Bogotà e la Poesia

Bogotà e la Poesia Bogotà e la Poesia (Dal nostro inviato) «OGOTA' (Columbia), die. 1927. Bogotà I E' la capitale miracolosa. Quando il Viaggiatore pensa alla varietà, alla lunghezza e spesso alla primitività dei mezzi di comunicazione per raggiungerla e si trova dinanzi a palazzi di stile greco-romano, per vie piene di movimento, in una società che alimenta il proprio spirito alle fonti più elette della coltura e legge l suoi Innumerevoli giornali accorgendosi che il ritmo della vita qui è dominato essenzialmente da una studentesca universitaria numerosissima che ricorda nelle tradizioni l'antichissimo Ateneo di Coimbra e apprende che 11 primo cittadino di Colombia, cioè 11 Presidente delle Repubbliche, è un Maestro insigne di quella. Università, non può a meno di sentirsi preso da sincero entusiasmo per questo popolo che sL direbbe ahbia avuto l'intuito di mettere il suo cuore, la sua città maggiore, nel centro geometrico dell'immenso territorio della Patria sapendo che sarebbe venuto il giorno nel quale i mezzi moderni: ferrovie, auto, velivolo l'avrebbero resa perfetta nella sua positura e quindi nella sua funzione. Bogotà, infatti, costrutta sull'altissima Sierra a tanta distanza dal mare domina i « llanos » e le selve sterminate dell'est, cioè la Colombia dell'avvenire e comanda la vecchia Colombia delle montagne. Se la sua positura rispetto al territorio della Repubblica fosse simile a quella di Lima e di Caracas 6 probabile che tutto il complesso travaglio che si va svolgendo in Colombia e che potrebbe essere riassunto nella forinola « congiungere con rapide vie la capitale con 1 due oceani e con le colossali vìe fluviali (Orenoco e Amazzoni) » sarebbe stato immensamente ritardato. Sintesi della Columbia dtrncaTNlumcopQpl'Mdchasifedtomdor15cisoderaelgol'ciuè tatugplepnè dSveglia nel tresco mattino afflinoteliIdRegina di Bogotà e sensazione di tro- • : varsl in una città nordica, brumosa e operosa. I ricordi delle giornate trascorse alla costa, la visione che avete ancora negli occhi dell'infinito corso del sorvolato Maddalena, tropicale, 11 chiasso notturno dei suol miliardi di pappagalli, 11 ricordo di un capitano di « steamer » fluviale meticcio, con il capo coperto da un enorme cappellaccio di paglia, che vi spiegava il segreto di indovinare i bassofondi nella navigazione; i nembi di « gallinazos » (specie di grossisslmi corvi) roteanti sulla carogna di un caimano trascinata dalla corrente, i nugoli di zanzare di Porto Berrio e di Girardot, voi stesso, camuffato da una zanzariera che cercate di difendervi da quel martirio ronzante, l'ascesa ferroviaria nel regno dei condor, vi sembran cosi lontani da appartenere ad una regione che non ha nulla a che fare con questa. Come ha potuto generarsi un centro di civiltà in un Paese nuovo, di comunicazioni più che ardue, a tanta distanza dal mare e ad un'altezza cosi impressionante? Poiché son quattrocento anni oramai che Bogotà sorge nel cuore della Nuova Granata a 2600 metri d'altezza, quattro secoli che sparge luce per immense distanze intorno! Piena di parchi e di giardini, abbellita dalle statue di Isabella la Cattolica, di Colombo, di due di Boilvar, una delle quali ammirevole, dei massimi fattori dell'indipendenza, di sapienti come Caldas; nobilitata da palazzi che meritano incondizionatamente il titolo di storici come quello di San Cario sede del Ministero degli Esteri, da sedi di Accademie, da Biblioteche, da teatri amplissimi; custode gelosa, specie nel vastissimi conventi, di pregevoli opere d'arte; Bogotà è veramente la sintesi della Colombia. E lo è anche per I contrasti che vi si colgono fra la società di pura origine spaglinola, raffinata, coltivata, viaggiatrice infaticabile dell'Europa e dell'America del Nord, che veste secondo l'ultimo figurino di Londra e Parigi (ho notato una graziosa civetteria nei bogotani che ricevendo per pacco postale un abito nuovo dall'Europa, lo indossano badando bene di conservarne le pieghe che dimostrano la recente lontana provenienza) e corre per ìa città sugli auto di ultimo modello fra la folla degli indili e dei meticci frequentatori delle « chicherlas-a che . ricordano, le « pulquerias » messicane per la detestabile e debilltante bevanda che vi si trinca. Ma Bogotà è anche una città indù