L'arte della fotografia al"Salon"

L'arte della fotografia al"Salon" L'arte della fotografia al"Salon" Non e più certo oggi il caso, tre il secondo « Salon » italiano d'arte fotografica internazionale — che s'inaugura slamane, alle in,3o, presenti i Principi Reali e le autorità — raduna nello sale del Palazzo della Promotrice al Valentino i saggi di moltissimi fra 1 più noti e stimati ar usti fotografi di tutto il mondo di discutere so accanto fotografia, possa o non re la parola, arte; se alla determinazione verbale, cioè, di un'azione comunemente ritenuta impersonale e meccanica, sia lecito avvicinare quella di un'attività puramente individuale e singola, che deviva le sue forme varie e molteplici da un modus e da un atto soltanto dello spirito. Dal giorno infatti in cui (è passato ormai un quarto di secolo) Robert rie la Sizeranne azzardava per il primo un'analisi intorno alla natura artistica della fotografia, e da quando — proprio trent'anni fa — Enrico Thov>'z affermava con deciso entusiasmo: « la fotografia può essere un'arte, solo a liano di esser come tutte le altre art: poesia..,, e in nessun'arte un temperamento poetico può e deve esplicarsi quanto nella fotografia », proprio perché essa sostituisce col suo meccanismo l'abilità manuale indispensab'le per l'estrinsecazione formale del fantasma poetico — dopo molto discutere la questione si e fatta pacifica. Ormai in qualsiasi Giuria per accettazione mcn-iUla parolai possa sta-ì„ " _ ,. , , j> - :. . °i C^rtS\.,cl1 l?^atìM arHf cne;.non w.,parla più soltanto di motivo, di ta:glio, di costruzione, ma insieme con i termini strettamente tecnici — bromuro, carbone, gomma, bromolio riportato o non riportato — s'usa un linguaggio per nulla diverso da quello pittorico: e si accenna a valori, toni. rapporti, a piani, volumi, cromatismo,ta; quale come se dinanzi s'avesse non già il semplice foglio di cattaimpressionato dalia luce e fissato dal reagente, bensì la tela riecheggiante ancora del suggestivo colloquio fra l'uomo e la sua visione. Insomma, oggi il fotografo può essere ritenuto non più uu operatore, ma un interprete; vale a diro in certo qual modo un creatore; infine, un artista, che ha par occhio la lente impassibile e infallibile, per strumenti la camera oscura e i sussidi della chimica, e che, :n quanto è trattenuto fra limiti difficilmente sormontabili ed è per cosi dire I schiavo di una uniformità di ' tendenti a ridurre le varie personalità a un'equazione unica, tanto pili giustifica l'antica definizione dell'arte imesa come natura vista attraverso un temperamento, e deve fare vigoroso appello a una sensibilità propria raffinata e vigile, manifestandola poi — appunto per vincere questa schiavitù — in tutto ciò che la fotografìa concede (molto o poco che sia) al libero agire individuale. E elio quest'ultimo sia., per l'arti «'.a fotografo, perfettamente possibile ed atto ad esplicarsi nelle più svariate maniere, lo prova il fatto che anche un profano avverte subito la differenza profonda che corre fra l'opera di un maestro inglese dell'obbiettivo, come, poniamo, Marcus Adams, e quella di uno spagnuolo come Ortiz Echague, fra un maestro italiano come Carlo Baravalle e un giapponese come il Kira. fra un cecoslovacco o un tedesco come Driikol e Angenendt e uno «slavo o uno scandinavo come Krupka e Sellman. Caratteri dunque di razza, inconfondibili e trasfusi nell'atto creativo al di sopra di tutti i vincoli della meccanica c dell'ottica; metafisica dell'azione conilo fisica dello strumento, intelligenza, contro passività, e specialmente interpretazione contro identità di soggetti. E se qualcuno osserverà che forse soltanto alle caratteristiche etniche e ai tratti somatici dei modelli •'• da attribuirsi tale diversità, gli si potrà rispondere domandandogli: «Ma ti paesaggio? ma la natura morta? ». Evidentemente altra la causa: e precisamente l'entrare in gioco — anche nella fotografia — di quella suprema determinante del fenomeno artistico che è lo stile. Ma v'ó di più. Ed è il singolare e significativo uniformarsi della fotografia (specie la fotografia dei giovani) a quella tendenza verso la