Il colloquio a 5 e il memorandum tedesco che dovrebbero impostare la questione renana

Il colloquio a 5 e il memorandum tedesco che dovrebbero impostare la questione renana Il colloquio a 5 e il memorandum tedesco che dovrebbero impostare la questione renana (DAL NOSTRO INVIATO) Ginevra, 8 notte. Avremo dunque, net prossimi giorni, l'annuncialo colloquio a cinque? Uermaoia, Belgio, uraii Bretagna, tranci» ed Italia si ritroverebbero intorno ad un (avolo, a discutere... No, discutere è troppo — stando a ciò olio ufficiosamente e concordemente si dichiara da entrambe le parti più direttamente interessate, Francia e Germania —; diciamo, a delibare la grossa questione del ritiro dell'occupazione ninnare della Francia dalla seconda e dalla terza zona renana, b dei compensi e delle garanzie che la Germania offrirebbe in cowispundenza, dato però che abbia intenzione di offrirne. Si diceva anzi starnano che Miiller, Hymans. Lord Cushendun, Briand e Scialoja si sarebbero già incontrati oggi; si sussurrava poi, stasera, che si sarebbero incontrati domani, precisamente in una gita in campagna, in comitiva, una sorta cioè di Tholry, ma aumentata di tra commensali. ìa verità e che lord Cushendun, il quale oggi ha avuto una lunga intervista con Muiler, domani va a trovare il suo Premier BaWwin, o ad Aix-les-Batns. dove quegli passa le sue vacanze; o a metà «rada, ad Annecy; dove l'altro gli avrebbe dato appuntamento, e gli verrebbe incontro. U celioni* ntollw-Lord CisJitndn Ieri sera intanto, come già vi Informavo, dopo che Miiller ebbe pronunciato all'Assemblea il suo discorso, ricevette, all'Hotel Metropole, dove alloggia la delegazione tedesca, la visita di Briand, in restituzione di quella sua di due giorni avanti. Questo secondo Incontro tra il Cancelliere tedesco e il ministro francese degli Esteri 6 stato assai più breve del precedente, In quanto non è durato che una ventina di minuti. Nella giornata, poche ore prima, Briand aveva avuto una conversazione con lord Cushendun, nel corso della quale essi avevano discorso appunto degli approcci effettuati dalla Germania riguardo alla questione dell'anticipata evacuazione renana; ed il minist.ro francese aveva illustrato al suo collega interinale inglese le vedute dalla Frància in merito. Probabilmente da questo colloquio è emerso l'accordo — se questo però veramente sussiste — di Invitare .la Germania a formulare un memorandum che costituirebbe l'argomento per la futura discussione a cinque. A proposito del quale memorandum si era già detto che fosse già stato compilato dalla Wilhelmstrasse, che il Cancelliere germanico si apprestasse a presentarlo al delegati a Ginevra delle potenze Interessate ; oppure che il governo di Ber» lino si accingesse a trasmetterlo, per via diplomatica, ai Governi delle potenze interessate. Ma è sopravvenuta al riguardo la recisa smentita dell'ufficiosa Corrispondenza Diplomatica Tedesca — smentita che il nostro Piana, da^Berlino, vi segnalava precisamente la notte scorsa —. Ora, qua a Ginevra, In qualche circolo giornalistico, prendendo atto della smentita, si aggiunge che se la Germania non ha Onora credulo di compilar questo memorandum, il Cancelliere Mailer avrebbe ricevuto però, ieri sera, vagamente, da Briand. e oggi, più esplicitamente, da Lord Cu shendun, il suggerimento di proce Aere alla compilazione ed alla presesi tazione del memorandum stesso. I.'op portunità di esso — dato sempre, come sopra accennavo, cho queste informazioni rispondano a verità — l'opportunità dunque del memorandum tedesco, come base preliminare della discussione a 5. rientrava particolnnncVe nel punto di vista francese; e sarebbe stata — come anche sopra dicevo — particolarmente riconosciuta noi colloquio di Ieri Brland-Lord Cushendun. Sicché nel seguenti colloqui li Cancelliere tedesco se la sarebbe trovata prospettata dalle due parti. Credo poi anche di dover raccogliere un'altra voce che, per la fonte da cui deriva, posso considerare di qualche attendibilità. Lord Cushendun, nel suo colloquio di oggi con Muller, avrebbe suggerito, si, la compilazione é la trasmissione ai Governi interessati del memorandum, sempre come base della discussione, che seguirebbe, a cinque; ma la discussione stessa non seguirebbe, come vi dicevo in principio, qua a Ginevra, Ira i delegati alla Società delle Nazioni delle potenze interessate; eiboene seguirebbe in un tempo ulteriore dopo Ginevra, in luogo da fissare, tra i rappresentanti delle cinque potenze, che verrebbero espressamente designati dai rispettivi Governi. In questo caso la procedura sarebbe la seguente. La Germania, dopo gli mnprocci, del tutto ufficiosi, di Stresemann a Parigi con Poincaré; e di Muller qua a Ginevra con .Briand e lord Cushendun, Scialoja e Hymans, formulerebbe il suo memorandum: già informata genericomente, appunto in seguito a detti approcci, del punto di vi6ta delle quattro potenze ex-alleste. 