Herbert Hoower Presidente degli Stati Uniti di Marcello Prati

Herbert Hoower Presidente degli Stati Uniti Herbert Hoower Presidente degli Stati Uniti Il record delle votazioni americane : 22 milioni di voti all'eletto, 18 milioni all'antagonista -14 milioni di elettori in gonnella - Visioni ed emozioni della giornata campale - Politica che non muta Londra, 7 notte. HUoìto baccano per, nulla, osserverebbe Shakespeare, scorrendo il notiziario di stasera dall'America. Hoo$er. ha vinto la partita esattamente 'pome si prevedeva sin dell'estate <fcorsa, prima die intervenissero i fuochi artificiali di Smith a far tuonare i facili profeti di qualche mefce innanzi. Hoovcr. ha detto poco o niente durante la campagna elettorale, e si accinge a dire poco o niente per l'intero corso della sua presidenza, che entrerà in vigore nel marzo prossimo. Seguirà le orme di Coolidge: tranquillità e prosperità sulla base del conservatorismo; lattiera stare anche lui il resto del mondo, fuorché nei punti di incidenza di ben ponderabili interessi ■americani. E' vero che Uoover conosce l'Europa meglio di qualunque ■altro statista americano vissuto prima di lui e con lui, mille volle meglio di Coolidge e di Mellon. 1 maligni pretendono che queste speciali condizioni accentueranno nel prossimo quadriennio la politica americana dell'isolamento, ma in pratica le cose rimarranno coinè prima. Tradizione di sangue e di natali Il nuovo Presidente incarna la tradizione anche sotto un altro aspetto Egli mantiene la continuila dei presidenti di puro sangue anglo-sassone Il solo Roosevelt, di sangue olandese, segna una breve nella linea di razza che si serbò inalterata dal primo cinquantennio dell'Unione repubblicana sino evi noslr giorni. 1 primi inquilini, delia Casa Bianca vennero quasi tutti dai campi e dalle praterie degli Stati ai mezzo e dell'estremo West. Prole di pionieri, allevata nelle immancabili capanne di tronchi d'albero, in colpetto dei più vasti spazi che la erosta terrestre permettesse di contemvlarc Più tardi l'indispensabile cabina di legno alterici de rampolli presidenziali lasciò „v delie volta il posto ad uno studiolo urbano localo o ad una cattedra un, versitaria in qualche Stato del versante che l'Atlantico bagna. E ««e 'sta intermittente alterazione di tipi fu simboleggiata prima da Cleveland ■e poi da Wilson, ma rimaneva il ■crisma dell'indubitabile sangue anglosassone, quasi ^fvrejufo direttamente nell'America dalllnghil terra e dalla Scozia. ' Uoover è la stessa cosa; per giunta 'egli incorpora un ritorno al vecchio Uno E' infatti noto che il nuovo presidente è regolarmente nato in una capanna di tronchi d'albero, sul versante bagnato dal Pacifico. Tutti ■sanno altresì che egli non è un oratore Pochi furono i grandi oratori ira i presidenti americani, nel primo tecolo. 1 più dovettero, per forza di cose, essere soprattutto degli amministratori, perchè dovevano costruire il paese dalle fondamenta. Anche solto questo punto di vista Uoover fa pensare ad un ricorso storico. Egli è un amministratore e niente altro, ■Quantunque sia già moltissimo. Il pugno anglo-sassone rÀl popolo americano questa volta i tempi avevano offerto un'alternativa chiara e netta: Alfredo Smith, l'indubitabile celta, oriundo di Irlanda rappresentava un tipo assolutamente nuovo. L'intera linea presidenziale si era mantenuta rigida mente protestante. Smith, al contrario' è un cattolico. Per questo verso e per diversi altri, egli impersonava l'enorme massa di americani di orinine non anglo-sassone. La sua apparizione sulla più eccelsa piattaforma della lotta politica, alla quale egli si issò direttamente dal selciato cosmopolita della bassa New York accendeva la visione di un ondata di cittadini nuovi, derivanti da razza meridionale od orientale di Europa che si avventassero alla conquista del potere, passando sul corpo