Mussolini agli agricoltori d'Italia

Mussolini agli agricoltori d'Italia Mussolini agli agricoltori d'Italia "aumentare fiuo al poss;b te la fecondità della terra italiana, elevare la sorte dei milioni e milioni di rurali che la lavorano con dura e sacra tenacia: ceco uno dei tini fondamentali del Regime Fascista al quale non mancheremo,, - " La bonifica integrale basterà a rendere gloriosa nei secoli la rivoluzione delle Camicie Mere,, ' Roma, 15, mattino Ieri mattina al Teatro Argentina si 1 è svolta solennemente la cerimonia della premiazione dei vincitori del primo premio del Concorso nazionale per la Battaglia del grano. Nella platea e nei palchi, affolla tissimi, avevano preso posto le rappresentanze del Senato, della Camera e dei Partito, d presidenti delle varie Confederazioni nazionali fasciste, i direttori delle Cattedre ambulanti di agricoltura, i presidenti delle Commissioni provinciali granarie, i presidenti delle Federazioni provinciali della Confederazione dell'agricoltura, i fiduciari provinciali dei lavoratori agricoli, i rappresentanti dei tecnici agricoli di tutto Italia, alti ■ ufficiali delle forza armate, il coman- 1 do della Milizia forestale, numerosi funzionari di tutti i Ministeri, i rappresentanti del gruppo Medaglie d'oro. dell'Opera nazionale combattenti, dell'Associazione mutilati ed invalidi di guerra, del Nastro Azzurro e dall'Associazione combattenti. Alia significativa manifestazione hanno as- 1 slstìto anche i rappresentanti dei 74 Stati stranieri, 1 cui delegati si trovano in questi giorni a Roma in occasione; della nota assemblea dell'Iistfrnto internazionale di Agricoltura. Sul palcoscenico erano state disposte le poltrone riservate ai membri del Governo, alle alte gerarchie dal Partito, al Comitato permanente del grano, alla Commissione giudicatrice del concorso per la Vittoria del grano, alla presidenza dell'Ente nazionale delle cattedre di agricoltura. Da un lato erano raggruppati i vincitori del Concorso per la Vittoria del grano, ad quali sono stati assegnati i 20 primi premi. Sul palcoscenico erano stati collocati due enormi fasci di spighe di grano, legati con nastri dal colori nazionali; vi erano inoltre labari della Federazione fascista dell'Urbe, della Coefederazione dellecorporazioni sindacali fasciste, della Confederazione nazionale fascista degli agricoltori ed 11 gagliardetto della federazione tecnici agricoli. In fondo pra schierato un reparto delle Milizia nazionale con la musica, mentre n! lati prestavano servizio d'onova i Moschettieri del Duce. Presso il lavol' degli oratori erano stati posti due microfoni per la trasmissione del discorsi a mezzo della radio in tutta Italia e nelle Colonie. Alle 10,30, preannunciato da uno squillo di tromba, appare sul palcoscenico S. E. 11 Capo del Governo, seguito dai Ministri, dai Sottosegretari di Stato e da S. E. il Segretario del Partito, on. Turati. La musica intona le prime note della Marcia Reale, poi l'Inno t Giovinezza » mentre l'immensa folla del presenti, in piedi, prorompe in una entusiastica imponentissfme dimostrazione, che si prolunga per qualche minuto. Agi', applausi si sono uniti i delegati stranerà il memento fu solenne per la grandiosità e per il calore della manifestazione. S E. Mussolini ha preso posto nella poltrona d'onore, avendo ai lati S E. Turati ed i membri del Governo, mentre nelle altre fine prendevano po«io il Governatore di Roma, principe Boncompagnl Ludovisi, il vice-presidente della Camera, on. barone Acerbo il vice-segretario del Partito on. Starace, l'on. Landò Ferretti, capo dell'Ufficiò Stampa di S. E. il Capo del Governo, il comm. Guglielminotti. Segretario Federale dell'Urbe, il prof. Nazzareno Stampelli. il