La grandiosa adunata della Capitale

La grandiosa adunata della Capitale La grandiosa adunata della Capitale liscorsodell'ori. Turati Roma, 23, mai lino. H Natale di Roma è stato celebrato con una serie di cerimonie che esprimono il dupLice significato della grandiosa ricorrenza, in cui al ricordo del jplù glorioso e antico avvenimento «telila stirpe si associa la solennlzzazione del lavoro riconciliato con la Patria. La città era tutta una selva di tricolori issati alle finestre o ai balconi degli edifici pubblici e privati, adornassi in vivacissima gala tram ed autobus, sventolanti in mezzo alla folla dei cortei ebe, fin ' dalle prime ore del mattino, barino percorso te vie principali del centro. In Campidoglio, al Palazzo dei Conservatori e a quello del Musei, sono esposti gli starici arazzi ed 1 gonfaloni rionali, mentre dall'alto della Loggia senatoria e della Torre capitolina sventola la bandiera nazionale. L'adusta In Piazza del Popolo Alle 10,30 ha avuto luogo in Piazza del Popolo la grande adunata delle forze fasciste e sindacali dell'Urbe per la celebrazione della Festa del Lavoro. Gomluéndò dalle rispettive sedi e dal luoghi assegnati per l'ammassamento, tra le 9,30 e le 10, hanno occupato la vasta area della piazza le seguenti organizzazioni perfettamente inquadrate: Legione Balilla, Legione Avanguardisti, Fascio romano di combattimerao. Associazione postelegrafonici fascisti. Associazione Ferrovieri fascisti, Associazione del pubblico trapiego. Associazione addetti aziende ir»Aistrtaiì dello Stato, Sindacati fascisti, : Federazione bancaria fascista. Federazione addetti trasporti marittimi ed aerei, Federazione dei commercianti, Unione Industriale del Lazio, Federazione agricoltori. Comunità artigiane. Opera Nazionale Dopolavoro, Ente nazionale per la Cooperazione, Ente provinciale sportivo. Lungo 11 percorso i gagliardetti che marciavano in testa alle squadre sono stati salutati da due fitte ali di popolo plaudente, mentre le musiche e le varie bande facevano squillare le note degli inni patriottici. Imponente per numero di aderenti è stato il corteo che si è formato in Piazza della Piletta di tutti gli iscritti ai Sindacati provinciali fascisti. Il corteo da Piazza della Pilette ha mosso verso piazza Santi Apostoli e Piazza Venezia, e quindi per il Corso Umberto è andato a eonginngersi alle altre masse che si nudavano raccogliendo in Piazza del Popolo, fri lo spettacolo che si offre è di una grandiosità straordinaria. Circa 64 mila camicie nere brulicano tra 1 due spalti e cingono la ptezza tra urna selva di gagliardetti, di labari, di bandiere. Dalla terrazza del Ptnrfo, dece logge della Caserma dei SSStoierl e da tutti gli edifici adiaSici una fona di «atM^^-isM» m in attesa del compiersi denacenmooia. Verso le campate dei • Pinolo % stata eretta una (raxirna addobbate di velluto cremisi destinata a S. E. Turati e alle altre autorità; a fianco «odo poste due tribune per 11 pubblico anch'esse gremitissime. La autorità Di fronte alla tribuna centrale si allinea, facendo scorta d'onore al Labaro della Federazione dell'Urbe, un manipolo della Milizia rd ad lati sono schierati gli allievi della Scuola di educazione fisica, nella loro elegante uniforme. Si notano pure nella massa 1 fotti nuclei delle Società sportive dopoiavoTi6te; tra cui un gruppo di sciatori. Intanto cominciano a giungere sul luogo dell'adunata le autorità, U console Guglielmotti, segretario federale dell'Urbe, con tutti i membri del Direttorio, l'on. Starace, vice segretario del Partito, l'on. Pennavaria. sottosegretario alle Comunicazioni, il Cairo di Stato Maggiore della Milizia, •zemBazan, i generali della Milizia Varini. Ragioni, Vernet, Sestilli, DA- ^AllaNl. annunciato da due squilli d'attenti, giunge S. E; Turati accoraBagnato dal vice-segretario del PartitoTcomm. Melcbiorri. Al,suo ingresso solla piazza, le musiche intonano Giovinezza, mentre tutta la immensa moltitudine dei partecipanti alla cerimonfta e decild spettatori, fa echeggiare vibranti « alala », e lo acclamo entusiasticamente. Per un momento la folla è rimasta dietro i cordoni di carabinieri, schierati lungo il margine dell'emiciclo orientale della piazza, ma subito dopo il movimento dei piti lontani, desiderosi d> approssimarsi alla tribuna dove il Segretario del Partito prende posto