L'idillio interrotto

L'idillio interrotto L'idillio interrotto Il discorso di Briand La Germania si era illusa. 0 forte Stresemann aveva colorito in un modo troppo ingenuo le sue sperante e si era sforzato di far credere al popolo tedesco, dopo il patto di Locamo, i colloqui! di Thoiry e poi la solenne firma del Patto di Parigi, che tutto sarebbe andato per il meglio nel migliore degli idillli germanico-francesi. L'idillio è stato interrotto (probabilmente lo si riprenderà presto in altra forma e In altro tono) dal discorso di Briand a Ginevra. Noi non abbiamo mai creduto ad un accordo sostanziale e duraturo tra Francia e Germania, anche'quando quasi tutti davano grande e decisiva importanza al patto di Locamo e alle successive manifestazioni diplomatiche. I lettori ricordano. Abbiamo anche interpretato il patto di Parigi nel suo significato realistico, cioè in funzione della politica rigorosamente utilitaria degli Stati Unità verso l'Europa e il mondo del Pacifico. Il discorso di Briand ci rafforza nelle nostre convinzioni. La Francia è dominata da due sentimenti fondamentali: la preoccupazione che la Germania possa preparare comunque una rivincita te il timore che si possa creare in Europa una situazione che metta in pericolo la sua attuale posizione privilegiata. La Francia sa che la sua vittoria non è stata la vittoria delle sole sue forze, bensì di una coalizione di forze che ha reso possibile l'umiliazione della Germania, e sente che difficilmente in un'altra proiva l'immenso favore di eventi che si Ideterminò tra il 1914 e il 1919 potrebbe ripetersi ancora. La Francia constata ancora la progressiva diminuzione della sua popolazione: elemento di debolezza sicura. Ella perciò Ingrandisce, per un fenomeno di incubo da infermo, il pericolo di quei centomila uomini che costituiscono l'esercito tedesco. La Germania, per lei. non è abtoastan» dtaàr mata tedeschi. E accora non sarebbe dal tutta tranquilla. E' da tener conto dd questo stato 0i spirito, per comprendere l'agitata politica di Parigi in ogni parte di Europa: le assicurazioni e controassicurazioni che cerca dovunque le è possibile, le perpetue irrequietezze the crea in nome della difesa della Francia. Sono, fatti ben visibili, dei quafi la pomposa ideologia del pacifismo universale non riesce a dissimulare la natura. Non vogliamo dire con questo che la Francia non abbia il diritto a difendersi e a svolgere la politica che (meglio le conviene dal suo punto di vista nazionale. Vogliamo solo far notare che, sulla base di questa premessa fondamentale, la Francia contribuisce in grado eminente — con la sua opera di compressione in Germania, persuadendo alla diffidenza nell'Europa centrale e nei Balcani — a generare o a nutrire stati d'annmo e fatti che preparano alla guerra, non alla pace. E' questa la caratteristica contraddizione della politica francese. 11 discorso di Briand, pronunciato nella sede della Società delle Nazioni, è, nel suo fondo di intransigente nazionalismo, la negazione più elegante ma più cruda della transigenza intemazionale, che inspirò la ragion d'essere della Lega di Ginevra. Briand si allarma del centomila uomini dell'esercito tedesco, ma rifiuta il disarmo ed anche la diminuzione degli armamenti; sottointende anzi che da parte della Francia aumentare gli armamenti può anche essere un bisogno. E va oltre: non vuol sentir parlare di ingiustizie da discutere e sanare in Europa; far appello alla giustizia è in questo caso per lui un far appello alla guerra. Ma, allora, lo statuto e lo spirito della Società delle Nazioni hanno valore per la Francia solo in quanto le convengono? Briand, che mostra il più alto culto pél patto di Ginevra, nell'atto che lo esalta, lo svaluta. L'obbligo di disarmare è sancito dal patto; la revisione delle situazioni insostenibili è sancita dal patto. Escludete questi due elementi dalla sostanza della Società, e la Società è trasformata in un'assicurazione dei vincitori e dei beati possidente* contro i vinti e i diseredati. Non una società di pari nel diritto, sibbene una riunione di Stati che comandano e di altri che obbediscono. La Società, allora, resta giuridicamente in atto, in quanto dietro di lei si profila la forza che minaccia. I termini di forza, di comando, di dominio, di oppressione sono vivi ed attivi, come se l'idea della pace fosse un semplice flatus votis. Ned non ce ne meravigliamo, perchè sotto le apparenze idealietiche di Ginevra abbiamo sempre jw#to una sostanza, di interessi e di slcd utilità, cioè quegli strumenti di politica nazionale, che il patto di Parigi ha solennemente condannato, specialmente e nel modo più magniloquente, per bocca di Briand. E' però necessario che i popoli comprendano e non si facciano illusioni, che sono vane e dannose. ANDREA TORRE.

Persone citate: Briand