prof. cumm. Marozzi, direttore generale deWa Confederazione degli Agricoltori, l'on. Bl6i e l'on. Bazza, rispettivamente prendente e consigliere delegato dell'Ente nazionale delle Cattedre di Agricoltura, S. E. il Prefetto ed olire personalità. Alle 10,53 il Duce si alza per parlare. Tutto l'uditorio scatta nuovamente in j-iedi e rinnova all'indirizzo del Capo del Governo una calorosissima manifestazione di simpatia e di omaggio. Paria il Capo i Governo S E. Mussolini, dice: . Camera/', agricoltori, planari, i fc" questa la terza '-olla che .il svolar in noma la cerimonia della premiaHane al braci rurali che, combattendo nelle prime linee, ai sono incriniti il nome di « Velili » dell'Agricoltura ilaliana, cerimonia la cui significazione morale non ha bisogno di essere illustrala, cerimonia che ha. Ira l'altro, l'obbiettivo di concentrare l'attenzione di tutta la Nazione sui problemi fondamentali dell'agricoltura, e permettere a me di tracciare il consuntivo dell'annata. • Come siamo andati nell'anno agricolo 1328? Tutto sommalo, discretamente. Gli inizi furono oltremodo promettenti Ci stato un raccolto di bozzoli fdalsfacente anche dal punto di ■•usta •Jet vezzi; una prima t>enuulone abbondantissima. Ma poi le pioggie eccessive di aprile e iti inaggio danneggiarono i frumenti di talune plaghe Tuttavìa se la «sfre/m», dovuta ai venti della prima decade di giugmi, venti che i poeti chiamano favolili t noi prosaicamente sciroccali, non aves se danneggiato i frumenti prossimi alla maturazione, il raccolto del grano avrebbe probabilmente toccato quel lo tale di 70 milioni di quintali clic fu annunciato un po' troppo in anticipo dagli ottimisti. I.e definitive risultanze lo riducono a 62,211,800 quintali. I-' quindi di 10 milioni di quintali esatta mente superiore al raccolto del 1927. Date le contingenze avverse, o non compiutamente favorevoli, il raccolto è buono. Anche -i-prezzi non sono precipitati all'atto del raccolto. Ci slata una provvida resistenza alle svendite immediate, resistenza che bisognerà sempre meglio organizzare. Il raccolto delle bietole è slato mediocre come quello della canapa. Riso, uva, ulivi e agrumi, bene, anche come prezzi. Raccolti minori male. Granturco, specie nel. Veneto, distrutto dalla siccità. Siccità e irr!eazione Ecco, in sintesi, l'annata agricola 1928 che si chiude in attivo, pur non essendo l'attivo sperato e meritalo, n danno maggiore è stato provocalo dalla siccità che ha imperversato in tutto il bacino mediterraneo dal maggio al settembre. Per tre lunghi mesi consecutivi non una goccia d'acqua e caduta sulla terra italiana, rio risulla dal mio diario meteorologico, che curo con diligenza particolare. Si comprende ora perfettamente a fervore irrigatorio da cui sono animati gli agricoltori italiani, fervore che darà ottimi risultati poiché laghi, fiumi e sorgenti sotterranee nmi mancono in Italia. Come aia dissi, l'acqua c'è. bisogna soltanto trovarla e condurla sposa col sole. « le cause della prolungata siccità, non mai interrotte da precipitazioni atmosferiche {salvo alcuni rovinosi cicloni) sono da ricercarsi nella penosa, e totale calvizie ' della nostra catena appenninica. Mancano te. grandi foreste che creano le vaste ombre fresche dalle quali si. sprigionano le correnti che coagulano, congestionano u vapore acqueo sospeso negli alti, strali dcl"atmosfera e lo fanno precipitare sotto forma di pioggia. Nell'attesa che gli alberi, piantali a centinaia di milioni, compiano, fra le molte altre, anche questa funzione fondamentale di equilibrio atmosferico, e l'attesa sarà lunga e non inferiore a mezzo secolo, è necessario creare senza indugio impianti di irrigazione:. « Ne sono avviati taluni, in Lombardia e nel Veneto, che