La crisi statale

La crisi statale in Jugoslavia La crisi statale in Jugoslavia c le correnti federalistiche Belgrado, 7 notte. (P.) La polemica sulla cosidelta amputazione dei paesi croati diventa sempre più vasta e riempio le colonne dei giornali jugoslavi. Pribicevic ritorna alla carica dichiarando che nella notte del 7 luglio scorso (che egli chiama storica) mentre i capi della quadruplice coalizione erano ti colloquio col sovrano, egli fu informato che ossi avevano proposto il distacco delle terre croate al modo della Svezia e della Norvegia, e si sbigottì sentendo che tale proposta era motivata da una frase del vicepresidente della coalizione demorurnle, Predaves: « I croati sono divisi dal serbi da tutto un mondo concettuale », frase del resto affatto personale. Pribicevic subito fu d'avviso che si dovevano imprigionare i capi della quadruplice coalizione per alto tradimento, e poiché già si diceva necessario inviare prontamente istruzioni alle legazioni jugoslave all'estero, dato che l'estero credeva prossima la fine dello Stato, egli dettò 11 noto comunicato in cui si esponeva il punto di vista di Radtc ed il suo, contrari ad ogni idea di distacco. Nella storia di nessun popolo — ha continuato Pribicevic — v'è il caso elio si proponga la scissione di uno stato voluto da un popolo a prezzo di tanto sangue. Ora però si vede che i croati e i serbi d'oltre Sava e i serbi delle vecchie Provincie formano due mondi. Quelli stimavano si dovesse sciogliere la Scupcina subito dopo l'eccidio, mentre i secondi vogliono che l'attività parlamentare continui come se nulla fosse avvenuto. Pribicevic accentuò subito come la questione dell'amputazione fosse molto grave perchè non si sa mai quale fattore slrnniero possa inimischiarvisi, poiché il crollo dello Stato non potrebbe restare una semplice questione interna. Il leader dei democratici, Davidovic, gli ribatte oggi che la questione della amputazione per la quadruplice coalizione è tolta dall'ordine del giorno dal moménto in cui la coalizione demorurale risponde di non volerla, poiché la quadruplice coalizione non la affacciò mai, come fecero i signori di Zagabria col loro contegno e le loro dichiarazioni. Difflcilmente però Pribicevic potrà dimostrare che non è una amputazione ii voler togliere la Croazia dal nesso statale, accettando il desiderio del presidente del partito dei contadini croati, Macek, di una libera Croazia. Il dottor Macek è il primo presidente della coalizione demorurale, e le sue dichiarazioni impegnano quindi Pribicevic. I circoli croati seguono con interesse l'azione del comitato generale del partito radicale contro gli aderenti radicali all'ex-présidente Vukioevic, a cui rinfacciano di chiamare qua-sl quotidianamente a rapporto ratinale-capo del Governo, Koroscez, sua cièàtura, e dicono che esso dovrebbe insegnare agli elei tori serbi ignoranti il passito clelIa Croazia ed i suoi presenti desideri. Nei paesi di oltre Sava e Drina non vivono schiavi diventati insolenti per la nuova libertà. Solo però qualora cessi il privilegio della cosidetta parte centrale della Nazione i croati possono collaborare con Bel grado. II giornale Oh:or di Zagabria, por tnvoce di tali circoli, ricorda l'esempio del Piemonte, il quale sacrificò tulio all'unità d'Italia, senza ohe nessuno pensasse dovesse perciò i Piemonte diventare la parte centrale della Nazione. Il Piemonte sopportò per una serie d'anni gravissimi sacrifìci per la libertà e l'unità d'Italia, ma solo in seguito a tale con tegno si realizzò l'unità, italiana.

Persone citate: Costa Kotta, Lord Balfour, Musa Juka