Le prospettive parlamentari della nuova combinazione Poincaré

Le prospettive parlamentari della nuova combinazione Poincaré Le prospettive parlamentaridella nuova combinazione Poincaré Una maggioranza di sei voti alla Camera •• Uomini e partiti I radicali rimasti a terra e le forze dell'opposizione Parigi, 12 notte. Non possiamo dire che il nuovo ministero francese costituisca per Poincaré un grande titolo di gloria. Se non fosse stata la temeraria cocciutaggine dei radicali, che rifiutarono ieri mattina le concessioni offerte loro dal Presidente del Consiglio, in ossequio al programma di Angers, il .« Ministero dell'armistizio » sarebbe stato un ministero semicatastrofico, un ministero obbligato ad attendere l'investitura dei social-radicali e a trascinarsi al piede la palla di piombo di compromessi umilianti e pericolosi, un ministero condannato a far da battistrada al sovversivismo. Poincaré può accendere un cero ai 35 capoccia radicali, che, tradueendo le segrete volontà della Massoneria, dissero fino all'ultimo: « 0 tutto, o niente ». Senza di loro, la sua flessibilità gli avrebbe reso il pessimo servizio di condurlo ad assumere la paternità della combinazione ministeriale di tipo briandista, cui, come vi dicemmo a suo tempo, le trattative della notte del 10-11 novembre furono ad un pelo dal dar vita, e ad affogare irreparabilmente in un atto di debolezza imperdonabile la propria reputazione di uomo di Stato. Constatiamo comunque i salutari effetti del colpo di freni dato quando già l'equipaggio era sul ciglio dell'abisso e concludiamone col rlecernere se non altro, al Presidente del Consiglio francese, la patente di uomo fortunato. Che cosa vale il nuovo ministero? La rinuncia al portafogli delle Finanze Quesito preliminare da risolvere: perdio Poincaré non ha conservato il portafogli delle finanze? La. ragione ufficiale, che viene data di questo fatto singolare e inaspettato, consiste nei viaggi che il Presidente del Consiglio avrebbe in vista di compiere nelle capitali estere per rappresentare in persona la Francia ai negoziati che avranno luogo per la revisione del piano Dawes. A parte l'interesse che tale spiegazione può assumere nei confronti delle previsioni che si fanno circa la procedura adottata per quei negoziati, negoziati che sin qui pareva dovessero svolgersi a Parigi, crediamo necessario dire francamente.che la ragione vera è un'altra. Poincaré non ha. preso il Ministero delle Finanze, semplicemente per non dover mettersi personalmente in urto con la propria maggioranza il giorno che il Governo dovrà chiedere alla Camera la ratifica degli accordi Caillaux-Churchill e Mellon-Beranger sui debiti di guerra. Sapete infatti che il gruppo principale su cui il Ministero dovrà appoggiarsi alla Camera o quello dell'Unione repuhblicana-democratica, capitanato dall'on. Marin, tuttora strenuo avversario della ratifica. Se Poincaré fosse ministro delle Finanze, oltre che Presidente del Consiglio, la divergenza di opinione su un punto cosi importante potrebbe essere causa di compunzioni parlamentari. La qualità di arbitro fra le parti permetterà viceversa di comnorre più facilmente un eventuale dissidio. Aggiungiamo a quanto precede la considerazione, già altre volte segnalatavi, che il capo del Governo non e malcontento di scaricarsi su altri della responsabilità diretta della ratifica del consolidamento cIpì debiti, e avremo la chiave del ministero. Il ministro degli Interni Chiarito questo primo punto, è opportuno vedere un po' come le vicende della crisi abbiano reagito sugli altri portafogli. Estero, Guerra, MariDa. Aeronautica, conservano i loro titolari antichi; cosa indubbiamente eccellente per la continuità della politica di questi dicasteri