Apparenza e realta del compromesso ginevrino

Apparenza e realta del compromesso ginevrino Apparenza e realta del compromesso ginevrino liti nOOOn n\mnVt f"1)1, IldùhlS nVdSIIP dWin puUUU U.U3I15 |IL(Dal nostro inviato) Ginevra, 17, notte. Ginevra è tutta piena, oggi, dei moltipllcarsi dei commenti ali'avvenimento di domenica, cioè il risultato _ conclusivo della terza riunione dei 6. Forse è opportuno riferire ancora oggi il comunicato ufficiale, diramato alla fine della riunione stessa; il quale suona così: « I rappresentanti della Germania, del Belgio, della Gran Bretagna, della Francia, dell'Italia e del Giappone, atta line della loro terza conversazione, hanno constatato con soddisfazione le condizioni amichevoli in cui furono prospettale le importanti questioni che hanno costituito l'oggetto dei loro scambi di vedute. . » L'accordo si è stabilito tra di loro sui seguenti punti: .'iti, — Sull'apertura di negoziati ufficiali retai inamente atte domande formulate dal Cancelliere del Beich riguardo l'evacuazione anticipata iella Benania. «2. — Svila necessitaci «n regolamento completo e definitivo del problema delle riparazioni, e della costituzione, per raggiungere questo scopo, di una Commissione di periti finanziari, designata dai sei Governi.. ■ «3. — Svi principio della, costituzione di una Commissione di constatazione e di conciliazione. La compotixione, il funzionamento, l'oggetto e la durata della detta Commistione saranno sottoposte a negoziati tra i Governi ». ddilcccntcteliildppdì Tutti soddisfatti... Cerne si è giunti a questa corichi telane già vi è noto: io non potrei che ripetervi oggi le notizie che avevo ieri, appunto sulla riunione dei pei. Ciò che ho saputo oggi, in prò postto, non ha fatto che confermar ni le prime informazioni, che la notte scorsa frettolosamente vi telefonavo. E ri sono pure già note le prime dichiarazioni fatte domenica, dopo In cteKberazione, da lord Cu«béndun, da MuMer e da Briand ai giornalisti dei rispettivi Paesi. Lord Cmhendnn si è compiaciuto rie* temo amichevole con cui — ha IMito — «d sono svolte le torive mSk « dai felici risultati raggiasti. Ha Meo omaggio afflo spirito conciBatta» cui Briand ha ispirato ih fSÉrtf^JSia condotta, in tatto 11 dono «•tale discussioni e specialmente in «patito ha rinunciato all'idea primitiva francese che, per ritirare l'occupazione, si dovesse sostituirla in tra* forma o nell'altra con un preedeo controllo militare, idea la cui RjppMcazkrne sarebbe risultata assolatamente inaccettabile alla Germania. Lord Cushend-"n concludeva: ci tedeschi possono essere contenti MI portare a casa loro qualche cosa di sostanziale. Spetta adesso a loro di accelerare il tempo, di marciare rapidi alle auspicate conclusioni >. Muller ha rilevato che egli considera ormai come un fatto acquisito che qualunque forma, sia pure di « constata zio ne » se non di controlIo, non possa andare oltre al termine previsto dal trattato di Versailles per l'evacuazione di tutto il territorio occupato, cioè oltre il '35: ritenendosi che la Francia sia più che sufficientemente garantita sotto i riguardi della sicurezza delle frontiere e dal controllo generale cui ha diritto la Società delle Nazioni e dal patto di Locamo. Riguardo al secondo punto del comunicato ufficiale — necessità del regolamento completo e definitivo del problèma delle riparazioni e costituzione, a questo scopo, di una Commissione di periti finanziari — egli ha affermato che la Germania non può avere niente in contrario in proposito: è anzi essa che sollecita, còme ha già sollecitato in passato, perchè siano determinate le sue obbligazioni, sia fissata la cifra globale dei suoi debiti, insieme con le modalità di pagamento. Riguardo al terzo punto — Commissione di constatazione e di conciliazione — ha detto che questo non ha importanza in quanto per la Germania, dato che essa è completamente disarmata, non significa nullar cioè la Commissione