striale: le manifatture che impiegano tutto personale indio e meticcio, sono più numeroso di quello che sì potrebbe immaginare considerando la dislocazione della capitale. Si fa di tutto a Bogotà: fiammiferi, vetri, candele, cotone, seta, sigarette, biscotti, acque minerali, birra, ecc. ecc. Gli operai Indigeni son bene organizzati con lite paghe, poiché come ho già accennato, 11 tenore della vita colombiana è altrettanto elevato della nord-americana. La città conta ouasl 200 mila abitanti e va modernizzandosi rapidamente. Difetta ancora qualche poco la pavimentazione stradale e la qualità dell'acqua potabile che sente il doro della disimfezàone. Il ritmo della vita, anche a cagione della grande altezza non è esageratamente febbrile; U Dogatane è misurato e riflessivo e armonizza la stia esistenza Con la solennità del Paese: sono molto caratteristici a Bogotà certi angoli di strade dove s'adunano giornalmente commercianti ed uomini d'affari e alcune vie specialmente consacrale alla vendita di superbi oggetti d'argento di fattura indigena e di stile che deriva direttamente dai « chiochas » autoctoni. H solo inconveniente della capitale è la sua altezza che necessita per I nuovi venuti una certa accMmatazione ed il cuore non soggetto alle palpitazioni. Ma cni trova Bogotà- troppo alpestre deve rinunciare a famlgliarizzarsi con l'interno delle vicino, repubbliche dell'Equatore, Perù e Boliva e specialmente in quest'ultima dove milioni d'uomini vivono permanentemente ad altezze superiori al 360O metri. a l e 0 i., TU.rh(,77n dìffii<aH - glia: riccnezza amusa ¬ Fiori, trutta e vita patriarcale Come Città di Messico alla quale sotto certi aspetti assomiglia, Bogotà ha il pregio di essere in permanenza la città dei fiori, del frutti, del viveri eccellenti che la vasta savana le invia inesauribile Inoltre qui si ritrovano più seducenti e simpatici gli aspetti della vita patriarcale come la Intendevano i nostri bisnonni. Case patrizie ospitalisslme con vasti » patios » interni, popolate da coorti di servi che cangiano ben difficilmente padrone perchè sono affettuosamente trattati e considerati come membri della famiamore alia campagna, alle « quintas », alla fattorie dove ci si reca correndo sulle belle strade attorno là capitale. Se poi fate tanto di avere qualche ten- sipletrIlmpbndpudè l'nbcqnmnfozlpsqgloncaasmnvztegdeulgrèttnVlalexlitaiscconmrcmuaedsgGO(ebreddsddc denza letteraria, artistica o musicale, troverete a Bogotà il vostro paradiso nelle conversazioni famigliari attorno camini simbolici o nel bellissimo Teatro Colon o visitando la Biblioteca Nazionale che contiene 100 mila volumi e incunabuli preziosi. E IH popolo? Lasciamolo giudicare dai colombiani medesimi, dagli originari europei ricordando che quando qui si dice popolo significa l'indio ed il metìccio. Quello che abita la capitale, l'altipiano e fri generale la Cordigliera dell'Est, secondo il celebre scrittore Jose Maria Samper, è paziente, laborioso, di intensissimo sentimento religioso che sovente confina con l'Idolatria, amante della vita sedentaria, umile sino alla timidità, ospitale, molto affezionato alla sua donna, impassibile dinanzi alle forti commozioni, adoratore delle processioni e credulo per il meraviglioso. D'una resistenza incredibile è capace di marciare per ore ed ore con un fardello sulla schiena di 150 chilogrammi. Buon soldato, specialmente nella difesa, sovente però sospettoso, ed ipocrita al contrario della donna indigena che è tei generale franca, accessibile ad ogni più elevato sentimento ed ottima madre. L'indigeno abita la savana di Bogotà in quelle dimore particolari all'America dei; Sud fatte di « adobe », cioè dì fango disseccato sostenuto da una primitiva intelaiatura. La regione è mirabilmente coltivata. Due montagne, Guadaìupa e Monserrato, costituiscono le mete più frequentate delle gite dalla capitale, per le antiche cappelle che vi sorgati sulla cima e per le sublimi vedute che vi si contemplano. Ma l'escursione bogotana che nessun visitatore trascura di compiere è alla famosissima cascata di Tequendana, poco lungi da una stazloncina deile ferrovie del sud che per ora non : .... a e e - elio Rol> si spingono molto lontano dalla città. Meglio del Nfagara E' il Rio di Bogotà che forma la stupefacente cascata fornendo prima, con