Tostoj e la nuova letteratura russa

Tostoj e la nuova letteratura russa Tostoj e la nuova letteratura russa (Dal nostro Inviato) MOSCA, Settembre. Uscito fuori dal canale della commemoranone ufficiale, durante la quale del resto la celebrazione dell'artista creatore ha pur finito col prevalere nella sua imponente grandezza, il giubileo tolstoiano ha preso il suo colorito più simpatico nella valutazione degli scrittori dena nuova generazione, soviettisti tutti in senso generico, ma non per questo legati al carro deli' ufficiosità. Dalle dichiarazioni da me raccolte nal corso da una rapida inchiesta può trarsi la conclusione di una promettente sanità di gusta e di tendenze. Nel corso della commemorazione ufficiale l'opinione generale degli scrittori giovani è stata espressa da Boris Pilnjak, uno dei più originali e indipendenti fra loro, il quale ha detto in sostanza che agli scrittori contemporanei, come in generale a tutti gli scrittori vissuti dopo Tolstoj, incombe il dovere di imparar da lui la maestria artistica ed il modo di guardare il mondo. Si capisce che questo precetto generale è accettato con sfumature diverse corrispondenti per ciascuno al proprio temperamento d'artista e alla propria cultura letteraria. Leonida Leonov, lo ^scrittore che forse più di ogni altro segue la tradizione dostojevskiana, dopo aver affermato che Tolstoj è una piramide non ancora superata e forse insuperabile, aggiunge che tutto ciò che Tolstoj ha scritto <> modello prezioso per gli scrittori contemporanei. Alessio Tolstoj, strettamente legato alla precedente generazione sia per l'età che per l'educazione del proprio spirito, ha riassunto in tre principi! il campo in cui, secondo lui, dovrebbe muoversi l'influenza tolstoiana suilba nuova generazione: prima di tutto l'onestà artistica, poi l'incontentabilità e la ricerca del meglio, infine la capacità di osservare e vedere le cose. Questa capacità di osservare è messa in rilievo anche da altri scrittori come quella a cui la nuova generazione deve tener rivolto lo sguardo, qualunque sia il contenuto della sua creazione. Ma ad un'altra qualità dell'arte tolstoiana, forse più importante di questa, hanno accennato altri scrittori contemporanei di campi diversi e non privi in fondo nelle loro ideologie di pericolosi apriorismi: l'inscindibilità cioè di essa dalla personalità spirituale del suo creatore. Michele Priscvin, uno scrittore abbastanza originale, legato all'ideologia piccolo-borghese ha detto chiaramente di non poter distinguere in Tolstoj l'artista e il moralista. «L'arte tolstoiana più che arte 6 per me vita. In generale io ho imparato da Tolstoj là verità della vita sebbene mi inritassero le sue deduzioni settarie, in particolare nei riguardi del matrimonio, della scienza, di Shakespeare. Voi mi domandate in che cosa egli è vivo per me ancor oggi : Ecco, nell'aspirazione alla verità nell'arte della parola direi quasi nel voler raggiungere nei suoi scritti la forza fìsica della parola. Non è diffìcile rispondere alla domanda che cosa deve imparar da lui la nuova generazione. I nuovi scrittori trattano spesso temi dati loro rial di fuori e perciò trascurano la vita e cosi manca la semplicità, la veridicità e la concisione. Attraverso Tolstoj Insogna arrivare alla parola della vita e della verità, per la via più breve e più forfè, partecipando di rettamente personalmente ». « Quale artista — ha detto G-ladkov, scrittore d'origine proletaria — Tolstoj è stato rappresentato come un elemento primitivo in tempesta e quale.filosofo come uno smorfioso di nessuna importanza. Sebbene sia impossibile dividere Tolstoj in artista e in filosofo, perchè egli è l'uno e l'altro insieme, la forza della generalizzazione artistica e l'elemento artistico sono la sostanza di Toistoi. Tolstoj ò vivo anche per l'età nostra, come esempio di profonda penetrazione nella vita. T suoi precetti di studiare la vita, di essere all'altezza delle propria epoca, di vivere la vita della propria classe, sono per noi precetti indiscutibili ». A questa dichiarazione può riallacciarsi quella di Valentino Katajev, scrittore di second'ordine, autore di romanzi d'avventure ma anche di alcuni ben riusciti racconti di vita contemporanea, molto letti, secondo il quale da Tolstoj lo scrittore contemporaneo deve imparare il senso della civile virilità. All'altra dichia' razione del Gladkov sull'unità dello artista e del filosofo ha fatto eco un altro scrittore di origine proletaria, i F. BeTezovskij, dichiarando la pro„pria ammirazione per la maestria con cui Tolstoj seppe intrecciare-la sua filosofìa