Corteo trionfale

Corteo trionfale Corteo trionfale Indi insieme colla Regina e eoi seguito, passa sotto l'arco trionfale, oltre cui attendono le vetture di gala di Corte. Nella l.a vettura salgono il Re, la Regina, il Governatore De Bono, il primo aiutante del Re, generale Asinari di Bernezzo; nelle seguenti salgono le Principesse Giovanna e Maria, la Duchessa delle Puglie, il ministro Federzoni, %l ministro Mattioli Pasqualini e gli altri personaggi del seguito. Vengono poi le vetture dei rappresentanti del Senato e della Camera. Piazza del Castello E si forma il corteo. Ai due lati della carrozza reale, la quale e preceduta dal battistrada vestito di rosso càlaalcano il gen. Graziani e il tenènte colonnello comandante lo squadrone dei corazzieri, barone Cellario Serventi. Il corteo si muove attraverso la doppia fila delle truppe che presentano le armi e dietro cui la folla si accalca : folla di indigeni e folla di nazionali, mischiati e agitali da un unico entusiasmo. Dal viale Conte Volpi, sino alla piazza del Castello lungo tutto il percorso lo accompagnano un'onda e un sempre più alto clamore di applausi, piazza del Castello grandeggia nel sole, che la inonda, presentando un colpo d'occhio, uno spettacolo indimenticabile. Tutta pavesata e decorata con una ricca e colorita architettura di adornamenti, è sgombra al centro, ma sui quali: lati rigurgita di popolo, quale crcìinato nelle varie tribune, quale schierato, quale raccolto in iuta massa. Sotto le storiche mura, sotto i bastioni che reggono i grandi archi dei Cavalieri dì Malta, tutto un lungo ordine di tribune, accoglie una folla di eleganti signore in multicolori toelette primaverili. Oltre è u pittoresco gruppo dei Capi indigeni, convenuti dalle varie regioni della Tripolitania a rendere omaggio al Sovrano, e le rappresentanze dellv Zauie cittadine con gli stendardi e i gonfaloni rossi, gialli, verdi, azzurri, sventolanti al soffio della fresca mattina. Sul lato della piazza di contro al Castello, è stata eretta la tribuna reale con a fianco altre tribune per le autorità. La tribuna reale è in forma di un '. aldacchlno di trono, stilizzato con una potente armonia di linee, sollevata su quattro colonne quadrate e sormontata da quattro enormi aquile, e al centro dalla corona reale. Anche questa è opera dell'architetto Limongelli e del pittore Vucetic. Sugli altri lati della piazza e nelle altre tribune, si affollano varie rappresentanze, enti, associazioni; gli ufficiali fuori rango di ogni grado in servizio e in congedo, le Associazioni Madri e Vedove dei Caduti, dei Mutilati, dei Combattenti, i funzionari con le rispettive famiglie, gli alunni e le alunne delle scuole arabe, italo-arabe e israelitiche; e popolo e popolo, in vasta marca, che straripa dalla piazza, che si spande nelle vie prossime e pel viale Volpi. Sul grande scalone esterno del Castello, e stato portato il gonfalone municipale di Tripoli, scortato da guardie e valletti comunali. GII aeroplani, le fanfare Quando il corteo reale, venendo da via Vittorio Emanuele, sbocca nella piazza, per tutto il tempo che esso la attraversa nella sua ampiezza, mentre le musiche suonano l'Inno reale e « Gtoetnesso » e poi pel .tempo • che i Sovrani e i loro seguiti scendono dalle carrozze e .salgono alla tribuna e poi lungamente an cora tempestano gli applausi, echeggiano formidabili grida collcllive di evviva. Ha ceco, dalla opposta patta della piazza, avanza sul suo bianco cavallo Naar, il cavallo di Bir Na- grift, il generale Graziani, seguito dal suo capo di Stalo Maggiore tenente colonnello Tabellini e dal suo ufficale segretario, lenente Casamassima. E dietro di lui avanzano le truppe del presidio e i reparti che rappresentano tutte le truppe della Tripolitania : quelle nazionali e quelle indigene. In cielo, sulla piazza, intesse aeree acrobazie un apparecchio da ricognizione, trasvola una squadriglia di apparecchi da bombardamento. E tra il suono delle musiche e fra gli applausi insistenti della folla, piegando insegne e gagliardetti davanti al Sovrano, sfilano reparti di marinai,, di guardie di finanza, di^zaptàè:, del gènio, degli avièri; pòi i cacciatori d'Africa, poi i ciclisti, poi reparli indigeni Ubici ed eritrei, e la prima legione della Milizia fascista della tripolitania e battaglioni gloriosi di Bir Tagnft, il 6.o Libico del tenente colonnello Amato e il 25. o Eritreo del maggiore Ossoli. Ma gli applausi crescono ancorat gli evviva si fanno anche più entusiastici; avanzano i^Sahariani al silenzioso trotto dei Mehara. 