di quella che sembrava in procinto di essere la minoranza anglo-sassone del po polo americano. L'alternativa è stata respinta. Smith giace spezzato. Il pugno anglo-sassone stringe la sua presa possente sullo Stalo americano. Lungi dall'essere scosso e sbaragliato, esso si manifesta riconfermato al suo posto di comando dalla fiumana di voti che valgono di più e che non intendono lasciarsi sopraffare. Un'ombra di malinconia nell'immenso frastuono snfmNImnmpfp'Il numero dei voti minuti non manca al quartiere elettorale di Smith. Hanno deposto le schede in favore suo alquanti milioni di vo tanti; ma i voti presso il mestolo quelli che significano volontà di pre dominio, si sono chimicamente combinati in enorme maggioranza ad erigere Uoover sull'altare. Alcuni al 'tendevano la squilla di una nuova ora storica per l'America. Erano fantasticherie. La squilla è sempre stessa. Molto baccano per. nulla am questa è la filosofia delle elezioni presidenziali. In compenso, se l'elezione non fa nuova storia, limitandosi a riconfermare la vecchia, ha certo fallo montagne e montagne di cronaca. Non vi è stato mai tanto frastuono. I nuovi mezzi scientifici per le innumeri ripercussioni dei frastuoni inconcludenti collaborarono ad amplificare l'immensa tromba elettorale di mesi e mesi, che non significava niente. New York e le grandi cillà dell'interno ne echeggiarono ancor oggi, come conchiglie in bassa marea. 1 corrispondenti versano su questa riga i resoconti del finale orgiastico, die riempi la notte scorsa, come in ogni altra occasione analoga, le vie centrali di. New York. Centinaia di migliaia di cittadini rimasero assiepali fino all'alba sui piazzali e lungo le arterie che [anno capo agli uffici dei grandi giornali. Immensi portavoce automatici ruggivano tra le lampade ad arco la successione dei risultati parziali, che schermi luminosi sciorinavano in altri punti a lettere cubitali. I negozianti avevano barricato tulle le loro vetrine per sottrarle alla pressione della a o e •essa vociferante. Caffè, birrerie, ritoranli, teatri, rigurgitavano di gente che univa la curiosità politica alle occasionali velleità carnevalesche. E' certo che torrenti di bevande illegali, più o meno venefiche colmavano i bicchieri di questa moltitudine festante. I cronisti della nottata narrano che, ad un certo punto, sulla folla al chiuso, come pure su quella all'aperto, calò una crescente malinconia. Uoover vinceva; voleva dire che per una volta tanto si incomincerà a bere meno. Un amministratore sul serio, che sale alla Casa Bianca da una famiglia di quaccheri, dopo avere dichiarato al Paese che il proibizionismo è utile e deve continuare, non significherà la continazionc della cuccagna per l'esercito dei contrabbandieri di alcoolici. Questi messeri sono le vere vittime dell'elezione. Essi dovevano per forza militare in campo proibizioni sta, altrimenti si sarebbero dati la zappa sui piedi. Non potevano quindi che volare Hoovcr e tra poco subiranno gli effetti della sua vittoria. E' perfino possibile che il viatico popolare ad Hoover per la Casa Bianca implichi il permanente ostraci smo all'alcool traverso il nuovo mondo. Forse in America si finirà per non bere più neanche di frodo Hoover è sempre stalo astemio. Sul tocco, mentre in Europa inco minciava ad albeggiare, e le formidabili adunazioni di cittadini sulle piazze di America vedevano delinearsi, traverso i risultati fino allo a disponibili, il fatto compiuto del trionfo di Hoover, gli strilloni lanciavano al pubblico le ultime edizioni straordinarie dei giornali e gli organi democratici ammettevano ormai in poche righe concitate la disfatta del loro partilo. Nella casa della disfatti Alberto Smith aveva trascorso la sera nel quartiere generale newyorkese del partito democratico. Poca gente stazionava nelle adiacenze. Il candidato sul cui capo pendeva la