sintesi, l'u . "li??» nini, la semplificazione, la linearità, la regola, onde - dall'architettura aUa pittura, dalla decorazione alla scullu-ia e direi ciuasi alla poesia - sembra oggi improntarsi l'arte tutta quanta. Come altra volta e in altro luogo seri- vevamo. oggi lo spirito romantico, cao-datore di piacevolezze, estroso, fan-ciullésco, pronto a entusiasmarsi pergli ampi panorami offerti in facile vi sta, sognatore di idilliache quieti e di aspri contrasti, assetato di luci, di ombre, d'acque, di cieli, di libertà, a poco a poco è bandiio anche dalla fotografìa artistica, che diventa sempre più diffìcile d'accontontatura e più bizzarra — apparentemente — nella scelta. Rinnegato è il plenarismo dilettoso deU'i.-t.antanea ; la composizione torna in onore; e mentre crescono i sospetti d'essere ingannati da troppo carezzevoli visioni, si comincia a dubitare persino della natura per non aver più fede che in noi stessi. Allora tanto '1 « quadro » quanto il « pittoresco » agreste e folkloristico vengono relegati fra i ricordi di un periodo superato, e sempre più ci si specializza nello stutlio di un particolare che in natura passa facilmente inavvertito, perchè poco o nulla dice, che in pittura sarebbe inespressivo se non inutile nell'economia generale di una tela, e che invece, riprodotto sulla carta da stampa, fa ■ morivo ■, è piacevole ed eloquente, suscita immagini vaghe e lontane con il suo ristretto campo visivo, ed egregiamente infine si presta ad esprimerò giochi di chiaroscuro e di tonalità, uniche esperienze coloristiche per ara concesse alla fotografia Questa cioè rome il cinematografo ha rinunziato definitivamente di far concorrenza a! teatro e sta cercando la via per vincere la sua grande e pericolosa battaglia - >-on operando si 6tacca recisamente dalla pittura con la quale non può lottare per imparità di armi, trova un suo sbocco e un suo genere a sè. si individualizza, diviene arte da considerarsi senza bisogno di raffronti o richiami. *'•''*- Ci siamo permessa l'autocitazione, perchè ci sembra che di quanto s'è detto sia lampante conferma questa mirabile adunata di maestri fotografi di beai venticinque Nazioni, prometea dal «Gruppo Piemontese per la fotografìa artistica» e posta sotto gli auspica del Comitato esecutivo dell'Esposizione torinese. Non già che manchi il grande paesaggio tradizionale (specie nella Sezione italiana), a. quinte di alberi o di montagne, coi bei partiti di nuvole, lontananze di sfondi, aperture di valli o di pianure: ma mentre nei «vecchi» lo scopo della posa era ìii panorama, nei «giovani» l'attenzione si appunta piuttosto su di un particolare, o un attimo di questo insieme, che può essere la seduzione di una luce o dt alcuni toni, un contrasto di terreni, la curiosità di un elemento a prima vista secondario. Di grado in grado si giunge cosi a limitare al massimo il campo delle esperienze, fino aglà estremi del già ricordato giapponese H. Kira, il quale con. alcuni pezzi di cartone e una piccola oca di carta, ci offre un motivo decorativo di straoivJ'inania raffinatezza e di intelligentissimo gusto, o — per stare in Italia — del piemontese Baravalle, che nel suo studio intitolato « Linee », rie sce a compone, con due muri nudi, due spioventi di tetto e due grondaie, un'armonìa di toni assolutamente squisita, una viva geometria piena di intime suggestioni. Dalle cose inanimate a.ìla figura umana. Intorno a questa temibile piptra di paragone dell'espressione plastica, ecco la fotografia mondiale cimentarsi senza posa. Scarseggia purtroppo an- strusa uutva. ìsuaiacKKia miuii > in ,111- cora il nudo, vertice supremo dell'arte .figurativa da Giorgion» a injrres. da Prassitele a Rodin: — sempre che si eccettuino le vigorose composizioni di uni Drtikol, il cui spirito aon è imitano da quello che informa nei suoi saggi la danzatrice Mary Wipman, lo poche iaoademie tipo Rahlnnvltch. gli spunti 1 decorativi tipo B. Park, per il quale >\ jnudo ' è un pretesto per chiudere un atteggiamento scultoreo liei difficile circolo di una medaglia. Ma il ritratto trionfa in tutte le sale, dagli inglesi Adams, Douglas, Speajglit. Park, Snmtnons, ari