Il centenario d'un apostolo dell'educazione dei minorenni

Il centenario d'un apostolo dell'educazione dei minorenni Il centenario d'un apostolo dell'educazione dei minorenni Gli c Artigianelli » hanno degnamente commemorato, ieri, quegli che fu 11 loro maggiore e più paziente protettore, il teologo don Leonardo Murialdo, nel centenario della sua nascita. Com'è noto, è in corso per il sacerdote torinese il processo di beatificazione e la rievocazione acquista per ciò anche un pia significativo valute. Nella chiesa del Collegio degli Artigianelli, il Padre generale dei Giuseppini ha celebrato la Messa solenne e gli Artigianelli si sono poi recati alla tomba del loro protettore nella chiesa di Santa Barbara. Nel pomeriggio. Monsignor Angelo Banoloniasi ha rievocato la figura di don Murialdo, esaltandone la meravigliosa opera. E veramente caratteristica figura fu questo Sacerdote torinese, che gli Artigianelli possono considerare come il loro i papà ». Un curioso incontro Una mattina don Bosco, in via Dora Grossa, fermò un giovane prete che, secondo il suo costume, se ne andava in fretta e come assorto, estraneo a quanto lo circondava, e gli fece una singolare proposta: — Scusi, teologo, vorrebbe pagarmi, stamattina, la colazione? Il pretino 11 per li rimase alquanto Interdetto; poi, sorridendo a quella scherzosa uscita, lieto della conflden2a che gli dimostrava don Bosco, rispose: — Volentieri. Ecco un calle. Entriamo. Entrarono, sedettero ad un tavolino, ma anziché alla colazione, diedero inizio ad un discorso lungo, cordiale, animato. 1 due proti erano, fisicamente, in antitesi'fra loro. L'uno, don Bosco, nella persona robusta, nei modi bonari e gioviali, rivelava la sua quadrata e semplice origine campagnuoia; l'altro, alto, smilzo, di lineamenti delicati, di modi riservali, si appalesava uscito da una famiglia distinta ed agiata. Era ouesti il teologo Leonardo Murialdo.Sebbene cosi diversi fisicamente, 1 due sacerdoti si somigliavano come due goccie d'acqua negli animi. Erano nati entrambi per l'azione benefica, esercitata con spirito di apostolo In mezzo alle avversità e difficolta. Era, il Murialdo. della stessa stoffa del Cottolengo e di don Bosco, e con essi completa la grande famiglia del sacerdoti torinesi che nel secolo scor60 crearono di Torino un centro di opere benefiche, che irradiò luce ed opere in tutto il mondo. Ma all'epoca di quell'incontro don Murialdo era giovane e ancora non aveva iniziata l'opera sua. Questa comincia precisamente da quell'incontro. Poiché Don Bosco, che ne conosceva le doti. cosi, tra una facezia e l'altra, seppe vincerne la riluttanza ed indurlo ad accettare la direzione dell'Oratorio di San Luigi, che sorgeva m aperta campagna in località Porta Nuova, precisamente dove sorgono ora la Chieda di San Giovanni Evangeli sta e l'Istituto Salesiano. La buona memoria di Pio EXNeHa sua nuova missione don Murialdo riscosse la piena soddisfazione di don Bosco. Questi, nel 1S.">3, lo condusse con se a Roma e io presentò a Papa Pio IX. Il giovane sacerdote non poteva passare inosservato. Spirava dalla sua persona gentilezza, bontà, santità. E quando, più lardi, don Bosco fu ancora ricevuto dal Papa, questi, ricordandosi del Murialdo, gli chiese * — È quel buon sacerdote che mi avete presentato l'altra volta? Egli non era più della famiglia salesiana. Nel 1S65 aveva dovuto seguire •1 genitori a Parigi e si era colà etabi lito. Al suo ritorno, un anno dopo, un'altra via lo attendeva. Nel 1849 don Giovanni Cocchi, un altro prete dal cuore grande e dalla volontà più grande ancora, aveva voluto accogliere gli adolescenti dere'it ti. abbandonati al mal fare, per dar !«ro un'cliicazione ed un mestiere od aveva fondato un istituto che dono molte pomn-inazioni era finito, con sede propria, nell'attuale Collegio depll Artigianelli du ^orso Pa.