L'oppio e gli armamenti

L'oppio e gli armamenti L'oppio e gli armamenti L'inchiesta suile droghe nocive e la dottrina di Monroe alla Lega delle Nazioni: la Costarica mette nell'imbarazzo il Consiglio Il patto navale franco-inglese - Le adesioni al patto Kellogg A Ginevra Ginevra, 31 notte. Il Consiglio della Società delle Nazioni ha tenuto oggi tre sedute, una pubblica, -una.privata ed una segre: ta. La seduta pubblica è stata dedi•cata quasi esclusivamente alia questione del.traffico dell'oppio e di altre'droghe nocive. Mackenzie King, rappresemi <mte del Canada, riferisce sulla proposta del Governo britannico per l'istituzione di una Commissione di inchiesta che dovrebbe funzionare nell'Estremo Oriente. Il rappresentante della Gran Bretagna, •lord Cushendun, espone il punto di vista <Jel Governo britannico. Egli dice in sostanza: « La .Convenzione dell'Ala del 1912 contiene una disposizione in virtù della quale i Governi si impegnano ad esercitare un controllo il più completo possibile sul traffico dell'oppio; ma la Orar) Bretagna si e trovata in pre, senza di gravi difficoltà, soprattutto rper eie che concerne il territorio di 'Hong-Kong, circondato da territori citysi. Governo britannico ba giudi"Iqf- necessario chiedere alla Società p Nazioni di istituire una Commisle di inchiesta incaricata di espiline nell'Estremo Oriento uno studio vparziale, di esaminare la situazioni e di produrre una relazione nella •tuale siano prospettati i mezzi miglio, fri per risolvere la questione. Questo /passo dei Governo britannico mostra "la sua fiducia nei riguardi della Società delle Nazioni, poiché esso è pronto a devolvere alla Società stessa una questione ohe coinvolge grossi interessi commerciali e finanziari >. L'oppio n rapprese» Un te del Giappone, Ad atei; il rappresentante della Francia, orule Paul Boncour; il rappresentante dei Paesi Bassi, Belaerts Vati Blockand, interloquiscono in merito, dichiarandosi favorevoli alla proposta della Gran Bretagna, ma chiedendo ohe l'inchiesta non ai effettui soltanto nei territori degli Stati firmatari della Convenzione » dell' Aj a, ma venga estesa a tutti.gli Stati produttori di oppio e a tutto l'EÀtremò Oriente. Il rappresentante della Cina, Uang-King-Ki, avanza alcune riserve: pur lascian_ do comprendere che il suo Governo ' non ai. opporrà alla inchiesta, dichiara di non aver istruzioni in merito, e che quindi non può dare la sua, approvazione, finché non gli venganole istruzioni stesso. Il ì inchiesta pr tagna venga sottoposta alt' htea, contando che allora a rappresentante delia Cina, arate le] attese istruzioni dal suo Governo, potrà dichiararsi favorevole.'. . Ed ancora un altro comma dell'ordine del giorno riguardante l'oppio: si tratta ora della nomina del Comitato centrale permanente per il traffico dell' oppio. Comitato preveduto dall'articolo 19 della Conven■ione di Ginevra del 1925. Su proposta del relatore, che è ancora il rappresentante del Canada, il Consiglio delibera di rinviare alla discussione dell'Assemblea la questione, ott procedura per la nomina degli otto membri del Comitato; e di incaricare il segretario generale di trasmettere al Governo degli Stati Uniti d'America l'invito a farsi rappresentare in detto Comitato, alla cui nomina si procederà in una del-' le prossime sessioni consigli ari, secondo la procedura che l'Assemblea avrà intanto fissata. La seduta pubblica è finita. Il Consiglio si riunisce in seduta privata, durante la quale tratta la questione del « fanciullo in pericolo morale e sociale ». Su propoeta del rappresentante del Canada, il Consiglio designa la signorina Chantal, 1 francese, per uno studio preliminare del problema, studio che deve riferirsi ai Paesi seguenti: Germania, Canada, Danimarca, Stati Uniti d'America, Francia, Gran Bretagna, Italia, Czeco-Slovacchra. Per questo studio, vengono impiegati 3 5000 dòllari elargiti dall'»» American Social Hygiene AssociaUon ». Ed anche la seduta privata è cosi esaurita. Monroe da interpretare Nel pomeriggio, il Consiglio si è riunito in seduta sega-età per trattare della risposta da dare al Governo