La Germania chiude ufficialmente lo sgombro renano

La Germania chiude ufficialmente lo sgombro renano La Germania chiude ufficialmente lo sgombro renano DAL MOSTRO INVIATO,- Ginevra, 6 notte, Ginevra si avvia a diventare interessante: non tanto, anzi finora Scarsamente, per i lavori societari ideirAssemblea; ma per gli avvenimenti che si svolgono a lato. E questi sono costituiti soprattutto dalle .conversazioni particolari dei maggiori esponenti della politica internazionale, raccolti qua per la circostanza. Bisogna considerare il settembre ginevrino come una grande fiera politica. Orbene, alla fiera cominciano, non dirò a concludersi, ma a trattarsi, notevoli affari, affari di ripercussione europea mondiale. La cronaca dei colloqui Dopo l'importante conversazione Hi ieri sera, fra il ministro degli Esteri francese e il Cancelliere ger manico — conversazione sulla quale torneremo più appresso — sono seguiti colloquii fra il ministro degli Esteri di Ungheria Walko e il ministro degli Esteri dei Paesi Bassi. Beelaerts van Blokland, e il segretario di Stato al Ministero degli Affari Esteri germanico, dottor von Schubert, e il primo delegato del Giappone Adatci, e il Cancelliere au strinco mons. Seipel. Stamane poi ha avuto luogo un colloquio fra mons. Seipel e il ministro degli Esteri ad « interim » della Gran Bretagna, lord Cushendun: e un colloquio fra il ministro degli Esteri jugoslavo, Marinkovic e il ministro greco degli Esteri, Carapanos; ed oggi finalmente un lungo colloquio fra Cushendun e Muller. Poi, mentre all'Assemblea abbiamo, nella seduta della mattina, ascoltato tre discorsi mediocremente interessanti: del primo delegato australiano, del Presidente del Consiglio di Norvegia e del ministro belga degli Esteri; alla seduta pomeridiana del Consiglio nbbiamo assistito ni dibattito, rimasto per t>ra in sospeso, sulla questione dei rapporti fili Polonia e Lituania. Tale, nei suoi nudi dati di fatto. Il quadro della giornata odierna. Ma accennavo che, era il caso di ritornare sul colloquio Briand-Muller di ieri sera, avvenimento certo culminante in questi giorni. Un po' di storia, prima. Qualche settimana fa.' in antecedenza -cioè alla firma del patto di Parigi, la Germania comunicava ufficiosamente al Governo italiano e contemporaneamente *l Q«Y^^.A0RUa6»^!iS,Sia.Intenzione di sottoporre al Governo francese la richiesta categorica eh* esso addivenisse allo sgombro delle regione renana, tuttavia' occupata militarmente. Poiché la comunicazione tedesca non comportava risposta, Italia ed Inghilterra ne presero fitto semplicemente, senza esprimersi in merito. Poi il dott. Stresemann si recò, come è noto, a Parigi, per la firma del patto ed ebbe 11 colloquio, di cui già tanto si è parlato, con Poincaré. < A domani > 1 vostri corrispondenti da Parigi e da Berlino, vi hanno particolareggiatamente ed esaurientemente informati in proposito: sicché io posso ^esimermi dal recare altre notizie, che non sarebbero nuove, e che certo non sarebbero più attendibili di quelle. In ogni modo, è il caso di rilevare che gli attuali colloqui franco-tedeschi di Ginevra, come si ricollegano alla nota tedesca, cui sopra accennavo, a Londra ed a Roma, cosi costituiscono precisamente il seguito, il naturale e necessario sviluppo dell'intervista parigina Poincaré-Stresemann, in coincidenza con la firma del patto. Strascinami riferì poi a Muller. quando questi, facendo il viaggio di Ginevra, si incontrò con luì a Baden Baden, riferì l'esito della conversazione avuta con il Presidente del Consiglio francese, e insieme concretarono la linea di condotta da tenere, il piano di azione da sviluppare a Ginevra. Ove, dunque, si ebbe poi ieri sera il colloquio MullerBriand. Dal quale colloquio si può