ì«tro. n Cocchi, sempre assetato di bene, si era recato in altri luoghi d'Italia a fondarvi nuovi 'Istituti. La direzione era Stata presa dal te'ol Berizzi. che però beni presto, nel 'fifi, si trovò costretto a lasciarla, .per recarsi a Biella. Prima però, egli si guardò bene intorno per scogliersi un successore e il suo occhio Icadde sul Murialdo. Ma dovette faticare non poco per fargli accettare l'incarico. Il Murialdo 6l trincerava e rinchiudeva nella sua modestia, nella sua umiltà, che faceva ritenere 6e stesso incapace ed indegno. Dapprima, all'udire la proposta, ne aveva avuto addirittura spavento... Eppure, quando egli fu a capo d' quella numerosa famiglia di giovinetti, nessuno avrebbe potuto rivelarsi al pari di lui all'altezza 'del compito. Bontà e dolcezza Fu un educatore ed un padre. Era capace per i suoi piccoli, di attenzioni addirittura materne. Vegliava gli in fermi al loro letto; di notte, passava, In punta di piedi, per le camerate, a chiudere le finestre che firssero state Imprudentemente lasciate aperte. Stóppe vincere i suoi discoli — che, allo.a, erano discoli nel vero senso delia pa rola — con la bontà e la dolcezza. E fu anche un magnifico organizza tore. Viaggiò l'Italia e l'estero, recandosi a visitare rst'tuti analoghi al suo, perchè questo potesse di continuo essere migliorato nella tecnica dei laboratori e nel sistema disciplinare. E fu indubbiamente lui che P'"»rtò il Collegio degli Artigianelli verso la via della prosperità e. della notorietà. Talché, se U fondatore fu effettivamente don Cocchi, don Murialdo è considerato come il vero padre spirituale dell'impresa. A qual prezzo egli raggiunse tale benemerenza pochi lo sanno. Alcuni che lo avvicinarcno nelle sue mansioni di capo del Colkgio. lo definirono « rettore martire . Martire d; che? Dei debiti da lui trovati già ingenti con l'eredità del Berizzl e che nonostante tiMto. crescevano -i lui rr-:-ntomo! imi») . debiti erano un peso ben grave per lasua delicata cosow-nza; erano il suoIncubo Da.tra parte non cera raezzodi eliminarli; anzi! Il senso della re6ponsabililà. che aveva grandissimo era attenuato soltanto dalla grande fiducia nella Provvidenza. Ma intanto bisognava pur provvedere, ed egli, facendo forza u se stesso oldava alle porte dei danarosi. Ma fuvisto non poche volte scendere le scaledei signori, mortificato, depresso, su-dato.. Recatosi per chiedere l'obolo peieudi ragazzi, glie ne era poi mancato11 coraggio. Era un dramma che sisvolgeva nel suo sensibile animo. Da una parte il bisogno incalzava, dallialtra egli non sapeva vincere quei senso di pudore che gli impediva di chiedere. Avrebbe voluto "he i signori 6uoi mterlocufori capissero a volo... Ma, purtroppo, molle volte non capivano, o facpvano flntr di non capire... « Uscire di sagrestia » Fino alla morte si può dire, durò questo martirio: camminare, curvo sotto la croce di quei debiti. Poi, final mente, la sub fiducia nella ProvvidP.n-Ha fu premiata. Nel 18D0 il conte Ales- Sandro Roero di Guareoe lasciava, morendo, una cospicua eredità al Collegip degli Artigianelli, che ebbe cosi la vita assicurata. Respirò allora, Analmente, il buon prete, e dimenticò tosto ie sue lunghe pene e traversie, per compiacersi unicamente della floridez- ''•ìin in ^n,va..nssicurata all'Istituto. Ilno gli permetteva, l'anno dopo, di mo-rire con l'animo sereno e lieve, con la coscienza del lavoro non solo compiuto, ma anche compensato. Larga fu l'attività di questo sacerdote, che ebbe la pietà pari solamente all'iniziativa ed all'azione. Egli ha legato il suo nome ai catechismi, agli Oratori festivi, che egli fondò non solo a Torino ma oltre-' i Rivoli, a Venezia, a Vicenza, a Bassano. Il suo motto era: « uscire di sagrestia », cioè mettersi in mezzo al popolo, lavorare per esso. Per questo fu chiamato da taluno il « santo moderno ». EjrU fu altresì fondatore di una Congregazione religiosa, quelia dei Giuseppinl, il che, in senso puramente religioso, cioè nei confronti diretti della Chiesa, costituisce la sua maggiore opera. Una Congregazione religiosa è ritenuta, piti che umana, opera divina; e i creatori si ritiene debbano essere dei santi. E difatti costituisce questo uno dei mariti essenziali nella causa di beatificazione di don Murialdo. Tuttavia, per noi torinesi, la figura di don Murialdo spicca di luce singolarmente viva e simpatica come direttore, creatore morale, consolidatore del Collegio degli Artigianelili, una di quelle opere che maggiormente onorano Torino filantropica. Quasi siamo lionati a considerare in lui. più che le virtù religiose, quelle civili, che si concretarono in modo cosi mirabile e duraturo. O. t.