Il crack della Banca Garibaldi

Il crack della Banca Garibaldi Il crack della Banca Garibaldi L'incredibile disordine contabile confermato da 'altri impiegati I tentativi per incriminare i dirigenti ds alcune filiali rir.n Remo, 24 notte. Prosepue l'escussione ilei ioa-U. Ma 6e da taluno si apprendono cose nuovo e di vivo Interesse, molti ili quelli che depongono, ripetono invece coso che sono omini risapute, lì' qtiost i il caso di cassieri e funzionari della Banca che vi ngono m spiesrure il meecanismo e rutilila dello operazioni di anticipazioni. Cesare Depani, cassiere delia Banca d'Italia di Porto Maurizio, è lucido nell'esporre questi dottagli. Avv. D'Andrea: — Ormai queste còse le sappiamo a memoria, TI Dcpanì lascia il posto al mg. Luigi Mendpz, direttore della succursale di Imperia della Banca nazionale *1 i dedito, il teste riferisce che la sua banco scontò degli effetti alla * Garibaldi » fino a poco prima del dissesto. Lo operazioni di cambio invece vennero proseguite fino agli ultimi giorni. Avv. Bobba: — insulta al teste che siano corse voci poco tranquillanti sull'andamento della « Garibaldi » 7 —Nel principio del 192(1 si sussurrava che la situazione non era solida. Ma queste voci erano circolate anche quattro anni prima, nel 1923. li ragioniere Ignazio Raniono, compiendo una indagine siti libri contabili; ha rilevato che il 21 novembre Paolo Pagliano effettuò un prelievo di 35 mila lire. Aw. Landolfo : — Onesto prelievo fa parto dello 312 mila lire che ci si aecasa di aver distratto. Noi giustifichiamo ogni rosa. Con lo 35 mila lire il Pagliano ha acquistato yna caratura della Banca. Ecco quale sicurezza nei fallimento àvèvà questo bancarottiere... Paolo Pagliano: — La, caratura era ni 25 mila lire p per rilevarla pagai un premio di 10 mila lire. La disgrazia di Mangia Il teste 6 a conoscenza anche di un altro episodio nella contabilita delia « Garibaldi » : si trovò un sospeso di cassa di 50 mila lire: fu ritenuta una somma accantonata dolosamente dai ialini. Invece risulto al teste che quella somma fu data alla . Garibaldi » da un cliente, certo Mangia, che fu poi fallito. Fu il Mangia a rivelare al testequesta circostanza. Eugenio Pagliano: — E' vero il Mangia me lo dette per ragioni fiscali, io le tenni in cassa segnandole come una eccedenza. P. M.: - E' mollo strano tutto ciò! Eugenio Pagliano: — Noti e siffatto Strano, se si tiene conto dei rapporti di intimità che esistevano fra me o il Mangia. Pres. : — Difatti si e rilevato eh" i Pagliano erano soci di fatto con il Mangia, tanto e elio venne, esteso anche a loro il fallimento da cui fu colpito il Mangia. La rievocazione di questo nome che possiamo chiamare simbolico, mette un po' di allegria fra il pubblico. K si fa avanti il giudici! conciliatore di Pieve di Teco, cav. Luigi Sibilla. E' uno dei testi che la Parte Civile ha voluto far sentire enn i poteri discrezionali del Tribunale, Gli viene chiesto se nel dicembre del 1025 e nel gennaio del 1926 oblio seniore delle voci che correvano sul conio della « Garibaldi ». Teste: — Quelle voci mi giunsero in settembre per mezzo di un amico, ma io non diedi importanza, lauto che, pur essendo correntista della Banca, non mi preoccupai di ritirare i miei risparmi. P. M. : — E li ha perdilii? — No: una settimana prima che la Banca, chiudesse gli sportelli feri comprare con i denari che avevo depositato e che mi fruttavano solo il i per cento, del Consolidalo. Mi consegnarono subito 1 titoli e non ebbi alcun danno. mi f Carlo Daneri, citato pure su istanza della P. C, ricorda che due o tre giorni prima che la « Garibaldi » chiudesse gli sportelli si recò por informazioni dal direttore della banca, rag. De Alexandris. Trovò il Dà Alexandris per le scale e lo interpellò. 