circondato dalle alte autorità, il fervore, l'entusiasmo incontenibile suscitato, da tutta quella massa plaudente, spinge le prime file oltre 1 cordoni e in un batter d occhio anche lo spazio adiacente alla tribuna è completamento gremito. Parla il Segretario del Partita Cessati gli api ausi * le acclamazioni, S F. Turati prende la parola, pronunciando il discorso celebrativo della gloriosa ricorrenza. Egli dice: « Camerati! t da quando, nel tempo remoto, nomalo scavò il primo solco che segnava U limite della città fino al passato recente, ogni vicenda di gloria o di vergogna di questa nostra antica stirpe è stata segnala dalla vittoria o dalla sconfitta di una casta, di una parte 0 di una classe, in un contrasto talvolta luminoso ed ardente, talvolta misera ed angusto. * Per secoli, vincitrice a maldoma. onesta, nostra stirpe, che si sentiva dal destino consacrata a primeggiare nel mondo, cercò disperatamente, nel grande cammino dell'Umanità, le legni della sua armonia e di una sua unità spirituale. Cento volte si smarrì, cento volte si ritrovò, cento volte cadde, cento volte risorse. E bestemmiò le sue speranze e rinnegò i suoi idoli e si esaltò nel dolore e nella rinuncia per secoli, assistendo dolorante al nascere ed al fiorire di nuove potenze, al fiammeggiare di nuovi orgogli, questa nostra razza, sempre giovane, anche se antica. E quando, dopo aver superato 1 limiti dell'ardimento, dopo aver per quattro anni bagnato del suo sangue migliore le soglie del tempio di Già no. per la viltà dei suoi capi sembrava piàngere sul fallimento di ogni speranza di grandezza, una nuova luce si accese sui colli sacri della città, che tornava ad essere « Capo del mondo * (Vivissimi applausi). .• Finalmente, dopo secoli, jli Italia ni si riconoscono e si ritrovano fratelli in una nuova armonia fatta di disciplina, di rinuncia, di volontà, di tede. E l'artista si confonde oggi e si affianca all'operaio, e l'agricoltore al colono laborioso ed il milite all'artigiano; si ritrovano e si raccolgono sulle piazze di tutte le città e di tutti i paesi, non per una celebrazione vana, ma per consacrare una unità di spirili che ha veramente del prodigioso anclie se qualche volta ancora spasimante dalle recenti contese, curiosa di vani impossibili ritorni, impaziente in taluno di stolte speculazioni personalistiche e particolaristlclLC (acclamazioni calorose). £ tutti, dall'artista all'operaio, dal milite all'artigiano, tutti accettano la disciplina dei chiusi ranghi, perchè sentono che vince non l'egoismo di qualcuno, ma vince e domina, soprattutto e sopra lutti la salute della Patria ed il santo egoismo della Nazione (applausi). Per questo, per questa nostra unità ritrovata e possente non siamo amati troppo nel mondo, ma per questo, dopo secoli, per la prima volta l'Italia è ovunque presente nel mondo con una sua nuova potenza ideale, a dire la sua volontà e il s>uo diritto, la sua gloria di ieri, la sua speranza di domavi (ovazioni). L'ovazione al Re a a Mussolini c Tutti coloro che dentro e fuori dei confini io miseranda storia non lontana!) hanno fino a ieri costruito il loro effimero dominio, giocando sulle competizioni degli interessi, e aizzando la lolla degli egoismi, guardano oggi stupiti ed adirati al miracolo nuovo che ha fallo di questa vecchia razza, che pareva finita e nella quale la rissa politica aveva ucciso ogni palpito di fraternità, un esercito di. credenti che marcia compatto verso il suo domani (nuove entusiastiche acclamazioni). E sentono lutti costoro die niente può valere contro questa nuova potenza dello spirito. Non la trama e l'insidia, non la calunnia misera e vile, non l'ordigno tremendo fatto esplodere nel cuore vivo del popolo italiano in una giornata di fervore magnifico, di consacrale opere dall'augusta Maestà del Re (l'imponente massa della folla prorompe in una vibrante manifestazione all' indirizzo del Re, mentre grida di esecrazione vengono rivolte agli ignobili attenteiteti). • "i-feserctto dei credenti, deposti i suoi, pitrl morti nella bara, riprende il cammino con una più ferma tenacia nel cuore. Atmargini della grande strada luminosa, giù nel fossato, qualche ranocchio bastardo trema ad ogni stormir di fronde e chiede, il ranocchio bastardo condannalo a restare sempre fermo nel pantano, chiede a noi: « Ma dove si va? ». Si