Un discorso di Hainisch pro Anschluss e i progetti di Seipel per una nuova Costituzione

Un discorso di Hainisch pro Anschluss e i progetti di Seipel per una nuova CostituzioneUn discorso di Hainisch pro Anschluss e i progetti di Seipel per una nuova Costituzione a i a o i o e a e a i a e o e e a e i e i a n , i è , e e . i i e i ù i i¬ e, o i si fei ria ao o a so Vienna, 13 notte. Qualche cosa di concreto rimano dei giorni di festa che la Repubblica austriaca si è concessi nel decennaie della sua proclamazione. Passiamo sopra alle manifestazioni di malumore e di discordia intestina costituite dai conflitti di Innsbruck fra Heimwehren e socialisti e da quelli di Vienna fra soldati e popolani troppo rossi; e prendiamo invece nota del fatto che il Presidente della Repubblica, Hainisch, si è deciso a fare un chiarissimo accenno alla necessità dell'Anschluss, e che il Cancelliere Seipel ha invocato una riforma della Costituzione. Forse perchè fra poche settimane lascia la carica da lui coperta per otto anni, Hainisch, per la prima volta, si è occupato dello scabroso tema dell'avvenire dell'Austria, adoperando queste precise parole: « La nostra economia non è ancora sanata. La nostra patria faceva parte di un grande Stato nel quale si era creata una certa divisione di lavoro e Vienna era centro economico di questo grande Slato, pure non essendone più in modo esclusivo il centro politico Ora molte nostre industrie hanno perduto 11 loro mercato e la posizione di Vienna, in ispecie, è minacciata seriamente ». Quindi il Presidente della Reputi* blica, dopo di aver citato alcuni fatti per convalidare la sua tesi,: ha proseguito dicendo: « Mi sembra semplicemente logico che noi dobbiamo aspirare ad unirci ad un più grande territorio economico o per lo meno chiedere che i dazi degli stati confinanti vengano diminuiti nella più vasta misura possibile. ■Se riuscirà i'una o l'altra cosa, credo che miglioreranno in maniera sensibile anche le nostre condizioni economiche ». Che la stampa austriaca scivoli su questo passo del discorso del Capo dello Stato, non deve sorprendere; giacché se attorno alle parole citate si fosse menato rumore a* vremmo avuto una nuova manifestazione politica internazionale, certo inopportuna. I colloquii fra Seipel e Briand a Ginevra, e la visita; di Painlevé a Vienna sono fatti an* cora abbastanza recenti per indurre i responsabili della politica austriaca a limitarsi ora ad enunciazioni di principii in linea prettamente teorica. Ma la sostanza — pare a noi — è quella che s'è detto, e, del resto, lo stesso Cancelliere Seipel ogni volta che ha voluto dichiarar' si favorevole all'Anschluss ha mm* Ere adoperato espressioni- identiche* a posizione di uomini di Statò responsabili davvero non consentirebbe di più. E mentre 11 Presidente Hainisch' si è occupato di cose che, in fondo, riguardano il futuro, Seipel — nel rivolgergli la parola per congratularsi con lui a nome dell'intero Governo — ha mostrato la necessità di modificare la Costituzione, la quale, essendo vecchia di ben 8 anni, gli sembra In grado di affrontare tranquillamente esperimenti del gcnere. A che aspira il Cancelliere ? Nominalmente, a stabilire un più intimo rapporto politico fra popolo e Stato, ad esempio facendo eleggere il Presidente della Repubblica non dalle due Camere riunite, ma, co* me si fa in Germania, sulla base di un plebiscito popolare; effettivamente, a scuotere la posizione del socialisti ai quali lo spirito decentralista dell'attuale Costituzione ha' assicurato fin troppi vantaggi. Inoltre il Presidente della Repubblica1 dovrebbe avere in avvenire poteri effettivi (adesso si può dire che non ne ha nessuno) e si vorrebbe riservargli il diritto di eleggere i membri del Consiglio federale, nonché il diritto di sciogliere le due Ca-1 mere e di convocare i comizi eletto* rali, senza bisogno che il Parlamene to voti per sciogliersi, come adesso: è prescritto, una apposita legge. Capita la mossa, i socialisti sono' corsi ai ripari. Stamane, dopo che il Cancelliere ha spiegato al capi dei Partiti il suo progetto, .. portavoce dei socialisti Seitz (che fu, prima di Hainisch, Presidente della Repubblica) ha dichiarato che il suo Partito è ostile, in linea di principio.ali idea del plebiscito popolare per, la elezione presidenziale, considerandolo un mezzo di politica cesarea ed un pericolo per la democrazia. Il Partito socialista neppure vede la necessità di accrescere i poteri del Presidente. Il Partito si riserva soltanto di decidere in merito odia proposta di prolungare, nella' evidente attesa di ulteriori accordi.la durata delle funzioni del Presidente oggi in carica. Ma Seipel non vorrà battere tronpo presto in ritirata. I. Z. 1

Persone citate: Briand, Seitz

Luoghi citati: Austria, Germania, Ginevra, Innsbruck, Vienna