11 De Alexandris gli disse che, secondo Iti situazione contabile presentatagli da Eugenio Pagliano, da Banca eia in online, condizioni. Avv. Bensa di P. C. -- Racconti ora Come fu indotto a versare negli ultimi giorni una. somma cospicua che a.ndo perduta nel crollo della « Garibaldi » — Effettivamente i Pagliano non furono corretti con me. Proprio negli ultimi giorni Paolo Pagliano mi niari'lo a chiamare e mi disse :«l.ei sa che si sono avuu delle trattative per la sistemazione della nostra Banca. Orbene, queste trattative possono dir*: riu- !acscnsCtatsa«dCa1idtsprctmns5PcfmsndseacdeoqcpsdTscile; Perciò la situazione delia mm, i«e-1e rafforzata ». lo tornii: n. e prese r.O.Om» lire che avevo da parte le portai alla <• Cardiali Paolo Pagliano — Posso spiegare? lo non ho mandato a chiamare il teste, fu un amico comune, Pietro Salice, che lo mandò da me. si era all'epoca il cui da Boma giungevano al profeti.: Bodo i telegrammi con gli indici numerici sulle probabilità della sistemazione della nostra Banca. Il telegramma, che era giunto in quel giorno, dava come sicura la sistemazione, lo ne resi dot 10 il Daneri, il quale credette di lare 11 deposito. P. M. : — Se nr.n è irtilfa questa, il reato di truffi! non esiste pili Avv. D'Andrea: — Ma a quale codice penale vuole alludere ? Teste: — Ma c'è un episodio che mi può dispiacere di più della perdita delle 50.000 lire, lo riferii quanto rni era stato detto dal Ragliano ad un mio parente e questi versò alla e Garibaldi » in quello stesso giorno 15.tifi» lire. Naturalmente anello questa somma è andata perduta. Il farmacista Paolo Rebagliati si intrattenne sulla situazione della « Garibaldi i, con ii rag. !>•• Alexandris la domenica successiva alla chiusura degli sportelli. 11 De Alexandris riferì che aveva esaminato la situazione contabile dt'lu Umica a! 15 dicembre e che l'aveva trovata regolare. Dal .a conversazione trasse ! impressione che i denari c'erano e che ia situazione era buona. Perciò il teste ree* questa conslderazione: < Se la ritenevano buona In dicembre è imposslhile che abbiano distrutto ogni còsa in pochi mesi». L'orefice Giovanni Biga aveva versato alla Garibaldi » so.noo franchi con l'incarico di convertirli :n lire.| quando il cor.-.- d Ila votai ■■• toccato le 92 lire. La « Gai ba li fece l'operazione, ina emise un assegno a .vuoto, e così il Biga non ottenne nullo. SI ritorna ai funzionari di !;• -.. •• Jl rag. Pieno Molinuri ero direi della succursu! - di Bordighera della '• Garibaldi ». E' stato citato su istanza del senatore Nuvoloni, patrono di P. C. 11 quale domanda. — Può escili lue ii teste di aver mandato ••! maresciallo Zucco a minacciare coloro che raccoglievano le voci sulle disastrose condizioni della • Garibaldi » ? Teste- — Oliando sentii quei;., vr.-i non potei non preoccuparmi e feci per r.Iò 'nrlagaro per accollarne ' nienza. . _ Sen. Nuvoloni- - Ma può escludere d« aver fatto delle minacce? Tèste, con forza - - Macché minacce ! Lo /ucco non era più maresciallo- cih K\5Wisaii'tin" Ad era Impiegatalcx-maiesciauo «i , ,,.|^Ua^SK/fQ lo lncaricaT"di! !ndagare porche ritenevo che le voci allarmistiche fossero infondate. Sen. Nuvolóni: — E può eseludere che alla succursale di Berti ignora siano siate bruciate moiie cane" Tèste: — Era carta straccia. Sen. Nuvoloni: — No. no! E fra le cane dlsiruite c'erano delle carte bjo-ne che avrebbero pointò illuminare sulle malversazioni compiute. Avv. D'Andrea, ironicamente: — Chiediamo anche io hanno distrutto i titoli... Avv. Medina: — chiediamo piuttòsto al toste se egli stesso ed il suo parente non sono siati danneggiati dal dissesto. Teste: — Sì: io e il mio parente non abbiamo ritirato un soldo. Còmplessi«fio'ioo'lì abbtamo avuI° 1111 dàmm ili Da] conte Carlo Gravina, funzionario della sede di San Remi -Iella Banca Commerciale, l'avv. Bensa vorrebbe avere la conferma che nell'ottobre del 1325 la Direzione della Commerciale uvjò una circolare alle propri- Sedi, ing.ungendo di togliere aila « Garibaldi » la disponibilità degli assegni. 