Due mostre d'arte

Due mostre d'arte Due mostre d'arte !! «Salon» italiano | I p—d'arte fotografica internazionale..Il secondo • Salon » italiano d'arte fotografica internazionale si inaugura con speciale solennilà alla presenza di Principi e di Autorità cittadine il 6 corrente nws*\ I/e opere sono espòste nella sede della Società Promotrice di Belle Arti al Valentino in sette ampie sale. I rimanenti locali sono riservati alla 20.a Mostra degli Amici dell'Arte che si inaugura contemporaneamente. E' ancor vivo 11 ricordo nel pubblico del successo ottenuto col primo •Salon» sorlo per iniziativa del «Gruppo Piemontese per la fotografia artistica e della Società fotografica subalpina ». Onesta seconda Esposizione si inquadra nelle celebrazioni torinesi di quest'anno ed è posta sotto gli auspici dello stesso Comitato Esecutivo del l'Esposizione benché sia presieduto da uno speciale Comitato organizzatore, del quale è presidente il comm. geom. Giuseppe Ratti, vice-presidente, gr. uff. dott. Cesare Schiapparelli e membri: dott. Marziano Bernardi, avv. Achille Bologna, aw. Stefano Rriccarelli, cav. Giuseppe Enrie. cav. Alfredo Laerza, comm. prof. Edoardo Rubino, comm. Guido Rey, comm. prof. Emilio Zanzi, e avv. cav. Carlo Baravalle, segretario generale. Opere di 25 Nazioni Per dimostrare la scrupolosità degli isaddicichcolostil Rsecointendimenti artistici semilti diììal^rlmwtnni hi seSulU da"» pecommissione di accettazione basti illjdepriAe stVchmdtrcnspatiopcisopradeCnqudire che di 1500 opere presentate da artisti-fotografi italiani e stranieri, solamente 380 vennero scelte. Questo «Salon» italiano di fotografia internazionale, viene a superare in importanza quelli dell'estero. Ben venticinque nazioni vi sono rappresentate. I più noti e più quotati di artisti-fotografi de«ili Stati Uniti, della Germania, dell'Inghilterra, della Russia, della Svezia e Norvegia, del Giappone, della Ceco-Slovacchia, ecc., hanno inviato i migliori loro lavori. Il Comitato organizzatore del « Salon » si è interessato di rivolgersi personalmente a questi artisti per assicui rare il loro intervento a questa Esposizione che ha per scopo di dimostrare ancora una volta al pubblico quali espressioni d'arte sia possibile raggiungere con mezzi fotografici. Se il primo «Salon» contava un maggior numero di lavori esposti, il secondo supera di gran lunga il primo in fatto di qualità, essendosi la Commissione proposta di dare essenzialmente il fior fiore della produzione. Delle opere di italiani la pievalenza assoluta spetta ai dilettanti. Questi sono veramente entrati nello spirito che anima le nuove direttive della fotografia intesa come interpretazione d'arte ed i lavori che essi presentano alla Mostra sono la dimosti azione chiara e lampante che gli artisti-fotografi italiani possono sostenere con ogni vantaggio il confronto con gli espositori stranieri. Anche in questa manifestazione d'arte le doti peculiari delle razze appaiono ben distinte. Senza preoccuparsi delle firme si può distinguere a prima occhiata un'opera di un inglese da quella di un francese, di un americano, di un tedesco o di un'italiano, ecc. Ciascun popolo ed In ispecial modo ciascun Individuo riesce ad imprimere la propria personalità anche in un opera d'arte nella quale la fotografia sia il mezzo tecnica d'espressione. Un artista giapponese Anche dal solo esame delle illustrazioni del catalogo che verrà posto in Vendita 11 giorno stesso dell'inaugurazione si nota questa diversa interpretazione d'arte. L'aw. Baravalle ha ritratto un vaso di gerani. Motivo semplice, e decorativo, ma illuminato In modo originalissimo. L'artista ha ottenuto in questo contro-luce effetti di illuminazione, gradazioni di ombre, sistemazione di piani e sopratutto la sensazione dell'aria che circola fra foglia e foglia e stacca il soggetto dallo sfondo. Anche il taglio del quadro si toglie dalla consuetudine. Del Baravalle esistono al « Salon » altri lavori