Le imponenti cerimonie inaugurali di Roma

Le imponenti cerimonie inaugurali di Roma Le imponenti cerimonie inaugurali di Roma Roma, 29 mattino. Ieri mattina, alle ore 9, presenziando all'apertura della Via del Mare, il Du ce ha iniziato l'inaugurazione delle opere pubbliche che il Kegime ha compiuto nell'anno VI. La cerimonia si e svolta al principio nella grandiosa arteria che, partendo dal piazzale antistante Ja Basilica di S. Paolo, unisce Roma ad Ostia. Una colonna di travertino, collocata su di un lato della strada, porta scolpito il l'ascio Littorio, ed in alto reca la seguente scritta: « Vittorio Emanuele 111 Re — Benito Mussolini Duce — Francesco Boncompagni Ludovisi Governatore di Roma 28 ottobre 1928 VI ». Sul basamento sono incise le seguenti parore: « Riprese le insegne delle Legioni che da Roma conquistarono il mondo, l'Italia fascista, per la Via del Mare, muove sulle orme antiche a creare la gloria dell'Era Nuova ». Di fronte alla colonna era stato eretto un palco per le autorità. Lungo la strada, su alti pennoni sventolavano bandiere dai colori nazionali e del comune di Roma. Alle ore 9,10 è giunto il Capo del Governo, S. E. Mussolini, accompagnato dal comm. Chiavolini. Lo ha ricevuto il governatore principe Boncompagni Ludovisi, mentre reparti di carabinieri, del genio e di metropolitani rendevano gii onori militari. Erano presenti i ministri Giuriati e Federzoni, il sen. Simonetta per il Senato, l'on. Renda per la Camera dei deputati, 11 comandante del Corpo di Armata gen. Vaccari, il gen. De Pinedo, il gen. Di San Marzano del RR. carabinieri, il vice-prefetto Del Vecchio e numerosissime altre autorità. Il Partito era rappresentato dal vice-segretario comm. Melchiorre dal comm. Maraviglia e dal comm. Marinelli. Erano presenti inoltre il segretario federale dell'Urbe, comm. Guglielmotti, col vice-segretario comm. Seccarelli, il principe Potenziane exGovernatore di Roma, col quale, nell'attesa dell'arrivo del Duce, il principe Boncompagnl si è trattenuto a conversare affabilmente. La Via del Mare Dopo che il Duce, seguito dalle autorità, ha preso posto sulla tribuna, il governatore di Roma ha pronunziato il seguente discorso: e Roma è l'unica, tra le Capitali di Europa, che abbia l'invidiabile sorte di essere vicina ai monti e vicinissima al Mare. Eppure, par quasi inverosimile..., da quando, con la decadenza dell'Impero si spense la vita dei Porto di Ostia, da allora, fino alla nostra generazione, ogni vtia di comunlcazio: ne scomparve tra Roma ed il suo mare. I nove decimi della popolazione dell'Urbe ignoravano che cosa fosse il mare, e j pochi che andavano a cercarlo, volgevano verso lidi assai più lontani. « Questo triste abbandono, protrattosi nei secoli, non cessò neppure quando l'Italia conquistò la sua unità. Una sola strada carrozzabile esisteva, die portava al piccolo villaggio sorto at: torno al castello, ove un manipolo di coloni ravennati disperatamente lottavano per strappare la terra alla palude e per salvarsi dal flagello della febbre. Era un'ardua lotta, con alterne vicende, e molti i morti, moltissimi gli ammalati, ed Intanto il piccolo Cimitero vedeva crescere la sua popolazione ancor più di quella del paese. Ben ricordo che quei pochi, come me, i quali, gitanti ad Ostia, volevano spingersi fino' al mare vicino, dovevano, lasciata la strada carrozzabile, attraversare, passando per prati e terreni paludosi, i tre chilometri di campagna che separano il paesello di Ostia dal Mare. Quasi alla vigilia della guerra ■una strada fu costruita che eondnceva al mare, ma era angusta e misera, coma meschine