71 Duca delle Puglie, dritto sul suo altissimo dromedario, cavalca alla loro testa. Seguono poi, con i multicolori bornus svolazzanti, i Savari, gli Spahis, gli irregolari delle bande a cavallo, l'artiglieria, radiotelegrafisti, i carri armati, i reparti idrici. Ai valorosi La rivista militare è finita. Ma ancora, in ordine ynilitare perfetto, avanzano le schiere degli iscritti al fascismo e i Balilla e gli avanguardisti e le Piccole italiane e gli alunni delle scuole. Ora davanti al palco reale sono portati cinque gagliardetti cui scortano ufficiali e graduati di truppa; sono i gagliardetti che seppero il fuoco di Bir Tagrift, che a Bir Tagrif e in tutta l'impresa della colonna Graziani, non conobbero, insieme coi folgorare della battaglia, altro che la vittoria. Vengono lette le motivazioni per cui essi sono stati decorati al valore sul campo: quelli del 6.o Libico e del 25.0 eritreo^ di medaglia di argento; quelli del 3.o e del quarto gruppo Sahariano e degli Spahis, di medaglia di bronzo; e u Re lega di sua mano alle lande il nastro azzurro, da cui pende l'insegna ambita dei valorosi; indi rivolge parole di speciale compiacimento ai due comandanti dei battaglioni e al Duca delle Puglie, comandante dei Sahariani c degli Spahis. Al Castello Terminala la cerimonia sulla piazza, accompagnati dagli evviva della folla, i Sovrani salgono pel grande scalone esterno al castello, dove nelle sale del Governo si svolge il ricevimento delle autorità nazionali. Ma di fuori, dalla piazza, gli applausi si influiscono, crescono; i colpi sordi dei tamburi delle zauie, percossi in ritmo cadenzato, li scandiscono strepitosamente. É il Re, chiamato a gran voce dal popolo, deve presentarsi all'alto balcone che si apre sulla piazza. Questa, poiché sono stali tolti i cordoni di truppe che l'avevan tenuta sgombra nella parte centrale per la rivista, è stata tutta invasa dalla folla e appare come un immane tempestoso gorgo, onde l'entusiasmo popolare monta a onde vaste, con clamore di tuono Poi i- Sovrani scendono nel cortile detto » della Ragioneria.», che stato sfarzosamente decorato, per la circostanza, di preziosi tappeti. E qua segue il ricevimento dei no labili indigeni delle varie regioni tripolitanc. Il Ti" si sofferma lunga intente, rivolgendo domande ai varii 'capi e interessandosi particolarmen- Ite a un capo targhi,- venuto dalle remote contrade del deserto saha- riano, vestito dei caratteristici indumenti e il volto coperto dal nero velo della smala. Le visite, i ricevimenti Alle 12,15, sempre tra gli interminabili applausi della fotta, i Sovrani attraversavano la città per fare ritorno a bordo del Savoia, che nei frattempo era venuto ad attraccare al molo imbarco oltre la Dogana nuova. Dopo la colazione a bordo, alle 15, le Loro Maestà, con le Principesse, coi Duchi delle Puglie,, col miniiffp Federzoni, col Governatore, e rispettivi seguiti, scendevano nuovamenle^a terra, e in automobile, si fe'càvàho af Monumentò "dei" Caduti dove, nella cappella commemorativa, deponevano una corona Seguiva la visita al Municipio, indi alla Fiera Campionaria dove all'in gresso principale i Sovrani e il seguito erano ricevuti dal presidente dell'Ente autonomo della Fiera, gr. uff. Rava, dal rappresentante generale dell'Ente stesso colonnello Giorgi e dal direttore cav. Mazzon. Dopo la visita, il governai. De Bono dichiarava chiusa la seconda Fiera Campionaria di Tripoli. Indi il Re si recava a visitare la casei-ma dello squadrone allievi Zaptiè, mentre la Regina e le Principesse si recavano alla istituzione benefica della « Casa del latte ». Alle venti aveva luogo alla palazzina del governatore il gran pranzo di corte. ' La notte La città stasera splende tutta di luminarie; nel cielo notturno incrociano gli argentei raggi dei riflettori, che fendono il buio colle loro dirette lame di luce. Una folla enorme si accalca davanti alla palazzina governatoriale, ansiosa di acclamare ancora i Sovrani e i Principi, quando usciranno per recarsi alla serata di gala al teatro Miramare di.recente inaugurato, e dove stasera si rappresenta L'Aida. Domani ì Sovrani partiranno alle ore 8,30 in automobile per recarsi.a Zavia, Zuarata e Sabratha Vulpìa. '■' MARIO BASSI.

Luoghi citati: Africa, Bernezzo, Malta, Savoia, Tripoli, Tripolitania