All'Altare della Patria

All'Altare della Patria All'Altare della Patria Già prima che la testa dell'imponente corteo potesse raggiungere Piazza Venezia, la Molo Vittoriana si era andata rapidamente affollando di personalità e di rappresentanze, che occupavano le gradinate e tutti i ripiani del monumento. La tomba del Milite Ignoto era stamani tutta ricoperta di corone: nel centro quella del Sovrano: una grande corona d'alloro con bacche dorate e nastro azzurro, su cui è ricamata la sigla reale; ai lati quelle delle Associazioni dei Combattenti, dei Mutilati, del Direttorio del Partito Nazionale Fascista, del Governatorato, della Provincia e numerosissime altre. Fasci di fiori sono sparsi in terra: tributo affettuoso e devoto di cittadini, fra cui di moltissime donne in gramaglie, che sono saliti e salgono continuamente al Vittoriano per compiere il gentile atto di omaggio. Fanno la guardia d'onore alla tomba due ufficiali superiori dell'Esercito e carabinieri in alta uniforme : davanti .ad essa, tra due urne sorrette dai piedistalli che fiancheggiano l'Altare della Patria si elevano bianche nuvole di incenso. Presso la tomba sono raggruppati numerosi reparti di Balilla e di Giovani Italiane che, nell'attesa che il rito sacro della benedizione alla salma del Milite Ignoto si compia, cantano in coro più volte inni patriottici, tra cui il « Canto del Combattente », su parole di Amilcare Rossi, presidente dell'Associazione combattenti, e musica del maestro Pettinato. In alto, sulla terrazza sovrastante l'Altare della Patria, si raccoglie un foltissimo gruppo di volontari di guerra, con a capo il pre sidente Coselschi, il vicepresidente on. Alfieri e il segretario generale Pescosolido. I volontari di guerra hanno con loro 150 bandiere della Dalmazia: vessilli azzurri con gli stemmi delle varie città dalmate, i cui dTappi pavesano, con una viva nota di colore, la balaustra della terrazza. Nel ripiano prospiciente la tomba del Milite Igno to si addensano le rappresentanze del le associazioni combattenti, mutilati, madri e vedove dei Caduti, Medaglie d'oro, Nastro Azzurro, veterani e garibaldini, granatieri di Sardegna, artiglieri d'Italia e numerosi nuclei delle varie sezioni del Fascio romano di combattimento: ciascuno con le proprie insegne. Fanno parte del gruppo delle medaglie d'oro il vicepresidente della Camera on. Paolucci, il gen. Fara, l'on. Rossi Pa66avanti, il prof. Fantini, il colonnello Morozzo Della Rocoa, il maggiore Martelli, il 'comm. Vitali. Lungo la gradinata fanno ala le rappresentanze degli ufficiali in congedo 0 fuori quadro. Lo schieramento di queste forze è superbo, costituito, com'è, da numerosi generali ed altri ufficiali superiori di tutte le Armi. Infine, sul marciapiede antistante all'Altare della Patria sono allineate le rappresentanze di tutte le forze armate del presidio, con la musica dei RR. CC; sul davanti, al centro, è la gloriosa bandiera lacera dell'81.o Fanteria decorata di medaglia d'argento. Sono fra le personalità intervenute alla cerimonia il sen. Simonetta, in rappresentanza del Senato; S. E. Casertano, presidente della Camera, 1 questori on. Renda e on. Buttafuochi; il grande ammiraglio Duca Thaon di Revel; il comandante dello Stato Maggiore Generale, maresciallo Badoglio; il gen. Vaccari, comandante il Corpo d'Armata; e il gen. Giovagnoli, comandante , la Divisione; S. E. Bazan, capo di S. M. della Milizia; l'on. Starace, vicesegretario del Partito; il governatore di Roma, principe Boncompagni Ludovisi, con il vicegovernatore conte D'Ancora; 1 capi di Stato Maggiore dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica; il gen. De Pinedo. La dimoitrazione a Mussolini Alle 9,30 le prime file dell'immenso corteo, ohe comprende seimila bandiere, 5600 sezioni, 93 Federazioni, con un complesso totale di 65 mila uomini, si scorgono giungere da Corso Umberto e entrare in Piazza Venezia al suono delle musiche e frp. lo sventolìo di centinaia e centinaia di bandiere. Precedono i mutilati con alla testa i componenti il Comitato centrale ; segue l'ingente massa dei combattonti con a capo i triumviri dell'Associazione, Amilcare Rossi, medaglia d'oro, on. Russo e