erano quasi tutto le iniziative con cui allora si affrontavano I maggiori problemi d'Italia e di Roma. Ed è ben ragionevole supporre che le condizioni non sarebbero mutate, se un giorno nella mente del Duce non avesse brillato l'idea generosa di offrire a Roma un dono divino: il Mare...1 « Cosi, quello che governanti e Governi dalle epoche remote dell'Impero Ano all'età nostra non fecero, e non fecero perché non sentirono,'*, B-nito Mussolini, nell'anno V designò. : il VI annuale dell'era fascista vede già compiuto. Roma e finalmente congiunta con il suo mare magnifico e per mezzo di una strada che è senza dubbio la più bella del mondo. E se un retorico schema non ci fa velo, possiamo considerare questa strada, che dalla storica basilica di S. Paolo Unisce al maro Mediterraneo, come un insigne monumento. Non sono infatti soltanto monumenti gli editici, le colonne, gli archi e le statue, ma anche tutto ciò che rammenta agli uomini un ideale conseguito od un fine da perseguirsi I « Cosi questa via non vuole essere solo un più agevole percorso automobilistico od un maggior riavvicinamento col mare. Ben più vasti orizzonti rissano le pupille del Ducei Quando egli, nell'atto di partire per la. Trlpolitania, convocò su di una nave da guerra a tre miglia da Ostia, i capi delle Federazioni fasciste, tra l'altro disse: a Tornando alle vostre terre più o meno continentali dovete agire in modo che la coscienza marinara si risvegli a pieno. Noi siamo mediterranei ed il nostro destino, senza copiare alcuno, è stato, sarà sempre sul mare ». « Non a caso, forse, il mònito venne lanciato ad Ostia. Ma perchè la nuova coscienza si risvegli è necessario che i romani considerino il loro mare con la stessa dimestichezza, direi amore, con cui guardano il loro fiume sacro. 11 Fascismo, che domina la materia per elevare gli spiriti, ed ha saputo trasfigurare la Marcia su Roma in Marcia di Roma, oggi qui ci aduna per una cerimonia il cui significato, trascendendo l'opera assurge ad alto simbolo di volontà tutta tesa ad aprire nuove vie alla potenza ed alle fortune d'Italia. La spiaggia di Ostia vide in tempi remoti partire i legionari sul mare e dal mare vide ritornare vittoriosi e pronti a nuove imprese. Con questa visione, noi Italiani di oggi, dal lido ostiense puntando i nostri sguardi al di là del luminoso orizzonte, sapremo apprestare i nostri spiriti per le immancabili mèta che il Duce ci vorrà additare I v Vivissimi applausi hanno coronato la line del discorso del Governatore di Roma, cui S. E. il Capo del Governo ha stretto cordialmente la mano. Il' principe Boncompagni Ludovisi ha quindi consegnato al Duce, al Ministro Giuriati ed al principe Potenziani un esemplare in, oro della medaglia commemorativa che porta nel recto l'effige di due operai nell'atto di posare l'ultima pietra miliare al termine della via del mare, le cui onde si frangono sulle pietre del molo ; sullo sfondo le mura imperiali si disegnano con la linea possente dei bastioni e delle torri di Porta Ostiense, fiancheggiata dalla piramide di Caio Cesilo. Nel verso campeggia in alto lo stemma di Roma fra due delfini simboleggiantl il rinnovato connubio tra l'Urbe e il suo mare. Segue l'iscrizione commemorativa:- « Roma congiunta dalla Via del Mare al lido di Ostia nell'annuale della Marcia leggendaria. 