tedeschi Rosner, Erfurth, Perscheid, Vogelsang, allo svedese Pramm, al russo Radchenko, al norrt-amorieano 'Itiorek, ecc. Raro, tuttavia, nella Sezione italiana, dalla quale i professionisti sono in gran parte assenti : e ciò dipende dalla differenza che corre in genere fra il nostro professionista e quello specialmente inglese e re desco. Non è gradevole dirlo, ma noi isiamo — quanto ad arte fotografica — ancora indietro di dieci o venti anni dai concorrenti stranieri. Abbiamo fatto progressi enormi e promettenti anche dal punto di vista tecnico, ma non siamo forse ancora abbastanza persuasi che la scuola fotografica deve essere innanzi a tutto scuola ar tistica. Guardate Adams. che giunse alla fotografia dalla pitturo, considerando l'obbiettiivo e la camera oscura, come semplici mezzi tecnici, dai quali muovere per esprimere, la sua sensibilità: — la grande tradizione ritrattistica pittorica inglese e tanto chiara e presente in lui, che ciascuno subito comprende che soltanto un profondo studioso di Ga.insborough, Reynolds, Romney. Opie, Beeohey, Hoppner, Raeburn, Lawrence e fors'anche Bonington può comporre il suo quadro con tanta nobiltà, con tanta aristocratica dignità, con così sdegnoso disinteresse per tutto ciò che non sia eleganza, grazia, armonìa di serene forme bellissime Occorro tener d'occhio l'esempio; oc corre convincersi che lil ritratto foto grafico richiede la stessa preparazione, le stesse cautele, la stessa ispirazione, lo stesso senso d'arte, in una parola, del ritratto dipinto. Cosi soltanto riusciremo a liberarci da certi assurdi chiaroscurali, che sono diventati ormai cifra, dalla snattezza e specialmente dalla volgarità. Venticinque nazioni, abbiamo detto, sono rappresentate in questo « Salon » con trecento ottantasette opere, delle quali novanta italiane. Complesso inv ponente più che per numero per qualità, dal quale balzano in prima linea Inghilterra (da ricordare anche Keighley), Germania (oltre 1 citati, Ange nendt), Cecoslovacchia (Drtikol e altri). Belgio e Olanda (iti virtù di M isonne e Berssengrttgge), Svezia e Norvegia (Walldow, l-'lodin, Sellman, ecc ), Polonia (Krupka ecc.). Stati Uniti (spe iY'V3, i*™»!** ."«^ ,1. ^1" f^f11* ^. t Ruricka), Giapponi 1 Woike. Shimoilma, Kaito, kokubum. !&ltara' h,lra' roc;)' Russia e nella Produzione foiogralica ancora ai juanio dispersa ed incerta, oscillante Ura la tradizione e un modernismo ali0-113-11'0 episodico; la Francia — alniei11?. 1U1 ~ Povera e scadente; l'Austria affine alla Germania e alla Cecoslo vacchia; la Spagna scarsamente rappresentata. Tengono poi dietro, in dignitosa coort", lo altre dieci o quindici nazioni. Dell'Italia abbiamo accennato per quanto riguarda il ritratto. Paese, natura morta, studio d'ambiente, architettura, s affidano ai nomi del Baravalle, di Cesate Schiaparelli, Peretta Griva, Glasersfcld, Graziadei, Agosti, Griggi Mentii. Billignandi, Petrocelli, Cesare Giulio. Laezza, Rricarelti, Bologna, Giuseppe Ratti; e la figura in ambiente, .specialmente a quello del Parisio. E ci e caro dire che l'insieme m presenta dei migliori, subito dopo le tre o quattro Nazioni all'avanguardia oggi dell'arte fotografica. La quale — lo ricordiamo come conclusione — è bene sia attentamente seguita non soltanto dai suoi professionisti e da tutti coloro che vi si interessano, dilettanti o no; ma pur anche dai pittori. Nessun disdegno, nessun sorriso di compatimento o di superiorità. Per molti ritrattisti, anche se usano egregiamente il pennello, una visita a questo. « Salon » può essere profìcua: tanto per notare conio qualcuno che non ha soverchie pretese di arte, sappia esser loro maestro nell'atteggiare una figura, nell'armonizzare un gesto. MARZIANO BERNARDI. Contemporaneamente al secondo « Salon • italiano d'arte fotografica in ternazionala. s'inaugurano questa mattina alle 10,30, pure nel palazzotto della Proinotrice al Valentino la Ventinovesiraa mostra della « Società Amici dell'Arie », e la prima mostra di architettura futurista allestita sotto l'alto patronato di S. E. Benito Mussolini. Di entrambe queste, manifestazioni diremo al più presto come si conviene.