vi V0<:P s,a da raccogliere in essam[sicché vi converga costante l'àttenzlo-ne del contemporanei e dei posteri, an-Isiosi di ascoltare la. viva voce delgrandi di nostra stirpe », L'istruzione professionale ì Infine l'on. Mussolini ha presenta*' to il progetto per la conversione del' decreto sul passaggio delle stuoie e istituti di istruzione tecnica e professionale dalle dipendenze del Ministero dell'Economia Nazionale, a quelle del Ministero della Pubblica Istruzione. Il Capo del Governo osserva : « L'esistenza di Istituti di istruzione superiore e inedia, alle dipendenze di due diversi Ministeri aveva portato, attraverso varlt decenni, alla creazione di doppioni di scuole a dispersione di insegnamenti dispendiosi e non giustificati da necessità pratiche, nonché a mancanza di coordinamento e duplicazioni di titoli professionali differenziati spesso soltanto nella qualifica. Allo scopo di eliminare tali inconvenienti, assicurando l'indispensabile coordinamento fra i varii gradi e categorie di scuole, la migliore utilizzazione det professori e del laboratori, nonché la necessaria unità di direttive, st è ritenuto opportuno concentrare nel Ministero della Pubblica Istruzióne anche le scuole professionali. E' ovvio che il passaggio anzidetto non Importa modifiche alle peculiari caratteristiche e funzioni delle scuole professionali, le quali, inquadrate nell'ordinamento generale dell'istruzione, continueranno a svolgere la loro importantissima azione di preparazione di elementi sempre più Idonei a concorrere alila intensificazione delja nostra agricoltura, al sempre maggiore incremento delle nostre industrie, nonché al crescente sviluppo dei nostri commerci ».

Persone citate: Mussolini

Luoghi citati: Europa, Roma