Il promesso sposo per forza

Il promesso sposo per forza Il promesso sposo per forza Come un giovane contadino ti vide regalare una fidanzata dal medico e dal veterinario del ano paese - Un papà nell'imbarazzo — La foga a Torino ~ U co nsiglio dell' amico e la denuncia nqucd scipparono? Ed atìHi ^"«^SS1 PàK'taL^nimiS neri e dU^iatoSlnniof^^ pensieri Fra lavori compiuti svogliatamente con la mente fissa a quel mistero venne la sera. Aveva moitxata' la Jlt- ta a Giuseppe, il figlio diciannovenne e gli aveva chiesto se ne sapeva^ qua!- che cosa. Ma anche l'altro nulla su- peva, nulla ci capiva Verso le "1 ci fu Consiglio in famiglia. Si discusse, si suppose, si architettò, ma non s venne a capo di nulla Si venne a capo solamente di fare un poco tardi, e questo fu motivo che quando padre e figlio entrarono in Comune, il messo, che 11 attendeva fece loro una filippica: filippica dì uno che ha tradita la terra e non sa più comprendere e compatire i suoi compaesani lavoratori dei campi. Salirono con un poco di batticuore e di dispetto, entrarono nella sala dei consultori. I due Valsania si aspetta- vano di trovarvi il podestà o qualcu- no che ne facesse le veci. C'erano in- vece il veterinario, dott. Rodolfo Ber- sano, e il medico condotto, dott Er- mello Barbero. Sedevano gravi, quasi oppressi. Padre e figlio sedettero di fronte a loro. Il messo se ne andò, Nella sala rimase un silenzio solenne, 11 veterinario e il medico pareva esi- tasserò a parlare. Erano sempre gra- vi, 6curi. Il Giuseppe, che era stato a teatro, pensò ai giudici dell'Inquisì-zione di Spagna... E di molto non si era sbagliato. Erano accusatori, e l'ac-cusa non tardò ad essere lanciata. Fulmine a ciei sereno rnìnl„a . , , ° colpiva proprio lua, il Giuseppe. Con Parme severe, col dito puntato controdi lui come inflessibile stocco, i duem^nSi, =rfgiLf,acev'ano, u2- tTrave- tre-mendo addebito : quello di avere amo-rtf^'viri»00,^^ rafazwz.a del paese. nundota\n»n2n*„ceJra2-ta' abband°-sè il Ler™d»™%„f?,™P^?va ta_ f rhf «rph"» n^ìi^ vltaV ~£ ^taa* °?Ì^L- te?e ggfó^ne candidamente il- Come! Fai finta di ignorare certecose? — fecero i giudici incomincian-do a riscaldarsi rio' E? la nùa faiueLi l*ZS&38ftiveterinario rantósca - rincalzò ilU vecchio Battista, quella mattina pdel 18 giugno, andava pei campi,1 ver- lo il 6uo podere, guidando i buoi al- begro e svelto. Pareva aver dimentica- o i suoi acciacchi. 1-ischieuava. li ocelo terso, il soie tiepido, i campi polmi di covoni di buon grano gli riempivano l'animo di serenala e di efiducia. e il pungolo, di quando in quando, si abbassava sulla groppa quadrata del buoi, ma come una vel- lBeante carezza, più che come uno rstimolo. Chi disse che il buon di si conosce dal mattino? Non fu certo cosi per Bawàsut. Nessuno, dalla calma di quel mattino, avrebbe indovinato la burra- sca della sera. lLa stessa mattinata, del resto. Tu subito guastata da un intruso. Se ne andava Battista, misurando il Passo dietro quello dei buoi, quando udì alle sue spalle una voce concitata, che lo ^marnava: p?hè'.iBatustalmm..n.i- Si volse. Era il messo comunale. Tutto avrebbe supposto Battista di in- contrare in mezzodì campi, sulla so- &S^^AT&£& una E£ Cruori def not- gsTaufacchio3 o^&amttavfa^arle1 dolcLaH ^eUTcoSe'f uframile dell'Autorità, l'uomo che porla le .car- e», fonte di grattacapi e di versamen- ti; e poi, è un poco l'uomo che ha radito la terra, poiché ha preferito essere servo del Comune, anziché pa- drone di un boccone di terra. I >inv»n „ii.. _i_ u invito alla Casa comunale — Battista, ho qui una carta per voi! — Ah! fece il contadino, senza entusiasmo. — Per voi e per vostro figlio — Per tutti e due?! — E Battista, preso il foglio con molta diffidenza, esse : c Monta d'Alba, li 18 giugno 1928, VI. La S. V„ Battista Val6ania, è invitata a presentarsi nell'Ufficio municipale, alle ore 21 di questa sera, 8 andante, accompagnandovi il prò- prio figlio Giuseppe, per importantis- sime e gravi comunicazioni che la ri- guardano. - Firmato Silvio Oddone, uscire del conciliatore di Monta di Il firmatario Stvio Oddone era lui. l messo comunale, é Battista, incu- nosito e sospettoso, cercò