riscatteranno amplissime plaghe, e sono per la loro imponenza degni dell'Italia fascista. E' noto che il Governo fascista non solo incoraggia, ma appoggia tangibilmente queste iniziative. Da quando 10 ho posto l'agricoltura al primo piano nella economia nazionale, da quando ho dimostrato coi fatti che l'agricoltura doveva essere la preferita su tutte le altre forme della produzione, uno spirito nuovo, fatto di fiducia, ài tenacia, di orgoglio, ha sollevato i rurali da un capo all'altro d'Italia. Gli eserciti si perfezionano combattendo; cosi avviene dell'esercito rurale italiano, il quale, dopo questi anni di battaglia, si presenta migliorato nel suoi quadri, compattissimo nelle file c deciso a marciare. La bella sfida tra 1. rurali di Brescia e quelli dì Cremona è la prova di un morale resistente a tutte le difficoltà e ansioso di superarle. « Non tocca a me rielencare le provvidenze del Governo fascista a vantaggio dell'agricoltura. Voi le ricordate, anche perche ve ne sono di molto recenti. Solo vi dirò che io seguo1 le vicende della atticità agricola italiana quotidianamente e diligentemente; vi dirò che ho fatto e farò tutto 11 possibile per rendere sempre più prospera l'agricoltura, e per aumentare il benessere dei rurali silenziosi e fecondi. La bonifica integrala del territorio nazionale i una iniziativa il cui compimento basterà, da solo, a rendere gloriosa nei secoli la Rivoluzione delle Camicie Nere. Tale iniziativa che sarà fra poco legge dello Stati, e troverà immediata, organica, regolare applicazione, è l'indice di un orientamento del Regime che io esprimo in questa formula-, il tempo della jioiitica prevalentemente urbana è passato. « Del resto, tutte le città hanno arnto somme che-si cilrano a miliardi, per cose utili e anche per abbellimenti superflui; ora e tempo (fr gran tempo!) di dedicare miliardi alle campagne, se si vogliono evitare quei fenomeni di crisi economica c di decadenza demografica che già angosciano paurosamente altri popoli, lo vi dico, senza false modestie, che l'aoticollura italiana nei sci anni del regimo fascista ha compiuto passi giganteschi, prima di. tutto per la pace garantita alle genti dei campi, in secondo tuono per i progressi tecnici realizzati in ogni ramo, in terzo e non ultimo uogo per il prestigio ed II posto che il Regime fascista le ha conferito. Un alto eoeio * Prima di passare alla consegna del premi io voglio tributare un elogio ai dirigenti dille grandi organizzazioni sindacali che hanno, dovunque, fatto opera' di verace, leale, , «. teistica collaborazione; al tecnici aglicoli e ai cattedratici che considero (insieme eoi proprietari inlellluenli e attivi) i quadri dell'esercito. Voalio ricordare i professori delle scuole agrarie, I -maestri dulie scuole rurali, gli ufficiali dall' Esercito c infine ; parroci, i quali hanno organizzalo giiaranla adunate di propaganda per la battaglia del grano, mentre 82 di essi sono stati premiali. II. clic dimo «(ed che la saggia, religiosa caia del 'c anime può andare bcnusimu con •itui'ta con una unicità pratica rivolta ad aumentare u benessere delle popòlozioni rurali. « Finalmente il mio elogio, il mio plauso va alla massa del grandi e modesti agricoltori, del piccoli proprietari, dei mezzadri, i quali lutti lianno risposto alla mia parola d'ordine con unanimità che si può chiamare commovente, dato lo stato di lontananza e di trascuratezza in cui per troppo tempo fu tenuta la gente dei campi. Nei 'Maggi, nelle fattorie, nei casolari uesta parola d'ordine è penetrala cane un comandamento e la massa innumere delle fanterie rurali si muove solenne verso le ulteriori conquiste. Di questa massa una piccola avanguardia di cinquanta mila uomini si raccoglierà a Roma