11 teste si trincera dietro una specie di segreto professionale : -- Sono dichiarazioni che io n'>n posso fare: Interroghino i miei superiori. Un testo a difesa E si presenta, come leste a discarico, lo ehauffeur di Eugenio Pagliano, Luigi Scognamiglio. Presidente: -- Sa che Eugenio Pagliano abbia fallo dei prelievi in occasione di ceni viaggi? — Non so: io so che abbiamo fatto molti viaggi in macchina. 1'. M. : — E allora hi sa. semplicemente dei prelievi di benzina... Avv. Gandolfo: — Ma può aggiungere che i viaggi furono numerosi I tofani, si accerta che Eugenio Pagliano, in un breve periodo, fece questi viaggi successivi:; Salice, Stresa, Courmayeur, ecc.. oca La sfilata antimeridiana dei testi si chiude con il signor Maurizio Ltizzatti, un facoltoso Italiano residente da molti anni a Marsiglia, dove presiede quella Camera di Commercio italofrancese. Si sa che Paolo Pagliano 1u n Mar.-.glia nell'aprile del 192C, e visito il teste. Per questa gita, il Pagliano prelevò dalla Banca poco pili di 5000 hre. il leste non sa naturalmente nulla del prelievo, ma afferma 'die Paolo Pagliano quando fu in Francia cambiò una cena somma in valuta francese. Avv. Gandolfo: — Il teste può affermare che Paolo Pagliano ha dimoslrasirato sempre la maggiore sicurezza nella solidità della sua Banca? Il teste fa un lungo discorso, nel quale vorebbe esporr,-. „na moltitudine di circostanze e d'impressioni. Si capisce innanzi tutto da (niello che dice che egli, durante gii anni di permanenza all'estero, ha perduto la padronanza della lingua natia. Ma il teste assicura che jn tutta la sua vita ha det'o seniore la verità e per questa ragione dichiara che Paolo Pagliano era poco esperto negli aliar: e che per qualunque cosa si richiamava seniore alle istruzioni dategli dal fratello. Il to-Ue conobbe il Paolo Pagliano solo dopo il suo matrimonio. Per i vincoli di amicizia, che vennero stretti, og'iquando la « Garibaldi « presentò la domanda per l'ammissione alla procedura di concordato preventivo, venne a Porto Maurizio e oflri al prof. Cortinois duo milioni per la soluzione del dissesto: ma poi gli eventi precipitarono e l'offerta fu inutile. Il rollini. Pio Cernuti, membro della deputazione di borsa di Genova è sialo dedotto dalla difesa De Alessandria per dare ragguagli sullo natura delle ope razioni e delle anticipazioni, li leste olire delie spiegazioni tecniche dalle quali appare che il cassiere dello Pan ca d'Italia che è addetto ai titoli in pegno deve vedere semplicenKTrte di Identificai'» in persona che glieli prò sento, senza indagare la provenienza dèi iitoli stessi. Ad una popolana di Ateisslo, Paulina Tassane, ,"■ accaduto quello che è accaduto a molti altri. Nell'aprile de] ìOiirrimise alia «Garibaldi» 25 mila lire di titoli di rendila per il cambio in linoni del Tesoro. Non vide più i suoi titoli t-.l attese inutilmente 1 buoni. 1-1 si ha ora una deposizione che era variamente attesa: quella d.'.ia signora Maria Spinelli, già capo contabile pres. so la centrale di Poni. Maurizio della ".anca fallita. La Iwste avrebbe già dolilo comparire nei giorni storsi: man.%VET53 impossibile, do vendo allattare mi bambino di pochi mesi. Le fu rispósto d'I affidare il lattante ad una ballo e a non sottrarsi all'obbligo di deporre, ].a signora Spinelli non è più giovane ed il suo abbigliamento non rispondo cenameli le ai più moderni dettami dell'eleganza;. Il presidente la r.