Le sale di Palazzo Doria nella grande serata per gli orfani di guerra

Le sale di Palazzo Doria nella grande serata per gli orfani di guerra Le sale di Palazzo Doria nella grande serata per gli orfani di guerra La Principessa Giovanna, il Minis(ro Volpi, tutte le ambasciatrici, vescovi c monsignori à e Roma, 26, notte. (D. A.) E' bastato che il Principe e la Principessa Doria annunziassero che il loro palazzo sarebbe aperto ad un ricevimento di beneficenza, perchè liniera città — quella dei salotti c quella delle Aanbasciatc, quella dei grandi alberghi e quella dalle grandi Accademie — si affollassero nelle sale del più bello, del più grande e del più ilustre tra i palazzi romani. Bello per le magnificenze architettoniche e per le collezioni insuperate di arte; grande per la vastità della sua mole, che riunisce in un tutto armonico tre sontuosi edifici di epoca e di stili diversi; illustre per i ricordi storici die vanno dal grande Andrea a Papa Innocenza XI, dalle eleganze imparruccate del secolo barocco alle grazie neo-classiche dell'occupazione napoleonica. E tutti coloro che- mon conoscevano gli appartamenti del Valvassori, come tutti coloro che li ricordavano come un sogno dei tempi lontani, si sono affollati per avere la gioia di udire una » villanella» di Baldassarre Donati, fra un busto del Bernini ed una tela di Messer Agnolo Bronzino, o di vedere passare una qualche nera bellezza moderna lungo i pallidi arazzi che la Repubblica Genovese fece intesse.re per Giannetto Doria. vincitore dei turchi alle Curzolari. E poi. nessun ambiente piti di quello si presta a questa sorta di ricevimenti, in cui la cosmopoli mette una sua civetteria per mostrare tutte le grazie e tutte le eleganze di cui abbonda: cardinali e monsignor!, ufficiali in grande uniforme o signore in grandi • toilettes». ministri e uomini politici, diplomatici bianchi e neri; tutta una folla unica al mondo, come solo lVoma può mostrare. E gli intervenuti? Sarebbe più semplice e più facile dire chi non vi è intervenuto: dalla Principessa Giovanna di Savoia a tutte le ambasciatrici « au grand complet » ; dal ministro Volpi al Sottosegretario Giunta, dal generale De Pinedo ai padre Semeria, e con questi uno stuolo di signore e di gentiluomini cosi folto e cosi brillante da rievocare i grandi ricevimenti di un tempo, quando le signore non avevano preso il malvezzo di chiudere le porte dei loro palazzi per ritirarsi nelle comode private rooms dei grandi alberghi. Il ricevimento è stato integrato da un concerto deliziosissimo della Società Polifonica Romana, diretta dal onopOtro Casimiri, che dirige la cappella papale lateranese. In questo concerto, scelto con raro senso di erte si è cantata musica del nostro aureo cinqi.iecento; di Baldassarp Donati, di Luca Mareusio. di Gesuaildo Da Venosa; « villanelle » e madrigali n quattro voci che inlecrravano in una profonde armonia le belle opere d'arte, i cimelii preziosi, gli stucchi e gii arazzi incoili parahili, che fanno del palazzo Doria un museo unico al mondo. Quale museo ha avuto stasera un nuovo trionfo, dovuto alla generosa ospitalità dei padroni di casa ed al sorriso sempTC vivo e sempre propiziatore di tutte le grandi figure che l'arte ha immortalate nei secoli. Figure eternp. perchè segnst» dal genio di Rafie elio o del Veiasquez: di Sebastiano Del piombo o de! Bernini, padroni di casa anch'essi, che tramandano nei secoli In gloria di quella grande stirpe che ha dato alta storia d'Italia un trraride ammiraglio ed un grande pontefice: figure che questa sera sembravano tutte ravvivate ria quel dolce e sognante profilo che lo scultore Canonica Ira scolpito della principessa Emilia, colei che per tanti anni era stata l'anima vibrante ed appassionata di quelle cose di bellezza e di gloria ...

Luoghi citati: Emilia, Italia, Roma, Venosa