nel Decimo Annaie della Vittoria, che tu conquisL.a soprattutto col sangue dei cittadini. Spero che la radio mi abbia concesso la grande gioia di far giungere la mia voce e il mio fraterno saluto agli agricoltori che in molte località d'Italia sono riuniti per ascoltarmi. Il mio saluto và anche ai rurali che in Tripolitania, in Cirenaica e in SomaUà sono intenti all'opera dei pionieri che dissodano la steppa e riconducono la vita e la fertilità Vi dove per secoli fu l'aridità e la morte. Questi camerati meritano una. speciale menzione, perchè la loro fatica si svolge in condizioni più aspre e sotto un clima più avverso. Tutti gli agricoltori e in Italia e nelle Colonie sanno come i loro interessi mi stiano protondamente a cuore; essi non ignorano che io sono specialmente pensoso del loro destino. Aumentare fino al possibile la fecondità della terra italiana, elevare la sorte dei milioni e milioni di rurali che la lavorano con dura e sacra tenacia: ecco uno dei fini fondamentali del Regime Fascista al quale non mancheremo. « Ed ora, o camerati, la parola d'ordine per il quarto anno della battaglia del grano è la seguente: diligente preparazione del terreno; ' sementi elette; semina a righe dovunque sia possibile; concimazioni naturali e chimiche secondo le indicazioni dei tecnici; un altro quintale di più di media per ettaro e saremo alla vigilia della Vittoria. Un altro quintale ancora e avremo raggiunto ciò che sembrò sino a ieri un sogno o un prodigio; la terra italiana che dà il pane per tutti gli italiana ». Il discorso del Duce, seguito con vivissimo intenso interesse, è 6tato interrotto da applausi fragorosi e calorosissimi, specialmente nei punti in cui S. E. il Capo del Governo ha elofc-ato la silenziosa e tenace fatica degli umili lavoratori dei campi, ed ha enunciato gli ulteriori sviluppi della politica agraria del Governo fascista. Alla fine la dimostrazione ha raggiunto la massima intensità con rinnovate acclamazioni al Duce. Terminata la dimostrazione, S. E. 11 Capo del Governo procede alla premiazione dei vincitori dei primi premi dal Quarto Concorso por la Vittoria del Grano. S. E. Mussolini legge ad adta voce i nomi dei vincitori con i dati della produzione unitaria media, della zona della polluzione unitaria media conseguita da ciascun concorrente o della superficie coltivata. Ciascuno dei premiati riceve dal Capo del Governo un diploma, mentre i presenti ' Ui)Jaudono. I fera Scili, incili Durante la cerimonia avevano anche parlato il Ministro dell'Economia Nazionale, S. E. Martelli e il comm. Cacciari presidente della Confederazione degli Agricoltori. L'on. Martelli, assai applaudito, ha detto : « Eccellenza, camerati, « Per incarico del Capo del Governo rivolgo un saluto agli intervenuti ed in particolare ai delegati deJJa nona assemblea dell'Istituto internazionale di agricoltura, lieto di averli oggi tra noi affinchè anche all'estero si sappia quanto gli italiani lavorino per dure a tutti i cittadini il pano nazionale. « Il Governo fascista, in piena rispondenza con le aspirazioni del po polo italiano, vuole provvedere alle occorrenze della vita nazionale valorizzando al massimo le possibilità produttivo del paese. A ridestare In energie sopite occorreva il Fascismo. (Vfn solo la potenza animatrice del Ducè ha potuto mobilitare gli animi, le intelligenze e le braccia, nella intrapresa per la indipendenza granaria. Or sono due anni il Capo del Governo, accingendosi a premiare aneli' he Egli chiamò 1 « Veliti » della battaglia del grano, poneva gli agrlroltorl italiani, i veri, gli autentici ru rali .nella categoria degli uomini che lavorano sodo, in obbedienza ed in silenzio. Un duro lavoro attraverso avversità di stagione e difficoltà