11 memorandum stesso verrebbe rimesso ai quattro Governi di Parigi, Londra, Roma e Bruxelles; indi questi delegherebbero l propri rappresentanti per la discussione e le trattative; e avrebbe così luogo la conferenza a cinque, ossia la nuova auspicata Locamo. Atmosfera d'Intesa VI ho prospettato così tutte le voci e tutte le versioni — quelle ragionevoli e verosimili, ben si intende; chò ppr molte altre, che pure circolano, sarebbe assurdo sprecare ima linea di giornale; — tutte le voci e tutte le versioni sugli argomenti e sugli eventuali sviluppi dei colloqui! che 11 Cancelliere tedesco ha avuto ed ha in questi giorni a Ginevra, coi rappresentanti della fu Intesa. Ouale sia Ha più attendibile non mi credo 1n grado d'indicarvi. Ciò che posso affermarvi è che l'aria che si romira i questi giorni, a Ginevra, ti a l'Hotel des Bergues, dove risiedono le delegazioni francese, italiana e belga, e il Beau Rivage, dove risiede quella Inglese, e il Metropole, della delegazione tedesca,.questa fresca aria del Lontano 6i va sèmpre più impregnando di un sottile profumo di buona volontà, di desiderio di «intesa, di sensi cordiali: veramente, il profumo che alitò nelle brezze di Locamo, sul Verbano. Per concludere, riguardo alla attiviti extra-societaria dei principali uomini di Governo qua presenti, cioè riguardo >i loro colloqui privati, rileveremo ancora cho il Cancelliere austriaco, mons. Selpel, si è -incontrato col ministro degli Esteri ceco-slovacco Benes, sempre continuando, anche con questi, le conversazioni che egli ha volonterosamente avviato per preparare, a Ginevra, il terreno favorevole alla trattazione del prestito che l'Austria intende concludere con l'America. Poi si sono ancln» Incontrati II ministro degli Esteri greco Carapanos e il ministro degli Esteri Iugoslavo, Marinkovlc, per proseguire le conversazioni, avviate l'altro giorno, sulle varie questioni altinenti alla zona franca jugoslava nel porto franco di Salonicco, e le franchigie Iugoslave p^r l'uso del tronco ferroviario GhevghellSslonicco. ed ancor più genericamente, tui complesso delle relazioni del due paesi. Qualcuno ha creduto perfino di poter buttare là la diceria che, anche da questa parto, si preparerebbe una Locamo balcanica... Ma molto probabilmente non si tratta che dell attrazione abbagliante d'una espressione di questo nome anzi: — Locamo — ormai cosi ripetuto da divenire un luogo comune. Sara il caso anzi che lo Zingare ili, in una prossima riedizione del suo ottimo dizionario, accolga la nuova voce: — Locamo — sinonimo di accordo, pacificazione, intesa; contagio di pathos umanitario, societario delle nazioni; brindisi di delegati ed era nuova che nasco per i popoli... La udata dell'AssaaiIi» Aprendo la seduta dell'Assemblea, stamane alle 10, il presidente /alile comunicava che la Persia pone ulflcialmonte la sua candidatura ad un seggio nel Consiglio. Quindi, riprendendo la discussione della relazione sull'opera del Consiglio e il lavoro del segretariato nell'anno decorso, sale alla tribuna 11 consigliere federale, capo del dipartimento politico, il primo delegato della Svizzera all'Assemblea della Società delle Nazioni, Giuseppe Motta, 11 quale ricorda che egli ha avuto il privilegio di presenziare a tutte le eessloni dell'Assemblea della Società delle Nazioni, e si rallegra dell'atmosfera di calma e di serenità in cui si è riunita la sessione attuale. Egli si rallegra anche del reingresso della Spagna e di quello, preannunziato ieri telegraficamente, della Cosftainica, e della presenza di un « osservatore » dell'Argentina. Si augura di vedere un giorno anch'essa, insieme al Brasile, nuovamente