Tolstoi e la Russia soviettista

Tolstoi e la Russia soviettista Tolstoi e la Russia soviettista Come Mosca sta per celebrare il centenario ■- Il film di « Padre Sergio », la Mostra tolstoiana, il pellegrinaggio a Jàsnaja Poljàna ■■ Speculazione politica e gloria d'arte (DAL NOSTRO INVIATO) r a o i i o a e e e v o o n a i ee , a a e l a ti ao n eò n • MOSCA, settembre. La Russia dei Soviety inizia il 9 settembre la celebrazione del centenario della nascila di Leone Tolstoj con una solennità, che in fondo non è solo sovicttistd ma russa in generale : una pioggia cioè di discorsi e una serie di serate teatrali, musicali e cinematografiche. A questa celebrazione non si è arrivati, a quanto pare, senza contrasti perchè negli ambienti più strettamente polilici e soprattutto giovanili non si può non sentire V equivoco che guasterebbe la celebrazione stessa, se si andasse a finire nella pura politica. Alle discussioni social-politiche, è inutile negarlo, Tolstoj si presta bene ed è probabile che, nonostante gli sforzi dei volenterosi, l'eloquenza chilometrica dei russi ci sbocchi. Fortunatamente a mettervi argine provvederanno gli spettacoli d'arie muta, che svanno una delle e che ne rivelano il lato propagandistico: oltre la ripresa di films già note, se ne avranno anche di nuove, tra cui quella di «Padre Sergio» di cui si dice gran bene. Per lo straniero la maggiore attrattiva della celebrazione sarà data dall'esposizione tolstoiana nel Museo delle Belle Arti e dal « pellegrinaggio » ad Jàsnaja Poljàna. Se risponderanno all'invito, vedremo in questo pellegrinaggio R. Rolland, Barbusse, KcUermann, Stefan Zweig (di. cui è uscito recentemente un saggio su Tolstoj di eccezionale bellezza e penetrazione), Hamsun, Show, Gandhi e Tagore, e udremo voci diverse, sforzantisi di conciliare il « sacro cruccio » del Grande con movimenti diversi* diverse aspirazioni. Lenin sn Tolstoj A chiarire intanto la sostanza delatleggiamcnto soviettista, si son ristampali scritti e discorsi di Lenin, di Plechanov, di Lunaciarskij e di altri, nei quali, con maggiore o minore dialettica, e spesso con osservazioni acute, sono segnati i limiti dentro cui dovrebbe muoversi la celebrazione stessa. Che essa non diventi un meeting politico si augurano tutti gli ammiratori spassionati di Tolstoj, ancor oggi lettori avidi delle sue immortali opere di arte e commossi rievocatori della sua complessa personalità. Alla diffusione dell'opera artistica di Tolstoj, prescindendo dalle varie sfumature del suo contenuto, teneva lo stesso Lenin, che nel 1910, quando Tolstoj chiuse il suo pellegrinaggio terreno nella deserta slazioncina di Astàpovo, in un articolo commemorativo, lamentava che Tolstoj artista fosse noto in Russia solo ad una insignificante minoranza. Se si pensa ai milioni di esemplari delle opere diffusi fino allora, bisogna dire che Lenin anche in questo campo era di difficile contentatura. Ma è che ptr far diventare le opere di Tolstoj patrimonio di tutli egli invocava la lotta contro « quella classe sociale che ha condannato diecine di milioni di uomini all'oscurità, all'abbrutimento, alla miseria », invocava insomma la rivoluzione sociale. Lenin, al contrario di altri teorici comunisti, si occupò poco di letteratura; tuttavia nelle sue « Opere » troviamo ben tre articoli dedicati a Leone Tolstoj. La grandezza e importanza di Tolstoj artista non soggiace per Lenin a dubbio alcuno. Ma contro il « Tolstoismo » Lenin è spie- tule papee cradastziosodiLecorilioziquLl'infaddLdsatitopmfrcxdmgddTeodMmdzloTfcgmmdid«rcRSrdtitaempè|9dpsugtato. Tolstoj