della Costarica, il quale, come ieri vi accennavo, ha chiesto al Consiglio della Società delle Nazioni una interpretazione della dottrina di Monroe. Si tratta di questo. La Repubblica di Costarica, il 24 dicembre d°l '24 notificava al Segretariato della Lega la sua decisione di ritirarsi dalla Società delle Nazioni; e, in data 1° gennaio 1927, cessava di far parte della Società. In seguito, poi, invitata a ritornarvi, poneva al Consiglio la questione pregiudiziale che esso stabilisse i termini interpretativi della dottrina di Monroe, riferendosi perciò all'art. 21 del Patto societario, il quale testualmente dice: • Gli impegni Internazionali, quali 1 Trattati di arbitrato, e la intese regionali, come la dottrina di Monroe, che assicurano il mantenimento della pace, Don sono considerati incompatibili con «icona delle disposizioni del preceden se Patto». La Costarica dunque, prima di rientrare a far parte della Società vuol sapere come il Consiglio, rappresentando la Società, intenda la dottrina di Monroe, espressamente citata nel detto articolo del Patto societario. Si comprende agevolmen te quanto la domanda riesca inop< portuna e spinosa al Consiglio, soprattutto in questo momento J.\e non è ancora asciutto l'inchiostro delle firme del Patto di Parigi, tanto caro a qualcuna delle Potenze predominanti ne"i Società. Si comprende quale ver .io susciterebbe di là dell'Atlantico malunque inter¬ ! t( e] a -' o a è o i a i e i r , e o e 1 e , n i à a e o < e o e i ¬ pretazione il Consiglio si arbitrasse"] di dare alla famosa dottrina, che esclude ogni intervento europeo nelle cose di America (mentre, per una curiosa, e niente affatto, per noi europei, lusinghiera inversione di giudizio, appunto col Patto di Parigi si è pur mo' riaperta agli Stati Uniti di America la via del legittimo intervento politico, dopo quello, già esistente, economico, nelle cose nostre, nella nostra vecchia Europa). Qualunque interpretazione 11 Consiglio si arbitrasse di dare alla dottrina monreana, l'interpretazione stessa, a meno che non fosse un vaniloquio, e forse; nemmeno in questo caso, non potrebbe che riuscire sommamente ingrata a questo o a quel gruppo di Stati'americani, o magari, quale pei" un verso e quale per un altro, a tutti insieme. E' troppo noto infatti il disparere irreducibile, fatale, che esiste in America, appunto riguardo alla interpretazione della dottrina di Monroe, tja il massimo Stato del Nòrd, con le sue aspirazioni egemoniche, e gli Stati del Centro e del Sud, di cui alcuni dei minori sopraffatti nella loro economia e minacciati nella loro stessa esistenza politica dal gigante dall'insegna stellata: che gli Stati Uniti intendono, del principio di Monroe, di farsene essi incontestabilmente garanti rispetto al mondò — onde derivano la specchiata tendenza, e pretenderebbero la legittimità, a controllare e a tutelare' l'intera America. E gli Stati del Centro e del Sud, l'intendono, come è naturale, ben diversamente : 1' America agli americani: benissimo; ma non soltanto a quelli del Nord, a quelli che sono riusciti a figurare, per il resto del mondo, come gli americani per antonomasia. La questione angaro-romena Indiscreta quella Costarica, con quelle certe sue domande che verrebbe voglia di definire petulanti ! Ma il Consiglio — che quest'oggi ha discusso lungamente, nella sua seduta segreta, ma senza deliberare nulla di concreto —, il Consiglio saprà Lene cavarsi da un cosi mo-' lesto Impaccia Suo compito preciso è di mantenere, per quanto possibile, la pace fra tutti quanti, al di qua e al di là diagli Oceani, la pace ad ogni costo, e di scongiurare'precipitosamente ogni attentato o minaccia contro di essa. Figurarsi se proprio osso m lasci era andare-ad aa atto cosi pericoloso, così com ! promettente, come quello che la CotStttrica'richiede ! E ohe? E' esso forse au organo di consultazione, per chiunque abbia dei dubbi intorno ad un testo, ad una dottrina ? E' esso forse tenuto a deliberare su ogni problema teorico e pratico, che a chiunque venga in mente di sottoporgli ?... La Costarica può rivolgersi altrove, dovunque le