Il conflitto polacco-lituano dinanzi al Consiglio della Lega

Il conflitto polacco-lituano dinanzi al Consiglio della Lega Il conflitto polacco-lituano dinanzi al Consiglio della Lega (Dal nostro inviato) Ginevra, 6 notte. ■ Dei colloqui della giornata di oggi "— dato che non sono riuscito ad appurare nulla riguardo a quelli di lord Cushendun con monsignor Seipel, e poi con Mùller; e dato che quelli di Walko con Beelaerts van Blokland, con Von Schubert, con Adatci e con Seipel; hanno avuto per argomento, per quanto mi risulta, questioni particolari dell' Ungheria con i vari Stati rappresentali da questi vari interlocutori; — dei colloqui della giornata di oggi, dunque, il più interessante è stato quello di stamane, Marinkovic-Carapanos. Argomento di esso sono stati i rapporti tra Grecia e Jugoslavia, e specificatamente la questione della zona franca jugoslava nel porto franco di Salonicco, e le franchigie dei trasporti jugoslavi sulla linea ferroviaria Ghevghell-Salonicco, vale a dire dalla frontiera greco-jugoslava alla zona franca jugoslava del porto di Salonicco. La storia della questione è risaputa; e ricorderete anche certo come il dittatore greco, generale Pangalos, credesse a certo momento di concedere alla Jugoslavia ciò che essa chiedeva, in estensione delle suddette franchigie ferroviarie da Ghevghelì a Salonicco, e portuarie a Salonicco. Ma fu-questa precisamente — almeno dicono i greci — la causa della sua rovina, del crollo della sua dittatura, dello imprigionamento, quindi, e della messa in istato d'accusa. Certo, la Camera greca respinse gli accordi conclusi da Pangalos con la Jugoslavia; e le relazioni fra i due Paesi subirono un notevole raffreddamento, per non dire che, di tempo in tempo, parvero fatte meno amichevoli. Ora, da una parte e dall'altra, si tendi ad un nuovo accordo : accordo di cui Marinkovic e Carapaiws avrebbero avvistato la possibilità appunto nel loro colloquio odierno. Ma a che punto siano veramente le cose, e se all'accordo si giungerà direttamente qua a ■ Ginevra, non so dirvelo: che, tanto da parte greca quanto da parte jugoslava, si mantiene in proposito il più stretto riserbo. Il duello oratorio Valdemaras-Zaleski ? Vi ho già accennato ai tre discorsi di stamane all'Assemblea; e ho anche rilevato ehe il loro interesse non eia. precisamente palpitante. Sicché mi dispenso dal riferirvene pliù particolarmente. Merita invece uno speciale accenno la discussione al Consiglio societario, riunitosi nel pomeriggio, per prendere in esame 10 « stato attuale dei negoziati tra Polonia e Lituania » Era presente al tavolo consigliare il rappresentante della Lituania, Presidente del Con siglio dei ministri e ministro degli Esteri, prof. Voldemaras. Il relatore, che era il rappresentante e ministro degli Esteri dei Paesi Bassi, Beelaerts Van Blokland, fece l'esposto della questione, esprimendo la sua delusione per il fatto che i negoziati diretti raccomandati dal Consi glio, fra le due partii in causa, non avessero raggiunto nessuno dei risultati che il Consiglio si attendeva da essi. Prese indi la parola il rap presentante e ministro degli Esteri dli Polonia, Zaleski, il quale, dopo avere premesso che non è stata la Polonia a portare la questione davanti al Consiglio, fece rilevare che fl suo Governo aveva già trasmesso al Segretariato della Società delle Nazioni tutti i documenti in merito; sficchè a lui non restava che riferirsi ancora ad essi. Prese quindi la parola il lituano Voldemaras, che procedette ad una lunga e assai intricata esposizione della questióne nelle sue varie fasi; concludendo che 11 Governo lituano è pronto ad addivenlire a delle concessioni, in vista ili .una soluzione provvisoria. Egli rimproverò al Governo polacco, in modo particolare, di avere, durante ì negoziati, voluto considerare la questione speciale di Vilna come definitivamente regolata. Zaleski ribat tè alcune delle affermazioni e delle argomentazioni di Voldemaras; a sua volta Voldemaras ribattè anco tra a Zaleski. Poi, essendo tarda l'ora, il Presidente del Consiglio Procope, avuto parere favorevole dal relatore Beelaerts van Blokland, rinviò il seguito della discussione a domani. j La rievocazione storica del ministro polacco Il Ministro Zaleski, col quale mi incontravo poco dopo nei corridoi dal palazzo del Segretariato, interpellato, mi concedeva le seguenti di chiarazioni : « Invece di parlare della questione polacco lituana, che si discute attualmente davanti al Consìglio, a cui il mio Governo ha già avuto occasione di prospettare le -proprie buone ragioni, mi conceda una rievocazione di carattere puramente storico. Nei secoli andati sono esistite nell'Europa centro orientale tre potenze: la Russia, orto dossada Polonia, cattolica, (e che benché slava, rappresentava la cultura latina); e il germanesimo, che si prò tendeva sulla regione con l'espansione economica e con spirito imperialista. La Lituania si trovava presa fra queste tre prandi Potenze, nell' alterno giuoco di queste forze formidabili. E tu soltanto quando essa, nel secolo XIV, si uni alla Polonia ricevendo da questa la cultura latina e la civiltà cattolica, che, insieme con questa, in uno Stato unitario, assurse a gran dezza, rappresentò anch'essa una forza, che, accoppiata, fusa anzi con quella polacca, valse a controbilan tiare le altre due. « Adesso — e facciamo un salto attraverso i secoli — adesso io consta lo che nessuno in Polonia nutre av versione o anche soltanto inimicizia per la Lituania. Nel corso delle nostre divergenze con essa, io uri sono astenuto èempre dal secondare, peggio ancora dal creare, elementi di ostilità fra i due popoli. Ho difeso legittimamente gli interessi del mio Paese, ho sostenuto, quanto più validamente ha potato e saputo, la verità delia tesi «fai mio governo In merito alla que «lione; ma non ho mai dato parola non ho mai <.omi>ititu nessun gesto, ho mai cercato aiuti esterni per esercitare una più forte pressione sulla Lituania. Noi abbiamo proposto alla Lituania un pa'to di non aggressione e ripeto, per la decima e forse anche per la centesima volta, che la nostra intenzione più sincera è di pace. Noi vogliamo ristabilire con la Lituania relazioni di buon vicinato; noi vogliamo accordarci con essa definitivamente e iniziare con essa la più cordiale e pratica collaborazione internazionale ». Queste dichiarazioni del ministro degli Esteri polacco sono cosi esplicite e così precise, che non hanno certo bisogno di commenti, Ma, a parer mio, contrariamente a ciò che potrebbero giudicare altri, o parere a prima vista, il maggiore interesse di esse non si rispecchia tanto nella seconda parte, ih quella che si riferisce alle questioni attuali, ma nella prima, cioè nella parte storica. Già la storia è maestra della vita; il secolo 14. o che consacrò l'unione polacco-lituana insegna al 20.o secolo... Sion per niente Ginevra è città fiorente di òttimi studi, e insieme coi tecnici, di quelli storici, politici e filosofici. MARIO BASSI.