è per lui ridicolo come profeta, ehe scopre nuove ricette di salvezza per l'umanità; allo stettomodo sonò meschini e miserabili i tolstoiani, sia russi che stranieri, che vogliono trasformare in dogma proprio la parte più debole della tua 'dg&rina. L'ojsert'axione non è del tto ingiusta; anche secondo noi, se dottrine tolstoiane vivono come arte indissolubile della colossale ersonalità spirituale dello scrittore come esempio potentissimo di aspiazione ad ideali di perfezione, il are forma dogmatica alle idee, toloiane, emanazioni ed estrinsecaoni cosi particolari di questa peronalità, è assurdo. Precisa certamente da un punto i vista storico è l'osservazione di enin che Tolstoj è grande anche ome rappresentante di quegli umo che si formarono ih Russia in mioni di contadini al tempo dell'inio della rivoluzione borghese. Lunaciarskij oratore ufficiale I rapporti tra le idee a Tolstoj e uelle di Marx furono affrontati da unaciarskij, oratore ufficiale delattuale celebrazione, già nel 1924 n una lezione pubblica, che stampaa è oggi esposta in tutte le vetrine dei librai. Sappiamo cosi in precedenza approssimativamente quel che Lunaciarskij dirà. Per lui Tolstqj è da considerare come un profondo e erio riformatore sociale per i colpi assestati alla monarchia; al patriotismo, alla scienza, all'arte, ma il olstoismo è da considerare nocivo per l'azione ipnotica della sua affermazione che ogni urto con i propri ratelli deve essere evitato. Lunaiarskij considera Tolstoj e il marxismo nei loro punti di contatto e di distacco. Punto di conlatto fondamentale sarebbe l'odio per la borghesia, la critica spietata della vita delle classi alte; punto decisivo di distacco la negazione da parte di Tolstoj del diritto degli « umiliati d offesi » a prender per la gola gli oppressori. Tolstoismo e marxismo E' infoiti evidente l'urto fra le due opposte concezioni della vita. Marx parte dalla solidarietà economica della classe lavoratrice, « solidarietà che ne organizza la cosciena in modo da sollevarla all'ultima otta per gli ideali del socialismo»; Tolstoj invece si fonda sull'autoperezionamento personale e a nessun costo ammette la violenza per raggiungere la felicità. L'occhio del marxista vede ovunque prove matematiche della lotta fra gli elementi delle classi sociali; il tolstoiano si nteressa esclusivamente del mondo della propria anima. Contro la teoria tolstoiana della « non resistenza al male » si sollevarono a suo tempo in Russia scrittori come Koroljenko e Gorkij e tutta la Russia rivoluzionaria, la Russia dei Stjenka Razin e non quella dei Karatajev, per dirla con l'espressione di un attuale critico russo. Non poteva non essere cosi: son note le idee di Gorkij sulla crudeltà del contadino russo; Tolstoj in Karatajev aveva celebrata invece la pazienza e la sottomissione degli umili, sotto missione che i conladini hanno ap preso nel corso di molti secoli Ma è certo che i rivoluzionari trovarono 9n opere come Che fare?, La potenza delie tenebre, Non posso tacere e il poco noto tra noi ma importantissimo scritto sul Censimento a Mosca, un eccellente strumento di propaganda. E' certo che nel tuo Che farei (quante volte nella tua storia la Russia per boeca dei suoi scrittori si è domandata Che tare?). • Tolstoj descrisse la struttura capitalistica come un organismo in condizioniptetadpsdpxlesnripctaTudlgurfsassisècaulTlsp patologiche. D'altra parte però egl era assolutamente privo della capa\dtà di penetrare nel sutlrato econosspteTdmmico degli avvenimenti storici, chè