piaccia, ma non certo al Consiglio della Società per proporre - i suoi quesiti imbarazzanti, per chiarire i suoi dubbi e risolvere i suoi problemi. «» Fin de non recevoir... » la saggezza immortale di Pilato. ,Se non l'ha trovata oggi, il Consiglio «mesta via di uscita possiamo giurare che la troverà domani, ■ E domani, gli converrà anche tror vare un'alba via di uscita, per quell'altra questione, pure tanto-spinosa, e che si trascina da tanto tempo: il conflitto magiaro-romeno riguardo agli optanti ungheresi in Transilvania. Oggi intanto è stato reso pubblico il testo della lettera in data 30 ultimò scorso del ministro di Romania presso la Società delle Nazioni, Antoniade, al Segretariato della Società, con allegata una Nota del giorno precedente, del ministro romeno agli Affari Esteri, 'Argentoianu, all'inviato straordinario e ministro ' plenipotenziario di Ungheria a Bucarest, barone Villani. Ma di tutto questo avremo luogo di' riparlare quando — forse appunto domani —il Consiglio affronterà (l'ostica faccenda. MARIO BASSI. La dhìirsara dei congressi data atiapa) taaaiaa t «UH» orto ari me Ginevra, 31 notte. (G. T.). — Il quarto Congresso della stampa tecnica ha chiuso oggi i suoi lavori per alcune divergenze manifestatesi circa le funzioni delle riviste parastatali e di quelle edite direna mente dalle aziende industriali. Non è stata possibile raggiungere l'accordo circa la delimitazione precisa del campo della s'Ainpo tecnica. Il «Congresso ha poi incaricato 11 segretario gene rale della Federazione internazionale di continuare gli sforzi iniziati per far togliere la proibizione generale alla Introduzione della stampa tecnica nel Paesi della Piccola Intesa. Si procedette quindi alla elezione del nuovo Consiglio della Federazione iniernazio nàie. L'on.le Ta'ard è stato nominalo vice-presidente. Prima dello scioglimento, si decise che iti prossimo Congresso sarà tenuto a Barcellona. Nella sua ultima seduta, il Congresso delle minoranze si è limitato a di scutere dei problemi teonici, quali la pubblicazione di un annuario statisti co, lo sviluppo della bibliografia, la creazione di un Istituto per lo studio delle scienze delle nazionalità, eco., ecc. In complesso, a parte la risoluzione votata nella seduta di ieri contro l'attitudine della Società delle Nazioni nei confronti delle minoranze, che del resto si è subito rivelata come una mossa assolutamente impolitica e volgentesl in definitiva a detrimento delle finalità perseguite dal Comitato delle minoranze, in tutto le sue sedute il Congresso ha dovuto più che altro frrre della teoria e parlare del diritto delle nazionalità in generale senza poter addentrarsi in discussioni di carattere particolare date le evidenti difficoltà di una collaborazione fattiva delle rrur.ttordicd nazionalità diverse ruppresenttite al Congresso. Il patto navale Chiarimenti parigini Parigi, 31 notte. Lord Cushendun, che presiede a Ginevra la Delegazione britannica alla Società delle Nazioni, ha fatto all'ufficiosa Agenzia Reuter delle dichiarazioni sul disarmo, nel corso delle quali ha trattato soprattutto del compromesso navale franco-britannico con l'evidente obbiettivo direagire contro la campagna condotta in varrii circoli stranieri allo scopo di gettare della diffidenza circa l'accordo realizzato fra Londra e Parigi- su una formula pratica di limitazione degli armamenti navali. Prendendo occasione dalle dichiarazioni del Ministro interinale degli Esteri britannico, il Temps riprende gli argomenti già svolti a varie riprese per smentire ancora una volta che detto compromesso costituisca una combinazione ' anglo-francese essenzialmente politica, di natura tale da attentare all'accordo di Washington del 1922, relativo alla I» capital ships », combinazione dirotta contro gli Stati. Uniti nell'Atlantico e contro l'Italia nel Mediterraneo. Il giornale si mostra persuaso che, per quanto zelo spieghino in questo momento coloro i quali vorrebbero far nascere in America e in Europa serie inquietudini circa il compromesso navale franco-britannico non riusciranno a dare a questo accordo di