dire, che, alla conclusione di esso, quando Briand, accompagnò fin sulla porta Muller, stringendogli la mano lo salutò: — A domani —; il che significa patentemente che il colloquio etesso avrà un seguito. Da fonte inspirata francese, si rileva all'incirca: — Capita spesso che in certi circoli tedeschi si affetti di tenere poco conto dei risultati della politica cui il dott. Stresemann ha legato il suo nome, e che ha appassionatamente difeso, fino a compromettere la sua tranquillità e la sua salute. Gli si chiede ccn ironia e non senza amarezza quali benefici la Germania abbia tratto da questa politica. Iv dirigenti responsabili della Germania, e in prima linea il Cancelliere Muller sanno che pensarne: essi sanno da quale precaria situazione j» da quale isolamento il loro Paese, con uno sforzo energico, è riuscito a cavarsi. JJ Cancelliere del Reich, è risoluto a proseguire in questa feconda politica. Ed egli, ad ogni mo°°t fi è trovata perfettamente d'accordo con Briand, nel desiderio, natia volontà di evitare ogni incidente, ogni malinteso, che possa nuocere alle buone relazioni fra la e 11 R€"ch; e di escogitare *& più presto possibile un mezzo per rimuovere eli ostacoli che possano Sussistere. ! Discussione a cinque Ed ancora la stessa fonte, di cui, anche se non ve l'avessi dichiarata, intuireste l'origine: — In realtà, tra Germania e Francia, non esiste che un solo ostacolo: l'occupazione della Renania. E, come Stresemann aveva fatto prevedere durante la sua visita a Parigi, Hermann Muller ha abbordato francamente questo problema delicato, ed ha profetato a Briand il punto di vista della Germania. Il Governo di Berlino si rende perfettamente conto che la questione dell'evacuazione anticipata é di ordine interalleato, che essa non può essere discussa in una conversazione a due, ma solo con la partecipazione e l'assenso della Gran Bretagna, dell'Italia e del Belgio La diplomazia tedesca ha tentato perciò, sin dal primo del mese di agosto, dei sondaggi ufficiosi a Roma, a Londra e forse anche a Bruxelles. Ma ci si è subito accorti, alla Wilhelmstrasse, che questi sondaggi erano inutili, e forse anche dannosi. Inutili, poiché gli antichi alleati della Francia non accetterebbero certo di impegnarsi ad insaputa di questa, e dannosi, poiché la menoma apparenza di pressione che la Germania cercasse di esercitare sulla Francia, comprometterebbe in antecedenza ogni possibilità di negoziati. Tina sola via restava quindi aperta: la via diretta e corretta del trattato di Versailles. E sembra che la Germania pensi seriamente a batterla. Per parte sua Briand, durante il suo colloquio col Cancelliere germa meo, non ha mancato di sottolinea re che questa prima conversazione non poteva essere considerata nem meno come un assapori o di negoziato: che si trattava di un semplice cambio di vedute senza impegni di sorta... Ma, sempre, anche da fonte francese, si riconosce che al punto cui ormai sono le cose, l'ulteriore sviluppo di esse si prospetta logico ed impellente. In quale guisa? Si dice oggi a Ginevra che il Governo di Berlino abbia già redatto una nota, o un memorandum con l'esposizione del proprio punto di vista riguardo all'evacuazione renana e con proposte concrete. Questo documento verrebbe rimesso ai rappresentanti dei quattro Governi interessati presenti a Ginevra, vaio a dire a Briand, a lord Cushendum, a Rcialoja ed a Hymans. Le quattro Potenze, già alleate di guerra, si troverebbero cosi davanti la domanda ufficiale di evacuazione del territorio renano; e la discussione si inizierebbe a cinque, sulla base stessa della nota o memorandum della Germania. Una procedura consimile, insomma, a quella su cui si fondarono 1 negoziati che condussero all'accordo di Locarno. MARIfJ BASSI -i »*-.