28 Ottobre 1928, Anno VI. E. F. ». Un esemplare della medaglia è stato inviato in omaggio dal Governatore a S. M. il Re. 11 Duce, seguito dal principe Boncompagni, dopo avere tagliato il nastro tricolore ctie sbarrava la Via del Mare, all'altezza della colonna è salito in automobile e con il Governatore e col comm. Chiavolini ha percorso la nuova strada fino alia borgata Acllia. Lumro la strada le maestranze che eseguirono i lavori hanno fatto al Duce una calorosissima dimostrazione di simpatia. Allineate ed imbandierate erano le macchine che hanno servito a portare a compimento la meravigliosa opera. Il Ministero dell'Istruzione Pubblica Di ritorno dalla borgata Acilia, dove nuove entusiastiche dimostrazioni lo hanno accolto, S. E. il Capo del Governo si è recato al viale del Be per presenziare l'inaugurazione della nuova sede del Ministero della Pubblica Istruzione. Sulla piazza antistante al nuovo Ministero erano schie¬ rati gli Avanguardisti trasteverini con i loro gagliardetti, la musica e reparti speciali. Tutte le case delle adiacenze erano imbandierate od una grande folla ne gremiva le finestre. Nell'atrio del Ministero èrano \4 rappresentanze dei Fasci e dell'Associazione del pubblico impiego con i gagliardetti. Nel cortile erano schierati i Balilla e le Piccole Italiane di Trastevere. Alle 10 precise, annunziato dalle, trombe che squillano l'attenti e salutato da un poderosissimo « A noi I » degli avanguardisti, è giunto in automobile S. E. il Capo del Governo, fatto segno ad una delirante dimostrazione della folla addensatasi nei pressi del nuovo edificio. S. E. il Capo del Governo, ossequiato dalle autorità, è entrato nell'atrio del nuovo Ministero, mentre i gagliardetti si inchinavano al suo passaggio e tutti i presenti salutavano romanamente.. Proseguendo per lo scalone di sinistra è salito al primo piano, dove ha visitato le sale del Ministero e del Sottosegretariato di Stato, la galleria ove/ sarà posto il monumento ai funzionarli del Ministero caduti in guerra, il salone delle riunioni, quello del Consiglio superiore dell'Istruzione e le sale per le Commissioni. L'architetto Bazzanì, autore del progetto del palazzo, ha illustrato al Duce le opere compiute. S. E. Mussolini è poi disceso nel cortile d'onore, dove ha passato in rivista 1 Balilla e le Piccole Italiane che gli hanno tributato una to.nmovente dimostrazione. Quando S. E. il Capo del Governo è uscito sulla piazza, e, nell'atto di allontanarsi, ha ricevuto il deferente omaggio delle autorità, una imponente massa di popolo gli ha rinnovato una lunga entusiastica dimostrazione al grido di « Viva il Ducei Viva il Fascismo! ». Il Ministero della Marina S. E. il Capo del Governo, accompagnato dal suo segretario particolare comm. Chiavolini, in automobile si è recato quindi a Lungo Tevere degli Ammiragli, dove sorge la nuova sede del Ministero della Marina. Di fronte alla facciata principale era schierata una compagnia d'onore della Regia Marina e cordoni di truppe erano stati disposti intorno al grandioso edificio. Ad attendere il Capo del Governo e il Ministro della Marina, erano S. E. Giuriati che, nella sua carica di Ministro dei Lavori Pubblici, ha fatto poi la consegna del palazzo, S. E. Sirianni, S. E. Di Crollalanza ed una larga rappresentanza ili ammiragli e di ufficiali superiori di tutte le armi. L'arrivo del Duce è stato preannunziato dallo squillo di ■ attenti ». Disceso dall'automobile S. E. Mussolini, 'dopo essere stato ossequiato dalle autorità, si è soffermato ad ammirare la facciata principale del Ministero, chiedendo spiegazioni all'architetto prof. Magni col quale si 6 compiaciuto. S. E. il Capo del Governo ha passato quindi in rivista la compagnia d'onore della Marina. Subito dopo è stata esposta la bandiera al balcone principale mentre la musica intonava le prime note della Marcia Reale e di « Giovinezza ». Contemporaneamente