proclamazione della sconfitta inco minciava a ritrovarsi solo. La sua geniale eloquenza e la sua figura pit torcsca lo avevano reso per qualche settimana l'idolo del popolino di tutti gli Stati dell'Unione. L'ultimo suo giro oratorio aveva risuonato trion falmente traverso il paese. Chi lo avrebbe potuto battere? Forse Hoo ver, il silenzioso? Smith aveva finito per convincersi che avrebbe vinto Ieri sera, nella solitudine della cittadella democratica, semi-smantella la dopo tanto ardore, egli principiò ad assaporare il fiele dell'insuccesso. Rincasò; la sua abitazione non era stata dimenticata dai più fanatici tra i suoi amici. Rintronarono acclamazioni al passaggio del candida lo democratico, che poco di poi, in sieme con la moglie e con alcuni pez zi grossi del partito, pendeva da un microfono telefonico, nel proprio salottino. Uno dopo l'altro transitavano gli annunzi degli esiti, la cui somma indicava la disfatta. Una voce, al tocco, mormorò : « E* finita :. siamo battuti ». Smith stringeva tra i denti l'eterno sigaro, che, insieme con il tubino color marron, forni ai caricaturisti un tema quotidiano per lunghi mesi. Il sigaro gli cadde per un attimo : egl rimase con gli occhi spalancati nel vuoto. Uno dei suoi amici gli sus surra qualche parola sottovoce. Su bito poi tutti se ne andarono. Smith rimase solo sui rottami del suo gran de sogno. II vinto al vincitore Afferrò la penna e telegrafò a Hoo ver mi California: « Mi felicito cor,« dialmente per la vostra vi'toria « vi mando i miei più sinceri, auguri a di buona salute, di felicità e di sucu cesso per la vostra imminente amii minislrazione ». Il quarto d'ora di Smith, alla riballa della vita americana, in pieno orgasmo elettorale, aveva ogni tanto assunto qualche aspetto che, senza offesa, poteva dirsi ciarlatanesco. Egli si era dimenato, aveva urlalo, si era eretto sui mantici delle automobili che lo trasportavano in mezzo alle folle come un cavadenti del buon tempo antico. Aveva ricevuto persone importanti facendosi trovare mezzo scamiciato. Una volta, nel corso di una conclone, che pure in molti punti era gravida di inolio buon senso', di fosforo, aveva ingaggialo un litigio personale con gli imbuii della adiolelefonia che in quell'istante gli avana sui nervi e li aveva trattati, da seccatori intollerabili, a tu per tu, senza curarsi della disgraziata circolanza che gli imbuti si vendicavano, diffondcntlo le repentiiev escandescenze dell'aspirante alla presidenza per tutte le case dell' Unione. L'ultimo gesto del demagogo lo ha riabilitalo. Il messaggio all'antagonista incitorc, rivelò un fondo di dignità, che gli avversari trovarono mille appigli per negare al candidato democratico. Smith ha saputo affrontare on decoro la debacle. Aeroplani studenti e fuochi artificiali attorno alla villa di Palo Alto Hoover nel frattempo era in California, nella sua villa di Palo Allo chiusa a chiunque fuorché ai famigliari: la signora ed i due figliuoli entrambi studenti universilari. Tutto era in ordine per la ben organizzata recezione telefonica a lunga distanza. Verso mezzanotte presero a fioccare i messaggi di congratulazione da tutte le parli. Venivano anche dall'Europa e particolarmente da Londra. Hoover aveva già fatto le sue prime somme, e, assodalo che la vittoria era sicura, si trattennb ancora qualche poco presso il telefo no. Tulio risultava confermato a menadito. Hoover andò a letto perchè non c'era più bisogno di perdere un solo minuto di sonno. E' un uomo sistematico. La presidenza, al contrario, sotto molti aspetti è una avventura. Egli aveva cominciato a dormire l sonno dei giusti, allorché un tuo no di vociferazioni scoppiò attorno alla villa ed una scric di esplosioni: erano gli studenti dell'attigua uni versila di Standford, ove Hoover si era laureato in ingegneria mineraria trenl'anni fa, quando per sostentarsi