di ogni genere ha collaudato le virtiì de' rurali italiani ed ha confermato la esattezza della lusinghiera rln*sfflrn t'nlt'ma en.miacna agraria lfr?7-?s «i :n!7iava all'indomani d! un raccolte di scarso reoli77n e non quale gli acrienitori si attendevano. « Si era allora n»lla fase finale della rivalutazione della lira, quando di fatto la stabilizzazione era raggiunta, ma non ancora ufficialmente sanzionata. Gli scettici, i critici, le eterne Cassandre in buona o mala fede, insinuavano che la rivalutazione della lira stroncava l'avviato rinnovamento dell'agricoltura italiana e soffocava il fervore di opere suscitato nelle campagne italiane dal Capo del Governo. L'atmosfera di sfiducia e di sgomento che gli avversari del Regime volevano creare, non scosse l'animo degli agricoltori italiani, che, pure con la eri<i subita, iniziarono con saldo animn. in campagna granaria. o So in aleni»! Provincie il risultato fu più brillante, ovunque la volontà' rimase tosa in una fatica quotidiana. Io velie più alte, raggiunto da alcuni agricoltori, costituiscono mete che al¬ tri si accingono a superare. L'emulazione si accende e già i rurali cremonesi si pongono in gara coi fratelli' del bresciano. Le avversità superate rafforzano la volontà per nuovi cimenti. Con questo stato di animo si prepara la nuova campagna. Razionalizzare la coltura « Forse da molti si pensa che il problema granario sia sorto nella mente del Capo per bisogni contingenti, dato che nell'acquisto del grano d'oltremare spendiamo miliardi ogni anno o per provvedere in tempo ai bisogni crescenti di una popolazione che fra un decennio arriverà a ben oltre i 48 milioni di abitanti. Ben più elevati e complessi sono invece i moventi della impresa auspicata dal Due. Egli ita intuito che per portare lueslo popolo di combattenti, di lavoratori, alla potenza voluta dal Fascismo, occorre spingere al massimo rendimento la produzione agricola. « Egli ha ammonito che frattanto non preme aumentare la superficie coltivata a grano, anche per non togliere terreno ad altre colture, o più redditizie o comunque necessarie alla pubblica economia, bastando per ora l'intensificazione colturale. E poiché il rendimento unitario dipende da una appropriata rotazione di colture anche foraggere, oltre che dalle pratiche suggerite dai crescenti progressi delle scienze agrarie, la questione granaria tende ad associarsi con quella zootecnica. Una migliore disciplina dei pascoli sulle nostre montagne favorirà la produzione zootecnica, » !e nostre coltrine e pianure saranno poste in grado di allevare una più densa popolazione di bestiame, in virtù dell'accresciuto sviluppo dei proti artificiali, ottimi preparatori anche essi del terreno per la coltivazione del frumento. ■ Si elevano qua e là inni alle colture empiriche del tempo antico ed alle concimazioni tradizionali, ma non vi è dubbio, ormai, sugli utili apportati dalle concimazioni razionali e dalle rotazioni, che valgono a migliorare nel carattere chimico e nella struttura fisica la qualità dei terreni. Potenziamento economico « Dobbiamo dunque provvedersi di adeguate scorte dei primi e favorire il massimo sviluppo dei processi di fissazione dell'azoto atmosefrieo, in modo da poter andare tranquillamente 'incontro all'avvenhVe. L'industria nazionale ci porterà presto a fissare dall'aria 20 mila tonnellate di azoto atmosferico sulla -Hi mila che almeno ci occorrerebbero e per gron parte dPlle quali, t.on oculata politica delle acque è possibile accrescere ancora i kilowats già installati per gli attuali impianti di fissazione dell'azoto. Il prò blema del grano viene così ad inquadrarsi in quello economico in un paese in rinnóva>one che vuole trovare nella naturale