non avrà da constatare se non un fatto già compiuto e permanente e non avrà quindi da conciliare nulla. Briand ha detto che la giornata ■segnava la fine della preoccupazione francese e della incertezza te< riesca: preoccupazione francese ri1 guardo alle riparazioni da riscuote' re, incertezze tedesche riguardo ai debiti da pagare. Ora la Francia sa che verrà fissato il suo credito e che di esso sarà assicurata l'esazione; e la Germania sa che verrà fissata la cifra dei suoi pagamenti e che la misura di essi starà nel limite delle sue accettate possibilità. Briand ha concluso : « Dopo la pace e dopo Locamo, questa è stata la giornata delle più grandi risoluzioni. Si è compiuto un nuovo passo decisivo sulla via della riconciliazione tra la Francia e la Germania. Si è consolidata la pace in europa i. t Tutti, quindi erano soddisfatti : Jord Cushendun per un verso, Multar per l'altro, e Briand per un altro ancora. Ma, girando gli alberghi ove hanno sede le diverse Delegazioni, « aveva l'impressione che olla Delegazione inglese, a quella italiana, a quella belga, a quella giapponese, si fosse semplicemente contenti del progresso ottenuto nella questione, del passo avanti verso la risoluzione della controversia franco-tedesca, o più precisamente, se anche più estesamente, della controversia fra ex-iAUeati e la Germania. Alla Delegazione francese invece si affettava ucplltdcQtmenszGsstos4esdFpsnsdB«vds•lmzrigpsmteldctesdpsmpp f"1' considerare il patto ginevrino, p dell'accordo concluso, nel senso che e|IL comunicato ufficiale determina, rdi considerare il patto ginevrino, dell'accordo concluso, nel senso che il comunicato ufficia.]e determina, come un rilevante, importante successo della Francia; mentre, per contro, alla Delegazione tedesca si notava una diffusa musonerta. Un tedesco mi diceva: — Non abbiamo avuto uno scacco: ecco tutto. Ma non abbiamo ottenuto niente, o quasi niente. Io credo che, mentre inglesi italiani belgi e giapponesi considerano il fatto secondo un angolo visuale di oggettività, francesi e tedeschi, pecchino, ciascuno dalla propria parte, di eccesso ned rispettivo giudizio. i i a e , i o a . h o n n i i i i ao i l : ù o i i l o a a e : a è i à o aa o ae aia oe< rie' ai a e e a a e a o, ù un la la in i : lro ve i, ea, e, el e, oa, iù ra eva Lo sgombro e le Commissioni Esaminiamo un po' il comunicato ufficiale, che è il documento sicuro che abbiamo a disposizione. 11 primo punto, dunque, come sappiamo, dice che i rappresentanti delle 6 Potenze si sono accordati « sull'apertura di negoziati ufficiali relativamente alla domanda formulata dal Cancelliere del Reich per l'evacuazione anticipata della Henania ». Qui siamo, come si direbbe, a partita patta. Che, se da un lato si ammette la possibilità effettuale della evacuazione anticipata della Renania. dall'altro si specifica che questa sarà discussa attraverso negoziati. In. un certo senso, sin qui la Germania subisce uno scacco: nel senso cioè che essa credeva di avere senz'altro diritto a che il suo- territorio fosse evacuato, senza discussióne, in base al succitato articolo 431 di Versailles. Ma in altro senso essa ottiene un successo: che la questione dell'evacuazione anticipata della Renania, già contestata dalla Francia, è ammessa nelle prossime possibilità. E aggiungiamo — oggi, anzi, possiamo aggiungere: — Mi risulta che nella riunione dei 6 di domenica si sia già ventilato che l'evacuazione della Renania — quella per cui Briand vuole riservato alla Francia « di scegliere l'ora» — dovrebbe avvenire, per la seconda zona, all'atto della costituzione delle due Commissioni, previste nel comunicato; e per •la terza zona, quando le dette Commissioni abbiano efficacemente iniziato i propri lavori. Le riparazioni TI secondo punto del comunicato si riferisce alla «.necessità di un regolamento completo e definitivo del problema delle, riparazioni ». Questo — come già, e credo esauriente