nel grande giardino prospiciente la piazza a XXVIII Ottobre » veniva issata con gli onori militari, al pilo centrale, la Bandiera nazionale Il Duce è quindi salito al primo piano del palazzo. Lungo lo scalone erano schierati i carabinieri in alta unifor me. Il Capo del Governo, seguito sempre dai Ministri e dalle Autorità, ha visitato tutte le sale del gabinetto del Ministro, del sottosegretario di Stalo, del Consiglio supcriore della Marina, interessandosi delle decorazioni e dell'arredamento intonato allo stile dei nuovo edificio. S. E. Mussolini ha sostato a lungo nella grande biblioteca dove ha ammirato vari atlanti, del Ministero della Marina, del '500 e rie' '6(10. Il Capo del Governo, dopo essersi trattenuto in affabili conversari con le alte cariche della Marina, alle ore 11. ossequiato dalle Autorità, ha lasciato il Ministero mentre la musica intonava la « Marcia Beale » e « Giovinezza » Alle ore 11 è stato poi inaugurato li nuovo cavo telefonico Roma-Napoli. Trattasi di un'opera veramente gran¬ diosa, predisposta dall'Azienda di Slato per i servizi telefonici. Il Planetario Alle J6, presente il Duco, è stato poi inaugurato, nell'Aula Minerva, nelle 'l'orme di Diocleziano, il Planetario, il magnifico strumento, cho costituisco uno dei doni più graditi olio il capo del Governo abbia fatto all'Urbe. Alla soionne inaugurazione orano presenti: 1 Presidente della Camera, on. Casertano; i Ministri Federzoni, Mosconi, Martelli, Belluzzo; il Governatore di Roma, principe Boncompagni Ludovisi, ed altre Autorità. S. E. il Capo del Governo è stato ricevuto dall'oli Suardi, presidente dell'Istituto «Luce», dall'inventore del Planetario, prof Bauersfeld, e dallo Autorità intorvenuto. Non appena l'on. Mussolini ha preso posto nella sala, ha prosn la parola il prof. Paribenii, ctie è stato il direttore dei lavori di restauro dell'Aula Dioolcziana. Egli ha illustrato l'opera compiuta por adattare l'ambiente prescelto allo esigenze richiesto dal Pia netario. Ha osservato acutamente che qualcuno, troppo zelante eri eccessivo amatore di antichità, ha gridato al sacrilegio, perchè si è osato trasportare in un edificio antico una invenzio ne moderna: «Al contrario — ha sog Riunto il prof. Parlbeni — si 6 resti fruita in parte questa colossale e poi tontosa costruzione Romana alla sua originale destinazione, che ora (pialla di un edificio dedicato alla cultura dello spirito». Ha parlato quindi II prof. Armellini, dell'Osservatorio Astronomieo di Roma il quale ha spie gato tutta l'importanza del Planetario o la benefica influenza cho osso avrà nella cultura astronomica dei giovani. A! termine del discorso del prof. Ar mollili!, la scarsa luce che illuminava l'ambiento 6 stata spenta od Improvvisamente h apparsa in alto, stupendamenlo riprodotta, la volta stellata del cielo, quale' è solo possibile contemplare nelle notti più puro e p'iì serene. Meraviglia e ammirazione Ila accolto -lo spettacolo. Il dott. Andrissi ha illustrato le varie visioni che si sono succedute sullo schermo; dapprima la volta della sala ha assunto una .pallida tinta azzurra, mentre sul circolo dell'orizzonte emergeva, circondato dai suoi pianeti, il sole. « E' questa — ha spiegato l'oratore — la rappresentazione esatta del cielo di Roma all'alba ili un giorno caro al cuore di.,tutti gli italiani, il 28 ottobre 1923 ».