I transvolatori dell'Atlantico prigionieri dei ghiacci

I transvolatori dell'Atlantico prigionieri dei ghiacciI transvolatori dell'Atlantico prigionieri dei ghiacci Navi e aeroplani hanno tentato invano di liberarli Il viaggio a piedi o in slitta impossibile - Bisognerà attendere l'estate Londra, 16, mattino. \Quclia che venerdì notte mivacciava\ài essere la tragedia del' lìremen è ve-\a unta- trasformandosi nella più ironica commedia del mondo artico. La gloria del grande fatto commuto rimane bensì fulgidamente imperitura ed universalmente applaudita. Ma l tre conquistalori dell'Atlantico dall'est all'ovest, come faranno ora a conquistare lo spazio che li sepura dalla civilizzazione che li attende per inghirlandarli di lauri? Il quesito assume stamane un'aria anche più, galeotta di sabato sera. La liisbetica miscela di scogli e di ghiacci, clic i>a sotto il nome di Grceuy Island, e che si mantiene sommersa nel letargo invernale di rimpclto alle desolale spiaggic del Labrador, sovraccarico di nevi, sembra risoluta a mantenersi stretta allo scabroso seno gli aviatori che ha salvalo. Essa, offre loro uh posto di asilo nel cunicoli del suo solitario faro e, se von a nutre con vivande che abbiano la più remota parentela con. quelle di uva sola portata dei banchetti che qualche meridiano più in giù i celeberrimi cuochi stavano allestendo per i tre volatori vittoriosi, certamente von li condanna a pane ed acqua; ma non li lascia partire. Ila provvisto subilo a mettere fuori concorso ILloro-storico apparecchio, recidendogli parecchi tendini durante l'ammaraggio sul laghetto gelalo e rendendo cosi impraticabile un tentativo di evasione per le vie dell'aria. Poscia, intorvo ai tre autori dell'ultimo tra i prodigi della scienza anpicata, ha cretto tulle quelle barriere di ostacoli antidiluviani che si compendiano nel termine di « Inverno artico »; nebbia e ghiaccio, disianze moltiplicate dai medesimi, scarsità di provviste, problematica navigabilità dei tratti di mare dove l'aprile nuovo incomincia ad infrangere i blocchi, ghiacciati, impossi bilità di comunicazioni che non siano a passo di tartaruga e von si afOdino al mezzi ed al metodi che ali esquimesi vengono usando fin dal tempo dei tempi. Silenzio Le foche dei dintorni devono ridere a crepapelle e si può stare certi che il comandante Fitzmaurice, da autentico irlandese, capisce ed imita queste risate anfibie: ma non è arduo rafflgu rarsi gli. sbuffi del suol due compagni teutonici, ossia di un ammirevole tecnico come il capitano Koehl ed ancora più di un barone prussiano come il barone Iluenefeld. Il melanconico barone deve vibrare in questo momento come una véla ammainata che abbia voglia di vento e morda i cardini. Tutto ciò, per altro, non è cronaca. Ma la cronaca continua a mancare, L'operatore radiotelegrafico di Poivte d'Amour von dice quasi piti niente, lìisogva immaginare il giovinetto ap postato in capo al mondo, presso un piccolo impianto Marconi, col solo in carico di trasmettere laconici messaggi concernenti il naviglio di passaggio ad al largo. Come potrebbe egli radiotelegrafare i commentari del barone Iluenefeld, dato che questi, vincendo l'irritazione, dopo avere vinto l'Atlantico, abbia già cominciato a dettarli? 11.peggio è che i commentari sarebbero dettati in tedesco, mentre l'operatore non legge che l'inglese. Nè si può concepire che il barone prussiano incarichi uno dei suoi due compagni di fare la storia in vece sua, senza contare che il comandante Fitzmaurice si trova praticamente in viaggio di servizio e non può impugnare la penna. Quanto al capita no Koehl, egli senza dubbio non si occupa che della sua macchina immobilizzala nel ghiaccio. D'altronde, l'operatore radiotelegrafi co ha fatto sapere ad una quantità di altre stazioni invocanti notizie che da Green;/ Island non gli è. più pervenu to verbo. I messaggi dall'Isolotto non possono raggiungerlo che per mezzo di gualche corriere che si avventuri a piedi o in slitta