menta, illustravo-nelle .mie telefonafe defili scorsi giorni — è interesse comune- della Germania e' della Francia, anzi d«rllti Germania 6 di tatti gli ex-Alleati. Perchè l'intera economia europea sia sollevata dalla cappa di piombo che l'opprime dalla guerra in qua, è necessario che la Germania sappia, in definitiva, quanto essa deve pagare, e gli ex-Alleati sappiano quanto essi riscuoteranno. Sia che la Germania debba pagare meno o più che non presuma, sia che noi dobbiamo riscuotere meno o più che non presumiamo; l'importante è che venga stabilita la cifra, e che ciascuna delle due parti quindi sappia come sistemerà i propri conti. Aggiungiamo che, data la cifra delle riparazioni, si potrà addivenire a quella revisione del piano Dawes, che già da tempo si è dimostrata desiderabile daW!una e dall'altra parte; e si potrà addivenire quindi alla mobilizzazione del debito tedesco, appunto in quanto esso sarà consolidato. E questo con enorme vantaggio degli ex-Alleati, che potranno trasferire il credito, che essi ripetono dalla Germania, in partita di sconto dei debiti interalleati; e potranno quindi, di conseguenza, fare anche alla Germania migliori condizioni, per il suo debito, in quanto i regolamenti di questo valgano direttamente al regolamento dei debiti propri. Le obbligazioni tedesche, insomma, quando siano fissate, diverrebbero commerciabili; e non sarebbe diffìcile, per il mercato mondiale, assorbirle. La America, la plutocrate America, verrebbe ad avere una convenienza concreta a onesto assorbimento; il quale ridonderebbe a vantaggio ugualmente degli ex-Alleati, per la sicurezza che essi ritrarrebbero riguardo ai propri crediti, e della Germania, cui gli ex-Alleati stessi, come accennavo, potrebbero consentire cifre di pagamento più moderate appunto perchè sicuramente garantite. Il secondo punto, dunque, si può anche considerare di partita patta, fra ex-Alleati e Germania : esso comporta infatti e consente reciproci benefici per entrambe le parti. Del terzo punto del comunicato ufficiale vi ho già parlato sopra abbastanza. Esso ammette, anzi stabili sce, la « Commissione di constata zione e di conciliazione », per le garanzie politico-militari che la Francia richiede in seguito all'evacuazione. E anche qua, poiché, riguardo alla Commissione stessa, tutto resta da determinare, non si può dire che la Francia, con le sue tesi, l'abbia vinta sulla Germania, o viceversa. Allo stesso tavolo In conclusione. Si riconosce a Ginevra che la Germania non ha ottenuto ciò che la sua grande campagna di stampa pretendeva; si riconosce che la Francia ha dovuto rinfoderare molti di quei luccicanti brandi che Briand agitò davanti all'Assemblea della Società delle Nazioni nel suo discorso; ma si afferma concordi che la Germania ha avuto più di quanto non era ad essa lecito sperare, precisamente dopo il discorso di Rriand; e che la Francia ha mantenuto intatti quelli che sono i principii essenziali della sua politica del dopoguerra. Quindi la Francia non ha specialissime ragioni per rallegnirsi oltre misura; come la Germania non ha ragioni per adombrarsi. Entrambe sono, come percestmaNcmdacflMtcsddcGnscrucsldtgCcitrntncnbpztfisqntdsvcTnplrpfusdncctdssl prima, al loro posto. Soltanto chei entrambe hanno — come l'ha poi riconosciuto Briand. nelle sue di-1 prima, al loro posto. Soltanto che entrambe hanno — come l'ha poi riconosciuto Briand, nelle sue dichiarazioni ai giornalisti francesi — entrambe hanno fatto un gran passo avanti sulla via della più perfetta riconciliazione. Certo, la giornata ginevrina di domenica segna una data storica negli anni dell'Europa del dopoguerra. Non siamo ancora alla liquidazione completa, esauriente, della guerra; ma siamo già at punto in cui creditori e debitore si mettono a sedére allo stesso tavolo, per discutere d'accordo, come i conti si potranno definitivamente chiudere.. E questo, per l'Europa d'oggi, è molto. MARIO BASSI.