\Un applauso fragoroso ha accolto queste parole e tutto 11 pubblico ha seguito con immenso interesso le illustrazioni che indicavano la posizione delle varie stelle in quel giorno, a mano a mano che il sole montava sull'orizzonte, toccava lo zenit per scendere poi verso il tramonto Accanto ad esso, mentre le Legioni fasciste entravano nell'Urbe, splendeva di vivida luce Giove, il pianeta che simboleggia la potenza e la gloria, e palpitava Venere, l'astro di Cesare, l'astro di Italia. Quindi attraverso l'illusione di contemplare la volta stellata durante una navigazioni nei mari di Oriente lo spettatore è stato trasportato nella Palestina, e ha potuto aitimi rare il cielo quale brillava nella notte In cui nacque il Divino Redentore. Anche questo spettacolo ha strappato gri da di entusiasmo ed ha commosso profondamente. Dalla mezzanotte, in cui nella povera capanna di Betlemme nasceva il Salvatore, si è passati lentamente alle prime ore della luce, mentre gli astri compievano il loro mirabile ed eterno giro nell'universo. L'on. Mussolini al termine degli espe rimenti, che hanno inaugurato cosi de gnamente il Planetario, ha espresso all'inventore ed all'on. Suardi il suo più vivo compiacimento La rivista di Tarati In mattinata il Segretario del Partito, on. Turati, ha passato in rivista all'ippodromo di Villa Glori la H2.a Legione della Milizia nazionale e le forze fasciste dell'Urbe. Alle 10,30 precise giunge sul campo S E Turati in divisa di ufficiale ge nerale della Milizia; lo seguono, pure a cavallo e in divisa, i vice-segretari del Partito on. Bicci e comm. Melchiorre S. E. Bazan, il gen. Vaccari, il gen. Giovagnoli e vari ufficiali generali della Milizia. S. E. Turati si porta sul fronte della prima linea di schieramento e, mentre le musiche intonano l'inno « Giovinezza », inizia la rassegna, percorrendo le file della Milizia che era al comando del console Barbieri. Quando il Segretario del partito giunge all'altezza della prima colonna delle forze fasciste dell'Urbe che sono al comando del console Parolari, il segretario federale dell'Urbe coinm. Guglielmotti, assumendo il coniando delle forze stesse, le presenta a S. E. Turati e si unisce al suo seguito, mentre i fascisti elevano un triplice grido di « Eja, Eja, Alala! ». Eguali manifestazioni di entusiasmo accolgono S. E. Turali al suo passaggio davanti alia 2l6.a Legione avanguardisti, alla 242.a Legione Balilla, comprendenti ciascuna 1500 giovani, ed al reparto ciclisti di 500 Balilla. Chiudono le forze passate in rassegna nuclei di truppa, rappresentanti le armi del Presidio Terminata la rivista S. E Turati e le altre Autorità, che lo accompagnavano, discesi da cavallo si dirigono verso la tribuna del centro dell'Ippodromo e prendono posto nel palco d'onore, per assistere allo sfliamento che ha luogo tra i più vivi applausi del pubblico. Quando gli ultimi nuclei sono passati e tutte le forze partecipanti alla rivista hanno ripreso il loro posto nel campo, uno squillo di « attenti » annuncia che S. E. Turati sta per dare lettura del messaggio del Duce alle Camicie Nere. I* musiche tacciono, e per tutto il vasto recinto dell'Ippodromo, tra le file fasciste allineate sull'« attenti », e nella massa del pubblico delle tribuno si fa il più religioso silenzio. A voce alta e chiara, il Segretario del Partilo legge le paiole con le quali il Duce annuncia ciò Qhe ha compnito e ciò che è per compiere il Regime, e quando, alla line, egli alza il pririo di « A noi ! » con cui si chiudo il messaggio, un solo potente formidabile urlo di tutti i presenti lo ripete e lo riecheggia nei limiti più lontani del prato. E' un momento di grandiosa solennità, che testimonia di tutla. la fede, di tutta la devozione, -di tutto l'ardore con cui Milizia e popolo seguono il Capo nella sua insonne fatica per fare più grande e più potente la Patria.