L'assassinio della vecchia signora fu organizzato dal suo locatario

L'assassinio della vecchia signora fu organizzato dal suo locatario IL DELITTO DI GENOVA L'assassinio della vecchia signora fu organizzato dal suo locatario o o e e . t à n ri e . n a ee ti e m ge o so i « Genova, 5, notte. Gii assassina della vecchia signora Maria Becchi vcd. Nervi, uccisa a scopo di furto la settimana scorsa nella propria abitazione in via Peralto 17, hanno confessato questa mattina il loro delitto, dopo una notte di febbrili ed esteniuanti interrogatori a cui li avevano sottoposti i funzionari della Questura. Sarà bene rievocare brevemente lì delitto. Il viaggiatore di commercio Enrico Foggi, di anni 25, che aveva subaffittato una camera presso la vecchia signora Becchi, rientrando in casa verso ile 21,30 trovava l'appartamento in subbuglio. Avvertiti alcuni vicini, .il Foggi faceva insieme ad essi una terrificante scoperta. In cucina, stesa a terra, giaceva la signora Becchi ormai cadavere per una ferita al capo prodotta da un colpo di accetta e per il soffocamento prode!to da un bavaglio ficcaiogM a viva, forza nella gola. L'autopsia accertò che alla povera signora erano state rotte otto costole da uno degli assassini che le era saltato addosso con le ginocchia, per poterle cacciare in bocca il tampone. Nessun fiil'o, nessun elemento che a- tutta prima potesse chfariire il mistero in cui si presentava avvolto il delitto. Risultò però che il bottino degli assassini non poteva essere stato cospicuo ■in quanto, contrariam^nie alla convinzione dei vicini, l'uccisa non teneva presso di se che pochi contanti. Risultò inoltre dalle indaginà che gli assassini dovevano conoscere assai bene l'ubicazione dalla casa e le abiitaidini della morta; elementi in verità assai tenui per le investigazioni. Restava solo ed unico appiglio quel pensionante della vecchia signora, Enrico Foggi, viaggiatore di commercio. Egli aveva affittato una stanza dell'appartamento della Becchi ed era ri tornato a Genova da una gita in riviera la sera del 29 marzo. Scoperto il tWSfto, il piovane si era tanto dato ria fare per avvertire la Polizia; poi, nella stessa stanza del" "appartamento dove giaceva il caèlavere, aveva dimostrato tanto dolore per la morte della buona signora, abbandonamdosi persino ad espressioni di vendetta Sennonché, per necessità di cose, amene la sua peorsonaliità fu va gliaita e la sua atitività dovette essere sottoposta ad Indagini. agsIUn alibi troppo preciso Davanti affile interrogariowl dei funzionari inquirenti il Foggi produsse un alibi talmenite fondato (troppo fondato, anzi) che sembrò la Polizia pren desse un grande abbaglio nel sospetta re di luì. Interrogato sulla sua attivi tà nel giorno del delitto, H Foggi non si fece pregare: forni un alibi che, controllato, risultò perfettissimo. Ma parve ai .funzionari che le diverse successioni di tempo e di luoghi prospet talli dal Foggi sapessero un po' troppo di lezione imparata a memoria. Chiestogli de'la sua attività nei giorni precedenti, il Foggi non ricordava niente; del giorno del rietiiito. invece, ricordava tutto a meraviglia, perfino gli orari dei tremi, le coincidenze degli autobus, i minuti perduti ad un caffè, cosicché, tutto considerato, quello che doveva essere la sua -salvezza divenne la sua perdizione. Quoll'alibi cosi preciso, cosi inconfutabile, davanti al quale non restava a.litro da fare che prendere atto, invogliò i funzionari ad investigare con maggiore precisione sul • fermato ». Apparve bosi in tutta la sua luce la fosca figura del giovane viaggiatore di commercio, espulso dalla Francia per truffe, pregiudicato presso la Giustizia italiana in linea di furti e di scansi, amico di assassini italiani rifugiatisi in Francia. Questo brutto tipo aveva impiantato- in vico del Filo un ufficio commerciale ; clic cosa commcrcia.sse non si sa con precisione, dato clic nella perquisizione operata invece di registri e di carte commerciali sono state rintracciate flc/ies e carte ria poker. Però la perquisizione fu proficua porche servì se non a^iro a mettere in rilievo la vera personalità dell'individuo. Alcune lettere del padre, nelle quali il vecchio genitore lontano lo maledice e gli predice una triste fine, furono eloquentissi'me. La sua amicizia oon alcuni torbidi dementi della malavita localedette poi il filo conduttore delle indagini. I^a perquisizione nell'ufficio di vico del Filo portò infatti alla conoscenza di una amirazi-a di vecchia data che lega 11 Foggi a tale Alfredo Centanaro fu G. B., di 2"> anni, da Genova, tipografo disoccupato. Questo' CentanaTotipo loschissimo di delinquente temibile, frequentava l'ufficio del Fogcrlanzi era stato lui che aveva anticipato le somme necessarie per l'impianto dell'ufficio conimercdale, ufficio che era nienit'aitro che un ritrovo di gente della malavita, e che di commerciale non aveva che l'insegna. Insieme aCemanaro frequentava