che dimostrano ancora una volta come un temperamento di squisita sensibilità artistica possa trovare elementi d'arte nelle più semplici cose e sappia elevare un particolare che sembrerebbe trascurabilissimo a interessante soggetto. A questo proposito è doveroso citare il giapponese H. Kira il quale con una fotografia intitolata < pezzi di carta >, è giunto a dimostrare come un artista riesca a vedere il bello ovunque. Si tratta infatti di quattro fogli di carta di diverso formato e diverso colore gettati trascuratamente su di un tavolo. Un'ochetta, pure di carta, 11 sovrasta. Composizione più semplice di questa nessuno poteva immaginare potesse servire a soggetto per utn quadro. Ma una fonte luminosa vicinissima, creatrice di ombre allungate che disegnano strani arabeschi e danno rilievo ai diversi elementi, è bastata a vivificare l'originalissima composizione. Fotografie ad acque-forti? Adams Marcus di Londra, ha un soggetto di fanciulla di squisita e romantica fattura ed il tedesco F. Rosnez-Chemnik presenta per contrasto un ritratto della moglie che per potenza di espressione e di tonalità sembra un acqua-forte. Di altrettanta vigoria è il ritratto di Hugo Steiner presentato da Ugo Erfurth di Dresda, mentre H. S. Kasto di San Francisco ha scelto a soggetto un grappolo d'uva posato su di una coppa di ve'-o e fotografato dall'alto. Il rumeiu Zolton Szeesen dà un impressione di colore locale con'«vecchio capanno», come pure F. Flodin di Stoccolma con « dalla mia finestra », veduta di una ammirabile vaporosità. Altri soggetti di non minore interesse presenta F. Drtikol di Praga, l'inglese Kenghley Stleton, 11 giapponese Kage Shingua e l'americano D. F. Ruzieka. Ma non si tratta che delle opere riprodotte sul catalogo le quali rappresentano un piccolo saggio, di un vero e proprio campionario di quello che si trova al « Salon ». Solamente per esigenze di spazio pochi lavori poterono trovar posto nel catalogo, e moltissimi altri lavori di grande pregio saranno scoperti ed ammirati dai visitatori che non mancheranno di visitare auest'esposizione. Fra l'altro essi veranno un ritratto del gen. Nobile eseguito a Stolp dal fotografo norvegtv se Otto Kurt. Per gli intenditori ed 1 tecnici, la Mostra presenterà particolare interesse poiché In essa troveranno tutti i più moderni mezzi fotografici portati alla massima perfezione: bromuri e cloro-bromuri, di finissima fattura, br'omoglt riportati di tecnica assolutamente inarrivabile. Ed in questo Ultimo ramo si sono ,n (special modo distinti 1 tedeschi. Anche i russi, ben cliè nella tecnica appaiano stazionari, presentano tuttavia opera di pedale attrattiva. '■: Il successo ottenuto dal primo < Salon » sta a garanzia di questo che più •ompletamente organizzato si inaugura nelle saie dalla Pronao trice di Belle Arti. chfinchva41 mu.nemguconelodeprno^ii dearmsepchlalaseppainpsiceGemroCSpnarachdveresimstalporozicotuquadziaidedepi1 avevivunaEd—arcrucLea comInAshatesotaErstnoCoto("Diervitrtori prcislalaziorilstindateduVOe mAuNapoNaschaqummagrpite deUreInp/»iualde | Gli Architetti torinesi Si inaugura stnmanp alle undici. I primo piano - aperto per l'occasione ica— della Casa depli Architetti al- nuriK';P...sì inaugura stamane alle undici. ispirazione è chiaramente colnnessa ad ideali bene inquadrati nella tradizione, sia perchè un ricordo — specie nel Titta — di quello stile floreale che, tanto condannato, pure ci diede cose gustosissime, e ancora palese nel loro operare. Lo stacco netto fra questi architetti ed i cosi detti •giovani», il visitatore lo avverte con Annibale Rigotti. Con questo artista studioso e severissimo tutto ciò che la moderna concezione architettonica proclama l^"'^ aggeggio, ornamentazione su perflua, decorazione ingombrante, ca- lj- — - • del gruppo degli architetti torinesi promossa da Armando Melìs, segretario regionale del Sindacato Fascista Architetti. Mostra di progetti attuati e da attuare, di fotografie