di farlo can- tare- . — c.ne cosa sarà? — 'Non sp nulla. Io non sono che usciere. Ma guardate lì: • Gravi co municaziond ». Cose grosse, adunque, — Non capisco. Capirete stasera. p i'«kw.H»i"",™"™ ,, vetori ' Sm^S0 61 aUontan«> nut^Ba?rU£ hSSS^i C»T1 ve" Solo-a?ah^r^,ì^-c^ Ma neanrhP ner , rnr, „„ M;-ne,an.cne_Per.s°Sno| Con nes-e tantosuna ho fatto queste cose meno con quella I Ma l'accusa fu risfoderata, più implacabile e veemente di prima. Il giovane cominciò ad essere sopraffatto.a negare con. minor decisione. E dueìndici puntati contro di lui esercitavano una specie di influsso magnetico. Il padre taceva, ascoltava con tantoil veterinario in un imnulsoio si alzft si 'adirino al Jirll?!r«i. n„\5 S2^r.r.iS£- E voi, pèrche non avete sorveglia-to vostro figlio? Ecco cosa capita. Vo-stro figlio ha commesso uno sbagliocongresso che per forza bisogna pa-*T è tonocen-- Come?! Credereste a lui e non anoi? — E gli indici si puntavano ades-— Ma dunoue — fece ad un tratto11 SS Hv^si alSJjFe'tiS} - disse fermo Giù-Allora di sdegno, mn<Sn°enISla?er * braCCÌ°' 10 -Neehi anche con tuo narfre mnquestoe*phòve\noChvec^ salute? Lo vuoi dunque condurre alla— Nego Derch* non è vero — ebbeanco?aTa ?£za-d?°direè «"giovanottaSmlrfTSir compassati e austeriC°- Che "fu neghi poco importa, da-vanti alla realtà dei fatti. Ragione percui. facciamola breve. O tu sposi laragazza, e a presente darà netelo a mente delle spese ingenti, e tu, seduttore,finirai in prigioni. E adesso andate. . sul letto di Procuste Se ne andarono difatti, i due disgraziati. con la tesw gonfia, piena di rintroni, di cose troppo grosse che pare-vano tarla scoppiare. Non si sarebbe ™° dlavo10 al matrimonio. Addio, terra f&pacel Ma tu sei troppo ferace se e nasclt6 avvenigono sem£ l'amplesso gW/il veterinario"^ ^oViccfó , vetentnano na u capriccio dÌ .,ar„ sposare la sua persona di servlz!? dal pover? G.iui3??pe' alutat0 dal medl.co suo amico! Addio, dolce terra, ma £'I* di stravaganze e di Imposi2101111 Terra ingrata, tu non avrai... il mJ° matrimonio. Questi e consimili pensieri rimugina, SS .Giuseppe, mentre, a passo lesto, si fingeva al paese vocino per prendervi, m mcognito, il treno ohe lo trasportava a Torino- Eg" giungeva infatti a destinazione, ma doveva aspettare dell€ 01-6 avanti che passasse il primo treno; e intanto sempre si dibatteva in m,ei Pensieri, guardando con occhio °.ra dolce ora torvo le sue natie col- lme— Lasciamo che egli viaggi verso Torino« e ritorniamo al padre suo, a Batlista. Anche per lui la notte è stata insonne e tormentata. Ha sentito suona1* «* campane per la Messa mattulxna- senza che avesse chiuso occhio, Allora si è alzato. Anche lui si è vesttto piano piano, senza rumore, perche quel manigoldo di suo figlio, nella camera accanto, non lo sentisse e non lo interrogasse. Dopo tanto vegliare e pensare e tormentarsi, aveva preso anche lui la sua decisione. Scese in. cuCina, tracannò un buon bicchiere di vino vecchio e forte per farsi coraggio, e usci portandosi davanti al Itanicipio. Quivi attese, passeggiando in ?u e, m jF"Ìi cne u mess? aJ>risse- lo degnò di uno sguardo. Attese che venisse il segretario, l'ufficiale dello stato civile. — Senta. Ho deciso. Dò il mio con- senso perchè mio figlio Giuseppe sposi la Anna Triverio E tirò un gran sospiro, come colui che, con un ultimo sforzò, ha vuotato flno ™ fond0 11 bicchiere daUa medi clna- Poi se ne andò, accigliato e mato, mentre il segretario poneva mano ad un'altra di quelle malaugurate * "f" ' : ]f pÌÙ * tutte, Querela e contro-querela Ed ora riportlamoci a Torino, rin- tracciamo il Giuseppe. Eccolo in casa di un al qu^e ^ è confidato, p ato e sconvolto. Camminavano a testa assa, senza parlare. A meta strada attista si fermò e guardando negli cchi il figlio gli domandò a bruciaelo: — Ora puoi dirmi tutto: siamo «soli, ' vero o non è vero? — Ma no, babbo, non è vero 1... u vecchio riprese la strada, scroi andò il capo Non sapeva che pensae, non si raccapezzava più in quella accenda. Si fermo un'altra volta. _ perchè, bada, se è vero, hanno agione loro. Tu la devi sposare e Giuseppe ebbe l'impressione che u padre cedesse, che pencolasse verso a parte dei suoi giudici... E un certo bigottimento gli entrò nel cuore, Che notte fu queUa per "il padre e ex u figlio 1 Giuseppe non chiuse ocnl0- Non aveVa mai pensato al marimonio. ed ecco che, dal mattino sera, si trovava sul punto di preu- er mogliel E con quella Anna, poil „ conosceva <si ma nnn certo ri-Mi ene da misere li nadre delh? sSa fS creatura! Le aveva nS^i^mMlI K vX^df 1d^meXa%'at^a°anUcn1e gg«* ^esT^t^crf acce? StTfe tutto** ggff^ ^«10C^lnv<^^ ^1 ogm1„t^ft0iTnnhm0^ìcet,i^n ^ic^wl™°?I2;tìto.