utilizzazione delle sua acque un efficace sistituto del carbone straniero, ed un sussidiario potente per la sua produzione grana ria. Altri ceti di produzione verranno chiamati intorno ai problemi che ho accennati, ma ho voluto ricordarv o camerati agricoltori, che voi, oh' dendo al comandamento del Duce, nei successivi svolgimenti dell'azione, impegnata dal Governo fascista, r*on soltanto realizzerete la produzione dei fabbisogno granario, ma diventerei-" propulsori efficienti dell'ardita politica del regimo per il potenziamento economico della Patria. • .11 cammino non è breve ne agevo le. Altro, difficoltà si aggiungeranno a qucilila già da "ni superate, ma non vi arresteranno nel vostro progredire. « Il Governo Fascista, che studia e risolve i problemi con la consapevolezza dei bisogni dei produttori, guarda all'agricoltura come alia fonte viva del divenire nazionale. TI Capo del Governo ha posio alll'ordine dei! giorno il problema della bonifica integrale per portare presto a più di 5 milioni di ettari i 4 e mezzo oggi investiti a grano sui Si di superficie seminativa. Ai suoi ordini netti e precisi seguirà solleeitamente la realizzazione. Egli considera KM agricoltori forze fondamentali per la fortuna rtelUa Patria. Voi, che slete questa forza, ricordato, camerati agricoltori, che si vincerà non solo con Ila tecnica, con la disciplina e eoi lavoro, ma anche, e soprattutto, con la fede perseverante e con la volontà risoluta di trarrò dal snolo della Patria l'affimento per tutti gli italiani ». La riconoscenza degli agricoltori Il oomm. Cacciani, a sua volta vivamente applaudito, ha detto: « Duce! « Nella prima riunione dei « veliti » deli!a Battaglia del grano al « Costanza », ebbi l'onore di esprimervi la riconoscenza degli agricoltori d'Italia per la sensazione precisa che Voi davate di apprezzare, come nessun Governo ha mai fatto, il loro valore come produttori, come elemento profondamente sano della vita nazionale, e di intendere perfettamente l'animo loro. Fra la valorizzazione morale, animatrice della fede, della passione, che sono necessarie agli agricoltori per compiere tutto il loro dovere. Tutta la successiva onera Vostra, con un susseguirsi organico di provvedimenti, è andata sempre più consolidando l'economia agricola su saldissimo basi, onde gli agricoltori hanno la sicurezza che il Governo Fascista vede e conosce i bisogni, le manchevolezze e le possibilità, e li sprona e 11 guida e li assiste con occhio pratico e lungimirante, Per questa opera gli agricoltori Vi ringraziano. - Perche gli agricoltiri italiani ci hanno perfettamente compresi, quando abbiamo detto loro che le avversità delle stagioni e dei mercati, alee della natura stessa della impresa produttiva agricola, sono mail contingenti che non debbono preoccupare considerati in confronto al graduale, ma solido e sicuro assetto che 1 provvedimenti governativi preparano all'agricoltura. Credo di potere, senza epilazione, affermare che gli agricoltori d'Italia vedono e comprendono e, per ciò, sempre più risoluti e tenaci, sempre più animati nella fede nel Fascismo e nel suo Duce, procederanno e si perfezioneranno nel loro lavoro ». Alle 11.20 la cerimonia ha termine ed il Duce lascia il teatro, fatto segno ad una nuova acclamazione, mentre la musica tra incessanti applausi intont la Marcia Reale e l'Inno Giovinezza. I risultati ed i propositi ,, .. Roma, 1">, mattino. II discorso che il Capo del Governo ha tenuto agli agricoltori d'Italia racchiude e riafferma, nella maniera più esplicita e solenne, l'indirizzo economico e il comandamento politico che il Paese è chiamato ad applicare e a realizzare perchè sia finalmente risolto uno dei più annosi problemi della nostra vita nazionale, che