principio- un significato che esso non può avere. Il Ministro della Marina Leygues, tintervistato da un grande giornale del -mattino, pur schermendosi dal dare spiegazioni sulle clausole dell'accordo,- poiché i Governi francese e britannico hanno deciso di non pubblicarlo prima che tutti i firmatari della Convenzione di Washington abbiano fatto conoscere la loro opinione, ha però detto che egli sfida chiunque a trovarvi qualche cosa che non sia chiaro, netto e leale. Tale accordo non contiene nessuna clausola segreta, nessuna intesa che preveda eventualmente una collaborazione di ordine militare o navale tra la Francia e la Gran Bretagna; ed infine esso non cerca nò palesemente, nè per vie indirette di attentare all'accordo del 1922 che sarà osservato alla lettera fino all'ultimo minuto dell'ultimo giorno convenuto. Soddisfazione inglese I rapporti con l'America Londra, 31, notti». Per bocca del lloydgeorgiano Daily Chronicle, la slampa di opposizione si dichiara soddisfatta dei ragguagli offerti ieri a Ginevra da Lord Cushendun sul compromesso navale anglefrancese; e si può dire che ora il malcontento non sopravvive se non in quegli ambiami marginali del ministerialismo che continuano a spezzare lanci e in favore della politica di isolamento. Assistiamo cosi a questo fenomeno i che il liberale Daily Chronicle, pur lamentando quella che esso descrive come inutile segretezza mantenuta fino a ieri e gli --piegabili sospetti* a cui questa diede ,uogo. trova del tutto innocente' il tanto discusso accordo navale e gli batte le mani, mentre li conservatole Daily Express si ostina ad arricciare il naso in una lunga colonna editoriale il cui ritornello è che se l'Inghilterra non vuole insospettire ulteriormente l'America deve per una volta tanto lavarsi le mani del continente europeo, abbandonando ogni legame con il medesimo, eccezion fatta di quello rappresentato dal Patto antibellico, e concentrarsi nello sviluppo del proprio impero. Siccome il Daily Express ha sempre battuto questo chiodo, la mansuefazlone degli .organi di opposizione basta certamente al Governo. Non è però una mansuefazione piena ed assoluta. Il Manchester Guardian, ad esemplo, approva bensì il compromesso navale con la Francia in sé e per sé, ossia sotto quagli aspetti immediati e diretti che « toc -cane la sicurezza nazionale inglese », ma continua ad aver paura che il compromesso implichi un importante cambiamento di rotta nella politica estera del Gabinetto. J.1 giornale non vorrebbe che fosse stata riscaldata la vecchia intesa con la Francia, su per giù nei vecchi termini. Perciò chiede lumi supplementari In ■ proposito. Ma giova notare, che quasi tutti gli altri organi del suo partito non inclinano affatto, ad assecondare la richiesta. Non fu un ministro liberale come Edward Grey a ribadire le chiavarde della intesa cordiale lasciatagli in eredità dal sugi predecessori di parte conservatrice T Punzecchi a tori della Francia a parole, questi liberali paiono sempre destinati a dare prova di francofilia nei fatti. Non.sembra avere suscitato larga eco finora in America la lunga rassegna critica pubblicata l'altro ieri dal Daily Telegraph sotto, la firma del suo collaboratore diplomatico, in merito alle relazioni anglo-americane. Il corrispondente newyorkese dello stesso giornale riferisce che a Washington gli impliciti appunti mossi dal collaboratore diplomatico per la presunta scarsità di contatti o di tatto verso gli Stati Uniti, non sono piaciuti che ad una parte degli Intenditori di politica estera L'altra parte li giudica erronei, perchè essa preferisce rovesciare sul Governo americano la colpa di tutti I guai possibili ed immaginabili. E' chiaro che in America come in molti altri Paesi, gli intenditori di politica estera non •'dimenticano mal la politica interna. Ad ogni modo il corrispóndente newyorkese suaccennato conclude: c Per fortuna gli alti funzionari governativi a Washington comprendono nerfettamente la importanza della più intima cooperazione possibile fra le due grandi Nazioni di lingua inglese, e sanno benissimo che la enorme maggioranza della