La Jugoslavia

La Jugoslavia La Jugoslavia Le solite dimostrazioni d'amicizia di •Rari/c •• Un Ministero di concentrazione — Dichiarazioni di Marinkovic »■ ^'•ij, Una voce equilibrata Belgrado, 26, notte. -|{P.) — Radic lia presentato alla ÈScupcina — riapertasi oggi — una interpellanza diretta al ministro degli Esteri; Marinkovic e del seguente., tenore : « Giungono da varie pariti voci che il Regno d'Italia intende itea, breve dapprima proclamare la unione doganale, poi anche un definitivo protettorato sull'Albania. Dà quanto finora è stato fatto da parto italiana rispetto all'Albania, nonché da quanto oggi si intraprende, per l'accerchiamento c l'isolamento del nostro Paese, dirci che si prepara veramente qualcosa di serio .ancora prima del 28 luglio, data in 'CÙi viene a spirare il patto di amicizia italo-jugoslavo. Siccome finora molte volte è stato dimostrato che i Bostri timori erano giustificati, specialmente riguardo al contegno dell'Italia rispetto all'indipendenza dell'Albania, il sottoscritto si prende la libertà di rivolgere le seguenti idomande: 1.) Esiste realmente qualfche intenzione da parte dell'Italia relativamente all'unione doganale fcon l'Albania ed alla proclamazione del' protettorato? 2.) Approvano tale politica anche le grandi Potenze, specialmente quelle firmatarie del Patto che garantisce l'Albania, in data 9 novembre 1921? 3.) Non sarebbe-'opportuno da parte.nostra che si facessero già ora dei passi onde liberare l'Albania dall'influenza ita: liana e regolarne diversamente ì rapporti presso la Lega delle Naziomr cosicché magari questa si curi di Tirana, liberandola — insieme con gli Stati balcanici — dagli influssi dell'Italia ». .'; Come se questa bella trovata non bastasse, l'italofobo Radich ha dichiarato ai giornalisti di aver riceVjjta una lettera da un certo (sic!) diplomatico polacco, il quale fu a Roma durante gli ultimi incontri politici, e che gli scrive che l'Italia tende a far perdere alla Jugoslavia dapprima la Vojvodina e la Macedonia, poi la Dalmazia. Occorre un Governo di concentrazione di tutte le forze nazionali. Anche il ministro degli Esteri, Marinkovic ha fatto — con ben altro tono — delle dichiarazioni ai giornalisti, cui disse che fu accompagnato da Milano a Venezia dal ministro di Jugoslavia a Roma, Radic, il quale gli riferì cose su cui però egli non può esprimersi. Circa il patto greco-rumeno, il ministro disse che la Romenia informò precedentemente la Jugoslavia di tutto; e che non si tratta di un patto di amicizia, ma di un patto di arbitrato e di non aggressione. Le trattative preliminari con la Grecia furono da tttMnwiate a Ginevra, ed incontrandosi iOOif Michalacopulos esse saranno continuate, notandosi la buona volontà di ambedue le parti di addivenire ad una intesa. Lazzaro Markovich, delegato jugoslavo presso la Lega delle Nazioni, ha parlato ieri sera alla Associazione accademica radicale davanti a:iin vasto uditorio, sui problemi dèlia politica estera della Jugoslaivia. • Egli osservò anzitutto che la Léga delle Nazioni e un organismo ancora debole perchè, una nazione possa appoggiarsi del tutto ad ossa. Per quanto riguarda l'Italia, Lazzaro Markovic disse che la Jugoslavia, con il Trattato di Rapallo e la cessione di Fiume, fece i massimi Sacrifìci, al cui confronto le convenzióni di Nettuno sono poca cosa. JSgli dichiarò poi la sua fermissima opinione della necessità di un'assolata intesa con l'Italia entro i limiti della tutela degli interessi legittima del Paese. Circa gli allogeni sla10; in Italia, osservò che la Jugoslava' sarebbe contenta qualora valesse per loro la legge delle minoranze statuita dalla Lega delle Nazioni.

Persone citate: Lazzaro Markovic, Lazzaro Markovich, Marinkovic, Radic