-u limosini In sitivi. zìi né contabile ai Ili dicembre 1025, il noto documento che Eugenio Pagl'uno presentò al direttore dèlio Banca d'Italia |ier dimostrargM che la .caribaldi « eia in ottime condizioni. Quella situazione contabile infatti si chiudeva con un'eccedenza attiva oi 20 milioni e. iii banca era ti pòchi mesi dal ernkLa toste riconosce il documentò che fu da lei compilalo. Pres.: — Dove In prèso 1 dati pei compilare questo bilancio? — Le cifre mi Sono Male date daglimpiegati. Pres.: — E lei le ha conglobate senza controllarle? — Avrei voluto controllarle, ma il signor Eugenio Pagliano si prese subito la situazione ed a ine inane, il modo di faro la verifica. P. M.: — Era so»!la a l'are ogni anno queste situazioni conlabili? — No, e staiti una cosa eccezionale Pres.: — Si deve concludere che quella era una situazione fantastica s'uiza ima base sortii. p. M.: — se avessero chiesto a leionie capo contabile quale era in situazione della banca che cosa avrebbe potuto rispóndere? — - Non potevo rispondere poiché una contabilita completa non esistevaQuando non esistevamo che la centralo 1 dna filiali esistevo una conlabilità reire Hi ordinato. Poi il numero delle Bllali sali a 14 e si ebbe una confusione straordinar:;', ciascuna liliale faceva per conto proprio — Ci, 7 od X impiegati addetti alla contabilita non l'Sistf'Va una coni abilità regolari! - commenta l'avv. Permudo. Avv. laùraccolo, della difesa Pagliaini: _ i.,c ,.. ;,. 5is mila lire di uti!' ru •-. i.; ; ed u'< meditati ad Euge!."«• Pagliano rappresentavano una illuseli yratiira delie i i.-erve? La teste dice che questa circostanza risponde al vero. Le riserve erano in> paino ni panile io sospeso •• parie r. : comi di terzi, l.e :m mila .lini figuravano a.. - feditali; al conio dè1 Pagliano, ma vi era r...,: un foglietto dcontabilità '-he lé Elencava tra le riserve. Per óltre circostanze invera n toste non f'UV precisare. Dichiara anzi rinon r.-st-r? in grado di pene'. are tutili misteri di queula contabilita nella|„„.,,Q „„„ «, rA<,Mn*K*stvn. anche per! quale'non si raccapezzava, aneli. le gratificazioni corrisposte ogni aimo chi'', a dire il vero, non si intendeva eccessivamente di contabilità. Il P. M. eoiriiin-nia: — Lei doveva ten'en la cóniobiliti'i. dei conti di cassa e dichiaro di non intendersene. Clic contabiliti) era dunque la sua? Avv. Indraccolo: — Sa almeno che e agli impiegati erano accumulale nelle .-o tse di bilancio? — So che non venivano registrate dettagliatamente. P, Mi: — Perchè? Altre registrazioni tolse L'enigma è spiegato da Eugenio Pagliano. — Lo si faceva — dice l'imputalo — Pirelli- un impiegato non sapesse quello che percepiva l'oltio ed anche poi r r ragioni fiscali onde evitare le tassazioni. Il P. M. osserva con severità.! — Con questa dichiarazione voi affermate che i vostri labri sono un ammasso di falsità: imbrogliavate i: toco, i periti, tut. ti insomma (Biavo! Bravò! ai grida da. pubblico). Avv. uandolfo d.-lia difesa Pagliano — Ma la « Garibaldi » non era temila a palesare le sue operazioni. Non era una società anonima. Senatore Nuvoloni: — Era anche troppo anonimaI (Si rìdo). Il senatore Nuvoloni vorrebbe fare con fermali: dalla teste che cerio rag. Zoccola fu percosso perchè andava sparlando della « Garibaldi ». La lesta dichiara di non conoscere quest'episodio. — io non uscivo mai di casa, dice la teste. Andavo dall'ufficio a casa e da essa all'ufficio. Seri, Nuvoloni: — La teste è a conoscenza elei mezzi che sono stati adoperati per reprimere le voci che circolavano sulla « Garibaldi » ed essa ha fallo dolio, dichiarazioni alla signora Carbone che- è pronta a ricordarle. La signora Piera Carbone già intesa nelle udienza acorse i: richiamata. Di chiara elio la Spinelli ebbe a riferirle che gli impiegati della Centralo non vedevano i titoli che andavano alia Banca d'Italia ma solo gli incassi che la. < Garibaldi » otteneva in conseguenza della consegna dei titoli, Alla teste vengono messe incito altre domande. Le parti civili