le sue Tapide, la forza motrice elettrica per la luce ed i trams cittadini. Il salto d'acqua della cascata è di 150 metri, ma la scena che lo circonda supera ogni immaginazione. Il fiume abbandonando inopinatamente l'altipiano ha scavato un enorme bacino ovale di perfetta forma c precipita In una profondità, che sembra insondabile fra un contorno di montagne coperte di densissimi boschi. La quantità d'acqua è talmente enorme, che da una parte l'arco superiore formato dal salto pronunci atissimo sulle roccle, genera nembi di vapori e trionfi di cangianti arcobaleni, mentre dall'altra la massa liquida si getta con fragore di tuono nella gola di sotto. Le vicinanze immediate di questo fenomeno soprannaturale sono allietate da una flora folle di varietà, di calori, di grandezza che va dalle conifere al palmizi, le cascate del Nlagara non hanno neppur la terza parte dell'altezza di questa e solo un poco più di volume d'acqua, sicché Tequendana riporta il viaggiatore alla visioni delle cateratte dello Zambese o a quelle di Livlngstone nel basso Congo, eccezion fatta per 11 clima che qui è temperatlssimo. H cardinale Ragonesi, che precedette a Bogotà l'attuale Nunzio apostolico, a proposito della società bogotana, ha scritto « che rappresenta un validissimo elemento di civiltà: negli uomini ngegno e coltura squisiti, nelle donine virtù esimie, nobile portamento, grazia, dignità, educazione morale ed intellettuale raffinata, nella gioventù vigore fisico, precocità d'intelletto, abitudini signorili, nel popolo indole mite e docile, fede religiosa profonda, lm una parola fondamento per realizzare l'ideale della Bepubbllca cristiana ». n giudizio è lusinghiero ma non esagerato, poiché la società bogotana non è un'improvvisazione, ma possiede un tessuto mentale e spirituale che conta secoli di vita. Su queste Ande sono germinati traduttori impeccabili di Virgilio, sapienti che ebbero il singolare onore di essere eletti maestri nelle Università di Berlino, Parigi e Bruxelles, e diplomatici consumati d'abilità, 1 quali seppero, ali'epoca deM'inter vento americano al Panama, che ara provincia colombiana, tenere In iscacco la strapotente Washington. Si stampano in questo Paese cosi poco conosciuto in Europa, libri di poesia che, come il Notturno di José Asunoion SUvas, morto 'qualche armo fa nel flore della vita, commossero Unamuno. La passione della letteratura Qualcuno rad ha accennato al « paradosso della Colombia » cioè al fatto che in un paese così straordinariamente- pieno di ricchezze naturali, gli uomini di scienza maggiormente atti a valorizzarlo sono stati relativamente esigui dinanzi all'imponente numero degli umanisti e dei letterati. Tuttavia si nota oggi una viva tendenza nei giovani a seguire le orme del grande Galkias, d! Santiago Cortes, di Tullio O spili a, dell'italiano generale Codazzi (emigrato qui tre quarti di secolo fa e divenuto un illustre figlilo di Colombia: si dedicò specialmente all'esplorazione e alle ricerche archeologiche) e ili altri illustri scienziati. Dissi già dello sviluppo sorprendente del giornalismo colombiano che traduce la passione letteraria dominante; si potrebbe anzi affermare che la maggior parte dal giornali colombiani sono la vera palestra della pleiade de gli scrittori. Rimontando nel tempo, bisogna anzi concludere che 11 periodo coloniale ritenuto un'epoca di profon do oscurantismo, non fu in Colombia cosi sterile di pensiero come si potrebbe credere poiché i successori del conmiistatore della Nuova Granata e fondatore di Bogotà, Gonzalo de Quesada, scrittore egl' stesso, amarono grandemente le lettere. Sorta l'alba rivoluzionaria, scaturisce In Colombia un vero Inasclmento letterario e scientifico, con N&rifio e Zea che furono gli araldi del movimento, e sopratutto con Caldas che diffondeva le prime investigazioni positive sulla sua patria nella più smagliante forma stilistica. Seguirono storici come José Manuel Restrepo, aiutante di campo di Bolivar; De Acosta che vergò una magnifica storia della scoperta e della conquista della Nuova Granata tratta dalle vecchie oronache; Plaza, Groo: difensore del catto.ll' elsmo e, con gli storici, scrittori politici e filosofi, eccellente fra i quali Miguel- Antonio Caro, Catone di pa triottismo, la vita illibatissima del quale tq in