Porto Corsini

Porto Corsini Porto Corsini Scrivere di Ravenna sarebbe un po' come scrivere di un personaggio Illustre : ci ai sentirebbe imbarazzati a dover ripetere elogi oramai saputi quasi a memoria, e d'altra parte non parrebbe di buon gusto esercitare la propria ironia sulle debolezze di cui soffre ogni cosa al mondo, celebre. Tra il < pezzo i storico-romantico sul Mausoleo di Teodorico e l'accenno, mettiamo, alle zanzare ravennati, ostinate e feroci quanto altre mai, preferiamo passar via tacendo. Anche questa volta sia il motto « glissons, n'appuyon pas », simbolo della lombarda saggezza. Ecco perchè di Ravenna, vista una ■era d'agosto, tacita e immota, rivista la mattina in un chiarore di sole che la rendeva quasi gaia, non dirò nulla; nò parlerò di Sant'Apollinare in Classe, che mi prenderebbe il terrore di ripetere malamente le parole del cicerone, senza neppur quell'accento romagnolo che rendeva arguta e cordiale anche l'erudizione sotto la volta dei famosissimi mosaici. Mi sarà invece agevole parlare dei dintorni, i parenti poveri di Ravenna, che ricevono poche visite, e che pure hanno tante cose da raccontare, e quel poco, che offrono, lo offrono con tutto il cuore, senza sussiego di servitori o «guide autorizzate* che dir si voglia. La pineta dì Classe li cintata di fili di ferro spinato; proibito l'accesso. Pazienza. Prendo la corriera di Porto Corsini, che sfiora passando la pineta di San Vitale : a pena il tempo per verificare che i pini sono identici «l quelli delle cartoline, ma un po' impolverati e riarsi ; e perciò di ven dicarsi, come sempre, delle cose proi bite, dicendone tutto il male possi bile. Bellissimo invece il canale che congiunge, lungo dieci chilometri, la città al mare. Ampio e profondo, vi navigano velieri e piroscafi, tanto che al passeggero che s'allontani per poco dalla riva, pare che la campagna sia tagliata e percorsa dalle navi come da aratri immani. Al crepuscolo uno spettacolo impareggiabile, ve der quelle grandi macchine nere, con gli alberi inclinati e i sartiami, i fumaioli o le vele, scivolare a fior di terra, enormi fantasmi seguiti a di stanza da carri e buoi, da contadini con la falce sulle spalle e da donne eoo enormi ceste di frutta in bilico snl capo. A poco a poco, avanzando, i cam- ti cedono il posto a brughiere, le rughiere a sabbie, e le sabbie, insensibilmente, al mare. Ogni anno nn po' di campagna guadagna la bru ghiera, un po' di brughiera la sàb bia, un po' di sabbia il mare, e le iease che sorgevano su terre malsicure e deserte, ora sono circondate da ortaglie e giardini, e nuove case pog giano dov'era palude, aspettando dal tempo una definitiva stabilità. La terra cresce, dicono, di circa due metri all'anno; terra di singolare conquista, quasi come in una guerra di trincea, dove sei mesi di lotta non bastavano a guadagnare tre metri di roccia. Ma qui non c'è lotta, non occorre che saper aspettare. Una volta, dicono, a Ravenna giungeva il mare, ' ed a Classe c'era un gran porto capace di duecento navi. Dunque, noi corriamo su una terra miracolosa, nelle cui viscere le conchiglie fossili potrebbero dirci storie di millenni ben più lunghe di quelle del buon Zanella; ed ecco perchè Te navi si ostinano a penetrare fino alla città, che le accoglie nella sua invincibile nostalgia marina. Porto Corsini abbiamo imparato a conoscerlo, se ben ricordo, il primo o secondo giorno della nostra guerra, quando alcune navi austriache vennero a bombardarlo. AHora i giornali parlarono di barbarie, che pareva disumano infierire contro un ■misero villaggio di pescatori-»; e certo, allora i giornali avranno avuto ragione. Ma oggi Porto Corsini è un delizioso paese, tutto case nuove e pulite, tutto adorno di piante nate sulla rena, tenere e molli come alghe 'fresche. Le strade sono così basse che le grosse ondate devono giungere a lambirle, per quanto lontane si trovino dalla spiaggia. La poca celebrità, per fortuna, impedisce un eccessivo afflusso di bagnanti, cosicché di estate qui vive una colonia modesta, tranquilla e contenta della poca ombra delle cabine nelle ore di più alta canicola. Il canale non finisce alla spiaggia, come parrebbe