si accaniscono contro di lei per avere dettogli sui curiosissimi sistemi amministrativi della » (laribaTTIi ». ma la Spinelli non sa nulla o non vuole dire nulla. L'udienza si fa rumorosa. E la situazione della testo richiama la manzoniana immagine, dei vaso di terracotta tra i vasi di ferro. Il Presidente la libera da quella spinosa situazione e la congeda: — Torni dal suo bambino. scdraqpstbvvic|eb|lGli accertamenti tiiì curatore Sulla pedana ricompare il curatore prof. Cortinois: devo aggiungere qualche dato alla sua esposizione di ieri o presentare dei documenti. Esibisce copia di una lettera indirizzata il to aprile 192C dulia Garibaldi » alia Banca de! Bio della l'iota a Genova a proposito di un assegno di 40 mila lire emesso su quella Banca a favore del signor E-H'jua che oggi è pane lesa al processo, assegno che era stato respinto porcile era privo di copertura. Nella lettera Eugenio Pagliano esprimeva iu sua. meraviglia perchè la Banca non aveva provveduto a! pagamento dell'assegno di 40 mila lire. Ma l'EMena, che è richiamato, dichiara che alla Banca del Bio della Piata era pervenuta una lettera di tenore diverso, il curatore precisa che la Banca d'Hai ìa ha presentato to domande di insinuazione di|credito per uri totale di 52.327.000 di cui 38 milioni privilegiati e circa li milioni chirografari. li P. M. domanda se il curatore abbia accertato che i Pagliano abbiano fatto delle spose ingiustificate per l'impianto delle succursali. Per la succursale di San Remo GSdpcecnqnlmsc|thensai* a premunirsi di unVóniraiió|dì locazione lianno t.pe.se centinaia di migliaia dillire. Hanno abbellito e decorato sun- filosamente rrli uffici ed hanno rifatto compiciaiiieni.? Itioi-.a a d^lediticlo l>. SI. : — Ivi hanno anche fatto delle spese di pubblicità? — Si, in una soia volta spesero ifi,mila Uro per fare ri-produrno da ini giornale, illustrato di Milano la facciata della sede sanremese. Ken. Nuvoloni: — Il solilo speccliietlo per le allodole! Il curatore, accennando ancora alle causo del dissesto, afferma che l'incoscienza dei g-routi e la loro incapacità a cornili elidere ed a valutare in tempo •la realtà della situazione e provvedere pi rimedi, unite alla messianica credenza di intervènti dall'alto, conservala sino all'ulituiio moniento, spiegano, se non servono a giustificare, i mezzi a cui si fece ricorso per sostenére 11 pericolante credito della Banca. I Pagliano, ancora nel periodo in cui si trattava per il concordato preventivo, conservavano ia persila stono di salvarsi. Pallai., loro eli fallimento sembrava un'e• ••■;:i. 1..I il prof. Cortinois aggiunge di ibieiiieie ci,,- in quel momento i Pagliano fossero in buona fede. I realizzi attivi che hi curatela si ripromette riguardano n.Viiné posizioni personali ilei Pagliano, i loro créditi e ìe propi età individuali per una somma di 4 milioni che. considerali globalmente, superano i loro debiti verso la Banca. Avv. Gissey: — Quali rapporti ebbe con !•: Ludovico Pagliano? — Mentre si Imitava del concordato, effettivamente io non Ito mai trattato ..n lui a ••redo d'altra parte che non si intendesse e. ::cn avesse competenza alcuna. U curatore lascia l'aula dopo avere rimesso al Tribunale un voluminoso « dossier a ni documenti, ira cui le iS polizze per i titoli affidati alla fianca d'Italia. E si .-.ente l'altra parte levi Anna sai ini . la quale, avendo un depos ;o di 14.500 lire presso ia succurstile di San itenio, si preselilò nell'aprile del IKG por rilirarlo. I.e fu detto che per il rimborso occorreva un preavviso di Vi giorni. La Saeherl .si sittpi di questa risposta e tornò alla Banca il giorno dopo col proprio marito Il procuratore delia liliale, rag. Bavaglia, appena la vide enrare la tirò in dispari» offrendole mi acconto di mille Uro La donna protestò dlcen do che i denari )■• necessitavano ..