pubblica op.nione americana risentirebbe di qualunque atto capace di turbare i vinculi di amicizia cosi visibilmente rafforzati n<?I-r ultimo decennio ». M. P. Il patto Kellogg La risposta dei SovietiParigi, 31 notte. Litvinoff ha fatto consegnare al P ambasciatore francese a Mosca, I au Herbette, la risposta del Governo sovietista alla Nota che gli era stata rivolta in vista della sua adesione al Patto di Parigi. Il documento — lunghissimo — ricorda anzitutto le varie proposte presentate dal Governo dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiste concementi il disarmo, proposte che Iitvinoff deplora siano rimaste inefficaci. La Nota termina cosi: « Resta da constatare l'assenza nel Patto di obblighi concernenti il di sarmo, cioè Panico elemento essenziale clie possa garantire la pace l'insufficienza - e l'indeterminatezza della formula stessa concernente il divieto della guerra e quindi l'esistenza di parecchie restrizioni che hanno per , obbiettivo, di scartare qualsiasi apparènza di impegno verso la causa -della pace. Tuttavia, il Patto di Parigi impone alle Potenze certi obblighi nei riguardi dell'opinione pubblica e dà al Governo sovietista una nuova possibilità di porre davanti a tutti coloro che partecipano al Patto la questione più importante-per la causa della pace, quella del disarmo, la cui soluzione rimane 1" unica garanzia capace di scartare la guèrra. Il Governo sovietista quindi esprime la sua adesione al Patto di Parigi. In conformità di quanto precede, avrò -Ponore, signor ambasciatore, • di trasmettere prossimamente lo strumento di adesione del mio Governo non ap penarle formalità relative saranno state compiute ». Il Governo di Mosca si dichiara dunque pronto ad aderire al Patto pur formulando un certo numero di critiche relative all' assenza di quel progetto di disarmo generalo e tota le che esso continua a considerare come essenziale pel mantenimento delle pace. L'adesione jugoslava I deliberati di Zagabria Belgrado, 31 notte. (P.) — Ieri sera, il sostituto del Ministro degli Esteri, Sciumènkovic, ha consegnato ^rainiiflró degli Stati Uniti a Belgrado, Prince, la nota del Governo jugoslavo in rispositi all'tinvito di firmare il patto Kellogg. il Governo jugoslavo si dice grato alla Repubblica americana per avergli dato- occa.«ione di associarsi a tale patto, tanto importante, e che pienamente approva, trattandosi di uno strumento avente lo scopo di eternare i rapporti di pace e di amicizia; e purché nulla nel patto motivi interpretazioni contrarie al patto della Lega delle Nazioni, al patto di Locarno ed in genere agli impegni internazionali finora assunti dalla Jugoslavia Pribicevic critica che il Governo desideri di accedere al patto Kellogg solo ojualora esso non contrasti col patto della Lega delle Nazioni, con quello di Locarno e con gli impegna internazionali, perchè ciò significherebbe che la geniale diplomazia jugoslava sospetta che Briand, Chamberlain e Benes ignorino cosa firmano. Egli smentisce inoltre che esistano dei contatti tra la coalizione demorurale e i radicali del Comitato centrale in maggioranza pasiciani, ed esprime il suo sdegno perchè in varie località sono stati notati degli agenti provocatori hi automobile, che diffondevano appelli comunisti senza che la polizia intervenisse. Se ne deduce che il Governo vuole definire bolscevica l'azione della coalizione, la quale con grande attenzione segue questa nuova fase del contrattacco governativo. L'odierna seduta del Comitato esecutivo della coalizione demorurale a Zagabria ha protestato contro i noti ordini del Comando miKtare di Zagabria, chiedendo l'immediato ritiro degli ordini e la punizione di chi li diede. Inoltre, si è deciso che la coalizione non partecipi atte manifestazioni, ai Congressi, alle solennità, e alle riunioni di ogni specie, a cui intervengano ufficialmente i rappresentanti dall'attuale regime ed i partiti al Governo. E' stato accolto con soddisfazione il rapporto dei deputato Krnjevic sulla Conferenza interparlamentare di Berlino, constatando come l'azione intraprest, a Berlino sia pienamente riuscita.