vendeva incidentalmente i giornali nei crocevia, e negli intervalli tra le lezioni faceva sin ancora il fattorino, senza contare un intermezzo di lavoro manuale in una miniera come un avventizio qualsiasi. La studentesca non aveva recato se co solo i furori vocali di salutazione al nuovo presidente, aveva an che ingaggiato tre o quattro aeroplani per un lancio di festosi petardi dal cielo, sui ben disegnali tetti della quieta villa di Hoover. Egli dovette alzarsi, uscire sulla veranda e ringraziare i disturbatori. Disse: « Grazie, grazie, sono lieto dell'esito » e raccomandarsi infine l'anima alle sue polizze di assicurazione contro l'incendio. 22 milioni di voti a Hoower 18 milioni a Smith Oggi il paese sta calmandosi. Esso sembra davvero contento della « so luzione » Hoover. Questa ha il meri to della pienezza. I conteggi definitivi mancano ancora, ma sì calcola che Uoover ha ottenuto su Smith un netto sopravvento di almeno \ milio ni di voti popolari (i due totali sa rebbero: 22 milioni di voti per Hoo. ver e 18 milioni per Smith). Quanto poi alla conformazione del cosidelto collegio elettorale, a cui spetta di eleggere formalmente il presidente, una specie d'elite compo sta di 531 membri investili di mandato dalle masse spicciole, la maggioranza in favore di Uoover vi si delinea travolgente. Si parla di oltre 400 hooveriani contro meno di cento smithiani. Nessun sofisma è possi bile sulla natura del pronunziameli to. Inoltre nessun candidato presi deliziale aveva mai raccolto 22 milioni di voti. Quelli ricevuti da Harding costituivano allora un record ma non superavano i 16 milioni mezzo. I suffragi che apportarono la vittoria a Coolidge ammontarono quattro anni addietro, a 15 milioni E' fuori di dubbio — dice stasera un cablogramma americano da New York al Daily Telegraph — che la sconfitta di Smith è stata dovuta in grande parte alle donne. La recente riforma elettorale aggiunse alle liste nazionali 14 milioni di elettori sopranumerari, che in pratica risultarono in gonnella. Si tratta di giovani donne, che prima di ora non si erano occupale di politica. Questa volta, pcslglbacssUszbcsNq o o , peraltro, la loro immaginazione fu colpita dal ricordo delle opere di soccorso dirette da Hoover durante la guerra ed in occasione delle tragiche piene del Mississipi. Di qui le simpatie per il candidato repubblicano. La maggioranza delle donne avversarono poi il candidalo democratico, anche e soprattutto per il suo evidente antiproibizionismo. La sconfitta dell'alcool Altri testimoni, nei dispacci di stasera, a/fermano che la vittoria di Uoover si risolve in un'alzata di scadi del paese in favore del proibizionismo. Insieme con Smith è slato battuto l'alcool. Uno dei colpi più dolorosi per il candidalo democratico fu l'inatteso scacco da lui sofferto nello Stato di New York, che pure ebbe ad eleggerlo e rieleggerlo governatore a quasi pieni voli. Strivolla Smith fu avvantaggiato da Hoover in tutte le circoscrizioni statali, fuorché nel quartiere newyorkese degli affari. Ma in questa lessa acropoli smithiana il candidato democratico otteneva una maggioranza di soli 400 mila voti. Ma Manhallij-Uall, di fronte allo scaco, inclina a volgere le spalle al suo pezzo grosso di ieri. L'unico conforto dei democratici newyorkesi consiste nella sconfitta di un candidato locale allo Stato: il sig.Howckton, ambasciatore americano a Londra. Egli rimase sopraffatto dal senatore democratico, che gli elettori conservarono in carica. Un'altra amarezza per Smith e per la parte sua risiede nell'incrinatura prodottasi entro la compagine demo erotica, clie imperava negli Stati del Sud da tempo immemorabile. Alcuni di questi Stati ieri finivano per vo tare a favore di Hoover. Il curioso che nella concomitante scelta degli alti funzionari, il Sud si mantenne compattamente democratico. Esso è dominato da una