Un amico dei bolscevichi

Un amico dei bolscevichi Un amico dei bolscevichi MO80A, Settembre. 11 conte Brockdorff-Rantzau è morto, ma la sua opera vivrà imperitura e grata nella memoria dei bolscevichi. Quale potrà essere il giudizio della storia, nella quale egli indubbiamente occuperà un posto, grande o piccolo che sia, non è facile prevedere : siamo troppo vicini agli avvenimenti e li viviamo troppo intensamente, ciascuno a modo proprio e a seconda dei propri interessi nazionali, di Partiti o di classi, per credere a questo o a quello « Oroscopo ». Per ora bisogna limitarsi a segnalare i fatti, cosi come essi si svolgono. L'improvvisa morte avvenuta a Berlino 1*8 settembre, del conte Brockdorff-Rantzau, ha improvvisamente gettato nel lutto il Governo dei Soviety, che ine piange forse più della stessa Germania. Eppure j bolscevichi non sono di quei sentimentaji che per semplice simpatia la morte di questo o di quel personaggio politico specie se estraneo alla loro famiglia comunista, possa eccessivamente commuoverei... Chi era dunque il conte BrockdorffRantzau per la Russia, e quali le ragioni che fanno ricoprire di nere gramaglie i Circoli politici e diplomatici del Governo proletario di Mosca per la scomparsa dell'Ambasciatore della Repubblica Imperiale di Germania? Brockdorff-Rantzau era presso il Kremlino Ambasciatore del Governo di Germania; ma egli era anche Ambasciatore di se stesso e fórse principalmente di se stesso e della sua « politica orientale », di cui egli era assertore quasi mistico e propugna tore infaticabile. Tutto il successo del conte Rantzau a Mosca è dovuto, più che a qualsiasi altra ragione, alla tragedia nazionale tedesca avvenuta con la disfatta militare, che ebbe il suo epilogo a Versailles e che egli visse, in parte da protagonista, in massimo grado. « In quei giorni (riferendosi al novembre 1918, quando cioè, in seguito alia clamorosa sconfitta austriaca e alla trionfale vittoria italiana, avvenne ■ l'irreparabile disastro sul fronte francese dell'esercito germanico e sucoesse la nota rivoluzione tedesca, mentre Guglielmo cercava salvezza in Olanda), io mi sentii orfanol » disse una sera BrockdorffRantzau a Mosca, dopo un pranzo « diplomatico », parlando della fine della guerra. L'espressione, « teoricamente », parve riuscire strana alle orecchie dei rappresentanti del Governo internazionalista - comunista; c( praticamente », invece, riuscì grata alla logica bolscevica, che in essa vedeva nuova conferma della naturale psicologica disposizione « antioccidentale » dell'Ambasciatore di Germania a Mosca. Ma l'odio di Brockdorff-Rantzau per l'Occidente vittorioso contro gli imperi centrali, crebbe smisurato a Versailles. Egli, che dal Governo ili Scheideman, sorto dalla rivoluzione, era stato chiamato da Ministro plenipotenziario della Germania Imperiale di Guglielmo nella piccola Danimarca, all'altissimo posto di Ministro degli Esteri della Germania repubblicana, fu inviato come Capo della Delegazione tedesca per le trattative di pace, a Versailles. Wilson e i suoi 14 punti erano già venuti sgonfiandosi e della « leggenda » non rimaneva che una semplice, però amarissima delusione. Lloyd George e Clemenceau avevano formato un fronte unico contro i vinti e contro anche i vincitori che non fossero Francesi o inglesi e a questi e a quelli dettavano leggi. BrockdorffRantzau non potendo espugnare la muraglia, preferì la ritirata : dichiarò « inaccettabili » le condizioni di pace proposte alla Germania, rifiutò la sua firma, tornò a Berlino, dove rassegnava le sue dimissioni da Ministro degli Esteri. La pace, com'è noto, venne conclusa e firmata da Muller. attuale Cancelliere, e di Brockdorff-Rantzau più non si parlò fino al 1922. Intanto Brockdorff-Rantzau maturava il suo piano della politica antioccidentale, che nella concezione sua poteva «rovare realizzazione pratica nell'Oriente, nell'Oriente bolscevico. Noi, sulla base di quanto ci è dato sapere, riteniamo che il piano di « rivincita » del conte Rantzau, fosse nella sua mente molto ardimentoso: pare che egli pensasse di poter fare della Russia soviettica una ve- ra, grande