on. Sansanelli. Piazza Venezia appare ben presto' gremita fino all'inverosimile. Dall'alto del monumento, di dove lo spettacolo è dominato interamente, il colpo d'occhio è veramente stupendo, e fini-dove lo sguardo può giungere si vedono altre colonne, altre schiere fino a perdersi In lontananza in una indistinta massa nereggiante. Echi di musiche vicine e lontane si confondono come in una grandiosa sinfonia: sono gli inni della Patria che accompagnano i reduci della trincea nel loro sacro pellegrinaggio alla tomba dell'Eroe, che simboleggia e riassume il valore e la-virtù dell'Italia in armi. Intanto solcano il cielo numerosi stormi di aeroplani che. dopo aver volteggiato sulla piazza con larghi giri, scompaiono dietro la mole vittoriana riempiendo l'aria del rombo dei loro motori, del fremito delle loro nM. Il tempo, che nelle prime ore della maililla era piovigginoso, si è ad un tratto rasserenato, vincendo la nuvolaglia che Io copriva; il sole ò apparso in tatto il 6U0 splendore. verso lo 11 «odo conv«auU i Pa¬ lazzo Venezia 1 Ministri e 1 Sottosegretari di Stato, il Segretario del Parato S. E. Turati, S- E. De Bono, l'on. Ferretti, capo dell'Ufficio Stampa, l'on. Delcroix, presidente dell'Associazione mutilati, il comm. Baccarini, segretario generale dell'Associazione mutilati, la medaglia d'oro on. Igliori. Poco dopo è entrato nel palazzo S. E. Il Capo del Governo. .-Vile 11,30 risuonano sulla piazza tre squilli d'attenti. Un alto grido prorompe da tutti i petti : « Duce I Duce 1 » e contemporaneamente si vedono centinaia e centinaia di bandiere agitarsi, migliaia di braccia protendersi al saluto romano: S. E. Mussolini è apparso sul balcone di Palazzo Venezia. Il Duce ammira il magnifico spettacolo cho si presenta ai suoi occhi mentre ie acclamazioni si fanno sempre più Intense, e deliranti. La dimostrazione si prolunga per vari minuti, fino a quando vari squilli di tromba danno li segnale che il Capo del Governo si accinge a parlare. Parla Mussolini Fra 11 più religioso silenzio S. E. Mussolini pronuncia il seguente discorso : - Grandi Mutilali, ai quali va la mia particolare e profonda simpatia, mw tilati, feriti, combattenti, camerati l c II tempo, non sue mutevolezze autunnali, è fascista; ci insegna ancora una volta ad abbreviare i discorsi, o meglio ancora ad abolirli. Una celebrazione come questa non ha bisogno in verità di molte parole. Tuttavia ritengo che sia necessario di riafter mare dinanzi a voi, o camerati, e dinanzi al mondo, alcune verità so lari. «La prima è questa: il popolo italiano, non ebbe imposta la guerra da una improvvisa aggressione,- il popolo ltaliano con le giornate di maggio, sempre più radiose nella memoria, volle deliberatamente la guerra; fu quindi un atto sitonlaneo della sua consapevole volontà! < Seconda verità, non meno solare : la guerra italiana è stata, specie nel primo periodo, particolarmente dura ed aspra. La documentazione è in queste cifre terribili e sublimi: seicento mila morti (cosi dicendo il Duce saluta romanamente; la folla dei com battenti risponde con un gesto solo nel quale è rimobilità raccolta e sacra di un rito); quattrocentomìla tra mutilati e invalidi e un milione di feriti. Si può quindi affermare che ben due milioni di Italiani, dico di Italiani nati e vissuti nella nostra penisola, hanno versato il loro sangue per generare la creatura che sorgeva dal loro sacrificio: la Nuova Italia. « Terza verità solare : la vittoria è stata luminosamente italiana (applausi scroscianti). Combattenti, già con la. battaglia del giugno fu stroncata, per ammissione degli stessi nemici, la resistenza dell'Impero Absburgico, e se è vero che ali alleali mandarono alcune divisioni, è altrettanto vero che nel maggio del 1915 noi demmo agli alleati un esercito (vivissimi e prolungati applausi). i Quarta verità, più solare che mai! Questa guerra, che e stata la prima e forse l'unica nella storia, sino ad ogni, alla quale ha partecipato tutto il popolo italiano, ha rivelato di. quale tempra siano i combattenti italiani. Ci sono pagine di eroismo incomparabili, pagine di eroismo leggendario, tanto nella guerra terrestre quanto nella guerra del mare e nella guerra