Un'esplosione di delinquenza che solleva un grido di più intensa fede nazionale

Un'esplosione di delinquenza che solleva un grido di più intensa fede nazionale Un'esplosione di delinquenza che solleva un grido di più intensa fede nazionale Mussolini al Re: l 'anima commossa dell'intera Nazione si stringe in questo momento con più intensa dedizione attorno alla M. V. Ritmo operoso di Milano e disciplina perfetta della Nazione continueranno per la gloria della Dinastia e la potenza della Patria. Prego la M. V. di accogliere i sensi della mia profonda devozione. L,'Agenzia Stefani ha diramato i seguenti comunicali: ROMA, 12. — Stamane, alle ore 10, poco prima della inaugurazione ufficiale della Fiora di Milano, un ordigno esplosivo, collocato entro la base di un fanale in piazza Giulio Cesare, è scoppiato. Le schegge hanno provocato la morte di 14 persone. Vi sono inoltre una quarantina di feriti più o meno leggeri. Malgrado il luttuoso episodio S. M. il Re ha inaugurato ufficialmente la Fiera, percorrendo i viali e sostando ai padiglioni più importanti, com'era stabilito nel progiamma. Tutte le altre manifestazioni della giornata, eccezion? fatta della serata di gala alla Scala, avranno egualmente luogo. La Polizia sta indagando azeramente per individuare i responsabili, ed alcuni ispettori della Direzione Gennralc della P. S. sono partiti giù per Milano. MILANO, 12. — Stamane, pochi mintiti prima delle 10, sul piazzale Giulio Cesare, sul quale si apre l'ingresso principale delta Fiera, quando già era disposto lo schieramento delle truppe per rendere gli onori al Sovrano, una fragorosa detonazione ha suscitato il più vivo panico ner pubblico, che si affollava dietro i cordoni di truppa, e dietro il folto gruppo delle autorità che, vicino all'ingresso, attendevano S. M. il Re. Si trattava purtroppo di un atto criminoso. Una bomba di alta potenza, a orologeria, era esplosa causando la morte a molte persone. L'ordigno infernale era stato deposto nella parte inferiore del basamento di una colonna per l'illuminazione elettrica. Espiptiendo la bomba ha mandato in frantumi il basamento di ghisa, i cui pezzi erano stati proiettati intorno per un grand* rag* gio. Al fragore dello scoppio è seguito l'urlo di spavento della folla «he si era data a disordinata fuga, s poi le grida ed i lamenti dei feriti che imploravano aiuto. In terra giacevano numerosi corpi, di cui alcuni esanimi, altri gravemente feriti. Un soldato del 5.o Alpini, colpito da un pezzo di ghisa, aveva il ventre squarciato; ad una povera bambina -era stata completamente asportata la scatola cranica; in un lago di sangue giaceva un agente di P. S. ed a lui vicino erano tre fanciulli feriti. E' stata subito organizzata l'opera di soccorso. Sul posto erano giunti con numerose lettighe i pompieri, la Croce Verde e la Milizia. Con automobili pubblici e privati ò stato provveduto al trasporto dei foriti alle Guardie mediche e agli ospedali. Fino alle ore 14 i morti ammontavano a 14 ed i feriti a 40. All'Ospedale militare è poi deceduto il soldato alpino Pietro Ratti: quindi i morti finora salgono a 15. MILANO, 12. — S. M. il Re. informato dell'orribile atto terroristico, appena lasciata la Fiera, accompagnato dal seguito, si è recato all'Ospedale Maggiore, dove ha visitato i feriti, avendo parole di compianto e di conforto. Lasciato l'Ospedale civile il Sovrano si è recato all'Ospedale Militare di S. Ambrogio, dove erano state ricoverate altre vittime, tra cui i militari del 5.0 Alpini di stanza a Milano, che si trovavano schierati sul luogo della sciagura. La cittadinanza, con impeto d'amore, si è stretta ancor più vivamente intorno al suo Re, e quando S. M., reduce dall'Ospedale Militare, ha fatto ritorno a Palazzo reale, una grande folla che stazionava in attesa nelle vie centrali, gli ha manifestato con i più calorosi applausi ed evviva la sua devozione. MILANO, 12. — Il Podestà di Milano ha immediatamente messo a disposizione della Pubblica Sicurezza 100.000 lire per chi scoprirà o for nirà lo indicazioni necessarie a scoprire i colpevoli. Un'altra manifestazione della bestialità umana — che ricorda quella de! Diana — riempie di orrore e di disgusto l'anima dt.gli Italiani. 