alleata della politica imperialista tedesca, partendo dal concetto che il bolscevismo, come sistema sociale, fosse solo una transitoria forma di governo, adottata dai rivoluzionari russi, finché il loro potere non si fGsse consolidato, ma che, gradatamente, fosse destinato a modificarsi e a trasformarsi in un. Governo social-democratico... E allora una parte grandissima sarebbe stata riservata alla Germania nella generale ricostruzione, specie di quella militare, di questo enorme Paese. Ma il conte Brockdorff-Rantzau, come tanti altri uomini di Stato, si illudeva anche lui?... Col programma, dunque, di graduale e completa demolizione del Trattato di Versailles e di graduale e completa resurrezione della Germania, Brockdorff-Rantzau, nel 1922, — in seguito a quella specie di « beffa », — combinata da Rathenau c Cicerin in occasione della Conferenza di Genova, agli onnipotenti di Parigi e di Londra e sotto il loro naso, nella fresca tranquillità della piccola, ridente Rapallo — che porta il nome di « Trattato di Rapallo », con cui Berlino e Mosca annunziarono al mondo la ripresa dei loro rapporti politici e diplomatici — venne a Mosca in qualità di Ambasciatore dell'indomata Germania. Nell'accettare la nuova missione egli dichiarò apertamente che « la salvezza della Germania sta solo nella, collaborazione e nell'avvicinamento con la Russia » e che « questa era la sua » divisa », lo scopo del suo lavoro, per il cui raggiungimento egli era pronto ad ogni sacrificio ». Il 5 novembre di quell'anno 1922, il conte Brockdorff-Rantzau, nella sfarzosa grande uniforme di Ambasciatore presentò a Michele Ivanovich Kalinln, in giacchetta e colletto floscio, le sue credenziali. Si racconta che Rantzau, in quell'occasione si trovasse in grande imbarazzo, fino al punto da tenere capovolto nelle mani il testo del discorso e che non sapesse rendersi conto come e perchè non riuscisse a leggere. Eppure non era la prima volta che gli capitava di presentarsi a Capi di Stati e a Monarchi. Brockdorff-Rantzau. 11 stesso, spiegò l'Incidente col fatto che in Kalindn, In giacchetta e colletto floscio, In Kalin contadino e operaio, Capo dello Stato Soviettico, aveva visto un'imponenza di forza da cui non era sta to mai cosi colpito in vita sua... Chi lo sa!... Forse effettivamente Brockdorff-Rantzau soggiacque alla estatica visione di quella che nei suoi propositi avrebbe dovuta essere l'opera sua a lavoro terminato. Forse In quel momento vide davanti ai suoi occhi smarriti, eserciti inquadrati, disfatte avversarie sul Reno e sulla Vistola, vittorie e trionfi tedesco-russi, resurrezione ed apogeo del la grande Germania... E il conte Rantzau si pose al lavoro. Durante i sol anni, che dovevano essere gli ultimi, della sua attività egli fece di tutto per raggiungere gli scopi che si era prefisso. La comunanza di .sensi, la comunanza di finalità « anti-occidentali », stabilirono fra il Governo dei Soviety e lui un'atmosfera di reciproca piena fiducia e simpatia. Rantzau a Mosca era divenuto l'Ambasciatore più gradito al Kremlino, fino a destare sospetti di una « eccessiva tenerezza » per il bolscevismo. Ormai era ritenuto come una specie di « deus ex machina » della politica estera soviettica. Ma quale è stato il risultato effettivo della sua opera? Cosa si è avverato delle sue previsioni? I suoi amici affermano che egli ha ottenuto 11 massimo che praticamente era possibile ottenere, che l'attuale situazione internazionale della Germania sarebbe dovuta a lui; i suol avversari affermano, invece, che il suo successo è stato minimo nei primi anni, nullo negli ultimi, sia nell'interesse economico, che politico della Germania, e che la sua attività avrebbe giovato quasi esclusivamente alla diplomazia soviettica, molto più abile e molto più accorta, che avrebbe saputo sfruttare il momento psicologico tedesco e l'azione del conte Brockdorff-Rantzau, per entrare in pieno nell'agone internazionale e per fare in esso un gran giuoco, senza cedere un solo passo del proprio bolscevismo. PIETRO SESSA.

Persone citate: Clemenceau, Kalin, Lloyd George, Michele Ivanovich Kalinln, Muller, Pietro Sessa