vitali. Ma uno dei ministri, che ieri erano meglio a posto, il Tardieu, ò stato sbalestrato dai Lavori Pubblici agli Interni. Vero è che Tardieu coperse al Ministero degli Interni, all'epoca di Waldeck Rousseau, cariche importanti, ma la fisionomia speciale di questo uomo affermatosi sempre più da qualche anno come ministro tecnico e come realizzatore, troverà male a impiegarsi in un ministero essenzialmente politico quale è quello che gli è stalo dato. Se ve diamo subito ciò che la Francia perdo a non averlo più ai La.vori Pubblici, dove il suo passaggio era già stato contrassegnato da~opere della massima, importanza, non vediamo ciò che essa guadagna ad averlo agli Interni, dove il meglio del suo tempo sarà assorbito dalla resistenza al radicalismo dei prefetti, e dove non cesserà di essere preso di mira dai radicali della Camera. Ma, usciti dal Ministero i radicali, bisognava pur dare un portafogli grosso al Centro od ai moderati. E Tardieu, membro dei repubblicani di sinistra, non era uno dogli uomini più atti a consolare i moderati del sacrificio di Luigi Marin? Un'altra importante promozione si è prodotta all'ultima ora: quella di Maginot dal Ministero delle Pensioni, originariamente assegnatogli, al Ministero delle Coloni?, Anche Maginot, che alle Pensioni sarebbe stato the right man, alle Colonie sarà uno spostato. Ma Poincaré doveva ormai dare alle destre dei pegni seri anche a costo di rinunziare a tener conto delle competenze nella scelta degli uomini; e cosi Maginot, por essere stalo un momento ministro delle Colonie nel 1917, raccoglie la successione di Perier ad uno dei portafogli dove da maggior tempo era viceversa reclamata dal Paese la presenza di un coloniale. Più felice è etata la designazione di Cheron alle Finanze data la sua qualità di ex-relatore del bilancio al Senato e del Forgeot, uomo versa¬ r tile, ai Lavori Pubblici. In compenso però l'on. Bonnefous, specialista di questioni elettorali, ò stato bombardato ministro del Commercio, e l'on. Marraud, ex-direttore del Registro e Bollo, ministro della Pubblica Istruzione. Queste nomine discretamente avventate sono un indice della fretta estrema con cui il ministero venne messo in piedi al termine della sesta giornata di crisi, per fare almeno in tempo a battezzarlo, nella speranza che gli porti buon augurio, il « Ministero dell'armistizio ». La maggioranza numerica e ipotetica Rimarrebbe ora da fare il computo delle forze su cui esso potrà contare alla Camera. In linea di principio le forze ministeriali dovrebbero comporsi di 102 membri dell'Unione repubhlicana-democratica, 29 dell'Azione democratica e sociale, 63 repubblicani di sinistra, 54 membri della sinistra radicale, 15 indipenderiM di sinistra e 18'rejiubblicani socialisti dissidènti, ossia in tutto 281 voti. Tutti questi gruppi hanno infatti in proporzione della loro efficienza numeraria uno o più rappresentanti nel Gabinetto. All'opposizione dovrebbero invece, sempre in linea di principio, trovarsi: 19 democratici, 18 membri della sinistra unionista, 13 repubblicani socialisti ortodossi, 125 radico-socialisti e 100 socialisti unitari, ossia tutti i gruppi esclusi dalla concentrazione: totale 275. Facciamo la sottrazione e vedremo die il nuovo ministero Poincaré dispone di 6 voti di maggioranza. Si può a rigore di termini governare anche con 6 voti di maggioranza. Ma il Presidente del Consiglio si ripromette di vedere questo sparuto inargine allargato dai voti di buon numero di radicali, recalcitranti alla consegna della Rue De Valois e della Rue Cadet e impazienti di riacquistare alla piena luce delle battaglie parlamentari, la propria libertà d'azione. Saranno tali speranze confermate dai fatti? Fino alla fine dell'anno, cioè