nel disegno artistico. Onesta maestrìa debbono secondo lui imparare i giovani scrittori da Tol¬ stoj per poter intrecciare la filosofia proletaria nel loro disegno artistico. L'ammirazione per la « maestria » tolstoiana domina nella maggior parte delle dichiarazioni dei nuovi scrittori. Ed è naturale che uno scrittore, come Panteleimon Romanov, al quale la diretta derivazione da Tolstoj, almeno neila sua opera capitale, il romanzo Bus, è stata rimproverata addirittura come mancanza di originalità, abbia cercato di chiarire il significato di questa maestrìa. « Da Tolstoj — ha detto egli — come da ogni genio si impara prima di tutto a pensar semplicemente. Questa è la cosa principale, quello a cui deve aspirare e tendere ogni artista che voglia far sentire la sua voce a larghe masse di uomini. Studiando Tolstoj, ai possono apprendere tutte le leggi della rappresentazione artistica. Questa semplicità, Alessandro Jakovlev, scrittore di non dubbio ta lento creativo, animato da sincero amore per gli « umiliati ed offesi », mette in relazione anche col pensiero tolstoiano, in una dichiarazione piena di calore e di simpatia. « Come filosofo e moralista, Tol stoj mi è estraneo. Io sono lontano dai! predicare la sua non resistenza al male, ma la sua continua ricerca del senso della vita, la ricerca della verità, del principio di tutti i principe, il suo insistente desiderio di penetrare in tutti 1 misteri della vita, mi è caro e vicino. E' così che io comprendo la sua anima in rivolta. Questa semplicità, sincerità, umanità, capacità di porre perfino* nell' opera più insignificante come ampiezza, un grande pensiero, la ricerca di una verità superiore, tutto questo bisogna imparare da Tolstoj». Più d'uno degli scrittori interrogati ha accennato anche alla propria esperienza personale. « Tol stoj — ha detto Pdlnjak — ha avuto su di me un'indubbia influenzali ma come scrittore, non come moralista; egli è vivo per me col suo volto di scrittore, col suo modo di sentire il mondo, con la sua creazione ». Ancor più strettamente ricava i suoi precetti generali dalla diretta espe riienza Panteleimon Romanov : «Tolstoj ha avuto un'influenza enorme sul mio sviluppo artistico. Sulle sue opere io ho imparato a scrivere in modo da riuscire comprensibile a tutti. Il suo toglier via dalle cose ogni velo superfluo, la sua lotta contro la menzogna interiore dell'uomo che ha un'opinione esagerata di sè e della propria dignità in tenore, questo io l'ho imparato da Tolstoj, perchè nessuno nè prima ne dopo di lui è stato così grande maestro nel rivelar l'anima umana e nel mostrar le cose invisibili agli occhi comuni ». Non è il caso di osservar qui fino a che punto veramente Romanov abbia appreso da Tolstoj, ma non si può negare alle sue . parole anche il valore di una affermazione di principio, importante per 1* attuale sviluppo della letteratura. Tanto più che a una conclusione analoga arrivano la maggior parte degli scrittori oggi considerati i continuatori, in un modo o in un altro, della tradizione letteraria russa, da una parte, per esempio, Leonov che ha scritto le sue cose migliori sotto l'influenza diretta di Dostojevsky e dall'altra per esempio Vsevolod Ivanov, che Dostojevsky dichiara di non aver neppure letto. Un altro aspetto del probJem?. è presentato dalla diffusione delle opere di Tolstoj nel pubblico e soprattutto tra la classe a" cui la rivoluzione ha dato tutti i diritti e privilegi. Le statistiche recenti della biblioteche e di quelle operaie in particolare mostrerebbero una diminuzione di questa diffusione in confronto degli anni d'anteguerra in cui Tolstoj occupava senz' altro il primo posto. La diminuzione non è grande se si pensa che in molte biblioteche Tolstoj occupa ancora il terzo e quarto posto; la scomparsa, per varie ragioni della vecchia classe borghese, e la curiosità per la nuova letteratura, più adatta ai nuovi gusti, sono due elementi da tener bene presenti nel leggere le statistiche. Il tiraggio altissimo delle nuove edizioni (varie diecine di migliaia di copie in un periodo in cui già tutte le biblioteche hanno almeno le opere principali dello scrittore) è d'altra parie un* elemento che parla chiaramente: Leone Tolstoj è ancora popolare in Russia; l'influenza del suo grande spirito creatore non è stata vinta, e nonostante il f&THmento di molta parte delle sue dottrine sociali e morali, non è stato possibile racchiuderne l'impressionante figura in uno dei tanti musei in cui si vanno a cercar le tracce del passato rispecchiato nelle sue opere. ETTORE LO *ATTO.

Luoghi citati: Mosca, Russia