inscindibile dal marxismo. E ponella sua iconoclastica avversionper la ctuilfà occidentale Tolstoj pròpugnava il ■ritorno alla semplicità , i a i j a ni primitiva e negava decisamente la tecnica. Il marxismo è invece inecttabilmente legato all'evoluzione della tecnica capitalistica. Son queste delle osservazioni di passaggio, ma sufficienti forse a mostrare come Tolstoj fosse lontano dall'ammettere la possibilità di applicare al contadino russo il marxismo integrale. Dinanzi alla casa di Natascia Si vuol con questo dire che la celebrazione tolstoiana nella Russia soviettista è fuori luogo? Certamente no; si è voluto solo segnalare il pericolo a cui essa va incontro dal punto di vista politico. E' da sperare che questo pericolo possa essere evitato. In fondo la valutazione che di Tolstoj ha fatto lo stesso Lenin è un ammonimento, ed a me è parso di capire che sia desiderio del mondo letterario che la celebrazione del grande artista, fondata sul valore universalmente umano del suo spirito, evili qualsiasi speculazione pò- forza del loro spirito creativo, e che se, per esempio, passando davanti alla villa dei conti Sollogub, che servi di modello a Tolstoj per descrivere la casa di Natascia Rostova in Guerra e Pace, uno straniero si sente commosso, questa commozione è dovuta al fatto che lo scrittore ha conquistalo gli spiriti prima di tutto attraverso le sue creature vive di universale immortale umanità. deè ripraluapi —prittenquptiimchluzanorimlifedPszdmoelassvlitica, 1 russi sanno che al nome di Tolstoj, come a quello degli altri loro grandi scrittori è affidata la simpatia e l'ammirazione che i popoli di tutto il mondo hanno per la itfvli ao- 6 milioni di copie ' dne anni Basta, a provarlo, la continua crescente diffusione dei capolavori tolstoiani. Se solo un'edizione delle opere di Puskin fu pubblicata durante la vita del grande poeta, se tre edizioni ebbero le opere complete di Turghenjev, se l'edizione completa di Dostojevskij apparve solo dopo la morte dello scrittore, Leone Tolstoj vide in vita beli undici edizioni complete delle sue opere. Secondo i dati d'anteguerra del « Museo Tolstoiano » nel 1911 si vendettero 4.610.120 esemplari, e complessivamente dal novembre 1910 al novembre 1912 sei milioni di esemplari. E' noto che il successo di Tolstoj cominciò in Russia assai presto. Appena pubblicato nel 1852 il racconto Infanzia, il poeta Nekrasov richiamava l'attenzione di Turghenjev sull'ingegno « nuovo e fresco » dello scrittore. Dopo la pubblicazione di Adolescenza, Turghenjev chiamava Tolstoj « ingegno di prim'ordine », e dopo i Racconti di Sebastopoli parlava di « un nettare degno degli Dei » Fu contemporaneamente successo di critica e di pubblico, ehe non ebbe, ti può dire, momenti negativi, ma fu continuo e quasi sempre ascendente. Inoltre, la influenza di Tosto} sugli scrittori russi è indiscutibile; in tutti o quasi gli scrittori della fine del secolo XIX e del principio del secolo XX è evidente il riflesso del suo genio: Ljeskov, Garscin, Cechov, Kuprin, Veretajev, Artsybascev, Corkij, per ricordare solo i più noti fra noi, in maggiore 0 ntinor misura, in uno 0 altro modo furono alla tua scuola artistica. Lo stesso Dostojevs kij, che nella sua creazione non subalcuna influenza, chiamò Tolstoj autore di'Anna Karenina: « il Dio del'arte ». Ed è in nome dell'arte che anchoggi russi e stranieri possono chnare insieme il capo, rievocando limmagine immortale del Grande dhe oi ne ò-1 '''snaja Poliàna. tà ustmvaqAe—srnsodlaDspfipgdcspgslmsisccp«cvCdpqmtp—■TTORS LO GATTO,