per il tempo necessario ad assicurare il voto del bilancio, crediamo che lo saranno. A partire dalla riprosa di gennaio, la. cosa è meno probabile. La presenza di Maginot in un ministero importante, di Tardieu al Ministero degli Interni, di Bonnefous, luogotenenle di Marin, al • Ministero del Commercio, di Francois Poncet, creatura di Mill'erand, in un sottosegretariato e. per dirla in una parola sola, la figura di Gabinetto di concentrazione a destra che Poincaré ha impresso, buono o mal suo grado, al nuovo Governo, sono tutte cose che uè. i radicali, nè le logge digeriranno in silenzio. Tal quale è. il Ministero favorirà, forse prima di vari mesi, la formazione alla Camera di ima opposizione compatta e importante che potrebbe alla prima occasione costituire il clima necessario alla nascita dpi famoso ministero social-radicale. Onesta ò almeno la sneranza dei cartonisti rimasti più che mai alla fine come al princinio della crisi pifferi di montagna. In ogni caso, è certo che Poincaré torna al potere su una base meno larga e quindi meno solida di prima e che lo aftwndono nlln Camera difficoltà tutt'altro che lievi. C. P. Commenti tedeschi Berlino, 12 notte. Il ritorno di Poincaré ella Presidenza del Consiglio età sialo previsto a Berlino fin dal momento delle sue dimissioni e noi provoca pertanto nessuna sorpresa. Si ripete ancora una volta che la politica asterà francese non sarà cambiata in alcun modo e già si esprime la speranza che la soluzione itolla crisi affretti la ripresa delle conversazioni per la revisione del piano Dawes. A lab» proposito Klein, diruttore della Deutselu! Allgemeinc Zcitung scrive stasera: « E' bene che Poincaré sia. tomaio, perche :1 suo nome è un urogramnia; la sua personalità non condrite dubbi; egli stesso personifica la volontà dello Francia e il mondo sa con chi ha da fare. Ogni altra soluaione avrebbe potuto portare pericoli di confusione, ma Poincaré è la chiarezza assoluiu. 11 rimpasto del Gabinetto non desta In minima speranza e si presta sollanto it distruggere definitivamente qualche amabile leggenda. In Europa molti credono che tanto la questione delle riparazioni come anche il problema renano non possano essere risoluti se non con Poincaré. Probabilmente il grande uomo quale noi lo riteniamo, per quanto sia il nostro più fiero nemico, ha l'ambizione di fare seguire una terza alla seconda azione risanatrice della sua vita, la stabilizzazione dot franco. Vuole cioè assicurare il punto di vista francese nella questione delle riparazioni e garantire che i debili francesi verso l'America e l'Inghilterra siano assunti volontariamente dalla Germania e che questa, per di più, paghi le cosidetle ricostruzioni nel nord della Francia. Cosi le trattative diplomatiche che debbono essere riprese ora si presentano chiare e sincere: sarà impossibile di accettare la tesi di Poincaré, ma è preferibile questa leale chiarezza. Se Poincaré tiene a legare nella storia il suo nome anche alla liquidazione finanziaria deli nitiva della guerra dovrà pure cambiare parere, ma Poincaré ha sempre fatto finora un uso minimo della qualità, di uomo di Stato che è quella di cambiare parere ». La Germania si domanda se la slelln di Poincaré non cominci ad impallidire. Tale domanda gli sembra giustificata considerando lo svolgimento della ciisi, nella qnale in fondo Poincaré, che da principio pareva che fosse l'organizzami'..» di tutta questa inessa in scena per far trionfare Integralmente il suo programma, ha finito con dorar rinunciare alla collaborazione del radicali ed a romperla con la sua tradì zlone e col suo programma e nel fare un Gabinetto senza il gruppo Marin. senza i radicali, eliti hanno tutto il diritto di sentirsi i vari .vincitori.