trasclnuta da cani, altra verso i ghiacci ora piuttosto 7nalsicuril che dividono Greeny Island dal Labrador, che poi proseguono per qualche miglio tra le sdrucciolevoli aufrattuo sita della costa Il tragitto fu compiuto la prima volta dal guardiano del faro, ma fu anche l'ultima. Nessuno più si e mosso dal difricile isolotto e lìerciò l'òXieratore di I'ointe d'Amour non h~a più nulla da trasmettere. Un suo concorrente, un giovane telegrafista che monta la guardia al capolinea di un filo, che termi- na in una bicocca delle adiacenze chìamata Long Potrete, ne sa meno di lui. Ma egli non è disturbato dal rimanente dei mondo con grandine di quesiti, per la semplice ragione che il suo Ilio, da gualche settimana, è interrotto e per aggiustarlo bisognerà che prima di tutto spunti l'estate. Immobilizzati Dovrà con santa pazienza aspettare il sole di ritorno e lo sgelo anche Veguipaggio del Bremon prima di poter mettersi in cammino verso il. mondo civile? Non è impossibile che l'inesorabile nord imponga varie settimane di rassegnato soggiorno, nel faro di Greeng Island ai suoi tre ospiti involontari. Certo l'eventualità che qualcuno possa andare a prenderli in aeroplano da un momento all'altro può ormai dirsi esclusa. Anche l'immediato salvataggio per via di mare continua a prospettarsi impraticabile. Ma potrebbe darsi che il barone, il capitano ed il comandante, in vista degli scarsi passatempi offerti loro dall'Isolotto appiccicato al- Labrador, tentassero di accostarsi al mondo civile col metodo degli esploratori polari: vale dire pedibus calcantibus, con un corredo di slille per le provvigioni, le tende ed l giacigli. Questa spedizione di vecchissimo stile, che terrebbe dietro al più, nuovo dei grandi voli oceanici, dovrebbe azzardarsi attraverso ì blocchi di ghiaccio dello stretto di Belle Ile per raggiungere la spiaggia settentrionale di Terranuova per snodarsi quindi lungo la costa orientale di quest'ùltuna alla volta di San Giovanni, viaggio von soltanto lungo, ma rischioso iti ogni caso, mentre nel caso presente la stabilità dei banchi di ghiaccio sullo stretto di. Belle Ile viene resa ipotetica dal relativo raddolcirsi della stagione. Lassù si corre il pericolo di colare nelle fauci del mare, non soltanto traversandolo, ma persino camminandovi sopra col sostegno del ghiaccio. Sei aeroplani mobilitati invano Perciò non è neppure detto che l'equipaggio del Bremen possa compiere a piedi la seconda tappa del suo voto da Dublino a New York. Frattanto il corrispondente newyorchese del Daily Telegraph cablografa: « Tutti gli sforzi per comunicare coll'equipaggio del Bremen sono sinora fallili e 48 ore dopo avere preso terra a'àrécny Island i tre aviatori rimangono altrettanto isolati dal rimanente del mondo, quanto nel caso fossero atterrati nel Polo Nord. Per una volta tanto l'intraprendenza giornalistica ha incontrato una barriera che non riesce a superare. L'operatore radiotelegrafi co a Polnte d'Amour è stato richiesto di informazioni da tutte le parti, ma non ha potuto comunicare alcunché di nuovo. Sei aeroplani sono stati noleggiati dal giornali americani per il rischioso volo di 2225 km. da New York al Labrador, ma non è probabile che alcuna delle sci macchine tenti di ammarare a Greeny Island, anche se riuscisse a raggiungere senza incidenti la costa del Labrador, che si trova a poche miglia dai punto in cui il. capitano KoelU ed i suoi due compagni rimangono confinati. Il Governo americano, a quanto si apprende stasera, non provvederà ad inviare vapori nelle acque settentrionali, perchè esso considera che ogni invio di navi spetti al Governo canadese. Tutti quei newyorkesi che hanno qualche dimestichezza col nord e conoscono la zona in cui sorge Greeug Island, assicurano che il salvatag gio dei tre aviatori per mezzo di ae roplanl è praticamente fuori di que slionc. Anche se un velivolo riuscisse a prendere terra senza guai nell'isolotto, è probabile non riuscirebbe ad innalzarsi di nuovo. « Quanto