e di plastici: quanto basta però a fornire ai Visitatore anche profano una visione chiara degli indirizzi e degli intendimenti della moderna scienza (o per dir meglio, arte) della costruzione. Attraverso, anzi, questa serie di disegni neveneinu'llalaScre13vogacn£?,;^iiÌl„SP.?,JÌrc 1 evoluzione, dello naspirito architettònico degli ultimi tren- ]oa anni: nato che abbiamo qui presen-jrijti alcuni costruttori i quali ancora iaoperano seguendo criteri che viceversa,^ciSÌ»Eo.»giovanl esP°J"ori ritengono sorpassati o meno adatti a tradursi ripraticamente con pronta rispondenza alle esigenze delia vita contemporanea. Al primo gruppo appartengono evidentemente Pietro Villani, Giuseppe Cento. Nicola Mosso, Gottardo dissoni, Mario Ceradini, Armando Titta £±q qualche nitro: — sia perchè la lordici ,„u id che con l'andare dei secoli e con l'af-;mfin arsi che vale a . i 41 puro spirito utilitario e l'appaga-;]? mento di quel bisogno di bellezza che Peu.o.i^ nell'uomo sorge non appena lo stru-;Comento si mostra tecnicamente ade- doguato °hmT,™^o« _,taHi _ 'haHinunaare quindi totalmente, e di d colpo, ali apporto di una secolare espe- , nenza estetica ci parrebbe un Perico- '*loso errore, se questa rinunzia cui ten nede l'architettura avveniristica non ^iS^jlimpresentasse oggi quale un semplice fe-|^nomeno di reazione aU'timitazione Paa- g£^ii u n o a T11 t T r\ mini crtiiAPr^nm fini tiom a ' de per far luogo ad ima semplice armonia di superflcl e di linee. Alla massa è restituito tutto il suo valore senza ch'essa si valga di eccessivi pesi per imporsi alla vista. Una bella chiarezza rende eloquente, e facile alla comprensione 11 progetto per il Palazzo consumatori Gas Luce, che si presenta lieve malgrado la sua mole imponente, equilibrato nelle sue varie parti, ordinalissimo in tutto il suo insieme. Il Rigetti può appunto servire di ponte per passart ali altro gruppo che si impersona nei nomi di Dado Bonicelii, Mario Dezzuti, Arturo Midana, Giuseppe Pagano, Gino Levi Montatemi, Antonio Pogatschnig, Paolo Pe rona, Pietro Betta, Armando Melis, Cuzzi, Gyra, Domenico Morelli, ecc. Sono questi gin architetta torinesi che più decisamente intendono inserirsi BMfaecisotaneimgitenotoapLueSdoil diculonmdiuoba laoanridcoatrr&^^^,,0.,^ ..i«™uu»ìv, .uno». ; ri.nella corrente che vuole imprimere ' Salla costruzione un carattere di stretto vrazionalismo. L'esemplo straniero è chiaro in ciascuno do loro: ma è evi dente d'altra parte la loro volontà di dtan-.uic uo*m« pin« m iw» vwiuiiM» "Mmitalianizzare . quanto e potuto loro SMmiro rl'rt t.r'n.lriR imilm 77imrtn Hi. 1Uvenire d'oltr'alpe, umanizzando — direi — ciò che di assoluto, di intransigente, di quasi luterano esiste nel modello prescelto. Ed è appunto a que sto spirito latinizzante che occorre — all'architetto di avanguardia — oggi porre mente per non cadere nel povero volendo essere semplice, nell'irrazionale volendo essere razionale, n concetto che la casa debba innanzi a tutto servire come una macchina, e quindi spogliarsi d'ogni superfluo per adempiere razionalmente alla sua funzione, non è altro che un presupposto ,„latezimvaprsi della sensibilità, ecco appunto dala scienza si è tramutata in arte, ìcai a dire In una conciliazione fra traaiva. e a tutto quel soverchio gravame Uffdecorativo che fu - nello stole scosl aCdetto floreale - il trionfo dello spinto ^pittorico su quello costruttivo. Oggi dj 1 architetto si sente restituito alla sua. verace paratone dd costruttore Egli | viiaIa /*Via In ma fahhrl/.n i^n.lH l.n- ..vuole che la sua fabbrica risulti innanzi a tutto « una cosa che serve ». Ed è giusto. Ma non sarebbe giusto — e concorde con il temperamento armonico degli italiani — che questi criteri strettamente utilitari dovessero uccidere in noi quella che già per Leon Battista Alberti era musica: vale a dire trasporti lirico verso qualche cosa di più che non sia la semplice macchina per abitare. mar ber. silULza staze Lgr