del cielo. Dopo la grande Vittoria ci fu un periodo d'incertezza che ci ha fatto molto soffrire, ma, quinta e ultima verità, a un certo momento un manipolo di uomini che venivano dalla trincea riprese nei pugno il vessillo della vittòria, e. la Vittoria, nell'ottobre 1922, fu riscattata e per sempre (dalla immensa piazza si acclama a Mussolini e al Fascismo). r Camerali, la portata storica e rivoluzionaria della guerra e della rivoluzione delle Camicie Nere sta in ciò; che finalmente dalle Alpi alla Sicilia c'è un solo popolo, unito, concorde, disciplinato, deciso a fare la grandezu e la potenza della Patria (acclamazioni). u Camerati! il mio discorso si conclude con una domanda (rombano nel cielo 1 motori di alcuni aeroplani. Il Duce tace per qualche momento. Allora la folla imipirowisa a Lui un'appassionata dimostrazione. Si grida» Viva il Duce i Viva le Ali d'Italia !»)'. Ripeto : il mio discorso si enne-indi: i.aii ima domanda: ma priian di rispuntici e pensate c/te il granfie He, il Padre dalla Patria, vi guarda, ed il Fante Ignoto vi ascolta; se sarà necessario, farete domani quello che avite fatto* ehi l*t*moa Usto. Ito Mai le¬ SMSSmpddhNmm a a a o o e vando in alto n»lle e mille bandiere e tendendo le braccia nel saluto fascista, risponde con un grido formidabile: Sì I). « Allora portate l'eco di questo solenne giuramento in ogni angolo della Patria, viva l'Italia! o. La folla risponde al Duce, rinnovando il grido: » Viva l'Italia ;». Si grida da ogni parte agitando le insegne della Guerra e della Rivoluzione: Viva Mussolinil Le acclamazioni al Duce, che assumono un tono di incontenibile e travolgente entusiasmo, continuano per qualche minuto; cosi che egli è costretto ad affacciarsi più volte al balcone per ricambiare il saluto del popolo. Nuove acclamazioni sono partite dalla folla quando da ultimo S. E. Mussolini si è affacciato, avendo a fianco il Presidente del Combattenti avv. Rossi, il Presidente dei Mutilati, on. Delcroix ' e il segretario gener. dell'Associazione stessa comm. Baccarini. Terminato il discorso del Duce, mentre. 6i prolunga la dimostrazione della immensa folla, dalla Chiesa di S. Marco, attigua al palazzo Venezia, preceduto dal Crocefisso esce il Vescovo Castrense mons. Panizzardi, rivestito dei sacri paramenti, seguito dal clero di S. Marco. Il breve corteo passa tra due cordoni dì truppa, sale la scalea del monumento e si sofferma dinanzi alla tomba del Milite Igno to, mentre le trombe squillano l'« attenti » e le bandiere si inchinano. Mons. Panizzardi, rivolto alla piazza intona il « Te Deum » cui rispondono i cantori aggruppati presso la Tomba del Milite Ignoto e la folla dei combattenti. Sulla piazza le musiche intonano l'Inno del Piave, mentre la Campana Capitolina suona a distesa e sulle alture della città Eterna romba il cannone. Smiilla nuovamente battenti » e, tra il più profondo silenzio degli astanti, il Vescovo impartisce la benedizione. Terminata la cerimonia, il corteo sacro fa ritorno processlonalmente alla Chiesa di S. Marco, mentre, tolti i cordoni, le varie rappresentanze combattentistiche si recano a rendere omaggio alla Tomba del Minte Ignoto e quindi lasciano Piazza Venezia. Alla tomba del Maresciallo Diaz Nel pomeriggio alla presenza augusta di S. M. il Re e con l'intervento di S. E. il Capo del Governo e delle alte cariche dello Stato, è stata scoperta p benedetta la Tomba del Maresciallo d'Italia Armando Diaz, Duca della Vittoria. La cerimonia, ispirata a religiosa ed austera solennità, si è- svolta nella Chiesa di S. Maria degli Angeli ove a stato eretto il monumento ai Grande Condottiero. La tomba, ideata dal prof. Munoz, è collocata sulla navata destra della crocerà e si compone di due parti; della cripta e del monumento onorario che sorge al piano della basilica, in forma di un prospetto architettonico diviso in tre parti da pilastri di marmo greco. Nella zona centrale c l'iscrizione semplicissima « Armando Diaz, Duca della Vittoria, Ma resciallo d'Italia » seguita dalle date di nascita e di morte. Per la cerimonia le due pareti della chiesa, laterali al monumento onorario erano stat; rivestite di foglie di alloro e di quercia, come pure ne