alla possibilità da parte della nave canadese rompighiaccio che ha ricevuto l'ordine di infilare la rotta verso Greeny Island, si [a votare che il golfo di San Lorenzo da lunghe settimane è bloccato da banchi di ghiaccio alla deriva, e si presume che questi banchi si estendano dalla costa di Terranova a quella del Labrador. Due bastimenti rimasero l'altro giorno colti fra i ghiaccili velie acque che la nave canadese dovrebbe attraversare per raggiungere Greeny Island ed i competenti considerano che se la nave canadese riuscirà a raggiungere l'iso¬ lopsrrglQs1 lotto in questa stagione dell'anno, essi opererà un vero miracolo. " i Bimane l'ipotesi che il Bremen, di' Po lutto, possa essere riparato sui posto con gli utensili messi a dispO' sizinne del capitano Koehl e qidndi riesca a riprendere l'aria. Certo l'apparecchio si trova sopra una distesa df. ghiaccio abbastanza liscia, ossia «ali laghetto di ghiaccio ove ammarò.; Qualora invece i tre aviatori si deel dessero ad avviarsi a piedi verso il sud, il loro viaggio sarebbe almeno di 150 chilometri se mettesse capo al punto civilizzato meno discosto del Lai brador, ossia alla cosiddetta baia delti; Uole in Terranova ». La nave taglia ghiaccio incagliata 1 Questo cablogramma è già sorpassato nei riguardi del salvataggio per via di mare, da un dispaccio successivamente giunto da Toronto, secondo cut il Montcalm è stato sospinto da una bu» fera di neve, accompagnata da una 1IU Ussima nebbia, sopra la spiaggia ino» spitale di vn isolotto nel piccolo arcV pelago di Santa Maria, a 300 km. da Greeny Island. Il vapore si è incagliato e la sua impresa è quindi misera' mente finita. Anche due aeroplani canadesi, ch'i erano partili ieri da Quebec e dalla baia di Murray alla volta di Greenu, Island, hanno dovuto rinunziare al tenuta t'ivo. Il primo era montalo dal pìH famoso degli aviatori del Canada, Duke Schiller. Il maltempo lo costrinse ai ammarare nell'arcipelago di Severi Island, dopo avere coperto solo 350 chU tnmetrl. Il secondo velivolo non si tenne in aria che 50 minuti, dopo i quali la nebbia crescente gli imponeva di prendere terra. Entrambi gli aviatori sono incolumi. Schiller preannunziti per oggi un altro tentativo. Ma da Greeng Island egli dista tuttavia poco meno di 1000 chilometri. Il icmpa. per giunta rimane pessimo: l'inverna: semjìra di ritorno dappertutto e particolarmente nel Canada settentrionale. Vn transatlantico inglese, il Montrcse, pochi giorni addietro, mentre dai Canada navigava verso Liverpool, imbatte un campo di formidabili ice» foergs a poche centinaia di chilometri dalla costa ed il suo tagliamare venna a cozzo con uno di questi enormi banchi, di ghiaccio, il quale era mezza sommerso, come quello che mandò 4 picco il Titanio; L'urto tu tremendo* Il tagliamare del Montrose si accartocciò per considerevole tratto, e due giovani marinai rimasero schiacciati,. Per, fortuna le porzioni vitali del piroscafo uscirono intatte dallo scontro ed 1i Montrose, dopo un quarto d'ora di spavento a bordo, potè proseguire per l'Inghilterra, ove approdava ieri. Mentre tutta l'avventura artica {tua» ri programma) dei volatori oceanici monopolizza adesso l'attenzione del pubblico, ì critici aeronautici tìraaa le prime somme tecniche della meravigliosa traversala. Essi stabiliscono che il Bremen devia al nordnn ragionai di circa 600 chilometri ed i venti contrari rallentarono tanto il suo volo e/tft una catastrofe fu evitata per miracolo. I critici calcolano che esattamente il Bremen rimase in aria per 37 ore. La distanza coperta dall'apparecchio, in lìnea retta misura 3150 chilometri. La velocità media del Bremen, in atmosfera normale, era di 135 chilometri orari. I venti in prua ridussero evidentemente la sua velocita otaria a non più di 75 chilometri. Un telegramma da Dublino annunzia ufficialmente che il comandante Fitzmaurice, in seguito alla sua fortunata partecipazione al volo transatlantico, è stato promosso di grado. M. PRATI.