11 mondo saia stupefatto dell'abbiezionc cui può arrivare non l'odio politico ma l'odio per 1" umanità. La stessa specie di terroristi che eseguì la strage del Diana ha pre .Parato ieri quest'altra strage infame... Soltanto menti sconvolte e cup- pscvosgfdzjj o a a i 1 e - ri diabolici hanno potato ideare e mettere in esecuzione una strage, che non, poteva colpire se non esseri la cui sola responsabilità consisteva nel sentire ossequio per Sua Maestà il Ro. ' L'assoluta bestialità è quindi il primo elemento di quest'atto terroristico. Ma ve n'è un altro, non meno bestiale, che ha senza dubbio uno scopo anti-sociale. Gli atti di terrore creano lo spavento nelle masse. Ma il calcolo è sbagliato, perchè lo spavento non può avere un'efficacia se non momentanea, e su masse inconsapevoli. Coloro che pretendono di organizzare il terrore si ingannano, se immaginano che le classi dirigenti e soprattutto il Governo si lascino deviare* per questo, dal loro compito e dal loro dovere. Le dimostrazioni terroristiche hanno sempre suscitato, oltreché sentimenti di orrore e di disgusto, una reazione negli animi in favore dell'ordine e della più rigorosa giustizia. Da questo punto di vista, non solo il terrorismo non ottiene lo scopo che si prefigge, ma rende più acuto il senso delia legge giuridica ed umana. Nel momento attuale, questi attentati della peggiore brutalità e ferocia sollevano una rivolta di indignazione, anche in coloro che eventualmente possono dissentire dal Regime fascista. L'opera del Regime è un'opera di ricostruzione, è un'opera di pace sociale, è un'operati elevazione dello spirito patriottico, una opera di equità e di civiltà. Il popolo sente che il Governo lavora a questa edificazione della nuova società nazionale, e sente che, pur tra i sacrifici inevitabili che deve compiere per collaborare alla più alta potenza del Paese, tutti in ultima istanza guadagneranno qualche cosa. Tutti guadagneranno perchè la Nazione, madre e fine comune, sarà più fonte e jj)iù ricca; tutti guadagneranno perette gli strati più umili saranno innalzati e avranno una migliore sicu. rezza-di vita e di fortuna. L'orrore, il terrore non allontaneranno di una linea il Governo e il popolo dal cammino che si sono prefissi; lo spirito può essere per un momento turbato; il cuore soffre per coloro ebe sono state le vittime della follia; giustizia sarà fatta. La società nazionale, nonché affievolire la sua opera-di ordine e di incivilimento, sentirà più vivo lo stimolo a intensificare l'attività per cui si rinnova e si eleva l'organismo e l'anima della gente italiana. Mussolini, nel suo vibrante telegramma al Re ha interpretato quest'andina della Nazione — che « si stringe in questo momento con più intensa dedizionie attorno al Sovrano » — traendo dalla commozione pubblica il più alto auspicio per la gloria della Dinastia e la potenza della Patria. I telegrammi di Mussolini li Capo dal Governo, oltre al telegramma al Re — qui sopra riprodotto nella testata della pagina — ha così telegrafato al Podestà dà Milano: Portato per me dei fiori sulle salme degli innocenti colpiti a morte dalla bestiale criminalità dell'antifascismo impotente e barbaro. Recate il mio saluto ed il mio augurio a tutti i feriti. Sono sicuro che Milano fieramente fascista risponderà ai gesti della delinquenza superstite oon un grido di più intensa fede nell'avvenire della Nazione e del Regime. I nemici non prevarranno. MUSSOLINI. L'on. Casertano, Presidente della Camera, così ha telegrafato al Re : « Mentre il sentimento della più profonda esecrazione domina i cuori di tutti gli italiani per l'infame de litio clic lui sacrificalo tante vite ed ha turbato la solennità inaugurale della celebrazione del lavoro, a cui Milano si apprestava, la Camera dei Deputati rivolge un fervido saluto al la Maestà del Re, che iddio protegge per la grandezza d'Italia e al Quale vanno riverenti e ardentissimi la devozione e l'ossequio dei rappresentanti della Nazione. Accolga la M. V. anche l'espressione delle mie devote personali felicitazioni ». II Direttorio nazionale dell'Associazione dei Combattenti : «I Combattenti italiani, interpretando l'animo commosso di limo il popolo, che sotto la guida del Be Soldato accrebbe nell'ora più carica di destino la luminosa gloria della Patria, esultano per lo scampato pericolo di S M. e ringraziano la Provvidenza di avere cosi ancora una volta preservato il Paese da si tremenda sciagura. ». .

Persone citate: Fiera, Fiora, Mussolini, Pietro Ratti