era cosparso il suolo intorno al monumento, ai lati del quale erano state collocate due grandi bellissime corone di S. M. il R° e di S. E. il Capo del Governo. Verso le 15.30 sono cominciate ad affluire numerosissime personalità, fra cui S. E. Thaon di Revel. S. E. Bazan S. E. Vaccan, l'on. Delcroix. l'on. Starace, il comm. Marinelli, l'on. Maraviglia, la medaglia d'oro Rossi, gli on. Russo e Sansanelli, numerosi senatori e deputati, il gr. uff. Beer segretario capo alla Presidenza del Consiglio, il gen. Gonzaga, il generale d°lla Milizia Fara, i gen. Lombardi e Di San Marzanò, il gr. uff. Coselschi, il commendatore Guglielmotti, il console Parolari, numerose medaglie d'oro, fra cui gli onorevoli Paolucci, Carolei. Baruzzi. Martelli, Vitali, Igliori, Bucchi e Fantini, e un folto grappo di ufficiali generali dell'Esercito, della Marina, dell'Aeronautica e della Milizia Nazionale. Erano pure presenti le madri degli eroi Filzi e Chiesa, e la signora Bergamas, madre di due dispersi in guerra, che ebbe l'onore di scegliere la salma del Milite Ignoto. Alle 15.15, accompagnati dal Maresciallo d'Italia Badoglio, hanno fatto il loro ingresso nella chiesa le due figliuole ed il figlio dal Duca della Vittoria che hanno preso posto nello spazio riservato alla destra del monumento. Alle 16, dal lato della chiesa di via Cernala è giunto S. M. il Re, che- è staio ricevuto da S. E. Mussoìii'i di S. E. Titioni. du S. E. Casertano, del Ministri e Sottosegretari di Stato, da S. E. Turati, da S. E. De Bono e da S. E. Boncompagni, governatore di Roma. Preceduto da mons. Giovanelll parroco di Santa Maria degli Angeli e dal clero, il Sovrano, seguito dal Capo del Governo e dalle alte personalità ha fatto il suo ingresso nella chieda' Nel silenzio profondo echeggia il cc^ mando alle truppe che presentano !« unni, méntre sulla terrazza della chiesa crepitami salve di moschetti. Il momento e solenne e pieno t:i commozione indicibile. Appena S. M. il Re e 9. E. il Capo del Governo eoa i* aito cariche pren¬ p-ccbjI' a a etni a ni lrl e ti o di i ui a ae, te e a i : l , i ù i , i o . l l , o o e . a o a a a a a , a a a e p o a i a o a o dono posto nel recinto d'onore, è tolto il velo che ricopre le pareli del monumento: rivive in quell'attimo la bellezza, delle gesta eroiche del grande condottiero: tutti, irrigiditi sull'attenti, si raccolgono in religiosa meditazione. Quindi, mentre la Reale Accademia Filarmonica romana esegue un suggestivo e lento preludio 6ul tema: « Quando corpus » del Pergolesi, mons. Giovanelli impartisce la benedizione al monumento e l'assoluzione alla salma del Maresciallo. , „ S. M. il Re e S. E. il Capo del Governo, accompagnati dal prof. Munoz, discendono a visitare la cripta. Dopo una visita, S. M. il Re e S. E.' Mussolini riprendono il loro posto per assistere allo sfilamento Innanzi alla tomba del Maresciallo di tutte le Associazioni combattentistiche. La Filarmonica esegue un classico « largo » del Corelli. Teiminata la cerimonia, che è etata curata in ogni particolire dalla Presidenza del Consiglio, S. M. il Re, ossequiato da S. E. il Capo del Governo e dalle autorità, lascia Santa Maria degli Angeli. Infine tutti gli ufficiali fuori servizio sfilano innanzi alla tomba, rendendo omaggio al grande artefice della Vittoria, scomparso. II popolo al Quirinale Viva il Re! La popolazione romana, che ha vissuto con passione questa giornata di celebrazione della Vittoria, ha voluto chiuderla nel modo più degno e più alto, portando il suo saluto devoto e riconoscente al Re Vittorioso, al Re che. Fante tra i Fanti, dopo quattro anni di guerra durissima, seppe condurre il suo popolo al di là delle ingiuste frontiere e dare alla nazione la sua imita inscindibile. Convocata per le 17 sulla piazza del Quirinale dal Segretario federale dell'Urbe, comm. Guglielmotti, la cittadinanza romana ha risposto con slancio magnifico all'appello, e, molto prima dell'ora fissata, una moltitudine immensa, composta di persone di ogni condizione e di ogni classe, si è andata addensando sotto il Palazzo Reale e ha gremito ben presto la piazza in tutta la sua vastità. La marea umana non ha cessato per questo di affluire verso il