Sette operai uccisi da una frana

Sette operai uccisi da una frana Sette operai uccisi da una frana La tragedia in un quartiere di Napoli durante i lavori per una costruzione stradale • L'allarme di tre scampati e l'opera di soccorso ■ La responsabilità dell'appaltatore Napoli, 8 mattino. Nelle prime ore di ieri mattina si è sparsa in città la notizia di una catastrofe avvenuta in un rione in costruzione trle daal Vomero, e nella quale sarebbero ri-] è msostfumrevosacoradamtrnozipoprnagierderoale talutotacainletoBstchprdevtozqulasnoseaSdGNaAcodGinnate vittime una cinquantina di operai. La notizia, pure essondo alquanto esagerata circa il numero delle vittime, rispondeva in gran parte a realtà. Attraverso indagini e informazioni raccolte sul posto, abbiamo potuto ricostruire facilmente la catastrofe cho ha gettato nel lutto setto famiglie di modesti lavoratori. Ecco i particolari. E' noto cho al centro della città ed alla periferia sono in corso lavori ordinati dal Governo Nazionale. Detti lavori procedono in questi giorni molto speditamente, poiché le inaugurazioni dovranno farsi por il 23 corrente. Gb' appaltatori hanno reclutato per la bisogna centinaia e centinaia di operai, i quali sono divisi in turni di mattina, di pomeriggio e di notte. In alcuni cantieri ai lavora anche nei giorni festivi. Fra i tanti cantieri della periferia no esisteva uno per la costruzione della strada destinata ad unire il nuovo rione Arenella alla località denominata Cappella dei Cangiani. I lavori, che furono concessi a suo tempo all'appaltatore Pasquale Ruggiero, dimorante in corBO Umberto I n. 220. erano quasi ultimati. Si trattava soltanto di costruire altri 50 metri della strada che è stata tracciata ad alcuni metri di profondità dal livello delle campagne esistenti in quella località. I lavori sono stati compiuti contemporaneamente alla costruzione di un muro di protezione in salita e in discesa. Per la costruzione dello fondazioni di questo ultimo tratto di muro si erano scavate trincee alla profondità di 13 metri. Queste trincee però orano state fatte senza opere di protezione, il che, data la scarsa resistenza dello parete dolle trincee stesse, costituiva un pericolo notevole, poiché- nel sottosuolo fu rinvenuto lapillo e terriccio, mai pietra tufacea Ieri mattino, alle ore 7, si sono presentati al cantiere una cinquantina di operai. La gran massa però, in vista della bella giornata, ha preferito di non lavorare, e trascorrere qualcho ora nelle ridenti località vicine. Sono rimasti quin di al lavoro 1S operai. Ma erano tra scorsi appena lo minuti dalla discesa dei lavoratori nello trincee, allorquando avvenne la catastrofe. Dna frana impressionante di terreno, in pochi istanti travolso uomini o cose. Non un grido non un lamento. Otto operai, cho non si a trovavano nella parto più profonda delle trincee, riuscirono a mettersi in salvo dando l'allarme. Chi sono stati i Tirimi soccorritori non è possibile dire. Certo è che dopo circa mezz'ora erano sul posto pompieri, e soldati, militi nazionali ed avanirunrdisti, e cittadini; poi ancora carabinieri, funzionari, agenti, Croce Bossa. Il Comandante dei pompieri ha assunto e diretto personalmente la manovra di scavo, durante la qualo si ò lavorato intensamente e con entusiasmo davvero encomiabile, per salvare i disgraziati operai, sette dei quali, purtroppo colpiti dalla morte, sono stati ritrovati con in mano ancora picconi e vanghe. Gli filtri tre, lievemente asfissiati e contusi, hanno ricevuto le cuto nel posto di medicazione accampatosi sul posto. I lavori dei pompieri e di tutti eli aUri accorsi a prestare l'opera di soccorso sono terminati soltanto allo ore 17, quando si era già raccolta una enorme folla tra cui erano i parenti doloranti dello vittime del dovere. Itiiiunziamo a descrivere le scene doloroso che si sono svolte. Commoventi fino alle lacrime gli Incontri fra gli scampati e le loro famiglie. Tutte Io autorità cittadine hanno trascorso la giornata sul luogo del disastro: e proprio là il Pretoro caco, comm. Naddei, dopo le constatazioni legali, ordinava la rimozione dei cadaveri o nominava perito por le prime indagini tecniche l'ing. Barntta, il quale ha proceduto in serata all'interrogatorio degli scampati e dei feriti. L'ing. Baratta ha accertato cho la sciagura è stata causata dal lapillo friabilissimo, che si trovava soltanto a due metri d profondità, e dalla mancata costruzione di scarpate di protezione. Apparo quindi evidente la responsabilità dell'appaltatore Ruggiero che si e dato alla latitanza, appena gli è stata comunicata da qualche areico, un po' prima delle ore 0, la teir'-a notizia. I cadaveri, che sono stati trasportati alla sala anatomica, sono ideutlflcatl per quelli degli operai Giù. seppe Toloso di anni 1S da Santa Maria a Vico; Luigi D'Andrea di anni 17 da Santa Maria a Vico ; Nicola Vagliviello di anni 30 da San Nicola La Strada; Giuseppe Ribattezzato di anni 22 da San Nicola la Strada, Alessandro Santone di anni 22 anche di San Nicola la Strada ; Antonio Santoro di anni 2S da San Nicola la Strada; Angelo Daria di anni 39 da Napoli. I tro feriti sono Domenico Guido di anni 34, Alessandro Sollo d anni lo o Ciro Devita ili anni 20

Luoghi citati: Napoli, Pretoro, San Nicola La Strada, Santa Maria A Vico