partecipe dell'Istituto ginevrino. E viene quindi a parlare del patto di Parigi, al cui proposito dice: « ... Non era per niente difficile alla Confederazione svizzera e al suo Governo di fare tutto il necessario perchè l'Assemblea federale desse la sua adesione a questo patto, perchè la neutralità permanente della Con fede razione esprime nella sua essenza questa idea: che essa condanna la guerra, e che essa ha rinunziato per sempre alla guerra come istrumento dalla politica nazionale, e perchè anzi nessun Stailo potrebbe avere minore difficoltà della Svizerà ad accettare questa grande idea: che tutti 1 contrasti fra gli Stati siano affidati alle procedure pacifiche. Soltanto, se noi slamo tutti d'accordo che il patto di Parigi non contiene soltanto degli impegni morali, ma che esso contiene degli impegni poftitici giuridici solenni, bisogna forse aggiungere che non basta proclamare questa volontà di pace; bisogna che questa volontà si fortiflclii e si organizzi sempre di più. La nostra accettazione è data in anticipo a tutti i progetti di accordi collettivi redattivi alla conciLiazHone, al regolamento giudiziario e all'arbitrato intemazionale. E' perchè la Società delle Nazioni prepara, alimenta, organizza la volontà di pace, che essa è una istituzione di grandezza non confrontarle.. Motta' tratta quindi della costituzione del Consiglio dedla Società quale fu rinnovato due anni fa. poi insiste che sarebbe opportuno fare uso pi* freijuente e più coraggioso del pare/re consultivo della Corte di Giustizia in, temazionale dall'Aia, e propone un ordino del giorno al riguardo. Tratta della riduzione degli armamenti, dell' Impianto a Ginevra della grande stazione radio-telegrafica per le comunicazioni mondiali della Società delle Nazioni, e delle questioni delle mino ramze, concliKtendo: « Figlio della minoranza italiane del mio Paese e rappresentante in tal modo di una delle civiltà più antiche e più gloriose dal mondo, io ho forse qualità per dire in questa sede che l'applica, zlone imparziale del trattato relativa, niente ai diritti e alle garanzie delle minoranze è e resta un problema centrale la preoccupazione di tutti quelli che lavorano a realizzare lo scopo su periore della Lega dello Nazioni •. U Cancelliere austriaoo II discorso del Consigliere federale svizzero che, già In vari punti era stalo sottolineato da approvazioni della Assemblea, è salutato alla fine da calorosi applausi. E' ora la volta dei Cancelliere austriaco niuns. dott. Ignazio Seipel. Alla tribuna si profila al sua figura che, non pur per l'abito — la redingote — ma anche per i suoi caratteri somatici, ricorda, almeno ai nostri occhi di romano-padano, assai più 11 pastore profestante che non il nostro sacerdote cattolico. Mera ed esteriore apparenza, s'intende; mentre il collarino violapaonazzo, sporgendo dall'alto del panciotto, intomo ai colletto inamidato, e che mette ima appena visibile nota di colore vivo nell'inalterato nero dell'abito, denunzia il rango canonicale. Mons. Seipel che, come ieri il Cancelliere germanico, parla in tedesco ma che, furbescamente, si è premunì to contro l'attuale indifferenza e disattenzione di coloro fra i delegati e 1 giornalisti che non conoscono la sua lingua, provvedendo a fare distribuire all'atto 6tesso che egli lo pronunciava, 11 suo discorso poligrafato in traduzione francese ed inglese; mons, Seipel, dunque, comincia compiaceli, dosi degli utili risultati ottenuti in vari importanti campi dell'attività della Società delle Nazioni e dice: • Vi sono senza dubbio pochi Paesi dove l'attività della Società delle Nazioni è oggetto di un interesse più attento che in Austria, poiché l'Austria pensa con gratitudine all'opera compiuta per il suo risanamento finanziario e sociale dalla Lega delle Nazioni >. L'oratore rileva più specialmente, nella relazione sull'opera del Consiglio, i punti che concernono tutto quanto è etato fatto o no allo scopo di consolidare la pace, anche dal pun to di vista economico, di cui l'Au stria ha bisogno ancora più che ogni altro Paese. Si rammarica luil pure che la questione degli armamenti non abbia ancora fatto un passo decisivo in avanti. Mons. Seipel tratta in seguito la questione delle minoranze. Egli giudica indispensabile che il diritto delle minoranze