Quirinale e, non potendo farsi largo attraverso la massa fitta che si stendeva fino alle ultime rampate di monte Cavallo, ha dilagato per via ti Maggio e «ria 20 Settembre, .offrendo uno spettacolo di una imponenza meravigliosa. Le finestre e i balconi, le terrazze del palazzo della Consulta, del palazzo Colonna e di tutte le altr» case adiacenti sono anch'esse gremite. Davanti alla Reggia 1 cordoni seno format; da carabinieri in alta um'forrne; al di qua dei cordoni, presso la porta del palazzo, sono riunite le autorità tra le quali S- E. 11 Segretario del Partito, on. Turati, coi membri del Direttorio, on. Starace, comm. Marinelli, on. Bianc, dott. Martini. II governatore di Roma, principe Boncompagni Ludovisi. l'on. Delcroix, la medaglia d'oro Rossi e gli on. Russo e Sansanelli del Direttorio dei Combattenti, la medaglia d'oro De Cesaris. presidente della Sezione del Combattenti di Roma, gli on. Alfieri, Maraviglia, Polverelli e Dudan. la medaglia d'oro gen Igliori. il comm. Guglielmotti con il Direttorio della Federazione dell'Urbe. Al di là dei cordoni, e fino alla fontana dei Dioscuri, si agita una selva di bandiere, di labari, di gagliardetti del Fascio romano di combattimento, intervenuto alla dimostrazione con oltre ventimila uomini, e di tutte le Associazioni combattentistiche. 11 labaro purpureo della Federazione dell'Urbe è al centro di front* alla Reggia, affiancato da una scorta d'onore. Dietro ai vessilli nereggia la folla immensa, una folla piena di entusiasmo fervente, di patriottismo, che nell'ansia dell'attesa acclama a gran voce il Sovrano, e applaude vibratamen te le musiche che, 1n varii punti della piazza, fanno squillare le note della Marcia Reale, della « Canzone del Piave » e di « Giovinezza ». Le acclamazioni crescono di intensità quando 11 comm. Guglielmotti si accinge a dar lettura del proclama che il Re lanciava al suo popolo all'inizio della guerra, nell'atto di assumere il comando delle forze di terra e di mare. A voce alta e chiara 11 Segretario Federale ripete le parole fatidiche, che sono nel cuore di ogni italiano, e, al termine della lettura, una nuova, imponentissima dimostrazione testimonia quanto siano ancora presenti allo spirito di tutti i ricordi di quelle epiche giornate, che segnarono il principio della guerra vittoriosa. Altra imponente acclamazione saluta la lettura del Bollettino della Vittoria. Intanto S. E. Turati, con l'on. Blanc, il comin. Marinelli e il dott. Maltini, l'on. Delcroix e il comm. Rossi salgono alla Reggia, per porgere al Sovrano il saluto del Partito e dei Reduci. Nella piazza l'aspettativa si fa sempre più viva: grida potenti di « Viva il Re » risuonano dovunque e alle grida si confondono applausi scroscianti, mentre tutte le musiche intonano la Marcia Reale. Alle 17 precise, si apre il finestrone centrale del palazzo e due valletti vi stendono sulla balaustra del balcone il tappeto rosso. Pochi istanti dopo appaiono al balcone S. M. il Re e S. M. la Regina, e al loro fianco S. E. Turati, l'on. Delcroix, il comm. Rossi, l'ori. Blanc, il comm. Marinelli e il dott. Maltini. Timi i vessilli si inchinano, migliaia e migliaia di braccia si protendono per salutare romanamente, e da tutta l'immensa massa raccolta sotto il palazzo prorompe di nuovo più alto, più vibrante il grido di a Viva il Rei ». E' uno spettacolo superbo di devozione e di fede. S. M. il Re sì sofferma a lungo a -contemplare la moltitudine che lo acclama, e risponde portando ripetute volte la mano al berretto. E come la dimostrazione non accenna a cessare anzi moltiplica il suo ìmpeto deliratile, il Sovrano deve trattenersi ancora ni balcone parecchi minuti. Insieme al Re acclamazioni vivissime salutano la Regina. I Sovrani quindi si ritirano, me la folla vuole ancora vederli, vuole ancora salutarli. Richiamati dagli applausi frenetici il Re e la Regina si affacciano tuia seconda volta, mentre si rinnova al loro indirizzo una entusiastica dimostrazione che non cessa nemijihe quando, lasciato i SovtWhi il balcone, sopraggimigouo i v-alieiti j to gliere i tappeti. Le acclamatola =i Iprolungano ancora, mentre le fanfare 'fanno nuovamente echeggiare i loro squilli.' dgisMNdrOdt