specie di vecchia aristocrazia locale', a cui evidentemente l'apparente sguaiatezza di Smith provoca del corruccio. L'aristocrazia del Sud, die si considera puro sangue inglese, detestava al tresi il caltolicismo de} candidato democratico e temeva che il suo fon damentale antiproibizionismo si prospettasse una passerella per la restituzione del visky e del gin alle masse negre. Il relativo sbaraglio del Sud potrà costare a Smith la perdita definitiva della capitaneria del partito democratico, il quale difficilmente lo in vestirà di una nuova candidatura alla presidenza. Il guaio è che i democratici ieri non potevano sognarsi, neppure lontanamente, di poter vincere le elezioni se non per l'eventuale tramite di Smith. Oggi essi continuano a mancare di qualsias altro uomo. La maggioranza repubblicana alla Camera e al Senato Non si segnalano ancora i risulta ti concernenti la rinnovazione della Camera dei rappresentanti, ma, se condo il corrispondente del Daily Telegraph, si considera certo a New York che la maggioranza repubbli cuna in quel consesso risulterà con siderevolmente accresciuta. Essa era di 36 voti prima di queste elezioni L'incremento dei voti repubblicani al Senato si calcola ad almeno otto Essi basteranno per ridurre all'irà potenza il notorio gruppo di fronda, leioaaqntolimntepplilidtipdud46SgW■he venne infliggendo fastidi a Coo lidge. Il corrispondente succitato facendo il bilancio della giornata di ieri ca biografa « La straripante vittoria di Hoover significa in primo luogo che gli americani sono soddisfatti delle condizioni attuali e temevano che un regime democratico determinasse una certa incertezza nel campo degli affari e mettesse a repentaglio l'o dierna prosperila del paese. Il motto repubblicano « perchè mai cambia re? », riassume in un nocciolo tutta la campagna del partito vittorioso e neanche la popolarità personale d Smith, la sua franchezza, la sua au dacia, nonché la sua riconosciuta abilità, poterono fronteggiare i capi saldi repubblicani fondati sul man tenimento delle cose come sono. Hoo ver ricevette dal paese il mandato di continuale nel prossimo quadriennio l'esatta politica di Coolidge, tanto al l'interno che all'estero, e il suo compito sarà agevolato dell'accresciuta maggioranza repubblicana nel Con gresso ». Il telegramma dì Coolidge Nel frattempo da Washington, Coo lidrje telegrafava stasera ad Hoover in questi termini: u II successo del nostro partito, la « vostra elezione alla presidenza a la conseguente riconferma della ti nostra amministrazione, sono mo » tivi di profonda soddisfazione per MtodhsvpddudlmcmotmèbcfcsvspnvtatmfddritplfCvvlslqdrTmRCvdCbvdortc« me. Dopo tale riconferma posso ora ritirarmi dall'altissimo ufficio col cuore in pace ». Wall Street, dal canto suo, batte le mani ad entrambi, risospingendo ii su il livello di. tutte le azioni di orsa. La cronachclla nera che non mana mai si limila a segnalare qualche alterco per supposti brogli elettorali qua e là, un colpo di rivoltella ini n paese della Virginia coll'uccisioe di un votante in una sezione elettorale e qualche altro disordine di lieve imjwrtanza. Il fenomeno sommario fu-, ordine e tranquillità generale. Un conto di risullati specifici deiultima ora giunto verso mezzanotte conferma: 22 milioni di voti popolari per Hoover contro 18 milioni per Smith. La differenza è di 4 milioni. Coolidge nel. 1924 sopra 29 milioni di votanti battè il candidato democratico Davis per 7100 mila voti; una maggioranza di 7 milioni fu pure quella ottenuta da Harding sul democratico Cox nel 1920, quando i alanti furono circa 25 milioni. Le ultime cifre relative alla struttura del collegio elettorale accennano a 463 seggi ad Hoover e soltanto 68 a Smith. Il precedente record dei seggi elettorali era stalo raggiunto da Wilson nel 1912 coti 435. Harding ci 1920 ne otteneva 401. Marcello Prati.