marcia, ranocchio tremebondo, verso la vetta per poter domani guardare liberamente sul mondo; si marcia dietro una grande fiamma di •passione, di volontà a di. fede, si marcia qualche volta col corpo stanco, ma con l'animo fiero; si. marcia dietro l'uomo fatto sacro dal genio, dal dolore e dalla speranza, perchè tutti sentiamo che egli esprime questa passione maturata nei secoli, ed afferma ogni nostro dìrilln fallo giusto dal dolore, dall'attesa e dalla nostra forza (una nuova dimostinazione di entusiasmo viene suscitata nella folla: le acclamazioni al Duce si prolungano per molto tempo, mentre le centinaia e centinaia di gaglia.rdetiti, insegno, bandiere, labari vengono agitati festosamente in segno di saluto). Le naove norme « Camerati! Quello che ieri vi taceva nemici, uomini della produzione e della fatica, oggi vi. avvicina, e vi affratella: quello che ieri sembrava una insuperabili' antitesi di principii, di origine, di. diritti, oggi si compone nella disciplina dei compiti, dei doveri e delle speranze. Cadono come, secchi rami le vecchie leggi e nascono nell'atmosfera del regime della rivoluzione le nuove norme. « fi lavoro non dentro di sè trova le ragioni, per difendere il suo diritto, ma nella Carta che ne proclama la funzione storica ed. il dovere nazionale. Libere si. manifestano le 'ompetizioni degli interessi, e Ubere le energie dell'intelletto, del capitale, del lavoro, fino a quando il contrasto non va ad offendere o a colpire la vita stessa delta Nazione, perchè in quel momento lo Sfato fascista, quello che noi abbiamo sognato e voluto, unitario ed. assoluto, interviene a detenni vare il limite del diritto e la ragione di' ciascuno, non nel nome dell'arbitrio di una parte, ma in nome dell'interesse della collettività, del supremo interesse della Nazione. (Applausi scroscianti). « Al di sopra delle parole, CameratF, guardiamo a ciò che è stato compiuto: migliaia di patti di lavoro, tutta una scric di provvidenze e di ^previdenze, tutta una somma di istituti: alcune sentenze della Magistratura del Lavoro, le quali dimostrano come il Regime, nella competizione delle classi e degli interessi, sia intervenuto col criterio della equità e con la com prensione esatta di tutti i problemi Grande rivoluzione veramente la nostra Grande rivoluzione die ha seppellito per sempre il vecchio mondo liberale e massonico. Può darsi che taluno, rivoluzionario per etichetta o per adattamento, pensi che nella determinazione delle nuove leggi e delle nuove discipline, nella disciplina dei valori, possa nascere, o vivere domani, la fortuna di. una parte. Ebbene sappia j costui, che la sua speranza è destinala a tallire condannata e superata dalle realizzazioni quotidiane. (Ovazioni). Il Fascismo, milizia armata della Rivoluzione, marcia dietro l'esercito dei suoi grandi morti della guerra e della pace, e travolgerà senza pietà tutti coloro che non hanno polmoni per correre e cervello per capire quest'ora di rinascita e di potenza. Primavera italica « Camerati! nel giorno che ricorda le origini, il sogno dei ricercatori della romanità diventa luminosa realtà al sole di questa primavera italica; e pare veramente che soltanto oggi i monumenti della gloria antica possano avere luce e rinascita, sepolti fino a ieri non tanto dalla terra quanto dalla pesantezza degli uomini, delle idee e delle anime. Risorgete dunque oggi, antiche splendenti vestigia di Roma, guardate l'Italia nuova, quella che il Duce ha creato, raccolta sotto le bandiere sacre dell'Esercito, sotto i gagliardetti del Partito, riunita nelle polenti organizzazioni del lavoro; guardale a questa nuova generazione di giovani ardenti e frementi: l'Italia nuova è degna di voi!' . La fine del discorso di S. E. Turati è salutata con una dimostrazione di irrefrenabile entusiasmo : gli « alala » e gii evviva dei fascisti si confondono al suono delle bande che intonano l'Urino , Giovinezza » mentre nuovamente tutte le insegne adunate nella vasta piazza, levate in alto, vengono agitate per salutare il Segretario del Partito. Quindi la massa dei partecipanti alila cerimonia si ordina in corteo, per sudare lungo il Corso Umberto. Il corteo, salutato al suo passaggio da una immensa folla di cittadini che si allinea lungo il marciapiede, prosegue fino a piazza Venezia donde le varie squadre che