fino a ieri pareva insolubile: l'emancipazione granaria. Ancora un piccolo sforzo — ha detto l'on. Mussolini — un altro quintale per ettaro e l'Italia avrà raggiunto quello che pareva un sogno, avrà realizzato un prodigio: la terra italiana darà il pane a tutti gli italiani. La qual cosa — isolata dall'alone di santa poesia che la irraggia e riportata nella eloquenza fredda e chiara delle cifre — significa: rispnrmieremo intorno ai tre miliardi di lire italiane che prima dovevamo spendere all'estero per acquistare il grano necessario al fabbisogno nazionale. Per la naturale interdipendenza dei fattori economici la nostra bilancia commerciale, già gravata dallo squilibrio fra importazione ed esportazione, non potrà che avvantaggiarsene e il nuovo notevole apporto contribuirà stabilmente ed efficacemente all'incremento ed allo sviluppo della nostra economia generale. La parola d'ordine è: ruralizzare. Il tempo della politica prevalentemente urbana è passato: i miliardi saranno dati alle campagne. E' questo un aspetto, e. non dei meno essenziali del disegno politico che il Capo del Governo ha chiaramente delineato e si propone di realizzare in breve volgere di anni. . Politica demografica e politica della terra sono materialmente e spiritualmente congiunte, e si esprimono, si affermano, si risolvono nella sanità morale e fisica della^razza, fondamento saldo e sicuro della potenza dei popoli. Il paese non può che accogliere con viva soddisfazione i propositi del Governo, propositi che non sono scritti per passare agli archivi e rimanervi sepolti per l'eternità, come è avvenuto per i voluminosi studi e le grosse inchieste in vari problemi regionali, che in ogni tempo hanno trovato in Italia sterili amatori, ma che sono già in atto e vengono realizzati con metodica e costante disciplina, con sicura fede e con quel magnifico entusiasmo che è privilegio e dono della fiorente giovinezza. La terra e la famiglia saranno restituite alla loro prima dignità. I rurali d'Italia hanno l'animo e la capacità di operare il prodìgio, e la loro santa e umana fatica avrà il premio che la gran madre non ha mai negato ai suoi figli semplici e puri. La battaglia è dura. Ma i rurali italiani hanno dimostrato di saper lottare con tenace accanimento contro le resistenze della natura, l'avversità degli elementi e contro le difficoltà finanziarie talvolta non lievi; ma la nobile competizione fra cremonesi e bresciani testimonia ancora una volta della decisa volontà di vittoria che anima i nostri agricoltori. Non vi ò dubbio che di anno in anno ci avvicineremo alla sohnlone piena e definitiva di questo importante problema nazionale. Laprogressione e continua e persistente: dal 1914 la produzione media di frumento per ettaro era di quintali 10,3; nel 1925 era di 11; nei primi tre anni della battaglia del grano è salita a 11,9; quest'anno risulta di 134Non è quindi previsione avventata affermare che prossimamente raggiungeremo quella produzione glc baie di 70 milioni di quintali che è auspicata dal Duce e che sarà strap* pata alla terra dalle amorevoli cure e dalla inflessibile volontà dei nostri rurali. L'accoglienza che è stata fatta al discorso dell'on. Mussolini, è super* fiuo dirlo, è stata delirante, quale! poteva farla una eletta assembleai di uomini che sentiva nelle parola del Capo il più ambito elogio e il più commovente conforto alla durai quotidiana fatica. Oggi le valorose fanterie rurali, a battaglia vinta, dopo il gran rap< porto, ritornano in trincea per lai difesa delle posizioni conquistate e per il raggiungimento della nuova mèta segnata. Le accompagna il sa* luto e l'augurio del Capo e della» Nazione tutta che opera fiduciosa con lo sguardo fisso al certo domani.