penetri definitivamente nella coscienza dell'universo, e che esso sia il più presto possi bile sanzionato con delle norme di diritto intemazionale. E conclude: « Noi non dobbiamo credere di aver fatto dei grandi progressi per la paci fleazione del mondo, fino a che noi non abbiamo ancora compreso gli elementi della scienza della pace. Ora, almeno per quanto concerne la questione delle minoranze, noi non li abbiamo ancora compresi. In questa persuasione lo non vorrei fare oggi alcuna proposta concreta, ma vorrei semplicemente consigliare a ciascuno di noi di pesare nel suo foro interiore le diverse concezioni delle idee di « nazioni • e di « minoranze » e del • diritto delle minoranze ». Una volta che noi avremo fatto ciò, noi ci riuniremo «li nuovo per dirvi francamente e con tutta autorità che possediamo ciò che vi è di giusto nella questione delle minoranze. Ma riflettere e dire ciò che noi crediamo giusto, queste due cose dobbiamo farle in fretta, molto in fretta, affinchè nel frattempo non sia portato pregiudizio alia grande Idea della pace ». Anche il discorso di mons. Seipel è vivamente applaudito dall'Assemblea e in modo particolare dal rappresentanti di alcuni Stati; dato il fervore con cui egli ha sviluppalo la questione delle minoranze è intuitivo quali. U ministro polacco degli Estiri 11 niinistru degli Affari Esteri e pri mo delegato della Polonia, Augusto Zaleski, prendendo la parola dopo il Cancelliere austriaco accenna anche lui «1 patto di Parigi — è questo un lelt motif che sinora non è mancato in nessun discorso — al lavori del Comitato del disarmo ed a quelli della Conferenza preparatoria del disarmo. Per ciò che riguarda la questione dello minoranze egli avanzando le più preciso riserve su quanto hanno detto in proposito il delegato svizzero e quello dell'Austria, si ricollega -invece all'opinione espressa dal rappresentante dei Paesi Bassi che la questione non devo degenerare in agitazione politica, e recisamente si oppone all'istituzione di una Commissione permanente dello minoranze, la quale non sarebbe in nessun modo glusticata da nessun articolo del patto. Però, egli non sarebbe contrario ad accettare una generalizzazione dei prineip.ii posti come base della protezione delle minoranze quale è stata proposta dall'Unione delle Associazioni per la Società delle Nazioni. Il delegato polacco accenna ancora che molto resta a fare nel campo economico da parte della Società delle Nazioni. Dice che bisogna che lo spirito di mutualità e di uguaglianza riguardo ai sacrifici penetri la mentalità nazionale. Il resto diverrà facile. Parla ancora il Presidente del Consiglio dei Ministri e ministro degli Esteri della Lituania, prof. Voldemaras, il quale evoca il protocollo di Ginevra --oh ! spettro che torna dal regno delle ombre I — e la condanna delle guerre di aggressione ; poi esamina il patto di Parigi e propone un ordine del giorno in base al quale il patto fondamentale della Società delle Nazioni verrebbe conformato appunto al patto di Parigi. La seduta termina che sono quasi le 14. Nel pomeriggio, poi, alle 16,30 l'Assemblea si è riunita nuovamente per procedere, contemporaneamente al Consiglio, all'elezione di un membro della Corte permanente di Giustizio, internazionale dell'AJa in sostituzione del dimissionario John Basset Moore. Il Consiglio all'unanimità, e l'Assemblea con 41 voti su 48 hanno eletto Charles Evans Hugues, ex-segretario di Stato degli Stati Uniti di America e giudice alla Corte suprema degli Stati Uniti. Ancora nel pomeriggio si è avuta poi 1 ultima seduta della 51.a sessione del Consiglio, la quale si è chiusa con un voto — del resto abbastanza platonico — riguardo alla questione lituano-polacca, secondo cui il regolamento delia questione rimane affidato alle negoziazioni delle due parti, ma poiché il Consiglio si è riservato il diritto di esaminare ad ogni sua sessione lo stato delle negoziazioni resta stabilito che ancora molte volta riudremo a Ginevra V&ldemaras denunziare nei suoi interminabili discorsi te ingiustizie commesse In danno del suo piccolo Paese. Lunedi, l'Assemblea procederà all'elezione dei tre nuovi membri non por manenti del Consiglio in sostituzione degli uscenti, che — come sapete sono la Cina, la Colombia ed i Paesi Bassi. MARIO BASSI