perfetta armonia con i suoi scriUi. Caro è morto nel 1909 personiflcanào per la massa dei colom.blani .coiLservatori l'ideale dell'uomo di Statoci avendo come rivale Cama- evcintrttcedmldAsmvltintegerrimo statista ed economlstà anch'esso, fornito di ima visione più ampia defl primo sulla ne* cessila tli togliere la Colombia dal sud isolamento nel mondo. Caro infatti non s'era mal mosso dal paese, men-i tre Roldan viaggiò lungamente l'Europa e l'America, rappresentando l'antesignano del partito liberale il quale tuttavia è in minoranza rispetto al conservatori molto ossequenti al olerei e che detengono il dominio politico: del Paese. Uno scrittore colombiano, la cui tóma merita di usoire dalle frontiere colombiane, è Manuel Ancizar, autore delle deliziose « Peregrinazioni di Alpha» vecchie già di un secolo ma' che sono un modello di descrizione scientifica e geografica della Colombia; scritta con sentimento d'artista. Superiore poro a tutti gli scrittori di questi (eira compresi quelli che cercaron di far rivivere anche sullo scene la romantica personalità di Policarpa Salavano!-., eroina .dell'indipendenza, li ancor Giorgio Isaac, autore del romanzo «Maria», pubblicato per lai prima volta nel 1867. « Maria » è stato tradotto in parecchie lingue e rappresenta i « Promessi Sposi » dell'America latina. Nessun altro libro l'ha! superato in popolarità in questa parte del Nuovo Mondo. L'evocazione della' personalità di Isaac e dell'ambiente' dove è scaturito il suo romanzo non 8 priva d'interesse. Egli nacque in quella poetica parte della Colombia che è' la divina valle del Cauca ; figlio di uri coltivatore ebreo venuto dalla Giamaica, che aveva pposato una donnal cattolica. Si converti al cattolicesimo 6 in questa religione allevò il figliuolo. Nessuna influenza ebraica nel romanzo, che è tipico ispano-americano, pervaso cioè da quella speciale poesia Iri prosa e da quell'esuberanza di stile proprie a commuovere i sentimenti di questi figli dei tropici. Per noi la seduzione principale dell'opera sta neUtì descrizioni della magnificente naturai colombiana e nella riproduzione dell'intima felicità delle genti rurali di questo singolarissimo paese. « Maria »' risente della lettura di « Paolo a" Virginia » ma l'idillio coloniale, la' semplice storia di un puro primo amore nel cerchio della famiglia, la fina patetica dell'angelica eroina, hanno' ancora la virtù di far fremere profondamente 1 semplici cuori del popok* sud-americano in generale e del colombiano m particolare. L'istinto della poesia Qui vien fatto di conoscere urtarfoltS eli persone dalle occupazioni più positive: avvocati, commercianti, proprietari d'aziende agricole, che vi recitano del versi per ore intere. I trattenimenti poetici nella capitale colombiana come nelle città minori sono all'ordine del giorno. Pastonchi in Colombia farebbe furori. La poesia coflomblama tuttavia non 8 di vasta linea, I componimenti di questi innumerevoli buoni poeti sonò piuttosto brevi. Essi cantano l'amore, U patriottismo, il coraggio, l'incanto per le bellezze delle Ande e della torrida' pianura, l'epigramma, la satira. Uri solo grande poema è rimasto Incompiuto: « Gonzalo de Oyon > di Arboleda, Questo delicato scrittore fu un feroce soldato nelle lotte fratricide colombiane del secolo scorso; ed egli peri per mano del figlio di una sua vittima'. Ma come non ricordare fra 1 maggiori poeti colombiani, Rafael Pombo, uno' dei più grandi che abbian scritto in lingua costigli ana? Si firmava con uno pseudonimo femminile: « Edda laibogotana » e i suol versi frementi di furibonda passione richiamarlo alla' mente gli inimitabili accenti di Saffo, spasimante corpo ed anima per l'uomo' del suol sogni e dei suoi desideri. E oome trascurare di concludere che Id Colombia la poesia fluisce incessante e spontanea come l'acqua dei milla rivi che scendon dalle Ande all'Atlantico e al Pacifico? Ogni uomo Inchiodato alla terra di Colombia, sia essd della montagna o della piana: genti senza nessuna specie di coltura, analfabeti, privi della possibilità di legger dei libri, canta, stare' per dire, per istinto. La poesia popolare anonima' della Colombia sta fra i fenomeni più vivi ed appassionanti del Continente sud-americano, rivestendone dovunque l'atmosfera d'inesprimibUe grazia. ARNALDO CIPOLLA.