lo componevano hanno raggiunto le rispettive sedi. L'omaggio delle musiche le musiche però, partecipanti al concorso bandistico elle si trovavano scaglionate lungo il corteo stesso, si sono venute addensando io piazza Venezia, di fronte ai monumento, per rendere omaggio al Milite Ignoto. La manifestazione degli orchestrali è stato veramente imponente. Dopo aver deposto una grande corona di alloro sulla tomba, le bande si sono tutto raccolte sulla gradinata del monumento e. ad un ceauio del maestro Mascagni che si trovava sudila piazza a dirigere, hanno intuonato la » Canzone del Piave » che si e elevata solenne nell'armonia concorde di centinaia e centinaia di strumenti. E' stato un momento di profonda commozione, a cui ha partecipato tutto il pubblico che si trovava raccolto dieta-o i cordoni di truppa ai due lati della piazza. La grandiosa manifestazione ha avuto termine alle 13,30. Faste a cerimonie Varie e suggestive sono state le maniiesjaziom romane in occasione del 21 aprile. Al Museo delle Terme sono sta te inaugurate 17 nuove sale, alla pre. senza del Ministro Fedele. Ix sole contengono raccolte di grandi frammenti di decorazione architettonica, di monumenti della religione romana, di scultura romana e greca, di pitture murali e di stucchi e di ritratti greci e ro niana. Al Museo di Valle Giulia sono state inaugurate quattro nuove sale, ove è stata ordinata la collezione Augusto casteuani, donata allo Stato. Al Circo Massimo hanno avuto inizio gli scavi, ed il sen. Corrado Ricci ha illustrato ai visitatori il grande interesso archeoogico di questa nuova impresa. Al Palatino è stata inaugurato la Domus Au gustano., recentemente tornata alla lu ce. in Campidoglio nella sala degli Orazl c Curiazi si è inaugurato il primo Longiesso nazionale di studi romani. Allo Stadio si è poi svolto un glandi! concerto bandistico, diretto dal maestro Mascagni. L'arrivo di S. E. Turati ha doto luogo ad un'imponente ovazione da pane del numerosissimo pubblico, che, in piedi, ha acclamato a lungo. Sotto la direzione del M.o Mascagni, tra indescrivibili manifestazioni di entusiasmo, sono state eseguite da 35110 esecutori la Marcia Reale, la Canzone del Piave e l'inno « Giovinezza » die il pubblico applaudendo incessantemente ha ascoltato in piedi. Dopo la esecuzione del Canto del Lavoro è staio svolto un vario programma che ha desiato il più vivo entusiasmo nel pubblico. Al corso Umberto si è svolto un grandióso corso dei fiori indetto dal Comitato permanente por la primavera romana. Animiiatissimo è stato il carro dei sindacati, recante un grande scudo formato di fiori bianchi nei cui mezzo spiccava il distintivo sindacale in viole -mamniole Nella mattina i volontari di guerra romani, militarmente inquadrati, si erano recati al Foro Romano per deporre una corona sull'ara di Giulio Cesare. Sul nastro purpureo era la scritto: » Al fondatore del primo Impero romano — i Volontari d'Italia». Cinquantotto aspiranti guardiamarina e venti aspiranti del Genio navale avevano poi chiesto di solennizzare la festa del 21 aprile venendo a Roma a rendere omaggio al Milite Ignoto. Guidati dal loro ufficiale si recarono cosi in corteo all'Altare della Patria, e poscia al Ministero delia Marina A Venezia Venula, 23, mattino. Per la ricorrenza del Natale di Roma e della Festa del Lavoro la città è tutta Unban'dierata. Lo numerose corporazioni con 1 vessilli rispettivi sono convenute nella piazza San Jlarco, la quale, gromlta pure di cittadini Uno airinverosimlc, offriva uno spettacolo imponente. In un vasto palco, al cui lati sorgevano due grandi busti di S. M. 11 Re e del Capo del Governo, erano riunite- tutte le autorità civili e militari e fasciste. In im altro palco vicino, il corpo musicale cittadino alternava u suono degli inni patriottici con 11 Canto del Lavoro, accompagnato a gran voce dal pubblico. L'on. Buronzo, capo delle Comunità artigiane, oratore ufficiale della circostanza, ha pronunciato un appXaudttlssimo discorso spiegando lo tiiialità della lesta odierna, ed incitando tutti l lavoratori a dare la loro opera Infaticabile per la sempre maggiore grandezza deUa Patria, come ne dà diuturno, luminoso estmpio 11 Duce, ai quale l'oratore, in nome di tutti 1 lavoratori ha confermato, tra le entusiastiche acciainazioni, il giuramento di incondizionata fedeltà.