«Non credo, replicò il ra». Bavaglia. Volete ritirare i denari porche avete sentito j ijualciic Voce cóntro, la Banca, ma an¬ che duo anni la iìoiio cai-Se tali voci od i fatti lianno dimostrato die erano inl'ondare ». Ed allora il Savaglia le spiegò: « Se s! aggiustano potrete avere il 50 od il (iu per cento, altrimenti si avrà il crak e non avrete quasi più nulla ». 11 vaticinio .-i b purtroppo avveralo. Sfilano ani-óra duo ex impiegati della « Garibaldi ». Vittorio Hambaldi e Giuseppe Gavl, i quali Depongono su circostanze già nòte e di nessun speciale rilievo. Si presenta quindi Attilio Panlzzl. direttore delia Società Mandolinistica. lì tsste e assai conosciuto, .- oua '-ano gli chiede se è venuto per ilfarci une. suonata > La suonata alavuta io 1 », esclama il teste. Egli -lva affidato alla «Garibaldi» dei aveBuo- spanderne penalmente. Come ;t . prò-ceduto contro il direttore deiln Bancad'itatia De Alessandri», con maggioreragióne si doveva procedere conno glia-itri. II P. M. interrompe: — In base aquale articolo della procedura ellapropone quest'incidente-.' seli. Nuvoloni: — L'articolo non miinteressa. lo ini baso su di un princi-pio. — E l'oratore ricorda mwi e circo-stanze riferite da testi sull'attività svn|.a da alcuni procuratori della « Cari-baldi >. quali il sig. Nobili, il rag. Sa-vaglia ed il rag. Fabbro Kepetto. -- Fabbro Bcpetto è stato assolto inistruttoria! osserva il P. M. — Ed io — riprende ti sonatole Nu-voloni — domando elio estendiate lo-zione penale per tutti coloro per cuinon esiste sentenza di proscioglimento,Sarebbe enorme che ai finisse il prò-cosso penalo e si lasciassero fuori glialtri responsabili. Sarebbe iniquo checoloro che con la loro opera hannocontribuito a rovinare mólte famigliee si sono avvantaggiali personalmente,restassero impuniti. L'istanza di rinvio presentata dal se-natone Nuvoloni è contrastata dal Pub-blico Ministero che osserva che osanon si appoggia a nessuna norma pio-cediuule. Il processo attuale non imoessere interrotto ed ì fa'ti sui quali sbasa l'istanza non som tali da poter-nu variare 11 decorso. Si tratta dì ne-sponsabilito sussidiarie f tosto che so-ranno presentate delle denunzio rigo-lari, l'ufficiò del P. M. procederà conlro chiunque col massimo rigore. Perqueste ragioni! il P. M. chiede al Tri-lumaio di respingere l'istanza alla quala si sono associali intanto gli altripatroni di Parte Civile, cioè l'avv. Ben-sa e l'avv. Bobba, anche a nome delprof. Co-crlinlo. ni del Tesoro nsr 4LSO0 lire a li ha perduti in Imediabilmente. L'avv. Pasquali di p. C: — Ha 6011 ito delle voci sul conto della « Garibaldi » Y — Sì. le ho sentilo sul Unire del 1925. P. M. : -- E perché allora nuli si ècurato subito di ritirare i suoi titoli?— Sono andato a richiederli pareodia) volte, ma non me li hanno mai dati. Mi fu detto che non orano ancora giunti dalla sede Centrale dove erano stali mandati par il controllo. Gli impiegali non saranao incriminati La sfilata dei testi è ultimata per ogS'i, ed il senatore Nuvoloni appiedimi di questo scorcio di udienza per proporre (oniialmente l'incidente a cui accennò nell'udienza di ieri. — lo credo, egli dice, che si debba estendere questa procedura penale an-che a. coloro che nelle sue insidi bali-no coadiuvato I fratelli Pagliano in quell'oliera di dissariguameuio. Sono noti gli inganni clic vennero impiegali per fare affluire tanto denaro mia« Garibaldi ». A me. pan- che il dibatti-mento abbia messo in luce gravi re-sponsabiliti't contro parecchie personeche non sono siate portate qui a i-i-Il Tribunale si ritira, e quando vien-tra, i! Presidente cav. Lavagna, loggeun'ordinanza con cui respinge l'istan-za. di rinvio, ordinando ie continuazlòne del dibattimento. L'udienza è quindi rinviata a domani. FRANCESCO A3GEIITA.