logico, ma continua per qualche centinaio di metri buI mare, serrato tra due moli sottili protetti da gettate di macigni. Così l'ozioso può camminare a bell'agio su uno dei moli, contemplare le pittoresche vele riparate al sicuro e giungere, anche se il mare è agitato, proprio nel mezzo della burrasca, rimanendosene tranquillo come a casa propria. Allora ò un piacere da gran signore starsene a contemplare le onde che arrivano dal largo compatte e veloci, s'arricciano e schiumeggiaBO passando sopra la «secca », si frangono rombando contro i due capi estremi dei moli ed entrano ancora baldanzose nel canale; per scemare a poco a poco in una perfetta ondulazione verde e chiara, fino a morire nel brivido dell'acqua tranquilla. Bello è anche starsene ad aspettare qualche trabaccolo in arrivo, le vele gialle che più si fanno grandi e più oscillano e sobbalzano, e trepidare un poco, da onesti borghesi, per quei pescatori che a prua scompaiono dietro l'onda che è passata, sollevandola, sotto la chiglia, e riappaiono immobili e infraciditi; fin che si respira contenti quando il timone ha guidato il veliero nel canale, la danza si fa più lenta s dolce, e gli uomini si rilassano un poco, senza sorridere, per subito correre alla manovra delle vele da ammainare. Allora pena? te che non c'è nulla H g|a nobile della vita sol mare. pidiciadeunertuli ponofiDmasnasedeprvae pated'toscs'stalflaa chnonumestafamgrsalesìsidseainreuutae taspfPrnmdImritdsdcctnMÌXWcgcunehfmlpsuOdcaRs1EMifol Sognate di partire, in una giornata come questa; e partite davvero. Attraccato al molo c'è un piccolo, buffo bastimento, non sai se chiamarlo piroscafo o vaporino, tutto ansimoso di macchine sotto pressione, che lancia nell'aria affocata gli ululi alti della sua sirena. —: Signore, urla una voce, vuol venire in gita? Rifiutare, dopo quéi sogni quasi eroici, sarebbe segno di vigliaccheria. poi, ardite signorine e bimbi entusiasti sono già a bordo, e i parenti li guardano e salutano da terra, un po' preoccupati. Si parte. Il vaporino incontra le prime onde, quelle finite dai moli, e prende a danzare. Di già? E allora, quando saremo in mare aperto? — Non c'è pericolo, assicurano in romagnolo certi marinai scamiciati, ma la danza si fa sempre più violenta, e appena fuori del canale un'ondata scavalca la prua, inzuppa noi nomini che eravamo andati lì a fare i coraggiosi, e striscia sull'impiantito fino a poppa sollevando strilli di giovinette e terrori di madri. — Allegri, gridano marinai, e si ride. Su e giù per le azzurre collinette d'acqua, è un bell'andare, dopo tutto. Porto Corsini diventa una stri' scia sulfurea all'orizzonte e la pineta s'apre in tutta la sua inviolabile vastità. Da lontano non somiglia più alle cartoline. E' compatta, tenebro- f^^^v^™. la pineta selvaggia, hanno fatto bene a chiuderla dalla parte di terra per- che vi tronno rifugio ed ombra ì naufraehi. Ma che idee infantili,.per onde alte appena tre o quattro metri. Però vi irrita l'aria di compati- umento del capitano, che assicura non esser quello un mare grosso, ma sol- . M »• ..6. -r,' • ■ tanto un pochino agitato. E quasi vi fa piacere veder gente che si sente male, spalanca due occhi grandi grandi e addio. Voi, invece, state saldi, siete certi di non sentire ma- lessero alcuno; «milanese in mare», sì ma tutti onesti «adriatici» che si, ma lumi questi «aanaiici» cne diventano pallidi, che brutta figura! Il vaporino vira di bordo, e ì pas- seggeri si sentono sollevati, tornano a ridere e a scherzare. E quando si infila il canale, grandi discorsi ai pa- renti che aspettavano trepidanti: un mare bellissimo onde come mon- un mare Deiiissimo, onde come mon- tagne. tre svenuti a bordo... L'uomo e davvero un animale che sa sfrut- tare tutto, anche la propria paura, •Festosità del mare, sulle piccole spiagge; ogni creazione ne risente il fascino, ogni eco ne ripete la voce. Perfino il vento nassando a folate r „ no n vento, passando a ioiaw> nella pineta, fin quasi a Ravenna. manda sussurri di risacca o scrosci di frangenti, innamorato dell onda, fi r a n fin letti

Persone citate: Allegri, Classe, Corsini

Luoghi citati: Porto Corsini, Ravenna, Sant'apollinare