^JES^,?ome sarebbe andata a finire? Perhe lui, si, la coscienza ce l'aveva tranullia, ma chi lo sa? Quel due non cherzavano; e se dopo di loro fossero altati fuori, per esempio, anche il odestà ed il parroco? Con suo padre he Pareva disposto a credere a quella andonia poteva davvero finir male, Sposare la ragazza, di cui in paese si iceva niente di bene! Ah, noi Mail! Giuseppe prese un'eroica decisione, arebbe fuggito, sarebbe scomparso, avrebbero cercato invano 1 Cheto heto, senza far rumore, si alzò, si estì, usci di casa. Suonava la mezzanotte al campanile. Egli prese le via el campi, nella chiarità del cielo stelato spiccavano le belle colline della ua terra, che egli andava lasciandosi alle spalle. „ con8en80 paterno Addio, colline sorgenti dal piano, riche di campi e di vigneti, sparse di asolari e paesi, così dolci e famigliai a chi è cresciuto fra di voi. Addio, ollina Siete belle e care ma l'ingiu- tizia e la cattiveria degli uomini vi endono brutte e detestabiliI Era bello, a sera di domenica, fare all'amore sul- a Piazza 6 sui balie- pubblico, ma con raptmdgeesMnnocenza, con l'animo libero di ogni preoccupazione, senza pensare al ma- rimonio; ed ecco che gli uomini vosuono costringere a tutu i costi un po- iptmcfzmcsnuGdCvadssssnlvrettnscusndmdntll•mIvrraccontando tutta la sua storia, anco- ^ luUo plen0 di ^^0, ^ paurai di speranza. — Eh ? Che ne dici? L'amico, che è molto saputo in fatto di letteratura, dice : Ho capito. Don Rodrigo. Don Ro- drig0 al ròvesCio. Quello non voleva. questo vuole. Tu sei Renzo, Chi sono io?l — Sei, o almeno vorrebbero farti, un buiiaiu ai m uuv ai tavuiu uei icgaie andarono riempiendosi alcuni fogli di ^ regolare querela contro 1 due sa nitari di Monta d'Alba. La denuncia ™mmendare uno strappo fatto da chis sa c?.'ho d€tt0 anch-ia — * °hi? ~ AUeToUtae del mio paese, men I-Eè"0 sarà megU0 «II0 " 1111 a?n -i ftV» ~ i? 30°ì°andlamo di lettere tra Torino e Monta d'Alba. ^^^^^s^ìl S^iK^VSera firmata da Battista Valsania. e ta 11 •carte * furono certamente le prime <*e £ c«tadtao considerasse con be g-Jp ^V^el^o! Premesso che egli ritira il consenso F^™™^^™^™»™ anche j.oddonei dl assunzione ed eser- Veffamóso wSliSto consegni.: }° con VP»™'*™? PW£fé [o ?>LJ^0'^L&^lL^2^i8 la Jaoc*nda;4. «Vi è inoltre - continua la querela _ il più grave reato di violenza pri-vata, poicht, mediante minaccia di gravi danni e di una procedura pe naie a carico del Giuseppe, ì tre cor rei hanno costretto il padre al consen so delle nozze. E qui, oltre alla con- sedizione del fine, vi è l'aggravante del numero delle persone, sia che si ritenga avere l'Oddone partecipato al secondo reato (tre persone), ila che lo si escluda (due persone) ». A Monta, d'Alba però, dov« si è venuto a sapere del concretarsi della querela, non sono stati inoperosi. E una contro-querela è stata sporta a carico del Giuseppe Valsania dal padre della ragazza, Triverio Battista, il quale accusa il giovane di violazione di domicilio. Assicura il padre della ragazza che il Giuseppe dal marzo '27 al luglio successivo si è introdotto ripetutamente e clandestinamente, nottetempo, nella sua abitazione; naturalmente non per... visitarvi lui, il padre, ma la figlia... Circostanza che il giovane, come vedemmo, respinge re essamente. Le aule giudiziarie vedranno la fine e diranno la verità su questa curiosissima vicenda, degna non si sa se di Manzoni o di Paul de Koch...

Persone citate: Anna Triverio, Battista Val6ania, Battista Valsania, Giuseppe Valsania, Manzoni, Paul De Koch, Pensieri, Silvio Oddone, Triverio Battista, Valsania

Luoghi citati: Alba, Monta D'alba, Nimis, Torino