lo stesso ufficio tale Luigi Bray .fu Raffaele, di 25 anninato a Cagliari, senza fìssa dimora. IBray ed il Centanaro si erano nono scinti 5 anni fa a bordo della Conte di Cavour, ove avevano prestato servizio militare. Questo è quanto hanno assodato le indagini sapientemente eseguite dalla Polizia. Il racconto degli assassini La confessione degli stessi assasstaii ha poi messo in chiaro completamente tutti i punti scuri della preparazione e l'effettuazione del delitto. Il Centenaro, privo di quattrini, ebbe a lamentarsi ed Foggi della propria miseria; l'amico lo tranquillizzò facendogli balemare l'idea del colpo al1^Lpr^pr^a Padrona di casa, la quale, secondo la sua idea, teneva in casa circa 70.000 lire fra titoli e denari. Tra i due riuscì facile l'Intesa. Il Centana.ro cercò il Bray e se lo associò, ed insieme prepararono il colpo. Si recarono un giorno a Savona ove presero alloggio all'albergo Corona d'oro; ritornarono a Genova il 28 dello scorso marzo. Alle 14 del giorno successivo H Cenitanaro ed il Bray si recavano dalla signora Becchi e, qualificatisi per agenti municipali, chiedevano alla vecchia di vedere il libro dei pensionanti. La vecchia, di nulla sospettando, rinchiuse la porta alle sue spalle e portò i due in cucina, dove apri sul tavolo il registro della pensione. Ella era anzi china sul registro stesso insieme al Centanaro, quando il Brav di dietro le gettò 'il suo cappotto sullo spalle. Qui cominciarono le varie fasi dell'efferato delitto. Sorvoliamo di proposito sugli orribili particolari che gli assassini hanno rievocato (il Centanaro piangendo, e il Bray freddo e cinico) davanti al funzionari di polizia. Quando la vecchia giacque esanime, i due si dettero a scassinare l'armadio dove a detta del Foggi doveva esistere il peculio della povera donna, ma non trovarono che pochissime cose: tre anol.li di scarso valore e 15 lire in contanti. Preoccupati per le conseguenze del loro atto — essi non erano entrati col premeditato proposito di uccidere la Becchi, ma questa era morta sotto i loro colpi senza che essi se ne accorgessero — ed in-Mati per i meschini risultati della loro opera delittuosa, i due fuggirono dalla tragica casa e, recatisi alila stazione Principe alle 16,10, partirono per Savona. e a o o i i o o c e e re a o , o a e o o, ^ e e e al o i, l o- Due notti nella «unera del delitto Durante il viaggio tutta la tragicità del loro atto apinorve loro nella sua vera signilicazione. Preoccupatissinii per le conseguenze, essi non solo get xarono via Ja scarsa refurtiva, ma addirittura si liberarono dei cappotti che indossavano e che pensavano potessta-o contribuire a farli riconoscere. L'indomani i giornali recarono ai due ì particolari della scoperta del delitto Parve loro dal resoconti dei quotidia ni che la polizia stesse battendo una falsa strada; essi seppero del formo del Foggi, ma seppero anche, il giorno dopo, che il Foggi era stato rila sciato essendo assotoianienta compro vaia la fondatezza del suo «alibi». 11 Centenaro, che in quel giorno era u scilo per comprare i giornali e che era slato colpito dalla noti-zia della li liei-azione del complice, ritenne che la polizia avesse davvero sbagliato. Ritornò dal Bray, che dormiva ancora a portare la buona notizia: o Siamo ss*Ivi; la polizìa, che aveva in mano il Foggi, lo ha rifasciato perchè ritte no crie sia innocente. Possiamo quln di ritornare a Genova indisturbati» Ma il Centanaro sbagliava. Egli infatti caduto col suo complice nel! rete, tesagli dalia questura.. I funzionari comunicando ai giornali la falsa notizia dol rilascio del Foggi, avevano teso ai dme assassini la trappola in cui essi dovevano cadere. Bitornati Genova, i due venivano ben presto rintracciati, scoperti e tratti in arresto. Ci voile però del tempo prima che assi confessassero il loro reato; per due notti consecutive essi vennero tradotti sul luogo del delitto e tenuti colà fino al mattino. Sottoposti a lunghi e stringenti interrogatori 1, essi continuavano a negare nel modo più assoluto, ma questa mattina, sfiniti, hanno confessato ogni cosa, dapprima il Centanaro, quindi il Bray. Ognuno lia cercato naturalmente di addossare all'altiro la massima parte rimila colpo. La confessione ha conformato punto per punto le sapienti indagini dei funzionari di polizia. Il delitto ù apparso in tutta la sua luce, ima soprattutto è emersa maggiormente losca la figura del Foggi, mandante dell'assassinio. Il Foggi è l'uomo che ha indirizzato i due assassini e che li ha istruiti sul come comportarsi e sul come agire. Egli è l'umico che non abbia ancora confessato, ma davanti alle precise accuse dei suoi compagni dovrà pure esso arrendersi. Gli assassini sono stati interrogati questa mattina stessa dal giudice istruttoro cav. Granelli, al quale hanno ripetuto la confessione già. resa negli uffici della Squadra mobilie al funzionari della Questuara. vdvrsdlUdpeptmsclriGsstrpHermtdetlv