Le prime indagini

Le prime indagini Le prime indagini l o l'l'u Il questore gr. uff. Silvestri ed t vice-questori cav. De Haro e Stivala, con i funzionari di Sezione, appena il Re abbandona la Fiera, hanno effettuato un sopraluogo pi" accurato. Il palazzo colpito dalle, scheggie della bom.ba e dai frammenti è di proprietà della Cooperativa edile fra i funzionari détto Stato. I ditr. appartamenti al piano rialzato maggiormente danneggiati sotto quelli dell'ing. Colla e del tenente Ballaro, addetto alla Scuola allievi ufficiali, che abita con ima numerosa famiglia, appunto negli ammezzati. Una stranezza dello scoppio è costituita dal fallo che, mentre tutta la numerosa, famiglia era. affacciata al balcone in attesa del Sovrano, i proiettili della bomba micidiale passarono sulle loro teste penetrando nell'appartamento e devastando completamente il salotto. Solo la mamma del liollaro veniva raggiunta, non in. maniera grave, da una scheggia che le provocava, una contusione al petto. La portinaia dello stabile, Linda Ball adori fu raccolta svenuta nella sua portineria. Grossi proiettili di ghisa, entrando dalla finestra, avevano spezzato la « plafoniera» e le vetrate in cristallo della portineria. Lo spavento provato dalla donna, che temeva anche per il suo bambino che si trovava presso una vicina per-poter meglio assistere allo spettacolo del passaggio del Re^ le provocava il grave svenimento. Ma il piccino non riportò alcuna ferita. Il nascondiglio micidiale //. tenente, colonnello Mario Grasso, perito balistico della Sezione staccata d'artiglieria ed i magistrati, provvedevano intanto ad uno scrupoloso sopraluogo per stabilire dove e come l'ordigno esplosivo era stato messo e rome, poteva avere, agito. La bomba era stata introdotta nel basamento metallico, pesantissimo ma cavo, alto circa metri 1,80, che forma l'ornamento decorativo di base all'alio palo del, fanale. A cinque centimetri dal suolo, nello zoccolo allargato a. forma tronco-conica, è praticato uno sportello largo 30 centimetri ed alto 20 che serre agli operai con» trollori della illuminazione per porre allo scoperto i fili di congiunzione dei cavi fornitori dell'energia elettrica per la illuminazione. Si è potuto cosi stabilire che la bomba era slata collocata attraverso questo sportello, apribile con una comune chiave inglese, nell'interno del basamento in prossimità del palo metallico che sorregge i fili. I criminosi dinamitardi, dopo avere collocato la bomba, hanno rinchiuso lo sportello, così che era impossibile a chiunque non avesse ragioni di sospetto, immaginare che nel basamento potesse venire celato un ordigno di così tremenda potenza. Lo scoppio della bomba, avvenuto nello zoccolo solidamente chiuso e in un limitatissimo spazio, è aumentato sia di fragore che di effetto. Infatti la improvvisa pressione, dell'aria ha provocato simultaneamente lo scoppio del basamento metallico in ghisa, che è slato sminuzzalo dalla forza dell'esplosione in innumerevoli scheggie. Il palo di sostegno del filo è rimasto dritto, e solamente al livello della terra appare come, schiantalo da una forza, violentissima. Le grosse scheggie del basamento ornamentale, del quale non è rimasta che la corona supcriore alta 30 centimetri, trasformate in altrettanti proiettili, hanno massacralo e ferito le persone che sostavano nelle vicinanze, del palo. Alcune scheggie hanno intaccalo il muro maestro in cemento e pietra della casa segnata con il numero 18 di piazzii Giulio Cesare; una ha perforato il. portone ili legno mqssiccio di uno spessore di cinque dita; altre sono entrale — come già s'è detto dalle finestre nelle camere della casa; altre infine sono slate lanciate nel piazzale, olire la fontana monumentale, cioè a circa 60 metri di distanza dal luogo della esplosione. Nel bacino centrale della fontana, a circa 10 metri dal palo, i pompieri ed i militi delle associazioni di assistenza pubblica hanno pescato indumenti di ogni genere, brandelli di carne umana, scheggie metalliche, scarpe, cappelli, ecc. La macchina infernale li tenente colonnello Grosso, accompagnato dai magistrati, si è trattenuto per più di due ore ad esaminare minutamente il luogo dello scoppio ed i resti dell'esplosivo. Sulla natura della materia che formava la bomba sembra si possa asserire 'con quasi certezza trai tarsi di un violento esplosivo: probabilmente, una fori issino, carica di dinamite. accurato esame delle scheggie, di tutti i residui terroni e del terreno circostante al luogo dello scoppio, •n'intento di tre as¬ -ha portato al rineen o.sicché di legno spesse circa sette od e]otto centimetri e larghe dodici o ia vindici. Inoltre, nel terriccio via*

Persone citate: Grosso, Mario Grasso, Stivala